sabato 31 marzo 2018

[Recensione] "I'll Meet You There" di Heather Demetrios

Non ricordo come ho scoperto questo libro, ma è stato un paio di anni fa. 
Non sono neanche il tipo che legge più molti romance ormai, ma c'è stato qualcosa nella trama di questo che mi ha colpita immediatamente. 
E proprio perché non sono più il tipo che legge assiduamente romance, non ho proprio idea di come recensirlo. Ma farò del mio meglio.


Titolo: I'll Meet You There
Autrice: Heather Demetrios
Data di uscita: 28 giugno 2016
Data di uscita originale: 3 febbraio 2015
Pagine: 416 (copertina flessibile)
Editore: Square Fish
Link Amazon: http://amzn.to/2IHFb8g

Trama [tradotta da me]: Se Skylar Evans fosse una tipica ragazza di Creek View, nel suo futuro ci sarebbero una grande roulotte, un bambino e il turno di notte da Taco Bell. Ma dopo il diploma, l'unica cosa a separare la sobria Skylar dalla scuola d'arte sono tre mesi d'estate… fino a quando la madre di Skylar perde il lavoro e Skylar capisce che i suoi sogni potrebbero cominciare ad essere fuori dalla sua portata.
Josh ha avuto una diversa via di fuga: i Marines. Ma dopo aver perso una gamba in Afghanistan è tornato a casa, il guscio del ragazzo sicuro di sé che era prima.
Ciò che unisce Skylar e Josh è il lavoro al Paradise - un bizzarro motel giù dalla California's Highway 99. Nonostante le loro differenze, il loro comune isolamento si trasforma in un'amicizia e presto in qualcosa di più profondo.


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Out beyond ideas of wrongdoing and rightdoing,
there is a field. I'll meet you there.

When the soul lies down in that grass,
the world is too full to talk about.
Ideas, language, even the phrase each other
doesn't make any sense.

—Rumi

Questo è il poema che apre il romanzo e la cui frase dà il titolo al libro. 
Un poema che parla dell'abilità di vedere oltre le barriere, oltre le cose giuste e le cose sbagliate, oltre le "armature" che indossiamo e che ci permette di vedere la verità di ognuno di noi - di capire e di comprendere. 
Un poema che parla di connessione. 

Se ormai un po' mi conoscete, sapete che il romance fine a se stesso non mi piace. Deve esserci qualcosa oltre a quello, qualcosa di più - deve esserci un'anima.
E questo romanzo un'anima ce l'ha. 


Questo romanzo parla di qualcosa di diverso rispetto ad altri che ho letto. 
Non siamo in nessuna grande città e i ragazzi protagonisti non fanno parte della classe medio-alta della società. 
Siamo in una piccola cittadina appena giù dall'autostrada - di quelle così piccole che basta un battito di ciglia e sono già sparite, di quelle così povere che ognuno si arrangia come può con lavori alla stazione di servizio oppure nei fast foods, di quelle così piccole che la "civiltà" è almeno ad un'ora di macchina sull'autostrada 99 che attraversa campi coltivati e frutteti e vigne, di quelle così piccole che chi non può permettersi una casa di mattoni vive nei camper abitabili parcheggiati in luoghi appositi.

Skylar Evans è una di queste ragazze, una trailer park girl
Skylar vive con sua madre in un camper e si è appena diplomata: solo i mesi estivi la separano dalla scuola d'arte a San Francisco, il suo biglietto d'uscita da quel buco che è Creek View.

Josh Mitchell è tornato a casa dopo due anni, dopo l'addestramento a Camp Pendleton e una missione in Afghanistan. 

Il libro si apre con la festa di bentornato a casa di Josh, in cui una Skylar estremamente riluttante si trova insieme al suo amico Chris solo per salutare Josh - perché, per il resto, quello non è proprio il suo ambiente. 
Skylar ricorda Josh come il ragazzo popolare, quello che a volte beveva troppo e combinava delle bravate, quello che aveva sempre successo con le ragazze, quello con cui ha lavorato insieme al Motel Paradise di Marge fin da quando aveva quattordici anni. 
Ma due anni hanno cambiato Josh. La guerra ha cambiato Josh ed è grande lo shock di Skylar quando se lo trova davanti con gli occhi tormentati, un sorriso finto sul viso per i presenti e una protesi al posto della sua gamba sinistra. 

Quelli che Skylar credeva sarebbero stati tre mesi che sarebbero volati in fretta, improvvisamente si complicano quando la madre perde il lavoro da Taco Bell e sprofonda di nuovo nella depressione che non l'ha mai davvero abbandonata da quando il padre di Skylar è morto anni prima. 
Skylar si ritrova a dover tenere su sua madre, a cercarsi un secondo lavoro per mantenere entrambe e con sua madre che ora beve e frequenta un uomo poco raccomandabile, Skylar sta seriamente pensando di rinunciare a San Francisco. 

Non aiuta il fatto che la sua migliore amica Dylan sia presa da suo figlio Sean di neanche un anno e non aiuta il fatto che l'altro suo migliore amico Chris non smetta di fare il conto alla rovescia di quanto manca alla sua partenza per Boston. 
Skylar si sente divisa tra l'egoismo di vivere finalmente la sua vita a San Francisco lasciando Creek View e tutte le sue persone a cui non ha mai sentito di appartenere e il senso di colpa all'idea di lasciare sua madre in quelle condizioni e con il terrore di finire come la sua amica Dylan, come se una volta che Creek View ti stringe nelle sue grinfie allora andarsene diventa impossibile. 

In tutto questo entra Josh, un Josh che un po' è lo stesso ragazzo prima che partisse per la guerra ma che è anche profondamente diverso. 
Un ragazzo che non sopporta che gli altri pretendano che sia quello di prima, che non sopporta la pietà, che non sopporta chi fa finta di niente riguardo alla sua gamba. 
Chi invece non fa finta è Skylar, la ragazza con cui riprende a lavorare al Paradise e che non si trattiene nel trattarlo come vuole essere trattato - la ragazza che gli dice la verità anche quando fa male, la ragazza che ascolta quando lui si decide a condividere qualcosa e che prova a comprendere quando lui resta in silenzio perso negli orrori della sua mente. 

Skylar e Josh si conosceranno in un modo nuovo rispetto a prima, diventeranno l'uno la spalla dell'altro, diventeranno il confidente e il protettore, diventeranno la persona dalla quale non è possibile nascondersi. Diventeranno quello di cui l'altro ha bisogno.
Ma che succederà alla fine dell'estate? Che succederà se le incertezze e le paure prenderanno il sopravvento?


Questo libro mi ha profondamente emozionata e anche commossa in alcuni punti - mi hanno fatto commuovere anche i ringraziamenti dell'autrice. 

Skylar e Josh sono entrambi spezzati a modo loro. 
Skylar deve convivere con la povertà, il cibo che manca perché non ci sono abbastanza soldi e con la paura di lasciare sua madre da sola perché al momento incapace di riprendersi, con il peso sulle spalle di essere l'adulta da quando aveva dodici anni e ha perso suo padre morto in un incidente perché ubriaco al volante e per questo detesta quando sua madre beve troppo e lei stessa ha giurato di non bere mai un goccio d'alcol. Deve convivere con la paura di restare bloccata a Creek View, con la paura di dover rimandare o rinunciare alla scuola d'arte a San Francisco e con la paura di quello che accadrebbe alla sua vita se invece se ne andasse lontana da sua madre e dai suoi amici. 
Josh deve convivere con gli incubi, con le aspettative di chi l'ha visto tornare a casa e vorrebbe il Josh Mitchell che era prima, con il senso di colpa del sopravvissuto, con il dolore fisico dovuto alla perdita della sua gamba e con il dolore emotivo di aver perso il suo migliore amico e altri suoi compagni d'unità. Deve convivere con la difficoltà di essere tornato nel mondo civile quando invece vorrebbe di nuovo essere in missione perché a Creek View sente di essere solo uno spreco di spazio mentre gli altri stanno combattendo. Deve convivere con lo sconforto di aver perso la vita che voleva.

Skylar e Josh sono due personaggi estremamente reali, con due voci che è impossibile non ascoltare e che sembra di avere davanti in carne e ossa. 
La maggior parte dei capitoli è narrata dal punto di vista di Skylar, ma ogni tanto sono inframmezzati da quelli con la voce di Josh: sono capitoli brevi, secchi, a volte senza punteggiatura in un flusso di coscienza che esprime tutto il dolore, la paura, la rabbia, l'apatia, la confusione di Josh nel ricordare l'Afghanistan e nell'affrontare la vita al rientro dalla guerra - Heather Demetrios ci porta così a fondo nella mente di questo Marine, appena diciannovenne ma che ha visto tante cose, che vengono i brividi. 

Attraverso le parole di Skylar, Creek View trasmette quasi un senso di claustrofobia ma che poi si allarga fino a comprendere anche la bellezza dei suoi luoghi, le persone che in realtà sono felici di viverci così come sono e i colori del suo cielo al tramonto.
E sempre attraverso Skylar, Heather Demetrios affronta e critica il razzismo, l'omofobia e lo slut-shaming di cui molti dei personaggi ad un certo punto peccano.

È un libro sulla perdita, sulla sopravvivenza, sulla guarigione, sull'amore, sul sostegno e sulla comprensione, sulla capacità di adattamento, sulla connessione con un altro essere umano che ci vede per quello che siamo qui e ora, sul senso di "casa" perché anche quando detesti un posto a cui senti di non appartenere basta guardarlo con occhi un po' diversi per capire che comunque farà parte di te ovunque andrai. 

Questo libro è molto più di un romance - per quanto Skylar e Josh siano bellissimi insieme, non mancano e non mancheranno comunque le difficoltà perché comunicare non è sempre semplice. E ammetto che mi sono pure innamorata un po' di Josh, per quel suo essere fragile ma anche forte allo stesso tempo e per quel suo essere così protettivo e tenero nei confronti di Skylar in molteplici occasioni. 

Scritto benissimo e in maniera scorrevole, ho adorato anche i personaggi secondari: Marge, la proprietaria del Paradise che fa da seconda madre sia a Skylar che a Josh; Dylan, che sa essere feroce con chi ferisce Skylar come solo le migliori amiche sanno essere; Chris, la spalla su cui Skylar può sempre contare; Blake, il fratello di Josh, che è un po' piacione ma che tiene ad entrambi. Denise, la madre di Skylar, ha forse diverse colpe, ma anche lei sta cercando di trovare la sua strada.

I'll Meet You There è più del romance contenuto nella trama perché possiede una profondità e una sensibilità che ha dell'incredibile e che consiglio veramente a tutti. 


mercoledì 28 marzo 2018

WWW.. Wednesday! #92

Buon mercoledì a tutti voi lettori - mercoledì che è anche l'ultimo di marzo ed è già quasi ora di organizzare il post del recap mensile. 
Poi, tra prime e timide avvisaglie di primavera, tecnicamente è anche quasi Pasqua e anche quasi il mio compleanno, ma quella è un'altra storia - ci pensiamo ad aprile. 

Vediamo le letture?


WWW Wednesday è una rubrica settimanale ideata da Should be Reading in cui vi mostro le mie letture passate, presenti e future.



What did you just finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)


Ho letto Morning Star - La guerra del Mietitore di Pierce Brown. E mi sembra inutile dire che l'ho amato. Questa è stata la conclusione di una trilogia - di una prima trilogia. Già, perché il nostro caro Pierce Brown ha dato un finale che comunque lascia lo spazio per altre storie - e infatti all'estero è già uscito Iron Gold, quindi sii veloce Mondadori. Recensione QUI



What are you currently reading? (Che cosa stai leggendo in questo momento?)


A causa di imprevisti che mi hanno tenuta fuori casa ieri pomeriggio, ho letto solo un centinaio di pagine di I'll Meet You There di Heather Demetrios. Qui da noi è ancora inedito, ma per il momento mi sta piacendo - e mi stanno piacendo i suoi personaggi. 



What do you think you'll read next? (Che cosa pensi di leggere dopo?)


A cambiare l'ordine dei libri che ho piazzato sul mio comodino ci ha pensato l'arrivo di L’ultimo alito dell’estate di Luca Rebecchi - che vi avevo segnalato QUI e che mi è stato gentilmente mandato dal suo autore. 
Poi avevo in mente un libro specifico, ma è tutto da vedere - dipende da quanto tempo ci metterò a leggere questi due sopra e dal momento che la Pasqua è dietro l'angolo e anche il mio compleanno incombe, non sia mai che mi faccia prendere dall'ispirazione con uno dei nuovi arrivati.  

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Siamo giunti alla fine dell'ultimo WWW Wednesday di marzo. 
Com'è andata la vostra settimana di letture? Qualche libro indimenticabile? 
Scrivetemi tutto nei commenti oppure lasciatemi il link al vostro post e al più presto passerò a ricambiare la visita! 
Cheers! :)

martedì 27 marzo 2018

Chi ben comincia... #16 | "I'll Meet You There" di Heather Demetrios

Oggi vi presento l'incipit del libro in inglese che ho cominciato ieri - ed essendo inedito, va da sé che è tradotto da me medesima.  

Chi ben comincia... è una rubrica ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri. Ad ogni appuntamento viene presentato l'incipit di un libro - già letto, in lettura o da leggere - in modo da aiutarci a capire se il libro merita la nostra attenzione.

1.Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
2. Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
3. Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato
4.Aspettate i commenti



Il giardino sul retro dei Mitchell era affollato, pieno dei più e meno recenti diplomati in vari stadi di decadimento durante il corso della festa. Le ragazze si appoggiavano le une alle altre come fiori avvizziti e si guardavano attorno mentre i ragazzi diventavano più rumorosi e più sudati. 
Girai il collo e scrutai la folla in cerca di Chris, ma il mio accompagnatore era scomparso. 
"Merda," mormorai.
Come se avessi avuto bisogno di un'altra conferma del mio status di solitaria. Mi mossi con decisione attraverso la folla, in missione. L'ultima cosa che volevo era che qualche tipo ubriaco mi vedesse da sola e tentasse di provarci con me.
Una ragazza sulla mia destra inciampò, versandomi la sua birra sulle mie All Stars. Dovetti raddrizzarla con un braccio prima che potesse pugnalarmi un alluce con i suoi tacchi a spillo. Sospirai e scossi il piede.
"Grazie!" mi disse, più all'aria circostante che a me, mentre si girava di nuovo verso il gruppetto di ragazze vicino a lei. 
"Skylar!"
Mi girai - Chris era vicino al fusto di birra. Quando alzai le braccia come a dire e che diavolo, lui capovolse il suo bicchiere vuoto, fece una faccia triste e indicò la fila di ragazzi dalla faccia rossa di fronte a lui. Ovviamente non mi aveva presa molto sul serio quando avevo detto Andiamocene via da qui il più presto possibile.

(Heather Demetrios - I'll Meet You There)

lunedì 26 marzo 2018

[Recensione] "Morning Star - La guerra del Mietitore" di Pierce Brown

Scrivere questa recensione non sarà facile - di solito non lo è mai quando si è amato molto un libro e si deve mettere nero su bianco perché. 
E non lo è mai quando questo libro è il terzo di una saga e devi stare attenta a quello che scrivi per non rischiare di fare spoiler.


Titolo: Morning Star - La guerra del Mietitore
Titolo originale: Morning Star

Serie: Red Rising Saga #3
Autore:
Pierce Brown
Data di uscita: 13 marzo 2018
Data di uscita originale: 9 febbraio 2016
Pagine: 547 (copertina rigida)
Editore: Mondadori

Collana: Omnibus
Link Amazon: http://amzn.to/2Grmmpa

Trama: L'oscurità ha vinto. Prigioniero, torturato, ridotto a un fantasma divorato dalla follia, Darrow il Mietitore - l'intrepido Rosso che è riuscito a infiltrarsi tra i tirannici Oro per rovesciare il loro dominio sui vari colorì che abitano l'universo - è stato scoperto dalla Sovrana. Il crudele Sciacallo può ora braccare e schiacciare i ribelli, senza freni e senza pietà. Tutto sembra perduto. Eppure, chi come il Mietitore è cresciuto all'inferno può ancora trovare la forza di risorgere dalle tenebre e scoprire che la piccola fiaccola della rivolta è adesso diventata un incendio e molti altri sono pronti a sognare e combattere con lui. Dalle prigioni di Marte alle lande ghiacciate delle Valchirie, dai bassifondi orbitali di Phobos alle sabbie sulfuree di Io, fino al palazzo stesso della Sovrana - in cui il tradimento e la speranza si nascondono dove nessuno si aspetterebbe - seguiamo il Mietitore e i suoi amici in un'odissea imprevedibile, tra dittatori che si credono dèi e uomini comuni che sanno diventare eroi. Nel terzo capitolo della serie "Red Rising", Pierce Brown trascina il lettore in un viaggio impetuoso tra battaglie spaziali epiche, duelli all'ultimo sangue, risate e lacrime, amicizia e violenza, dove una canzone può cambiare il destino di mondi interi, l'amore di un singolo diventare il coraggio di molti.


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Spezza le catene.

Per chi ancora non conoscesse la storia, comincia tutto con Red Rising - Il canto proibito: siamo in una società futura in cui la popolazione dei pianeti è divisa secondo una scala gerarchica basata sui colori, Oro in cima e Rossi in fondo - e altri colori nel mezzo. 
Quando Darrow - un Rosso che lavora nelle miniere di Marte - è costretto ad assistere all'impiccagione di sua moglie e questo gli toglie ogni speranza e voglia di vivere, viene poi reclutato dai Figli di Ares. I Figli di Ares sono un'organizzazione che mira a rovesciare il potere degli Oro per dare finalmente la possibilità a tutti i Colori Inferiori di vivere in libertà e senza menzogne. 
Darrow viene trasformato in un Oro tramite una serie di dolorosi interventi e mandato all'Istituto di Marte, dove lo scopo è sopravvivere, dimostrarsi il migliore e ottenere così una buona posizione presso una famiglia importante per insinuarsi tra loro e sconvolgere il loro mondo dall'interno. 

In Golden Son - Il segreto di Darrow, il nostro eroe è all'Accademia ma sempre solo nella sua missione e comincia a sentirne il peso e soprattutto la solitudine. Ha ancora accanto alcuni suoi amici dell'Istituto, se ne fa di nuovi ma le alleanze e la sua missione finiscono inevitabilmente per scontrarsi in una rete di menzogne, strategie e tradimenti. 


E arriviamo a Morning Star - La guerra del Mietitore
Cominciamo un anno dopo il finale scioccante di Golden Son, un finale che nei suoi dodici mesi successivi ha spezzato Darrow in modo fisico ed emotivo. Se con gli altri due libri ci volevano circa 100-150 pagine prima che gli eventi si mettessero davvero in moto per poi non fermarsi più, qui iniziano già a pagina 30 e proseguono ad un ritmo diverso - un ritmo di eventi a tutta velocità e battute di arresto. 
Perché la guerra è qui, la guerra è arrivata ma bisogna anche pensare, valutare, studiare una strategia, rivalutarla e poi agire - e sperare che tutto vada secondo i piani. 

Quello dei volumi scorsi era un Darrow forse un po' arrogante, uno che agiva da solo perché non poteva fare altro dovendo nascondere la sua vera identità e perché era convinto di sapere meglio degli altri come fosse giusto procedere, dal momento che la battglia personale era la sua. 

Qui invece Darrow è spezzato, ridotto all'ombra di quello che era. Non è più il dio a cui tutti lo paragonavano, è più umano che mai e come tutti gli esseri umani ha paura, incertezze e dubbi sulle decisioni da prendere. Sa di aver commesso degli errori, è molto più cauto riguardo alle conseguenze e conosce bene il fardello dell'essere il capo al comando - e ne riconosce i segni sugli altri.
Darrow non può essere più lo stesso, non può più essere l'assassino che voleva distruggere tutto della Società. Non è più il ragazzo Rosso trasformato in Oro pieno di rabbia perché ha visto troppo dolore e, proprio perché ha visto troppo dolore, non può più essere il Mietitore che gli altri si aspettano. 

Ma per fortuna c'è Sevro, il suo migliore amico. 
Ma per fortuna c'è Ragnar, il suo protettore. 
E per fortuna ci sono tanti altri che gli fanno capire che va bene così, che adesso non è più solo e che lavorando insieme si può vincere questa guerra. 

Se quella di Golden Son era una guerra civile tra due casate Oro di Marte, quella di Morning Star è una guerra civile totale - una chiamata alle armi in tutti i pianeti. 
Se gli Oro pensavano che il peggio che potesse capitare loro fosse lo scontro tra due casate, si renderanno presto conto che quelle erano solo scaramucce. La Marea Rossa - quella stessa insurrezione che loro credevano morta sul nascere e incapace di diventare una minaccia concreta al loro stile di vita - si alza e con sé trascina anche altri Colori in una guerra per un mondo diverso. E, si spera, migliore. 
La Sovrana avrà il suo bel da fare tra cercare di sedare la Rivolta su Marte e i tumulti sulla Luna e la guerra del suo Centro con i Margini, dove i Signori delle Lune la odiano e vogliono l'indipendenza. 
La guerra è su più fronti: ognuno cerca di sfruttare i punti deboli degli altri per portarsi in vantaggio, ognuno cerca di stringere accordi, ognuno cerca di fare la sua mossa vincente in questa enorme partita a scacchi perché a volte il cervello e l'astuzia hanno più peso dei numeri di soldati e navi.

Ci sono gli amici di sempre, ci sono i tradimenti che ancora bruciano, ci sono nuovi alleati, ci sono amici che ritornano, ci sono strategie, ci sono inganni, c'è violenza e c'è sangue, ci sono sacrifici, c'è vendetta, c'è senso di giustizia, c'è ribellione, c'è dolore e ci sono perdite da cui è difficile riprendersi. Ma c'è anche amore e c'è la famiglia, quella di sempre e quella nuova senza la quale Darrow non sarebbe riuscito a compiere un altro passo senza il loro incoraggiamento e senza la quale non sarebbe maturato - esigendo altro oltre alla vendetta.
Morning Star ha avuto dialoghi che mi hanno strappato delle risate, ha avuto momenti che mi hanno fatto versare lacrime, ha avuto momenti in cui - accidenti a te, Pierce - ho quasi perso vent'anni di vita dallo spavento. 

Ho sentito il dolore di Darrow come mio, ho pianto per alcuni personaggi, ho lottato e combattuto al fianco di questi uomini e donne in una battaglia dopo l'altra mentre si faceva sempre più chiaro che il prezzo da pagare a volte sarebbe stato troppo alto.
Amo alla follia Sevro, quel pazzo volgare e sfacciato psicopatico che farebbe tutto per Darrow - adoro l'amicizia, la lealtà e l'amore che li lega.

Non credevo che avrei mai amato questa saga così tanto, eppure eccomi qui alla fine del terzo volume con gli occhi che brillano - di adorazione e di lacrime - e il cuore che batte e ora in attesa spasmodica della nuova serie che comincia dieci anni dopo il finale di questo libro in Iron Gold

Pierce Brown è riuscito a farmi immergere ancora una volta nel suo mondo, a farmi volare tra i pianeti del Sistema Solare, a farmi lottare per un mondo più giusto e libero dall'arroganza di chi crede che tutto gli sia concesso e che sia giusto schiacciare gli altri. Ma il lavoro non è ancora finito. 

Questa saga è più di un distopico di fantascienza e politica - è il ritratto della natura umana in tutti i suoi pregi migliori e i difetti peggiori. È un incitamento a lottare per ciò in cui si crede, una battaglia alla volta - un gradino alla volta. 
Perché Darrow capisce che non si può rovesciare una Società dalla testa ai piedi da un giorno all'altro. Il metodo degli Oro non è giusto, ma non lo sarebbe neanche proseguire sulla linea della vendetta e dell'anarchia. Questa è la storia di Darrow di Lykos che riconosce i suoi limiti, matura e comprende che non per forza scendere a compromessi - per quanto a volte doloroso - significa perdere. 
 
Pierce Brown è un sadico, a volte - per citare Fede che era più avanti di me nella lettura e si beccava i miei messaggi agitati su Facebook - di una crudeltà inaudita. 
Ma ci piaci, Pierce - ci piaci tanto. Quindi continua così. 

giovedì 22 marzo 2018

[Recensione] "Made You Up" di Francesca Zappia

Ad inizio mese è uscito Ti ho trovato tra le stelle - il secondo romanzo dell'autrice e il cui titolo originale è Eliza and Her Monsters - tradotto dalla Giunti. 

Questo invece è il suo romanzo di debutto, ma qui da noi è ancora inedito.


Titolo: Made You Up
Autrice: Francesca Zappia
Data di uscita: 2 maggio 2017
Data di uscita originale: 19 maggio 2015
Pagine: 445 (copertina flessibile)
Editore: Greenwillow Books
Link Amazon: http://amzn.to/2C63T2r

Trama [tradotta da me]: La realtà, come poi salta fuori, non è sempre come pensi.

Armata di un atteggiamento alla "non faccio prigionieri", la sua macchina fotografica, la sua Magica Palla 8 e la sua unica alleata (la sua sorellina minore), Alex combatte una battaglia quotidiana nel decifrare cosa è reale e cosa non lo è. E dopo un estremamente sfortunato incidente, Alex è pronta per un nuovo inizio in una nuova scuola dove nessuno la riconosce. Prima che se ne accorga, Alex si sta facendo degli amici, sta andando alle feste, si sta innamorando. Ma la sua incapacità di separare le allucinazioni dalla realtà è sempre in agguato sotto la superficie e potrebbe avere conseguenze disastrose per le persone più vicine a lei.

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Qualche volta penso che le persone diano la realtà per scontata.

Alexandra Victoria Ridgemont è all'ultimo anno di scuola superiore ed è schizofrenica.
La diagnosi risale a molti anni prima quando, in seguito ad un incidente mentre era al supermercato, il mondo come Alex l'aveva sempre conosciuto è improvvisamente crollato e dal momento che sua madre non ha mai fatto cenno a qualcuno in sua compagnia, la ragazza ha dato per scontato che quel bambino accanto a lei con le lentiggini e gli occhi azzurri fosse qualcuno creato dalla sua mente. 

Alex è una schizofrenica paranoica, una che quando entra in una stanza oppure si avvicina ad un luogo deve fare una perlustrazione del perimetro, una che deve assicurarsi che non ci siano microfoni o qualcuno nascosto in un angolo pronto a rapirla, una che deve assicurarsi che non le abbiano messo dei traccianti o del veleno nel cibo. 
Alex è una ragazza che, dopo un incidente nella sua nuova scuola, deve ricominciare da capo - con una terapeuta che le sta con il fiato sul collo, genitori che al minimo allarme o comportamento pericoloso sono pronti a mandarla in un ospedale psichiatrico e una sorellina che vorrebbe seguirla ovunque. 

Per distinguere la realtà dalle sue allucinazioni, Alex si aiuta consultando la Magica Palla 8 che si trova alla tavola calda dove lavora e alla sua macchina fotografica - Alex fotografa tutto perché dopo un po' le allucinazioni svaniscono e quello che resta impresso nella foto non può che essere la realtà. 
Ma poi una sera, proprio la sera prima dell'inizio dell'ultimo anno, alla tavola calda entra un ragazzo con gli stessi capelli biondi, le stesse lentiggini e gli stessi occhi di un azzurro impossibile di quel bambino quel giorno al supermercato - è reale oppure lo sta immaginando? Può trattarsi della stessa persona oppure quel bambino era solo frutto dello squilibrio chimico nel suo cervello e questo ragazzo invece gli assomiglia solamente?

Quanto di quello che Alex vede e sente è davvero reale e quanto è invece immaginato?


Leggere questo libro è un po' come stare sulle montagne russe. 

Narrato in prima persona, diventa impossibile non farsi coinvolgere - diventa impossibile non empatizzare, non vedere e non sentire quello che Alex vede e sente. 
Ma Alex è una narratrice inaffidabile e mentre lei si destreggia tra suoni e colori che potrebbe sentire e vedere solo lei, accade lo stesso anche a noi: siamo lì con un nodo allo stomaco perché non sappiamo se quello che Alex sta vivendo - che noi stiamo vivendo con lei - sia reale o meno. 

Alex è una protagonista che sa il fatto suo, che nonostante sia schizofrenica e non voglia che gli altri lo sappiano è comunque decisa a finire le superiori e andare al college. 
Motivo per il quale cerca di cavarsela da sola con le sue allucinazioni, dal momento che la madre sembra ad un passo dallo spedirla in ospedale e no, grazie tante. 

Con Miles, il ragazzo che potrebbe o non potrebbe essere il bambino che ha conosciuto quando aveva sette anni, sono subito scintille - ma non di quelle d'amore, dal momento che passano il primo semestre a combinarsi scherzi a vicenda. 
Miles è allo stesso tempo vittima e carnefice: viene preso di mira dai bulli e chiamato nazista perché parla anche il tedesco, ma si fa anche pagare per fare i "lavoretti sporchi" degli altri e per questo tutti temono le sue rappresaglie.

Alex e Miles sono costretti a passare del tempo insieme perché Miles è a capo del gruppetto di ragazzi puniti con i lavori socialmente utili per qualcosa che hanno combinato e Alex è stata assegnata a loro dopo l'incidente nella vecchia scuola. 
Per Alex però questo gruppo si rivela una benedizione perché finalmente può sentirsi una ragazza normale e si fa i suoi primi amici "reali". 

Le allucinazioni però non smettono e distinguere la realtà dalle cose immaginate diventa sempre più difficile: c'è davvero un complotto in atto a scuola oppure è la sua paranoia che glielo fa credere?


Questo libro mi è piaciuto tanto - mi ha emozionata e mi ha coinvolta dall'inizio alla fine. 

Ha una narratrice inaffidabile che però ti costringe a trattenere il fiato, a sperare che quello che vede sia reale, a credere che le persone siano migliori di come sono - che anche lei possa avere le stesse possibilità degli altri, di quelli "normali". 
Affidarsi ai suoi sensi e alle sue percezioni però significa non avere certezze.

Le pagine scorrono in fretta, sia per lo stile di scrittura che per la voglia di scoprire quanto di quello che Alex vive accada davvero. 

E non fatevi fregare dalla trama, non c'è nessun instalove - c'è il romance, ma arriva con i suoi tempi e in maniera naturale. 
Alex e Miles sono entrambi anti-sociali in un certo senso, eppure si capiscono e comprendono in una certa misura cosa c'è nella testa dell'altro. Insieme funzionano perché loro sono quanto di più reale abbiano nelle loro vite. 

La sorellina di Alex è una bambina a volte capricciosa, ma anche dolce.  
Ho adorato il padre di Alex, un archeologo che spesso è assente, ma che ama profondamente la figlia. Con sua madre invece ho avuto più problemi. 
Entrambi vogliono bene ad Alex: il padre è forse troppo permissivo per non far soffrire e limitare la figlia dove la madre invece è troppo severa, ma non sempre il loro amore è la cosa più giusta per Alex in certi momenti. 

Ho trovato fantastici gli amici che Alex si fa nella nuova scuola: Tucker - il suo primo vero amico e fonte delle mie risate in una scena in particolare - e i gemelli Evan, Ian e Theophilia. Sì, quest'ultima è una ragazza, ma chiamatela Theo.

C'è un pizzico di mistero, c'è un pizzico di paura, c'è del bullismo che ti fa venire voglia di prendere a pugni alcuni personaggi, c'è amicizia, c'è consapevolezza di sé e dei propri limiti, c'è tanta ironia con momenti che fanno anche ridere, c'è voglia di vivere, c'è tanto che noi diamo per scontato e che invece dovrebbe farci riflettere.

Il debutto di Francesca Zappia è ottimo e sperando comunque che lo traducano, se non dovessero farlo e in inglese ve la cavate, allora vi consiglio di recuperarlo.

mercoledì 21 marzo 2018

WWW.. Wednesday! #91

Se la sfortuna decide di lasciarmi in pace per un po' - non chiedo per sempre perché so che non accadrà mai - forse riesco a recuperare un certo ritmo di lettura e non sto ad angosciarmi per tre giorni di fila su cose che mi impediscono di aprire un libro e godermi la storia senza pensieri molesti e ansiosi. 

Ma passiamo a quello che ho letto e a quello che leggerò nei prossimi giorni.


WWW Wednesday è una rubrica settimanale ideata da Should be Reading in cui vi mostro le mie letture passate, presenti e future.



What did you just finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)


Ho finito proprio ieri sera Made You Up di Francesca Zappia e ho fatto nottata per scrivere la recensione - che leggerete domani qui sul blog. Intanto vi dico che mi è piaciuto molto e che spero venga tradotto, anche se non ha certo un argomento facile - parla di schizofrenia. Stare insieme ad Alex sempre sull'orlo di cosa sia reale e cosa no per 428 pagine provoca un certo nodo allo stomaco.



What are you currently reading? (Che cosa stai leggendo in questo momento?)


Finalmente tocca a lui, Morning Star - La guerra del Mietitore di Pierce Brown. Mi è arrivato una settimana fa e l'avrei iniziato anche prima, se solo avessi avuto il tempo per finire prima il libro di cui sopra nel WWW Past. Motivo per il quale ancora non vi so dire nulla - se non che non sto più nella pelle - dal momento che lo apro oggi.



What do you think you'll read next? (Che cosa pensi di leggere dopo?)


Dopo molta indecisone, dal momento che temo proprio che Morning Star sarà un bagno di sangue, non sapevo se continuare su quel filone oppure se consolarmi con qualcosa di carino e coccoloso. Credo che I'll Meet You There di Heather Demetrios - ancora inedito in Italia e che aspetta da parecchio tempo il suo turno - sarà un po' quel mix di coccolosità preceduta da un po' di angst. Vedremo.

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Personalmente sto morendo di sonno, ma qui urge una breve rilettura dell'ultimo capitolo di Golden Son per poi fiondarmi dritta nel terzo volume di Pierce Brown per sapere come prosegue - il sonno può anche aspettare!
E la vostra settimana di letture com'è andata? Scrivetemelo nei commenti oppure lasciatemi il link al vostro blog - a questo giro non dovrei aver problemi a passare prima del solito. O almeno lo spero! 
Cheers! :)

lunedì 19 marzo 2018

What's on my bedside table? #44 | "Made You Up" di Francesca Zappia

Ormai è diventata un'abitudine pubblicare questa rubrica del lunedì ad un'ora così tarda. 
E non sono nemmeno sicura di riuscire a pubblicare un nuovo appuntamento del WWW mercoledì perché, se avete letto delle mie disgrazie tecnologiche nell'introduzione di questo post, non ho praticamente letto per tre giorni. 
Poi si è anche aggiunto un compleanno, quindi fate un po' voi i vostri conti. 
 

What's on my bedside table? è una rubrica ideata da Valy di Sparkle from books, in cui, nel giorno di lunedì, vi viene mostrato quale libro si trova sul mio comodino e come mai.


SUL MIO COMODINO C’È...
"Made You Up" di Francesca Zappia
Il romanzo di debutto di un'autrice appena pubblicata in Italia - con il suo secondo libro, però. Questo invece è ancora inedito, ma ha anche lui la sua tematica bella "tosta": Alex, la protagonista, è schizofrenica.


SONO A... 
Pagina 208. Sono praticamente a metà e mi sta piacendo. Alex è una bella protagonista, ma non è facile essere lei o anche solo "vedere" le cose dalla sua prospettiva.


È SUL MIO COMODINO PERCHÉ... 
... è uno di quei romanzi che hanno praticamente solo recensioni positive e sapevo che in un certo qual modo mi avrebbe stretto il cuore.

sabato 17 marzo 2018

Some (New) Books Are (Here) #21

Faccio un appello: conoscete un esorcista?
No, perché qui la situazione è stata insostenibile. Dopo che il tecnico si è tenuto il mio computer un mese per sistemarlo, già pochi giorni dopo sono stata costretta a fargli fare un aggiornamento alla nuova versione di Windows 10. 

Se mi seguite da un po', allora sapete che a Narnia c'è più copertura internet che a casa mia e se non volevo prosciugare i miei giga mensili, avevo per forza bisogno di una linea ADSL e di un wifi. 
Linea ADSL di cui non esiste wifi in biblioteca - e di certo non potevo starmene parcheggiata in piazza vita natural durante per usufruire della lentezza del wifi aperto e pubblico. Oltretutto il mio computer avrebbe mollato prima di me - o forse no - senza corrente elettrica. Motivo per il quale mercoledì ho passato SETTE ORE a casa della zia di mia madre per scaricare e installare questo aggiornamento.

Non contenta, ieri ho scoperto che a Photoshop non piaceva la nuova versione e quindi, dopo averlo già risistemato una volta tornato a casa, ho perso un intero pomeriggio in chat con un tecnico perché il supporto telefonico italiano non esiste più per sentirmi dire che dovevo cambiare numero di licenza e scaricare la bellezza di due giga di file di installazione - e tanti cari saluti al mio fedele CD-ROM e alla mia connessione limitata perché non potevo tornare da mia zia. Qui invece di ore ne sono passate DIECI.  

In tutto questo sono tre giorni che praticamente non leggo, ma ora spero che sia davvero finita.  

Che ne dite di distrarci con le nuove entrate in casa mia? 

Some (New) Books Are (Here) è una rubrica inventata da me a cadenza assolutamente casuale nella quale vi mostro le mie nuove entrate in materia librosa, perché sono arrivate in casa mia e via di questo passo.

Direi di andare in ordine cronologico.


In realtà, The Memory Book di Lara Avery - tradotto l'anno scorso dalla Mondadori con il titolo Cose che non voglio dimenticare - è un acquisto di fine febbraio, ma non avendo poi il mio computer con il programma della fotocamera non mi sono neanche preoccupata di fare le foto. L'avevo messo nella lista dei regali di Natale, ma non era stato scelto - poi mi sono accorta che il prezzo era sceso a poco più di cinque euro e ne ho approfittato. E sì, quella là in alto nell'angolo a sinistra è una brutta ammaccatura - che nervi. 
Le ragazze di Emma Cline è stato invece un acquisto che ho fatto quando ero in città dalla mia amica. Lei abita a poca distanza dal centro e, dopo aver accompagnato sua figlia a scuola, sono andata a farmi un giro e non ho potuto fare a meno di entrare da Feltrinelli. Il primo giorno ho guardato i libri in lingua - che però in libreria costano sempre una cifra astronomica - e il secondo giorno mi sono accorta che questo titolo che mi ha sempre ispirata era uscito in edizione economica ed era scontato del 25%. Subito mio. 



E poi c'è lui, meraviglioso e splendido Morning Star - La guerra del Mietitore di Pierce Brown che sarà la mia prossima lettura - ma intanto non smetto di guardarlo adorante. 

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Se la sfiga mi mollasse un attimo, io tornerei a leggere - anche perché di questo passo io accumulo e accumulo, ma i libri poi non si leggono da soli. 
Conoscete qualcuno di questi titoli? E se non conoscete ancora la saga di Pierce Brown, cosa diamine state aspettando?