lunedì 29 aprile 2019

[Recensione] "Hurricane Season" di Nicole Melleby

Vi auguro un buon inizio di settimana mentre io sono ancora bloccata con la schiena e con il collo - perché i 30 anni sono i nuovi 80. 
Nel frattempo sono anche in ansia perché stasera vado a vedere Avengers: Endgame e NON SONO PRONTA. 

Ma intanto vi lascio con una recensione, l'ultima che vedrete questo mese e ringrazio immensamente Carla della Algonquin Books per l'eARC di questa meraviglia a cinque stelle.


Titolo: Hurricane Season
Autrice: Nicole Melleby
Data di uscita: 7 maggio 2019
Pagine: 288 (Kindle Edition)
Editore: Algonquin Books
Link Amazon: https://amzn.to/2JXC6Ft

Trama [tradotta da me]: Fig, una ragazzina di prima media, vuole più di ogni altra cosa al mondo vedere il mondo nello stesso modo in cui lo vede suo padre. Quello che una volta era un famoso pianista, che non compone una canzone da anni e che ha degli imprevedibili giorni buoni e giorni cattivi, è in qualche modo un mistero per Fig. Sebbene sia fissata con la scienza e la matematica prova a frequentare le lezioni d'arte solo per sentirsi più vicina a lui, per sperimentare la vita nel modo in cui lo fa un artista. Ma poi il padre di Fig si presenta a scuola, disorientato e cercandola disperatamente. Non solo la classe d'arte non ha portato Fig a comprendere meglio suo padre, ma ha anche portato i servizi sociali alla loro porta.

Tuffandosi nei libri su Van Gogh per capire la follia degli artisti, appoggiandosi al suo migliore amico per un consiglio e rivolgendosi al nuovo vicino in cerca di supporto, Fig continua a provare qualsiasi cosa nel tentativo di capire suo padre, di salvarlo da se stesso e per trovare un momento nella sua vita per capire anche chi è la stessa Fig mentre tutto intorno a lei sta crollando.

Hurricane Season di
Nicole Melleby è un romanzo sorprendente su una ragazzina che cerca di restare tale mentre le preoccupazioni di un'adulta pesano su di lei. È anche un romanzo sul correre dei rischi e l'affrontare il pericolo, sull'amore e sull'arte, sul crescere sull'uscire allo scoperto. E più di qualsiasi altra cosa è la storia del potere curativo dell'amore—e dei limiti di tale potere.

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Non leggo molti middle grade, ma tutti quelli che ho letto negli ultimi anni mi hanno sempre colpita per la loro intensità e per il modo in cui sapevano coinvolgermi - Hurricane Season non è stato affatto da meno. 

Fig ha solo undici anni e da sempre la sua famiglia è composta solo da lei e suo padre, in quanto sua madre li ha abbandonati quando lei non aveva neanche un giorno. 
Tim Arnold era un grande pianista e compositore prima di averla: ora dà qualche lezione privata, ma sono più i giorni in cui è confuso e perso nella sua testa che quelli in cui riesce a comporre qualcosa di nuovo dall'inizio alla fine. 
E Fig è brava in scienze e matematica perché è lei a tenere i conti di casa, è lei a preoccuparsi di suo padre e a tenere lontani i vicini che potrebbero farsi troppo impiccioni. Non ha neanche più le sue amiche con cui passare il tempo perché il comportamento di suo padre viene considerato "strano" nel migliore dei casi. 

Quando però una mattina si presenta in classe confuso, la sua insegnante chiama i servizi sociali e questo non fa che aumentare lo stress di Fig - oltretutto sono anche solo a metà della stagione degli uragani nel New Jersey e Fig teme ogni tempesta che possa trasformarsi in qualcosa di peggio perché suo padre adora stare fuori nella pioggia e nel vento davanti all'oceano, osservando e ascoltando qualcosa che Fig proprio non riesce a sentire, vedere o comprendere. 
Ed è per cercare di comprendere la mente di suo padre che Fig ha scelto di seguire le lezioni d'arte, scoprendo una straordinaria somiglianza tra lui e Vincent Van Gogh - sentendosi affine al fratello Theo per il modo in cui si prendeva cura di Vincent esattamente come lei fa con suo padre. 

Ad aiutarla in qualche modo quando le cose si fanno comunque troppo grandi da gestire - anche se lei è molto riluttante a riguardo - ci sono il suo migliore amico Danny e il nuovo vicino di casa Mark, del quale non fida poi troppo per paura che, una volta a conoscenza del vero stato mentale del padre, possa chiamare anche lui i servizi sociali. 
Fig prova ad aggiustare le cose, ma tanto può andare storto entro il 30 novembre - data che coincide con la visita dei servizi sociali che decreteranno se può restare con suo padre o meno e con la fine della stagione degli uragani. 


Ho amato questo libro e mi ha pure fatta commuovere. 

È facile immedesimarsi in Fig, ricordare come ci si sentiva alle medie: il bisogno di sentirsi parte del gruppo, il senso di esclusione quando si viene lasciati ai margini, il voler cominciare a comportarsi da adulti ma non avere ancora l'età e la maturità per farlo, le prime cotte e la confusione che queste si portano dietro. 

Quella per Van Gogh diventa un'ossessione per riuscire a capire suo padre, il rapporto tra Vincent e il fratello Theo il suo paragone di riferimento, il loro destino la paura che lo stesso possa accadere a lei e a suo padre. 
Il rapporto tra Fig e suo padre è il focus di questo romanzo: il bisogno che hanno l'una dell'altro, il modo in cui si vogliono proteggere, i problemi che entrambi hanno e che tentano di ignorare per pensare prima a quelli dell'altro, il modo in cui Fig deve comportarsi da adulta desiderando allo stesso tempo avere i suoi momenti da bambina della sua età e la crisi che la colpisce quando arriva un adulto nella sua vita che le toglie i problemi dalle spalle per lasciarle proprio quell'innocenza e quella serenità che merita - e questo scatena una crisi di ribellione, rabbia e pianto perché la vive come un'intrusione, la prende sul piano personale come una sconfitta perché lei non è mai riuscita a capire e a far stare meglio suo padre e improvvisamente qualcun altro riesce a raggiungerlo in quei luoghi in cui si rifugia la sua mente e per cui lei non ha mai trovato la chiave. 

È un romanzo sulle delicate dinamiche famigliari, sui problemi di salute mentale, sul senso di colpa nel sentirsi erroneamente la causa di tali problemi, sull'importanza della terapia e del supporto - è un romanzo sull'amore, sulla scelta di restare anche e soprattutto quando le cose si fanno difficili e quando non sempre i giorni sono buoni, sulla paura di vedere l'altro andare via e sulla fiducia di credere che invece resterà al tuo fianco. 

I personaggi mi sono piaciuti tutti, da Fig a suo padre a Mark - che trova in Tim e Fig una seconda famiglia dopo aver perso la sua anni prima. 
Ho rivisto tanto di me in Fig a quell'età per il bisogno di essere al centro del mondo, per il bisogno di avere qualcuno che parlasse con me, per il bisogno di sentirmi indispensabile e per la frustrazione di non essere abbastanza - abbastanza adulta, abbastanza matura. 

Se mai arriverà in Italia, ve lo consiglio veramente con tutto il mio cuore perché è un romanzo intenso, delicato, che vi farà un po' a pezzetti il cuore e poi ve lo rimetterà insieme - perché Fig vi prenderà per mano e vi porterà dentro i quadri di Van Gogh, nella sua vita e di fronte all'oceano in tempesta e poi sotto i raggi del sole. 

mercoledì 24 aprile 2019

WWW.. Wednesday! #142

Avrò anche compiuto da poco 30 anni, ma in questo momento me ne sento più del doppio visto che già dormo male di mio e con gli sforzi fisici che faccio al lavoro ho la schiena che mi fa così male che mi si mozza il fiato nei polmoni - per riassumere: mentalmente ho 17 anni, all'anagrafe ne ho 30, fisicamente me ne sento 80.  

C'è anche da dire che le sfighe non vengono mai da sole e credo che il dolore sia anche imputabile al fatto che la mia macchina è un catorcio e che ieri mattina, mentre andavo al lavoro e a quasi 50 km da casa, ho perso la ruota di scorta perché si è allentata la piastra che la teneva ferma e sono dovuta andarla a recuperare portandola di peso per almeno 300 metri. Sotto la pioggia. 

Veniamo ai libri, che è meglio. 


WWW Wednesday è una rubrica settimanale ideata da Should be Reading in cui vi mostro le mie letture passate, presenti e future.



What did you just finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)

 
Ho finito I Knew Him di Abigail de Niverville, un romanzo inedito in Italia che nel complesso mi è piaciuto per i suoi temi importanti ma che però ha avuto qualche difetto nell'esecuzione e nello sviluppo. Tuttavia, se voleste dargli un'occasione, è un libro che si legge davvero in fretta. Recensione QUI
 
 
 
What are you currently reading? (Che cosa stai leggendo in questo momento?)
 
 
Ho passato i giorni di feste a recuperare serie televisive e in giro con la mia amica di Milano che è scesa giù una settimana, ma comunque lunedì sono riuscita ad iniziare Hurricane Season di Nicole Melleby - un middle grade che mi ha mandato la Algonquin Books e che uscirà negli USA il mese prossimo. Sono arrivata al solo 15% nel poco tempo che gli ho dedicato, se non ricordo male - ieri non sono riuscita a leggere, ma oggi pomeriggio non lavoro perché ho una visita e quindi spero di avere un po' di tempo. 



What do you think you'll read next? (Che cosa pensi di leggere dopo?)

 
Approfittando per l'ultima volta del periodo gratis di Kindle Unlimited ormai prossimo alla scadenza, leggerò P.S. I Like You di Kasie West
Poi toccherà ad un altro inedito in uscita il mese prossimo negli USA sempre pubblicato (e fornitomi) dalla Algonquin Books, Bright Burning Stars di A.K. Small.

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Anche per oggi è tutto. 
E voi, siete in forma? Siete sopravvissuti a questi ultimi giorni? Avete sfortune che volete condividere? Perché, vi ho detto che lunedì la macchina aveva anche una gomma a terra? Così, tanto per non farsi mancare nulla.
Scrivetemi tutto nei commenti oppure lasciatemi il link del vostro WWW Wednesday e appena non sarò io stessa un catorcio, verrò a ricambiare la visita. 
Cheers! :)

lunedì 22 aprile 2019

[Recensione] "I Knew Him" di Abigail de Niverville

Mi sembra di avere così tante cose da fare e così poco tempo per farle che quasi non so a cosa dare la precedenza - e ieri ho passato la giornata a recuperare gli episodi delle serie della DC che avevo lasciato indietro, ma sto accumulando cose registrate come se non ci fosse un domani e tutto perché voglio seguire l'ordine di trasmissione originale anche se il resto del mondo non collabora. 

E poi anche la voglia di mettermi al computer per scrivere questa recensione è stata un po' - anzi, alquanto - scarsa.


Titolo: I Knew Him
Autrice: Abigail de Niverville
Data di uscita: 15 aprile 2019
Pagine: 289 (Kindle Edition)
Editore: NineStar Press
Link Amazon: https://amzn.to/2ULxwyy

Trama [tradotta da me]: All'ultimo anno di scuola superiore, Julian ha un solo obiettivo: essere invisibile. Tutto quello che vuole è studiare sodo, giocare a basket e fingere di essere etero per un altro anno. Poi potrà fuggire all'università e finalmente dire al mondo che è bisessuale. E con “il mondo” intende tutti tranne sua madre e il suo migliore amico. Quelle sono due conversazioni che non ha nessuna intenzione di avere nella vita.

Quando viene convinto a presentarsi alle audiozioni della rappresentazione teatrale scolastica di Amleto, Julian teme che andare fuori dal percorso stabilito porterà a supposizioni che non è pronto ad affrontare. Nonostante questo però, non può fare a meno di sentire una connessione con questa tragedia. Il suo assente padre lo tormenta come un fantasma, la sua ex sta facendo la difficile e lui rimugina troppo su tutto - tutto questo lo sta facendo impazzire.

La decisione di fare l'audizione porta Julian su un percorso totalmente diverso. Viene scelto per interpretare Amleto e il ragazzo che interpreta Orazio è diverso da chiunque altro Julian abbia incontrato finora. Misterioso e sempre pronto al flirt, Sky attrae Julian - anche se teme i suoi sentimenti allo stesso tempo. Mentre i due si avvicinano sempre di più, Julian comincia a rivelare i segreti che non ha mai detto a nessuno—quelli che l'hanno paralizzato per anni. Ma cosa farà se anche Sky si proverà gli stessi sentimenti?


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Ciò che mi ha attratta di questo libro è stata la somiglianza con Diamond Heart: il liceo, la rappresentazione teatrale scolastica di un'opera di Shakespeare, la storia M/M. Tutto questo e anche un po' la vaga assonanza con Autoboyography, in cui il protagonista era bisessuale e rivelarlo sarebbe stato un problema. 

Julian è all'ultimo anno di scuola, si è da poco lasciato con la sua ragazza Lucy e stavolta per sempre e ha intenzione di sopravvivere almeno a questi ultimi mesi dopodiché, una volta lontano all'università, potrà vivere la sua sessualità senza nascondersi. 

Questo perché Julian è bisessuale - e forse un tempo ha anche amato Lucy, ma i continui litigi gli hanno fatto capire che non poteva più mentirle su una parte di sé. Quella parte di sé che lui ha faticato così tanto - e continua ancora a farlo - ad accettare dopo che ha tentato di ignorarla per molto tempo. 
Questo perché Julian, dopo ogni tira e molla con Lucy, alle feste si ubriacava e baciava qualche ragazzo lontano dagli occhi di tutti e l'attrazione per i ragazzi, la voglia di avere una relazione con uno di loro è qualcosa che non vuole più ignorare. 

Ma ancora non può uscire allo scoperto perché, come si dice, il paese è piccolo e la gente mormora. Oltretutto sente di non poter affidamento su sua madre e sul suo migliore amico - la prima è ancora scottata dal fatto che il marito, il padre di Julian, se ne sia andato dopo averle rivelato di essere gay e il secondo, Will, non crede che le persone bisessuali esistano in quanto per lui sono solo codardi che non hanno il coraggio di ammettere di essere omossessuali. 

Ma ecco che poi a scuola arriva Sky. Ed ecco che arriva la sua amica Belle che lo convince a partecipare allo spettacolo. Ecco che qualcosa in Amleto gli ricorda tanto il suo rapporto con il padre e sembra avere un'affinità con i suoi conflitti interiori. 


Ci ho messo parecchio a leggerlo, ma non perché non sia stata una bella lettura o perché l'inglese fosse difficile - proprio il contrario, il libro è scorrevole e affronta dei temi molto importanti. È il periodo che è un inferno.

Julian è in quell'età in cui non si ha ancora ben chiaro chi siamo - o se l'idea è chiara, comunque non è sempre facile accettarla. Il suo conflitto interiore lo porta a sentirsi sbagliato e gli rende inizialmente difficile accettare di essere attratto sia dalle ragazze che dai ragazzi e a pesargli sono soprattutto i segreti e le omissioni - e il fatto di non avere nessuno con cui parlarne. 
Nonostante la paura di essere scoperto - sia per il fatto di "uscire dal seminato" del cliché dello sportivo partecipando alle attività di teatro, sia per l'attrazione e l'interesse crescenti nei confronti di Sky - trova proprio in Sky qualcuno con cui aprirsi e con cui accettare finalmente quella parte di sé. 

Mi è piaciuto come l'autrice abbia inserito con naturalezza e delicatezza i problemi che gli adolescenti spesso affrontano: il conflitto che nasce con i genitori quando non rispondiamo alle aspettative che si erano creati su di noi, l'avere il proprio orientamento sessuale strombazzato ai quattro venti da qualcuno prima di essere pronti a rivelarlo, le relazioni abusive e segrete che fanno male e l'importanza invece della pazienza in un rapporto di coppia, il non sentirsi capiti e la paura di essere se stessi. 
Mi è piaciuto come l'autrice abbia sottolineato che ci si deve sentire al sicuro in un rapporto per confidare qualcosa a qualcuno e che, per questo, la confidenze e la verità non sono qualcosa che "devi" all'altro come se fosse un debito da ripagare.

Si parla sempre di omofobia, ma forse per chi è bisessuale è anche peggio perché sono vittime di una discriminazione tutta loro: c'è chi dice che la bisessualità non esiste, che la loro è solo codardia nell'ammettere il loro vero orientamento sessuale, che sono solo volubili e incostanti. 
I Knew Him sfrutta alcune battute dell'Amleto per condurci nell'approfondimento psicologico di Julian e nel suo percorso di accettazione, attraverso le crisi con i genitori e gli amici e i momenti in cui trova il coraggio di aprirsi. 

Non è stato tutto rose e fiori, però. 
È uno di quei libri che peccano del troppo raccontato e del poco mostrato - non c'è mai un'indicazione temporale precisa, ma è chiaro che passa davvero pochissimo dal momento in cui Julian e Sky si conoscono a quello in cui cominciano la relazione e si confidano i propri sentimenti. Ci viene detto che sono passate settimane in cui si sono visti tutti i giorni, ma di fatto non li si vede mai insieme e non vediamo il loro rapporto crescere e approfondirsi - non li vediamo effettivamente conoscersi e tutto questo purtroppo ha un po' il sapore dell'instalove. Ha di positivo che però non ci sono drammi (inutili) e Julian e Sky hanno una relazione basata sulla comunicazione reciproca delle proprie paure e delle proprie insicurezze.

Anche se i genitori sono presenti perché fondamentali nel percorso di Julian, gli altri personaggi secondari non sono troppo approfonditi e avrei voluto saperne di più su Will - è vero che il libro si concentra sull'interiorità di Julian, ma passiamo da un inizio libro in cui sembrano grandissimi amici a momenti poco più tardi in cui Julian quasi non sembra riuscire a restare in sua presenza perché non si fida e sente che la loro non è un'amicizia destinata a durare. Solo molto dopo ci viene spiegato il perché, ma all'inizio è del tutto incomprensibile questo cambio repentino.

Lo stesso con Lucy: prima viene detto che era amore, ma poi lo stesso Julian sembra quasi rimangiarsi quei sentimenti. Ora, io sono etero e quindi non so quello che effettivamente si prova, ma penso che una persona bisessuale se si innamora, si innamora e basta indipendentemente dal sesso dell'altro perché sono capaci di essere attratti da entrambi. Con Julian a volte ho avuto l'impressione che, ora che c'è Sky, Lucy non abbia significato assolutamente nulla - che la stessa Lucy fosse parte della menzogna di essere etero che lui si è raccontato per anni.

I Knew Him pecca di velocità, di rapporti che vengono presentati in un modo e in poco tempo sembrano quasi stravolti - non in maniera esattamente negativa, ma credo che il lettore avverta un po' di straniamento nel corso della lettura perché i chiarimenti arrivano solamente in seguito.
Ritengo che comunque sia un libro molto importante per i temi che affronta - la confusione adolescenziale, il rapporto con se stessi e con gli altri, le relazioni e la capacità di accettarsi per vivere una vita serena. 


sabato 20 aprile 2019

Some (New) Books Are (Here) - Speciale Compleanno + Acquisti del Mese

So che stavate aspettando questo post da un bel po', ma la sera arrivavo sempre così stanca che non avevo neanche la voglia di mettermi al computer per scrivere - e dire che le foto le avevo già fatte. 

Ma ora siamo qui e oggi quindi vedrete i libri che mi sono fatta regalare per il mio compleanno dai miei genitori - il regalo delle mie amiche non è ancora arrivato, ma comunque a loro non ho chiesto libri. 

Procediamo? 

Some (New) Books Are (Here) è una rubrica inventata da me a cadenza assolutamente casuale nella quale vi mostro le mie nuove entrate in materia librosa, perché sono arrivate in casa mia e via di questo passo.


Seguendo un certo ordine abbiamo subito Two Can Keep a Secret di Karen M. McManus, della stessa autrice di Uno di noi sta mentendo - che, a quanto pare, non è più disponibile in italiano. E non solo il titolo, ma anche la stessa trama, mi ricorda tantissimo Pretty Little Liars e non vedo l'ora di leggerlo.
Abbiamo poi More Happy Than Not di Adam Silvera, che era l'ultimo libro dell'autore che mi mancava e The Inexplicable Logic of My Life di Benjamin Alire Sáenz - anche se devo ancora leggere il libro su Ari e Dante. 
Arriviamo agli adolescenti problematici e abbiamo Playlist for the Dead di Michelle Falkoff, sulla scia di Tredici di Jay Asher in cui il protagonista Sam si trova ad ascoltare una playlist di canzoni che un suo amico che si è tolto la vita gli ha lasciato. E poi c'è Nina is not ok di Shappi Khorsandi, in cui la protagonista ha dei problemi di dipendenza dall'alcol e racconta come questo si riflette sulla sua vita e nella sua famiglia. 
Per quanto riguarda le dolcezze varie ed eventuali c'è The Lover's Dictionary di David Levithan - perché io amo Levithan e la storia è narrata in modo particolare, si tratta di una storia d'amore narrata secondo determinate parole in ordine alfabetico e credo che sia un esperimento davvero interessante. E poi c'è Diamond Heart di M.A. Hinkle, che ho letto a gennaio e ho amato da morire - è la mia coccola, quando torno a casa di cattivo umore o particolarmente stanca mi leggo sempre qualche parte. 


Ma ho fatto anche due acquisti questo mese. 

 
Li ho presi perché erano entrambi scesi sensibilmente di prezzo. 
Abbiamo A Tragic Kind of Wonderful di Eric Lindstrom - e con una copertina rigida a poco più di sei euro mi ci sono fiondata subito - con protagonista una ragazza che soffre di disturbo bipolare e Waking di Ron Rash, una raccolta di poesia sulla natura e la vita delle montagne - che sono l'ambientazione preferita delle storie dell'autore. 

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Sono arrivata alla fine e sì, lo so, sono tutti libri inediti in Italia - e Federica mi ha detto di smettere di leggere in inglese, LOL. 
Voi ditemi comunque se qualcuno di questi libri vi ispira o se sperate di vederne qualcuno tradotto e intanto io vi auguro una buona Pasqua! 
Cheers! :)

mercoledì 17 aprile 2019

WWW.. Wednesday! #141

È già ora di un nuovo appuntamento del WWW Wednesday e io non so davvero dove quest'ultima settimana sia finita. 

Se vi siete persi la notizia, ho iniziato un tirocinio che negli ultimi giorni mi ha fatta andare parecchio in crisi e il tempo da dedicare a me stessa è veramente poco - specialmente considerando che lavoro sette ore e che ogni viaggio per andare e tornare dalla città dura un'ora. Non ho nemmeno l'opportunità/la scusa di leggere durante il tragitto perché ci vado in macchina, quindi sto ancora cercando di trovare un equilibrio e, tra l'aver visto le mie amiche per festeggiare il mio compleanno e il cinema, poi quando sono a casa recupero i mille telefilm che seguo e la lettura ne sta risentendo - e mi addormento pure. 


WWW Wednesday è una rubrica settimanale ideata da Should be Reading in cui vi mostro le mie letture passate, presenti e future.



What did you just finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)

 
Ho concluso solo This is Not a Love Story di Suki Fleet - libro che volevo leggere da una vita e che non fa per voi se non siete in vena di storie depresse. Recensione QUI
 
 
 
What are you currently reading? (Che cosa stai leggendo in questo momento?)
 
 
Non mi sono mossa da quel 70% di lunedì in cui vi ho detto che sul mio comodino c'è I Knew Him di Abigail de Niverville. Si tratta di un inedito uscito da due giorni negli USA e che ho richiesto a NetGalley per via delle somiglianze con un altro libro che avevo in precedenza amato - e vogliamo poi parlare della cover? Il teatro non è presente come avevo immaginato e forse è un po' veloce in alcuni punti, ma di base mi piace e spero di avere il tempo di finirlo questa settimana. 



What do you think you'll read next? (Che cosa pensi di leggere dopo?)

 
Ce la posso fare a leggere Hurricane Season di Nicole Melleby e poi, se faccio in tempo prima che scada il periodo gratuito di Kindle Unlimited, vorrei leggere P.S. I Like You di Kasie West - avevo comunque idea di leggerlo prima o poi in inglese, ma tanto vale approfittarne adesso. 

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Bene, ora tocca a voi tirarmi un po' su di morale raccontandomi la mole di pagine che state divorando - e lo so che state ancora aspettando di vedere i libri che ho ricevuto per il compleanno, ma le foto sono già sul computer e devo solo avere il tempo di preparare il post. E anche questo spero che succeda entro la fine della settimana.
Scrivetemi tutto nei commenti oppure lasciatemi il link del vostro post e appena avrò un attimo di respiro passerò a ricambiare la visita. 
Cheers! :)

martedì 16 aprile 2019

Bianca Marconero's World | "Un maledetto lieto fine"

Mancavo solo io alla festa - come sempre, del resto. 



Ancora una volta ci tengo a ringraziare Ely del blog Il Regno dei Libri e Susy del blog I miei magici mondi per avermi coinvolta nel progetto. 


Un maledetto lieto fine è l'ultimo (finora) libro pubblicato da Bianca Marconero, uscito il 7 febbraio - data che probabilmente ricorderò a vita perché lo stesso giorno gli Our Last Night fecero uscire il primo singolo del nuovo album, Demons. E mentre leggevo il romanzo insieme a Federica, continuavo a pensare che quella canzone si adattasse perfettamente - tanto che poi io e lei abbiamo messo su una mini-playlist unendo i nostri gusti musicali. 

Un maledetto lieto fine è la storia di Brando e Agnese, due ragazzi provenienti da due contesti differenti che si ritrovano a vivere sotto lo stesso tetto a causa dei propri genitori. 

Il loro è un rapporto che nasce un po' per sfida, un po' per il silenzio che entrambi sanno manterranno a riguardo, un po' per l'attrazione che scoprono "sfrigolare" tra loro. 
Ma il loro è anche un rapporto in cui si fanno tanto, ma tanto male - in cui quel lieto fine è proprio come da titolo, maledetto

Personalmente l'ho amato - così, pieno di sofferenza e dolore. 

Ho amato Brando e Agnese per motivi diversi, li ho amati per l'amore tra di loro e per le loro scelte sbagliate. 

Un maledetto lieto fine è un romanzo che secondo me "gioca" anche molto nella cosiddetta "zona grigia" perché non c'è mai uno stacco netto tra bianco e nero, tra bene e male. Perché il dolore che si causano a vicenda - con gesti e parole - ad un occhio esterno può apparire come una violenza, ma se anche Brando e Agnese lo vedessero come tale, nel loro modo di viversi un senso ce l'ha. 
E a me che piace l'angst, che piacciono i personaggi complicati che a volte scivolano nella zona grigia della moralità, è andata benissimo così. 

E se vi preoccupa quel "maledetto lieto fine" che comunque io ho trovato perfetto così come Bianca l'ha scritto, tranquilli - un seguito arriverà. 

In fondo a Bianca Marconero piace strapazzarci un po', ma alla fine ci coccola sempre. 


Io sono arrivata alla fine, ma se vi siete persi qualche tappa la potete sempre recuperare consultando il calendario qui sotto. 


lunedì 15 aprile 2019

What's on my bedside table? #60 | "I Knew Him" di Abigail de Niverville

Questo post arriva nella tarda serata perché ultimamente non ho proprio il tempo di fare niente - neanche di quello di programmare i post.  
È un periodo frenetico, di cambiamento e che sto odiando. 

Non ho nemmeno il tempo di leggere per stare dietro a tutto. 
 

What's on my bedside table? è una rubrica ideata da Valy di Sparkle from books, in cui, nel giorno di lunedì, vi viene mostrato quale libro si trova sul mio comodino e come mai.


SUL MIO COMODINO C’È...
"I Knew Him" di Abigail de Niverville
Un inedito che esce oggi negli USA a tematica LGBTQ+.


SONO A... 
Pagina al 70%. Il protagonista di questa storia è un ragazzo bisessuale e non è la prima volta che mi capitano protagonisti con questo orientamento e che devono avere a che fare con una discriminazione tutta loro e il timore di confidarlo a qualcuno. Ammetto che dalla trama mi aspettavo che il teatro sarebbe stato più presente - un po' come in Diamond Heart - e ad un certo punto ho trovato le cose un po' veloci, ma comunque è molto scorrevole e si legge in fretta. E soprattutto è importante per il suo messaggio. 


È SUL MIO COMODINO PERCHÉ... 
... è un'eARC che ho chiesto a NetGalley perché mi ispirava tantissimo.

venerdì 12 aprile 2019

Singing the Book #6

Dunque... buon compleanno a me. 

I fantomatici 30 anni sono arrivati e mi chiedo perché non hanno avvisato e da dove sono arrivati - non dico che fisicamente ne dimostro dieci di meno, ma sicuramente non dimostro l'età che ho e soprattutto una parte di me è rimasta invece ferma ai diciassette.

E visto che oggi è il mio compleanno volevo anche "viziarmi" in questo appuntamento con alcuni dei miei artisti preferiti - se non oggi, quando? 

Ma prima di procedere c'è una precisazione da fare - o meglio, un'aggiunta.

Singing the Book è una rubrica inventata da me a cadenza assolutamente casuale nella quale vi mostro (e racconto) libri il cui titolo è lo stesso - o con qualche piccola variante - di canzoni che amo oppure ho amato e che potrebbero o non potrebbero c'entrare affatto con la trama.

Nell'appuntamento #5 vi avevo parlato di quei libri/canzoni che mi ricordavo anche film e serie televisive... e beh, ne ho dimenticato uno. 
Questo perché mi sono sempre concentrata sui libri che ho fisicamente in casa e perché poi mi sono messa a "pulire" le liste su Goodreads, ma c'è un'altra lista che ho dimenticato: quella di Amazon. 
E in quella lista c'era un libro che si adattava perfettamente al tema di quell'appuntamento e che, ehi, è arrivato proprio oggi per il mio compleanno. 

Quindi, prima di procedere con il tema di oggi, faccio un piccolo update - consideratelo lo spin-off dello scorso appuntamento. 


Two Can Keep a Secret di Karen M. McManus / Secret delle The Pierces

Quando ho visto il titolo (con tanto di tag-line) e la cover del secondo libro di Karen M. McManus - la stessa autrice di Uno di noi sta mentendo - è stato impossibile non iniziare a cantare la canzone che fa da sigla a Pretty Little Liars. Ammetto di essere vergognosamente indietro con la visione di PLL - credo di essermi fermata all'inizio della quarta stagione - ma prima o poi recupererò quel piccolo guilty pleasure trash. Per quanto riguarda il libro... Come il suo romanzo di debutto, anche Two Can Keep a Secret è un mystery YA e non vedo assolutamente l'ora di leggerlo - e credo proprio che la canzone sarà assolutamente adatta al libro se la trama è di qualche indicazione: la piccola cittadina che sembra perfetta, i cadaveri che iniziano a fare la loro apparizione... Il libro è ancora inedito in Italia, ma chissà che non arrivi visto che il precedente mi sembra che fosse andato piuttosto bene. 


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E ora, senza ulteriori indugi... 

Questo è il sesto appuntamento del Singing the Book e oggi parliamo di libri i cui titoli sono quelli di alcune delle mie canzoni preferite di sempre cantate dalle mie band preferite di sempre

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The Heartbreakers di Ali Novak / Heart Heart Heartbreak dei Boys Like Girls & Heartbreaker dei The Mission District

Ho messo solo il primo libro della serie (recensione del primo | recensione del secondo), ma Heartbreakers è il nome della band i cui membri hanno un libro dedicato a testa - e si sa che dove c'è musica, ci sono anche io. I BLG non hanno bisogno di presentazioni e Heart Heart Heartbreak è la prima traccia dell'album Love Drunk - quello che mi ha definitivamente fatta innamorare di loro e della voce di Martin Johnson nel 2009 dopo che avevano già lasciato il segno nel 2007. I The Mission District sono stati una scoperta del tutto casuale: era il febbraio del 2009 ed era il periodo in cui andavo in giro seguendo le band emergenti e io e questa mia amica di Milano eravamo andate a Bologna a sentire una band romana che ci piaceva tanto e abbiamo passato la notte da una ragazza del posto che la mia amica conosceva. E quando ci siamo svegliate la mattina dopo il concerto, questa ragazza ci ha fatto sentire le canzoni di una band che aveva scoperto da poco: erano i tempi di MySpace e in quella mattina fredda e nevosa ho fatto la conoscenza dei The Mission District. Non sono mai andata oltre quelle poche canzoni che all'epoca erano su MySpace - forse alcune non mi piacevano, forse la band poi non ha continuato, forse io ho smesso di cercare di restare aggiornata dopo la chiusura di MySpace. Fatto sta che The Age Of Pretending, The Best Of You And Me, So Over You (che amo da morire) e Heartbreaker mi riportano sempre ai miei quasi vent'anni e ai miei weekend di concerti. Per quanto riguarda le affinità tra la serie di libri e le canzoni... beh, i libri sono degli YA leggeri destinati a finire con l'happy ending nonostante i malintesi, le canzoni invece sono più mature e parlano di rotture e cuori spezzati sul serio. 


Sorprendentemente non esiste su YouTube una versione album di Heartbreaker, quindi vi devo mettere una versione live anche se l'audio non è eccellente - altrimenti in questo video si sente meglio, ma è solo metà canzone. 




Crash di Zoe Perdita / Crash degli You Me At Six

Il libro della Perdita l'ho letto molti anni prima di aprire il blog e in seguito all'ossessione che mi era venuta per i lupi mannari grazie a Teen Wolf. Crash è un paranormal M/M - non scritto benissimo, lo ammetto - un po' smut e primo di una serie con protagonisti dei ragazzi shapeshifters che si trasformavano in licantropi. Se mi seguite da un po' di tempo e seguite anche i miei recap mensili, allora sapete che gli YM@6 sono una delle mie band preferite e che fanno parte della mia vita da molto tempo. Scoperti durante l'ultimo anno di liceo nel 2008 con ancora le versioni demo delle loro canzoni, l'album del 2010 Hold Me Down ha sancito l'amore per questa band britannica. Crash è la settima traccia del loro terzo album Sinners Never Sleep del 2011 che, lo ammetto, non mi aveva molto impressionata dopo quel secondo album che per me era stato straordinario - complice anche un featuring in Bite My Tongue con Oliver Sykes dei BMTH che all'epoca ancora non potevo tollerare. Di Sinners Never Sleep inizialmente amavo solo due canzoni: This Is The First Thing e Crash - e questo perché mi ricordavano il mio unico colpo di fulmine. Ricordo che non facevo altro che ascoltarle a cavallo tra il 2011 e il 2012, con le cuffie dell'iPod nelle orecchie mentre a piedi mi dirigevo in biblioteca dove svolgevo il tirocinio universitario e intanto scrivevo la tesi. Poi vabbè, proprio in biblioteca un giorno si sarebbe presentato il soggetto che quelle canzoni mi ricordavano, ma quella è un'altra storia. Comunque con il passare del tempo No One Does It Better (che però nel video ufficiale ha delle parti tagliate) è diventata un'altra delle mie canzoni preferite e poi ho finito con il rivalutare in positivo l'intero album. E rileggendo la trama del libro e studiando il testo della canzone ho trovato molti più punti in comune di quanto avessi previsto inizialmente. 




You'll Miss Me When I'm Gone di Rachel Lynn Solomon / When I'm Gone dei Simple Plan

Questo è un libro che non credo di avere intenzione di leggere, ma l'ho scoperto quando ho recensito When Summer Ends di Jessica Pennington e l'ho visto fotografato sulla sua pagina Instagram. E mi ha fatto subito pensare alla canzone dei Simple Plan perché il suo titolo viene citato interamente nel testo e sono particolarmente affezionata a quell'album per diverse ragioni - soprattutto per Save You, che Pierre aveva dedicato a suo fratello e a me faceva pensare a mio nonno. Ma tutto l'album ha significato qualcosa per me l'anno in cui è uscito ed è uno dei pochi casi in cui non è stato il secondo album a farmi innamorare di una band che già mi piaceva perché l'album omonimo in cui è contenuta questa canzone - che è anche la prima traccia di suddetto album - è il terzo. Ricordo come se fosse ieri il giorno in cui ho scoperto questa canzone e che ciò siginificava che presto avrei messo le mani sul nuovo album di una delle mie band preferite - era giovedì 17 gennaio 2008 e io ero a casa da scuola perché due giorni prima ero tornata a casa e appena dopo pranzo avevo iniziato a rimettere senza tregua a causa di un virus allo stomaco. Quella mattina, dopo aver passato il mercoledì dormendo qualcosa come 20 ore per riprendermi, avevo ancora la febbre a 39°C e mia madre mi aveva convinta a provare a mangiare dei crackers. E così, mentre sgranocchiavo svogliatamente i crackers e la televisione era sintonizzata sull'ancora esistente MTV, il video di When I'm Gone è passato e improvvisamente mi sono sentita più sveglia che mai - tanto che ovviamente il giorno prima stavo troppo male per andare a scuola per l'interrogazione di filosofia, ma quella sera avevo in programma un concerto a Bologna che non volevo assolutamente perdere e ci sono andata nonostante la febbre. Quella canzone e quell'album dei Simple Plan hanno significato tantissimo in quel 2008 perché di lì a poco tutto è tornato a fare schifo nella mia vita e la musica è stata la mia unica àncora di salvezza - When I'm Gone in particolare rappresentava il mio mood del periodo. Non credo che libro e canzone si sposino perfettamente, ma da quello che ho letto nelle recensioni forse qualche sfumatura potrebbe esistere. 




Heroine di Mindy McGinnis / Hero/Heroine dei Boys Like Girls

E concludiamo con ancora i Boys Like Girls come protagonisti. Il libro è una nuovissima aggiunta alla mia lista di "want to read" su Goodreads - lo è dal momento in cui l'ho visto recensito dalla blogger inglese che seguo lì. Questo perché amo i libri che hanno come protagoniste ragazze complicate e alle prese con dipendenze autodistruttive e spirali discendenti che poi hanno l'effetto di un calcio nello stomaco - e come forse potrete intuire dalla cover si parla di droga. I BLG non hanno bisogno di presentazioni - l'associazione di titoli l'ho fatta con la terza traccia del loro primo album ed è stata forse la loro terza o quarta canzone che ho ascoltato quando li ho scoperti al liceo. Ovviamente non avendo letto il libro ancora - e non ce l'ho neanche in nessun formato - non so dire se abbiano o meno qualcosa in comune a parte il titolo, ma se proprio volete trovargli il punto in comune anche Martin Johnson ha avuto problemi di droga prima di disintossicarsi. Del video della canzone dei Boys Like Girls esiste anche una versione alternativa




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E anche oggi siamo arrivati alla fine di un altro appuntamento. 
Fatemi sapere se conoscete qualcuno di questi libri o di queste canzoni e/o se, a forza di metterveli sotto agli occhi, vi ho convertiti alle mie band preferite. 

Nel frattempo io vi saluto e ci vediamo presto con il bottino di compleanno.