sabato 31 ottobre 2020

[Recensione] "Pumpkinheads" di Rainbow Rowell & Faith Erin Hicks

Buon Halloween, gente!
So che stasera resteremo tutti in casa - sappiate però che io non guarderò assolutamente niente di horror altrimenti poi non dormo più - ma quale modo migliore di consolarci se non con qualcosa che sprizza autunno da tutti i pori?

Un grazie doveroso come sempre alla Oscar Vault per la copia digitale omaggio.

Titolo: Pumpkinheads
Titolo originale: Pumpkinheads
Autrici: Rainbow Rowell (scrittrice) & Faith Erin Hicks (illustratrice)
Data di uscita: 20 ottobre 2020
Data di uscita originale: 27 agosto 2019
Pagine: 224 (Kindle Edition)
Editore: Mondadori Oscar Ink
Link Amazon: https://amzn.to/3ed6s2o

Trama: Josiah è pronto a passare tutta la notte crogiolandosi nella malinconia (è un tipo malinconico). Ma Deja ha un piano: e se, invece che deprimersi, e invece della solita zuppa di fagioli alla Casetta del Mais e Fagioli, facessero il botto? Potrebbero visitare tutti gli stand della fiera. Assaggiare tutto. E forse Josiah potrebbe perfino parlare con quella ragazza carina su cui fantastica da tre anni…

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Aww, che dolcezza che è stata questa graphic novel! 

Deja e Josiah sono amici solo in autunno, quando lavorano come stagionali nel campo di zucche della loro città. Questo è anche il loro ultimo autunno però, perché il prossimo anno saranno all'università e non potranno dedicargli il tempo e l'impegno che ci hanno sempre messo. E di impegno - specialmente Josiah - ce ne hanno sempre messo.
E c'è forse un'occasione migliore dell'ultimo anno per decidere di infrangere le regole e godersi il campo come farebbe qualsiasi turista? Josiah è un po' riluttante - in fondo c'è in gioco la sua nomina ad "impiegato del mese" - ma Deja è assolutamente decisa ad assaggiare tutto il cibo che il campo offre e a scuotere Josiah dal suo imbarazzo, facendogli finalmente conoscere la ragazza per la quale ha una cotta da tre anni e di cui non smette di parlare. 

Tra cibo, landruncoli di suddetto cibo, labirinti di mais, fughe dal resto del personale e inseguimenti da parte di chi non vi immaginereste, questa è una storia d'amicizia con un pizzico di romanticismo - ma soprattutto è una grande dedica d'amore all'autunno e a tutte le sue sfumature, alle zucche, al calore e a tutti i profumi nell'aria che contraddistinguono ottobre. 

Mi sono rivista un sacco in Josiah, nel suo modo di idealizzare le cotte e fuggire al mero suggerimento di uno "scontro/incontro" con la realtà - perché nella fantasia non c'è mai la possibilità di essere respinti.
Ho adorato la determinazione di Deja e il suo essere così sicura di sé - sono stati qualcosa che le ho davvero invidiato. 

Quella di Deja e Josiah è un'avventura che dura un pomeriggio, che forse non scava tanto a fondo nella vita dei ragazzi ma che comunque offre un quadro chiaro e completo delle loro personalità e del loro rapporto nel corso degli anni. Mi è piaciuta la diversa rappresentazione presentata con estrema semplicità e accettazione all'interno di questo spaccato di mondo e di vita e i disegni li ho trovati davvero bellissimi.  

Se volete una storia che sappia di autunno e che vi possa offrire un momento di dolcezza e divertimento, allora non potete proprio farvi sfuggire Pumpkinheads.

mercoledì 28 ottobre 2020

WWW.. Wednesday! #213

Dai che sono tornata - forse.
Si spera.

Non mi sento ancora fuori dalla reading slump, ma qualche progresso c'è stato - anche se piccolo. Quindi speriamo che continui in questo modo.



WWW Wednesday è una rubrica settimanale ideata da Should be Reading in cui vi mostro le mie letture passate, presenti e future.



What did you just finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)
 

Per tentare di ingannare la slump, a portata di mano avevo Gmorning, Gnight! - Little Pep Talks for Me & You di Lin-Manuel Miranda & Jonny Sun - che trovate anche in italiano per Rizzoli con il titolo di Buongiorno, buonanotte. Parole per togliere ogni pesantezza alla giornata. Si tratta di una raccolta di tweets motivazionali di Lin - alcuni forse avevano meno senso di altri, ma tanti mi sono piaciuti immensamente e più di uno è stato capace di scaldarmi il cuore. E ossessionata come sono da Hamilton, leggerli e sentirli nella mia testa con la sua voce ha aumentato
di parecchio l'effetto che mi hanno fatto. 
Ho poi letto Tutto sotto controllo! di Sarah Andersen, il terzo volume della raccolta delle sue strisce a fumetti. I primi due forse mi avevano fatta più ridere, ma anche qui non mancano le scenette in cui identificarsi a pieno. Io impazzisco per il gatto, ovviamente.
 
 
 
What are you currently reading? (Che cosa stai leggendo in questo momento?)
 

Sì, sempre lui - sempre
Quiet No More di Nikki Barthelmess. Ma ehi, lunedì vi avevo lasciati al 15% e ieri, prima di andare a fisioterapia a metà pomeriggio, sono riuscita ad arrivare al 27% - e so che non è tantissimo ma, considerando che ancora non sono fuori dalla slump, direi che sono bei progressi e finalmente mi sento un po' più coinvolta dal libro e desiderosa di leggere.
 
 
 
What do you think you'll read next? (Che cosa pensi di leggere dopo?)
 

Non lo so - sinceramente vorrei tornare a Storytel perché mi manca solo un mese gratuito e uno me lo sono già bruciato, anche se avrei ancora degli eARC
da smaltire. Prima però è necessario finire il libro sopra e, nel caso me la vedessi male, per cambiare aria ho sempre due graphic novel che potrebbero darmi una scossa in caso di stallo.
 
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Bene, ora la parola tocca a voi. 
Spero che le vostre letture stiano procedendo bene e se avete altri consigli per uscire dal blocco oltre al cambiare momentaneamente genere - ma solo con cose brevi, perché mi urta interrompere un libro e avere più cose iniziate contemporaneamente anche se è quel libro a farmi rimanere inchiodata e lo so, sono contorta - dite pure. E sì, mi ammazzo già di fanfiction anche senza essere nel blocco del lettore. 
Ditemi tutto qui sotto nei commenti oppure lasciatemi il link del vostro post... e quando caspita finisce questo ottobre che mi sembra eterno e iniziato tre mesi fa?!

lunedì 26 ottobre 2020

What's on my bedside table? #83 | "Quiet No More" di Nikki Barthelmess

Immagino che per oggi vi foste aspettati un altro tipo di post - una recensione, magari. E invece no, sono ancora preda della reading slump - e di quelle belle potenti, anche.  
Un po' avevo pensato anche io di cambiare genere e passare a qualcosa di un po' più leggero, ma pensavo di farlo una volta portato a termine questo libro. Poi invece, parlando con Federica in chat, lei mi ha dato lo stesso suggerimento e visto che avevo giusto due cosine corte e fuori dal genere attuale nei paraggi, tra sabato e domenica ho letto altro e spero che questo mi dia la spinta per riprendere a leggere come ho sempre fatto. 

What's on my bedside table? è una rubrica ideata da Valy di Sparkle from books, in cui, nel giorno di lunedì, vi viene mostrato quale libro si trova sul mio comodino e come mai.


SUL MIO COMODINO C’È...
"Quiet No More" di Nikki Barthelmess
Uno young adult che parla di una sopravvissuta ad abuso psicologico e aggressione sessuale e di cosa accade dopo, seguito di The Quiet You Carry.


SONO A... 
Pagina al 15%. Sto facendo fatica, lo ammetto. Il primo l'avevo divorato nel giro di due giorni da tanto mi aveva presa, questo l'ho iniziato domenica scorsa - non ieri - e non sono neanche ad un quarto del romanzo. Boh, è che c'è stata una cosa che mi ha fatta storcere il naso e che è sempre sulla scia di una cosa che non mi era piaciuta nel romanzo precedente e andando avanti credo mi piacerà sempre meno.


È SUL MIO COMODINO PERCHÉ... 
...il primo romanzo mi era piaciuto tanto e non vedevo l'ora del sequel, ora sarà anche la reading slump ma mi sento una lumaca.

mercoledì 21 ottobre 2020

No WWW, no party #20

Tristemente oggi tocca ad un No WWW, No Party

La reading slump continua ad avere una presa fortissima su di me e oltre a questo metteteci anche che lunedì sono dovuta andare a fare fisioterapia per la prima volta e tutto il giorno mi è volato e ieri avevo una visita medica in città - oggi quindi spero di avere l'energia e la voglia di continuare a leggere.


WWW Past: The End di Mats Strandberg, che non nego mi abbia messo un po' d'ansia ma che ho trovato molto bello. La recensione la trovate QUI.

WWW Present: sono al 3% di Quiet No More di Nikki Barthelmess. Da DOMENICA.

WWW Future: sempre Guida ai Pizzi e alla Pirateria per Giovani Gentildonne di Mackenzi Lee e Heartstopper Volume 2 di Alice Oseman - ma non escludo di poter cambiare idea e rimescolare le carte per sfruttare l'ultimo mese gratis a disposizione su Storytel. Anzi, è quasi certo che andrà a finire così.

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Li sentite i miei sospiri frustrati di scoraggiamento?
Dai, ditemi che almeno a voi sta andando meglio - scrivetemelo nei commenti oppure lasciatemi il link e appena mi smuovo dall'apatia vengo a ricambiare la visita!

lunedì 19 ottobre 2020

[Recensione] "The End" di Mats Strandberg

Lo so, questa recensione ve l'avevo promessa per giovedì o sabato della settimana scorsa. Ma poi mi sono resa conto che avrei pubblicato due post uno di seguito all'altro - visto che venerdì è andato online il Singing the Book - e che io sarei rimasta comunque indietro con la lettura attuale e non avrei avuto aggiornamenti degni di nota, dal momento che adesso devo anche andare a fare fisioterapia due volte a settimana e oltre alla reading slump anche questo adesso mi mangia del tempo. 

Quindi eccoci qua, con la recensione di un libro che quando l'ho ricevuto era in anteprima perché doveva ancora uscire - grazie a NetGalley e alla Arctis per la copia digitale.


Titolo: The End
Titolo originale: Slutet
Autore: Mats Strandberg
Data di uscita: 6 ottobre 2020
Data di uscita originale: 5 ottobre 2018
Pagine: 384 (Kindle Edition)
Editore: Arctis
Link Amazon: https://amzn.to/3hzPeMT

Trama [tradotta da me]: Mentre un meteorite sfreccia verso la Terra, due adolescenti cercano la verità che sta dietro l'omicidio di una loro amica - anche se consci di star vivendo i loro ultimi giorni. Dry incontra Sadie.

Quando finirà il mondo? Con Foxworth, un enorme meteorite che sta sfrecciando verso la Terra, l'umanità ora conosce la data esatta.

Il diciassettenne Simon vuole trascorrere le sue ultime settimane con le persone a cui tiene di più e specialmente con Tilda, l'ambiziosa nuotatrice nonché sua ex-ragazza, che l'ha mollato non appena si è sparsa la notizia. Da quando a Lucinda è stato diagnosticato il cancro, lei si è rinchiusa in se stessa preparandosi all'inevitabile - il fronteggiare improvvisamente una morte che la rende uguale a tutti gli altri però risveglia in lei il desiderio di creare un legame con qualcuno, ma non ha idea di dove cominciare e provare a riallacciare i rapporti con la sua ex-migliore amica Tilda sembra un buon primo passo. Ma poi Tilda viene trovata morta e le voci che cominciano a circolare a riguardo indicano Simon come l'assassino. Mentre il conto alla rovescia si fa più pressante, Simon e Lucinda vogliono solo conoscere la verità ma più scoprono degli ultimi giorni della ragazza a cui entrambi tenevano profondamente, più diventano chiare le cose che contano davvero.

Sondando il terreno con la domanda Come trascorreresti i tuoi ultimi giorni se sapessi esattamente quando stanno per finire?, The End è un thriller pre-apocalittico che instilla nel lettore inquietudine e affascina, sostenuto da un'arguta critica sociale che mescola l'urgenza letta in Dry di Neal e Jarrod Shusterman con la cupa tensione di Sadie di Courtney Summers.


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Immaginate di conoscere il giorno esatto in cui morirete - non perché è una indovina a dirvelo, ma perché è la scienza a dirvelo con tanto di prove. 
Immaginate di conoscere il giorno esatto in cui morirete - non soltanto voi, ma tutti quelli che amate e che conoscete, tutte le persone che non avete mai visto e incontrato in vita vostra. In cui tutta l'umanità - e il mondo stesso - cesserà di esistere. 

Questa è la notizia che coglie Simon di sorpresa un giorno di maggio, quasi alla fine dell'anno scolastico e con l'aria che già profuma di estate: un meteorite - ribattezzato Foxworth come la scienziata che l'ha scoperto - sta per schiantarsi sulla Terra e tutta l'umanità morirà il 16 settembre. Non c'è film come Armageddon che offra soluzioni realistiche, non c'è niente che la scienza e la tecnologia possano fare perché ormai è troppo tardi per fare qualsiasi cosa e ci si può solo rassegnare all'idea della morte, godendosi come è possibile il tempo che resta. 

Salto in avanti ad un mese dalla fine e l'estate è agli sgoccioli: le sue due madri, Judette e Stina, hanno dimenticato il divorzio e sono tornate a vivere insieme per tenere unita la famiglia, ma Simon ha passato gli ultimi mesi ad un party dopo l'altro bevendo alcolici scadenti e tentando di riconquistare Tilda, che l'ha mollato dopo la notizia di Foxworth e che ora è una persona totalmente irriconoscibile tra droga e sesso occasionale. 
È in questo modo che Simon tenta di soffocare il panico che minaccia di afferrarlo quando pensa alla morte imminente che li aspetta, mentre la Svezia - e il resto del mondo insieme a lei - vanno in pezzi: i soldi non valgono più niente, la scuola non è più in vigore anche se settembre è cominciato, la gente quasi non va più al lavoro e la fine del campionato di calcio sembra l'opera più importante da portare a termine prima della fine di tutto - e la piazza e le strade diventano alcuni dei luoghi più violenti in cui la gente si lascia andare a tutta la rabbia, la depressione e i sentimenti negativi con cui non sa scendere a patti, trasformandoli in violenza fisica verso chiunque capiti loro a tiro. 

Simon vorrebbe solo una cosa: riavere Tilda al suo fianco. 
Ma poi un giorno Tilda viene trovata morta e i sospetti ricadono tutti su di lui: perché era lui quello ossessionato da lei, era lui che era stato mollato, era lui che la rivoleva indietro, era lui che era geloso degli altri ragazzi con cui Tilda andava a letto. 

L'unica altra persona che conosceva bene Tilda quanto lui è Lucinda, la sua ex-migliore amica. Ed è una cosa brutta da dire, ma Lucinda è quasi sollevata che il mondo stia finendo perché così, dopo essersi persa quasi un anno di vita a causa del cancro, ora non sarà più la sola a non avere un futuro davanti a sé - è anche quasi un sollievo che non sarà il cancro ad ucciderla lentamente, ma che finirà per tutti nello stesso modo e nello stesso momento. 
La notizia della morte di Tilda è uno shock e il rimorso per averla allontanata e non averle più parlato - per non averla potuta salutare almeno un'ultima volta - è ciò che la spinge a combattere contro la stanchezza e il dolore per trovare chi l'ha uccisa. Simon giura di non essere stato e Lucinda sarebbe anche propensa a credergli per ciò che le aveva raccontato Tilda prima che si allontanassero e dai ricordi che ha di lui dei primi anni di scuola, ma ha bisogno di prove per esserne certa. 
E questo - e tutto il resto della sua vita - lo racconta su un'app di nome TellUs, che quasi tutto il mondo sta usando per mandare su un satellite storie e tracce che l'umanità ad un certo punto è esistita perché non sai mai chi altro potrebbe esistere nell'universo e chi potrebbe trovare un giorno queste storie. 
 
Ma se anche trovassero l'assassino, quali sarebbero le conseguenze in un mondo in cui non esistono più processi e che sta per finire?


È un libro che inizialmente mi ha ricordato molto la serie televisiva Salvation
È anche un libro che mi ha messo un'ansia incredibile all'idea di qualcosa totalmente al di fuori del nostro controllo che potrebbe ucciderci tutti in una volta sola - è vero che la morte in generale è al di fuori del nostro controllo, ma secondo me sapere che c'è una data di scadenza è ancora più angosciante. 

La ricerca dell'assassino di Tilda ha posto in questo libro, ma meno di quanto uno potrebbe pensare perché per il resto è un libro molto introspettivo che fa pensare.
 
Attraverso gli occhi di Simon e Lucinda, attraverso le cose fanno e che vedono, vediamo come l'umanità reagisce alla notizia mentre il conto alla rovescia incalza: c'è chi continua a svolgere la sua routine come al solito, chi si rinchiude in casa con la sua famiglia, chi si stordisce di feste e alcol e droga e videogiochi per non guardare fuori dalla finestra, chi diventa un fanatico religioso e chi nega fino all'ultimo che Foxworth esista. E mette ansia nel lettore non solo a causa del meteorite tra le pagine, ma perché le situazioni descritte - la violenza, l'angoscia, la depressione, il panico, il negazionismo, l'altruismo fin quasi all'annullamento - assomigliano fin troppo a situazioni e atteggiamenti che, seppure in maniera minore, viviamo anche noi in questo tempo di pandemia globale. 
Anche per questo ci ho messo tanto tempo a leggerlo, perché spesso non avevo lo stomaco per continuare. 

Mi è piaciuto tanto come il fatto che Simon abbia due madri - di cui una proveniente dalla Dominica - e che lui sia di razza mista non fosse un problema, come fosse accettato in tutta tranquillità nel posto in cui vivono e dovrebbe essere sempre così, non ci si dovrebbe stupire di meraviglia quando in un libro è totalmente assente l'omofobia - anche se non manca nel passato famigliare dei personaggi. Simon però, sempre stato abbastanza timido e insicuro, si trova alla deriva in seguito alla fine della sua relazione con Tilda e alla successiva morte di lei - i suoi amici non sono più tali e gli viene il sospetto che fosse stata la popolarità di Tilda ad attirarli e alcuni commenti sui social media additano pure il colore della sua pelle quando insinuano che l'abbia uccisa. 

Lucinda è sempre stata un po' all'ombra di Tilda, ma non avrebbe mai voluto avere i riflettori puntati addosso per via del cancro. Fa fatica a relazionarsi con le persone e ad uscire nel mondo esterno, ma fa uno sforzo per scoprire chi ha ucciso Tilda. Di Lucinda vediamo l'aspetto più umano, ma sentiamo anche la voce sarcastica che si nasconde sotto l'apparenza - sentiamo la sua onestà nell'ammettere il sollievo della fine collettiva, nel non dover dare un dolore a suo padre perché in questo modo non la seppellirà come aveva fatto con la moglie morta dello stesso cancro, vediamo quanto è rassicurante nei confronti della sorellina Miranda spaventata e in cerca di risposte su cosa ci sia dopo la morte. 
 
The End mi è piaciuto molto - è forse solo l'accenno di instalove che mi fa storcere il naso, ma alla fine lo comprendo anche vista la mancanza di tempo per vivere i sentimenti e svilupparli un po' alla volta, volendo vivere al massimo ciò che resta.

È un romanzo molto umano - così come era Tilda: fragile, ma forte e le cui aspirazioni di perfezione per soddisfare le aspettative di tutti l'hanno poi portata ad un crollo durante il quale si è permessa di essere finalmente se stessa - che mi ha anche commossa in più punti, specialmente con la sorella di Simon: Emma è incinta, ma non vedrà mai nascere suo figlio - eppure tutti la assecondano mentre lei continua a pianificare un futuro che non ci sarà mai, anche se la sua parte razionale lo sa. 
È un romanzo che mostra tutti i modi in cui la gente scende a patti con notizie che spesso sono al di fuori della nostra portata di comprensione e accettazione - e spezza il cuore quando si legge di persone che devono scegliere tra due famiglie, quella di origine e quella formata da adulti, perché non possono essere in due posti contemporaneamente alla fine del mondo. 
 
È un romanzo che sì mette ansia, ma che infonde anche speranza e ci fa capire che non siamo mai soli - che anche di fronte a tragedie di grande portata, troveremo sempre una mano da stringere. Ovunque siamo, in qualunque cosa crediamo, in qualunque modo decidiamo di affrontare la cosa - alla fine di tutto non siamo soli e abbiamo lasciato un segno tangibile della nostra vita. 
 

venerdì 16 ottobre 2020

Singing the Book #24

In mezzo al caos che ultimamente è la mia vita, almeno la musica è sempre una certezza.

Singing the Book è una rubrica inventata da me a cadenza assolutamente casuale nella quale vi mostro (e racconto) libri il cui titolo è lo stesso - o con qualche piccola variante - di canzoni che amo oppure ho amato e che potrebbero o non potrebbero c'entrare affatto con la trama.

Siamo al ventiquattresimo appuntamento e oggi parliamo come al solito di abbinamenti che mi sono capitati per caso tra le mani.

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Broken di Karin Slaughter / Notbroken dei Goo Goo Dolls

Pur avendo loro un grande nome, non sono mai diventata fan dei Goo Goo Dolls. Non c'è una ragione precisa - la prima volta che mi sono imbattuta in loro era tardi, avevano già qualcosa come mille album all'attivo e quindi la mia filosofia è sempre stata quella dell'amare le canzoni in cui mi imbattevo per caso e che mi piacevano, ma non sono mai poi andata ad approfondire la loro intera discografia. Come potete immaginare la prima canzone che ho sentito è stata Iris, che per me ha un significato davvero personale al di là di tutte le volte e di tutti i film in cui è stata usata e di tutte le cover eseguite, ma se vi dovessi dire la mia preferita tra quelle che conosco e che mi piacciono allora direi Name. Non so perché proprio il titolo di questo libro di Karin Slaughter - che trovate anche in italiano con il titolo Tra due fuochi - mi abbia fatto venire in mente un'altra delle canzoni dei Goo Goo Dolls che mi piacciono, ma l'ha fatto. Se conoscete l'autrice allora saprete che scrive crime thriller e la canzone non c'entra nulla. 




Renegades di E.M. Lindsey / Last Young Renegade degli All Time Low

Come vi avrò ripetuto ormai fino alla nausea, quello di quest'anno - Wake Up, Sunshine - è il primo album degli All Time Low che mi sia mai piaciuto nella sua interezza. Associare questo libro ad una canzone che non fa parte di quell'album allora avrebbe dovuto essere difficile, invece Last Young Renegade - che dà anche il titolo all'album del 2017 - è sempre stata una di quelle degli All Time Low che più mi piacevano e più mi restavano in testa, ma ad essere sincera quell'album non l'ho ascoltato così tante volte da permettere ad altre canzoni di poter fare lo stesso e dopo il successo che ha avuto l'album di quest'anno sul mio indice di gradimento nei loro confronti, dovrei seriamente andare a riascoltare con attenzione la loro intera discografia. Il libro è un romance M/M e la canzone non si abbina perché se nel libro è assicurato l'happy ending, nel caso degli All Time Low invece non è previsto il lieto fine. 




You & Me di Padgett Powell / You and Me dei Lifehouse

Non ricordo se ero in quarta oppure in quinta liceo quando ho scoperto i Lifehouse - non ricordo neppure come. Deve essere stato in uno di quei periodi in cui mi facevo ispirare dal nome di una band oppure da titolo di una canzone e i Lifehouse rientrano proprio in quella categoria ma, proprio come per i Goo Goo Dolls, non ho mai sentito l'esigenza di andare ad approfondire la conoscenza oltre alle canzoni in cui mi imbattevo per caso e mi piacevano. Questa è stata una delle prime, insieme a Everything e Hanging by a Moment - e, a parte l'ultima citata, le altre due mi hanno sempre fatto pensare ad una persona in particolare e sebbene ora l'abbia dimenticata, adesso che le riascolto per scrivere questo post, lo stesso mi sento scivolare di nuovo nei panni di quella diciottenne che sono stata - è un po' dolceamaro. Da quello che ho capito del libro, dovrebbe trattarsi di qualcosa di umoristico e quindi con la canzone non c'entra assolutamente niente. 




Death Is in the Details di Heather Sunseri / Looking Too Closely di Fink

In realtà il verso della canzone che mi ha evocato nella mente il titolo del libro recita the devil's right there right there in the details, ma direi di non stare ad attaccarci a questi... dettagli. Ahaha, lo so, sono molto divertente. La canzone so benissimo com'è entrata nella mia vita e nella mia playlist - grazie ad un episodio di Suits, anche se adesso non vi saprei dire che episodio e a quale stagione suddetto episodio appartenesse, ma penso ad una delle ultime. È una canzone il cui genere non saprei classificare, ma che sebbene esuli dal "classico" genere che ascolto io, mi è piaciuta immediatamente e le parole hanno subito fatto presa su di me. Il libro è un thriller psicologico - che devo dire mi ispira anche alquanto - e sento che la canzone parla di ben altro, ma alcuni versi potrebbero anche adattarcisi in senso piuttosto largo. 




Crazy in Love di Annabelle Costa / Crazy in Love di Beyoncé

Totalmente fuori dal mio genere musicale, ma sfido chiunque a non conoscere questa canzone di Beyoncé diventata un tormentone nel... 2003? Sì, 2003. Che poi per me è strano pensare che appartenga a quell'estate di transizione tra medie e liceo - anche perché la musica legata a quel periodo era ben altra dal momento che avevo appena scoperto Sum 41 e Linkin Park. Eppure me la ricordo così bene - ma me la ricordo ancora meglio l'anno dopo quando, ancora tormentone estivo, a qualunque ora accendessi la televisione su MTV il video era continuamente in rotazione insieme a Yeah! di Usher. E quella, seppure totalmente fuori dal mio genere di ascolto, se non mi piaceva da morire. Il libro è un chick-lit che, per qualche somiglianza di trama un po' mi ricorda Eleanor Oliphant sta benissimo, ma che per il suo genere ha il potenziale di abbinarsi alquanto alla canzone. 



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Siamo giunti alla fine di un altro appuntamento e come al solito vi rinnovo l'invito a commentare sotto per farmi sapere se conoscete qualcuna di queste canzoni, se vi piacciono oppure se qualcuno dei libri vi incuriosisce! 

mercoledì 14 ottobre 2020

WWW.. Wednesday! #212

Mi sembra di andare come una lumaca - in realtà questa reading slump fa sembrare tutto più lento, non solo la lettura ma anche la mia vita.  
 
Ecco perché in questo WWW di oggi diciamo che... barerò un pochino. 
Insomma, già sono piuttosto assente perché oltre alla reading slump che mi intralcia tutti i piani di lettura sono anche piena di impegni e pensieri, ma non mi andava proprio di lasciarvi con un No WWW, No Party - sarebbe stato brutto.


WWW Wednesday è una rubrica settimanale ideata da Should be Reading in cui vi mostro le mie letture passate, presenti e future.



What did you just finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)

Ecco, diciamo che mi manca il 15% per finire The End di Mats Strandberg - e quindi tecnicamente non l'ho finito. Ma giuro che ieri ero intenzionata a mettere un punto a questa storia - ma ditelo ai piccioni che hanno reso urgente lavare la macchina. Visto che venerdì è giorno di Singing the Book, la recensione la volete domani o sabato?


What are you currently reading? (Che cosa stai leggendo in questo momento?)


Va da sé che non sto affatto leggendo Quiet No More di Nikki Barthelmess - sarà un miracolo se riesco ad iniziarlo domani.



What do you think you'll read next? (Che cosa pensi di leggere dopo?)


Sempre grazie alla santa Oscar Vault leggerò Guida ai Pizzi e alla Pirateria per Giovani Gentildonne di Mackenzi Lee e Heartstopper
Volume 2 di Alice Oseman.
 
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Dai che forse ce la facciamo ad uscire dalla slump, su - se qualcuno comincia a spingermi da dietro. Nel frattempo voi tenetemi sempre compagnia con i vostri aggiornamenti e, appena potrò, passerò a rispondere ai commenti e a ricambiare la visita!

lunedì 12 ottobre 2020

What's on my bedside table? #82 | "The End" di Mats Strandberg

Se oggi vi aspettavate una recensione, sono spiacente di deludervi - purtroppo la reading slump ha preso possesso della mia vita e quindi vado molto a rilento sebbene ciò che leggo mi piaccia anche. 

Inoltre adesso ho anche io in via permanente la nuova versione di Blogger e sono atterrita da quanto sia brutta e scomoda - oltretutto prima credo di aver riportato allo status di bozza il What's on my bediside table? di due settimane fa e di averlo poi quindi ripubblicato - motivo per il quale temo sia assai probabile che ve ne troverete due nella vostra timeline, uno di seguito all'altro. 


What's on my bedside table? è una rubrica ideata da Valy di Sparkle from books, in cui, nel giorno di lunedì, vi viene mostrato quale libro si trova sul mio comodino e come mai.


SUL MIO COMODINO C’È...
"The End" di Mats Strandberg
Uno young adult che mescola il lato thriller ad uno scenario pre-apocalittico.


SONO A... 
Pagina al 56%. Ho arrancato all'inizio, ma è stata colpa della slump - poi in questi due ultimi giorni mi sono un po' ripresa e sono andata un più spedita. È un romanzo che mette ansia per tutto l'aspetto pre-apocalittico da fine del mondo ed è anche molto facile empatizzare con i protagonisti e con quello che stanno affrontando. Credo di riuscire a finirlo oggi - anzi, devo proprio perché poi nei prossimi giorni sono piena di cose da fare ed è già una settimana che ce l'ho in lettura.


È SUL MIO COMODINO PERCHÉ... 
...se vedo il paragone con Sadie di Courtney Summers non so resistere.

mercoledì 7 ottobre 2020

WWW.. Wednesday! #211

Come al solito io mi aspetto di presentarvi ogni volta dei WWW Wednesday belli cicciotti e corposi e ogni volta invece fallisco. 
Ma insomma, ci sono un po' di pensieri che girano per la testa e il periodo non è effettivamente dei migliori - è vero che si può dire che sia l'intero anno 2020 a non essere dei migliori, ma al momento si pensa al presente. 

Morale della favola: ci sono giorni in cui non ho voglia di leggere. 
Anche se poi guardo i libri - sia cartacei che sul Kindle e anche su Storytel - e vorrei essere in grado di conoscere tutte le storie in una volta. 
E invece... meh. 


WWW Wednesday è una rubrica settimanale ideata da Should be Reading in cui vi mostro le mie letture passate, presenti e future.



What did you just finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)

 
Ho concluso solo Guida ai Vizi e alle Virtù per Giovani Gentiluomini di Mackenzi Lee, che è stato davvero carino e all'altezza delle mie aspettative da "libro in wishlist dal 2017". È un romanzo leggero e divertente, che però ci ho messo più tempo del previsto a leggere perché il periodo non è dei migliori - ma ehi, grazie al secolo in cui è ambientato ha alimentato di nuovo la fiamma della mia ossessione per Hamilton e mia madre è tornata ad alzare gli occhi al cielo mentre io passo per casa cantando oppure mi riguardo il musical per l'ennesima volta. Recensione QUI - non di Hamilton, del libro. 
 
 
 
What are you currently reading? (Che cosa stai leggendo in questo momento?)
 
 
Ho letto solo il 10% di The End di Mats Strandberg - uscito ieri negli USA - e dubito di riuscire molto avanti oggi, anche perché devo andare in città per una visita e starò fuori tutto il pomeriggio. Non vi so dire molto in proposito, tranne il fatto che mi sta mettendo un po' d'ansia per tutto l'aspetto pre-apocalittico che mi ha ricordato molto la serie televisiva Salvation e che ciò per cui l'hanno paragonato a Sadie di Courtney Summers deve ancora avvenire. 



What do you think you'll read next? (Che cosa pensi di leggere dopo?)

 
In programma c'è sempre Quiet No More di Nikki Barthelmess e poi tornerò dalla famiglia Montague per seguire le avventure di Felicity in Guida ai Pizzi e alla Pirateria per Giovani Gentildonne di Mackenzi Lee - sempre grazie alla copia digitale della Santa Oscar Vault.
 
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Bene, raccontatemi qualcosa di divertente che potrò leggere stasera tornata a casa - oltre alle vostre letture, commento o link del post vanno bene uguale e passerò a ricambiare la visita appena possibile!

lunedì 5 ottobre 2020

[Recensione] "Guida ai Vizi e alle Virtù per Giovani Gentiluomini" di Mackenzi Lee

In ritardo come sempre, ma abbiate pietà - sono giorni difficili e complicati, pieni di impegni e infatti anche mercoledì pomeriggio dovrò andare in città. 

Un enorme grazie alla Oscar Vault per la copia digitale omaggio.


Titolo: Guida ai Vizi e alle Virtù per Giovani Gentiluomini
Titolo originale: The Gentleman's Guide to Vice and Virtue
Serie: Montague Siblings #1
Autrice: Mackenzi Lee
Data di uscita: 29 settembre 2020
Data di uscita originale: 27 giugno 2017
Pagine: 424 (Kindle Edition)
Editore: Mondadori Oscar Vault
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Trama: Henry "Monty" Montague è nato per essere un gentiluomo, ma né i collegi più esclusivi d'Inghilterra né la disapprovazione del padre sono riusciti a imbrigliare le sue passioni: il gioco, il buon vino, e l'amore di una donna. O di un uomo. Monty si è infatti innamorato perdutamente del suo migliore amico, Percy, con il quale parte per il Grand Tour: un ultimo anno di fuga e di follie edonistiche prima di assumersi le sue responsabilità di lord. Ma un'incauta decisione trasformerà quel viaggio in una caccia all'uomo attraverso l'Europa, mettendo in discussione tutto il mondo di Monty.



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Forse non vi stupirà sapere che ho avuto questo libro in wishlist sin dalla sua uscita nel 2017 - e che alla fine non ho mai letto per tutta una serie di cose: magari lo mettevo in qualche lista di regali per il compleanno e Natale e non veniva mai scelto oppure negli acquisti finivo sempre per dare la precedenza a qualcos'altro. 
Poi la Oscar Vault ne ha annunciato la traduzione e pubblicazione italiana, quindi mi sono ancora di più adagiata sul fantomatico divano ad aspettare. 

Ne è valsa la pena? È stato all'altezza delle mie aspettative? 


Henry "Monty" Montague è un rampollo figlio di un conte inglese in un punto imprecisato del '700. Da un paio di anni si è reso conto di essere innamorato del suo migliore amico Percy e non vede l'ora di cominciare il Grand Tour dell'Europa insieme a lui - dove potranno essere soli e godersi la vita tra alcol, gioco d'azzardo e tante persone da incontrare ad altrettante feste a cui intendono partecipare. 
I suoi piani però sono rovinati dal padre, con cui i rapporti sono sempre stati tesi: quel Tour che doveva essere la sua ultima occasione di svago prima di dover prendere in mano le redini della tenuta - e prima che Percy venga spedito in Olanda per diventare avvocato, diventa ancora più pesante con sua sorella minore Felicity appresso in viaggio insieme a loro per raggiungere la scuola di buona educazione per donzelle a Marsiglia e di fronte alla notizia che gli verrà assegnato un tutore che lo tenga sotto controllo e freni i suoi vizi

Si sa però che i piani ben congegnati non vanno sempre come previsto - o, come ama dire mia madre, tu fatti i tuoi conti che questi poi diventano marchesi. 
Monty non diventa un marchese, ma di sicuro non si avvicina nemmeno all'idea di conte che tutti credono debba diventare. 
Ecco che quindi il Tour prende una piega inaspettata quando Monty ne combina una delle sue e improvvisamente si ritrovano fuori rotta a scappare per l'Europa. 


Monty è un'adorabile canaglia, un po' egocentrico e vanesio, a cui piace bere e giocare d'azzardo e amante della bellezza femminile e maschile - anche se il suo preferito resta sempre Percy. Un po' lo vorresti prendere a schiaffi e un po' lo vorresti abbracciare - specialmente quando più avanti vengono fuori le sue fragilità - e mi ha fatto anche tanto ridere perché è un po' una drama queen. Insomma, tutte le sue uscite - tra pensieri e battute - sono degni della migliore regina del melodramma. 

Percy è stato assolutamente adorabile, il suo essere un giovane uomo di razza mista - e quindi di colore - in un'epoca storica in cui la schiavitù era ancora più che diffusa, conscio di non avere gli stessi privilegi di Monty e non di poter fare tutto quello che fa lui e cavarsela sempre, di non poter esibire il suo orientamento sessuale e costretto anche a nascondere i suoi problemi di salute perché ritenuti qualcosa da esorcizzare. 
La sua pazienza con Monty - e in generale con tutto il mondo, specialmente con quelli che lo considerano sempre il servitore di Monty ovunque vadano insieme - è qualcosa di incredibile e gli ho voluto tanto bene.

Felicity alla fine è la più intraprendente dei tre, ce l'ha sempre con il fratello per i privilegi che a lei in quanto donna non sono concessi e che lui non è capace di sfruttare - non rendendosi nemmeno conto di come il suo essere maschio bianco lo privilegi rispetto a lei e a Percy. Felicity vuole diventare un medico ed è oltremodo irritata che ora che finalmente ha convinto i genitori a mandarla a scuola, questa sia solo una scuola di buone maniere per giovani donne - lei e Monty avranno spesso da litigare su questo, sui concetti di privilegio e diritti e doveri tra maschi e femmine, ma scopriranno anche di volersi bene e di tenere all'altro più di quanto credessero all'inizio. 

Lo stile della Lee è sempre veloce e semplice, le descrizioni mai troppo pesanti e le pagine scorrono davvero in fretta. Non mancano alcune cose un po' inverosimili e tutta la storyline dell'alchimia non mi ha catturata come avrebbe dovuto, ma è un romanzo che coniuga romance e avventura in un modo che mi ha divertita - e Monty e Percy sono la ship della vita sin dalla prima pagina.  

Ho apprezzato le note finali dell'autrice in cui spiega la storia del Grand Tour, la situazione politica e queer dell'Europa nel '700 - ho apprezzato molto la rappresentazione dei protagonisti tra bisessualità, omosessualità e anche un accenno di asessualità. Ho apprezzato la descrizione delle difficoltà di Percy in una società che non lo voleva accettare - di sicuro non come suo pari - e la maturazione di Monty nel comprendere vite diverse dalla sua senza i privilegi da maschio bianco che lui ha sempre dato per scontati. Ho apprezzato anche il rapporto quasi paterno che viene a crearsi con Scipio, il capitano dei pirati - ho letto un certo affetto da parte sua nei confronti di Monty. 
E ora non vedo l'ora di leggere la storia di Felicity, che di certo non vuole conformarsi a quanto i suoi genitori e la società pretendono da lei.

Guida ai Vizi e alle Virtù per Giovani Gentiluomini è stato un romanzo leggero che mi ha divertita, che forse non brilla per verosimiglianza ad ogni pagina, ma non è stato difficile per me immaginarmi questi tre ragazzi in giro per l'Europa - soprattutto non mi è stato difficile immaginare i loro abiti data anche la mia ossessione per il musical Hamilton, ambientato anche lui nello stesso secolo. 
Lo stesso Alexander Hamilton viene citato dalla Lee nelle note finali in quanto uomo di razza mista - cosa che spesso viene scordata. 

Insomma, se volete una lettura che vi distragga dallo stress quotidiano, questa potrebbe essere ciò che fa al caso vostro - ma non aspettatevi che sia più storica che altro perché qui a fare da padrone ci sono le paturnie amorose di Monty, le sue schermaglie con Felicity e la sua innata capacità di cacciarsi nei guai non tenendo mai la sua boccaccia chiusa.