martedì 30 novembre 2021

[Recensione] "Oddball" di Sarah Andersen

Dunque, ieri avevo detto che quella della Glasgow sarebbe stata l'ultima recensione del mese e a quanto pare ho mentito. 

Veniamo alla graphic novel oggetto del post di oggi: su NetGalley mi segna ancora come data di pubblicazione il 7 dicembre, quindi io ero convintissima di leggerlo in anteprima. 
 
Sbagliato! 
 
Ho scoperto nel corso di questo mese che è stato pubblicato in italiano con il titolo Che disagio! a metà ottobre. E ho scoperto domenica sera che anche la versione cartacea inglese è disponibile da ottobre - a quanto pare è solo la versione digitale che deve ancora essere pubblicata. Quindi, come al solito, io arrivo sempre tardi alla festa. A discolpa di tutti quanti, considerando che l'ho ricevuta e scaricata da NetGalley ad agosto, sono io che ho procrastinato fino ad adesso - d'altronde, anche Sarah ne sa qualcosa.
 
Grazie a NetGalley e alla Andrews McMeel Publishing per la copia digitale in anteprima.
 
 
Titolo: Oddball
Serie: Sarah's Scribbles #4
Autrice: Sarah Andersen
Data di uscita: 7 dicembre 2021
Pagine: 114 (Kindle Edition)
Editore: Andrews McMeel Publishing
Link Amazon: https://amzn.to/3zEOMqw

Trama [tradotta da me]: Il quarto libro dell'estremamente popolare serie di graphic novel, l'ultima collezione delle strisce di Sarah's Scribbles esplora i lati oscuri della procrastinazione, i travagli del processo creativo, la tenerezza dei gattini e la bellezza di non dare peso al proprio aspetto tanto quanto facevi quando eri più giovane. Quando si tratta di illustrazioni umoristiche sul disagio e l'ilarità della vita di un millennial, Sarah's Scribbles non ha pari.
 
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Ho amato questo nuovo volume: è divertente, leggero e perfetto per chi ha amato i precedenti - anzi, forse è quello in cui mi sono rivista di più. 

C'è un tipo di humor che probabilmente solo i millennials capiranno davvero a fondo a proposito di ansie, aspettative e pressioni da parte
di chi ci circonda e della vita stessa. 

E non solo: è perfetto per chi ama cani e gatti, per chi è introverso e fa fatica a relazionarsi oppure ha amici estroversi che lo trascinano fuori di casa. Tra le sue pagine troviamo disegni a proposito della Gen Z, delle fan fiction, del procrastinare - tutte cose che mi fanno assomigliare a Sarah e tante situazioni in cui un millennial è molto facile che ci si ritrovi e dica "anche io". 
 
Nessuno ti capisce tanto quanto qualcuno che ha i tuoi stessi disagi.
 

lunedì 29 novembre 2021

[Recensione] "You'd Be Home Now" di Kathleen Glasgow

Ultima recensione di novembre, gente! 
Che dite, il primo dicembre volete solo il recap di questo mese che sta per finire oppure, essendo un mercoledì, volete il doppio post e quindi anche il WWW Wednesday?
 
Grazie a NetGalley e alla Rock the Boat per copia digitale che, una volta, era in anteprima.
 
 
Titolo: You'd Be Home Now
Autrice: Kathleen Glasgow
Data di uscita: 14 ottobre 2021
Pagine: 416 pagine (Kindle Edition)
Editore: Rock the Boat
Link Amazon: https://amzn.to/3FGEiu1

Trama [tradotta da me]: Dall'autrice bestseller del New York Times di E poi ci sono io arriva una storia mozzafiato su una cittadina, le sue tragedie e la tranquilla bellezza della vita di tutti i giorni.

Per tutta la sua vita Emory si è sentita dire chi fosse. In città è quella ricca--la bis-bisnipote del fondatore della fabbrica che ha letteralmente dato origine alla città. A scuola è la sorella minore della bellissima Maddie Ward. E a casa è quella brava, la babysitter del suo fratello maggiore drogato Joey. Tutto cambia quando le e Joey sono coinvolti in un incidente d'auto che uccide Candy MontClaire e quell'incidente rivela quanto sia grave la tossicodipendenza di Joey.

Quattro mesi più tardi il penultimo anno di liceo di Emmy sta per cominciare, Joey è tornato a casa dal centro di recupero e l'intera città di Mill Haven si sta ancora riprendendo dall'incidente. Tutti dicono a Emmy chi lei sia, ma così tanto è cambiato e come può quindi essere la stessa persona? Oppure quella persona invece non lo è mai stata?

Mill Haven vuole che tutti quanti vivano un'unica storia, ma Emmy comincia a vedere che persone sono molto di più di quello che appaiono. Suo fratello, che potrebbe non guarire mai del tutto, il ragazzo popolare che vive nella casa a fianco e, più di tutti, tutti quei tossicodipendenti invisibili che vivono ai margini della città. Le persone trascorrono così tanto tempo dicendole chi sia Emmy--può essere giunto il momento di deciderlo da sola.

Ispirato al classico americano Piccola città, You'd Be Home Now di Kathleen Glosgow è la gloriosa storia moderna di una città e delle vite segrete delle persone che la abitano. E la storia di una ragazza, che cerca di capire la vita in tutto il suo dolore e la sua bellezza e le sue sfide e le sue gioie.
 
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TRIGGER WARNING: uso di droga, incidente stradale, morte, bullismo, slut-shaming.
 
 
Il primo libro dell'autrice, Girl in Pieces, riposa sul mio scaffale da prima ancora che venisse tradotto in italiano con il titolo E poi ci sono io. Ed è ancora su quello scaffale non letto perché, sebbene abbia sempre voluto leggerlo fin dalla prima volta che ci sono inciampata sopra, ha in sé un argomento che per me è un enorme trigger - motivo per il quale ho sempre rimandato in attesa del momento giusto.  
 
Kathleen Glasgow però mi ha sempre incuriosita e quindi sono stata davvero felice che NetGalley mi abbia dato la possibilità di leggere il suo romanzo più recente - e neanche stavolta i trigger warning scherzano, ma sono stati più alla mia portata. 
 
 
Il libro si apre con una scena potentissima: Emory è sul sedile del passeggero dell'auto di suo fratello, di ritorno da una festa. Ma non c'è suo fratello alla guida - no, Joey è seduto dietro privo di sensi e senza neppure la certezza che stia respirando. Alla guida c'è il migliore amico di lui, Luther - ma lui guida troppo veloce, piove ed insiste per fare una fermata invece di portarli a casa. Emory lo prega di rallentare e dietro, seduta di fianco a Joey, c'è Candy - la loro compagna di scuola che voleva solo andare a casa a causa di un mal di testa lancinante. E Candy piange, urla, ha paura, non vuole morire... ed è un attimo, la macchina sbanda e si ribalta e l'ultima cosa che Emmy sente, prima di perdere i sensi, è il respiro di Candy, che sembra stia affogando nel suo stesso sangue. 
 
Emmy si risveglia all'ospedale con un dolore atroce alla gamba a causa del ginocchio frantumato. E qui la notizia che riguarda gli altri: Candy è morta, Luther ha perso un occhio e finirà in riformatorio per aver causato la morte di Candy e perché addosso gli hanno trovato tanta di quella droga che era impossibile fosse per uso personale e dalle analisi di Joey, il suo amato fratello Joey, è emerso che è quasi andato in overdose da eroina. Com'è stato possibile arrivare a questo punto? 
 
 
You'd Be Home Now è un romanzo di formazione fortemente centrato sulla sua protagonista e sulla sua famiglia. Emmy si è sentita invisibile per tutta la vita: non è altrettanto bella come sua sorella maggiore Maddie, ma non ha mai protestato quando sua madre ha cercato di farle seguire le sue orme facendole fare danza e le attenzioni dei suoi genitori - quando sono a casa - sono tutte per il problematico Joey. Joey, che chiaramente ha dei disturbi dell'apprendimento che l'hanno sempre fatto sentire inferiore alle sue sorelle e mai abbastanza agli occhi dei suoi genitori rispettivamente una avvocato e l'altro medico, ha cominciato presto con le pillole: prima quelle per il comportamento prescritte quando era bambino, poi gli antidolorifici in seguito ad un infortunio, poi l'erba e infine l'eroina. E con Maddie al college, è sempre stata Emmy la sua complice - lei quella che lo aiutava con i compiti, lei quella che trovava scuse per lui e per le sue assenze e per il suo comportamento, lei che lo copriva per i ritardi... ma questo fino a quando credeva che si trattasse solo di erba e basta, non di eroina. 
 
Emmy però continua a restare invisibile in casa perché, anche adesso che Joey è tornato dopo tre mesi di riabilitazione, forse mai come prima gli deve fare da babysitter, essere sempre con lui e assicurarsi che Joey si attenga strettamente alla lista di cose e passi da fare che la loro madre ha stilato per "aggiustare" Joey.
 
E lei? Lei non ha forse diritto ad una vita? Non ha forse diritto ad essere vista, amata, toccata, tenuta stretta e confortata? Emmy in parte può capire la dipendenza di Joey, sebbene la sua non riguardi la droga - Emmy ha diversi segreti, segreti che farà di tutto per proteggere. Emmy è quella brava, quella affidabile, quella che non dà mai problemi - ma per i suoi segreti e per la sua dipendenza, anche Emmy è disposta a mentire e rubare per avere qualcosa che sia solo suo. E anche lei, proprio come suo fratello, arriva a compiere scelte che non sono sempre giuste.
 
Diventa estremamente facile affezionarsi a questi personaggi, specialmente a Emmy e Joey. Il percorso di Joey è difficile, tortuoso, pieno di ostacoli e tentazioni, diviso tra la voglia di stare bene e quella di ricadere nelle vecchie abitudini; Emmy parte come una ragazzina silenziosa che accetta tutto quello che le viene detto e imposto perché è stata "addestrata" da sua madre ad essere così, senza mai un pubblico atto di ribellione, ma poi si fa crescere una spina dorsale e dimostra di essere pronta a tutto pur di salvare il fratello dalla sua tossicodipendenza ed essere se stessa. 
 
I loro genitori sono terribili inizialmente: non sono mai a casa, pensano a fare ancora più soldi, si curano degli altri e delle loro opinioni e apparentemente non abbastanza dei loro figli, li criticano per le loro scelte quando i primi ad usare una pillola per dormire e ad avere il vizio del fumo - specialmente Abigail, la loro madre, è detestabile: nega gli antidolorifici ad Emmy dopo l'incidente per paura che sia come suo fratello e si aspetta che Joey stia bene subito una volta tornato a casa, che il tenerlo impegnato tutto il tempo con una lista di cose da fare e allontanarlo dagli amici lo guarisca dalla sua dipendenza senza che loro debbano fare nulla.  
 
You'd Be Home Now è una mazzata nello stomaco per tanti motivi.  
Il tema della droga, del suo abuso e delle sue conseguenze è affrontato davvero bene in questo romanzo: è visto inizialmente con gli occhi di una ragazzina che forse non può capire del tutto se non è una "spinta" che sente dentro di sé, ma che poi prende coscienza della cosa e le cui problematiche relative a persone che non riescono a smettere e ad un sistema che non fa niente per aiutarle è visto con gli occhi di suo padre, che è un medico. 
Però è anche una storia di amicizie ritrovate, supporto, coraggio e soprattutto di amore tra fratelli - di un rapporto che ha alti e bassi, di cose che vengono rinfacciate e poi perdonate, di errori e sbagli e mancanze, ma di braccia sempre pronte ad accoglierti. 
 
You'd Be Home Now descrive benissimo la vita di una ragazza che ama suo fratello, ma che allo stesso tempo ne è anche infastidita perché si sente invisibile all'interno della sua stessa famiglia mentre il mondo dà loro degli assassini e perché per Joey la droga sembra più importante di qualsiasi cosa - anche di una famiglia che per lui è soltanto rumore. È la storia di una ragazza che vuole essere vista, ascoltata, accettata, ma che ha anche paura di chiedere tutte queste cose - la storia di una ragazza che vuole avere una vita tutta sua e scoprire chi è senza le etichette che qualcun altro le ha affibbiato. 
 
You'd Be Home Now è una storia struggente che commuove, che dopo un inizio potente forse ci mette un po' per ingranare, ma una volta che ci siete dentro è impossibile non restare coinvolti nella vita della famiglia Ward. È una storia di guarigione, di perdita, di piccole vittorie e grandi sconfitte, di sfide e ostacoli, ma anche di gioia - quella gioia che a volte possiamo trovare dove non ci aspettiamo. 
 

sabato 27 novembre 2021

Some (New) Books Are (Here) #38

Sto scrivendo questo post domenica dopo cena, ma fate finta che sia andato online ieri mattina - la pigrizia e la necessità di finire il libro della Glasgow hanno avuto la meglio sulle mie doti organizzative.

Some (New) Books Are (Here) è una rubrica inventata da me a cadenza assolutamente casuale nella quale vi mostro le mie nuove entrate in materia librosa, perché sono arrivate in casa mia e via di questo passo.

Avevo ancora due buoni Mondadori da 5€ euro ciascuno grazie ai punti della carta Payback e per fortuna ho anche beccato la spedizione gratis nei giorni in cui ho fatto gli ordini, il primo a fine ottobre e l'altro all'inizio di questo mese.


Con l'ordine fatto a fine ottobre ho recuperato Un grosso morbidoso bozzolo felice di Sarah Andersen, che era l'ultimo cartaceo che mi mancava - se escludiamo il quarto volume appena uscito. E poi, siccome visti i prezzi attuali dei libri con un buono da cinque euro scalfisci appena la superficie, ho cercato tra i libri in lingua e ho trovato Goodbye Days di Jeff Zentner, che avevo in wishlist da un po' - anche se premeditavo di leggerlo in digitale, ma tanto l'ho pagato quattro euro e rotti, quindi...



Nelle settimane precedenti al vero e proprio Black Friday, molti dei DVD che avevo in wishlist su Amazon sono scesi e, intanto che c'ero, ho preso anche Saints At The River di Ron Rash - che dai suoi sedici euro e qualcosa era sceso a cinque. Arriverà anche il giorno in cui tornerò a leggere narrativa generale, ma non è questo il giorno. 

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Il post degli acquisti si conclude qui, anche se in realtà ieri (quindi inteso come venerdì) ho fatto un ordine su Feltrinelli e uno su Book Depository - ma il loro contenuto lo vedrete il prossimo mese. E voi, avete fatto acquisti questo mese?

mercoledì 24 novembre 2021

WWW.. Wednesday! #260

Sono esausta - sono letteralmente cotta. Pensavo che che pulire una scuola elementare fosse sfiancante, ma in questi ultimi due giorni mi hanno spostata alla materna e oddio, quelle sì che sono sei ore che non passano più. In compenso oggi dovrebbe essere l'ultimo giorno di supplenza dopodiché, mentre si attende che il telefono riprenda a suonare, io proverò a recuperare un po' di riposo e a vedere di darci sotto con le letture.


WWW Wednesday è una rubrica settimanale ideata da Should be Reading in cui vi mostro le mie letture passate, presenti e future.



What did you just finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)

 
Ho concluso Le ragazze scomparse di Patricia Gibney, thriller che è stato molto più crudo e pesante di quanto mi aspettassi - è vero che neanche il primo non era stato facile da digerire, ma i quasi quattro anni che ho lasciato passare tra quello e questo mi hanno fatto dimenticare di cosa sia capace questa scrittrice. L'inizio di una nuova esperienza lavorativa mi ha fatto rallentare di parecchio il ritmo, pertanto dopo un po' ho smesso di fare teorie, ma oggettivamente ci sono colpi di scena e il colpevole non l'avevo neanche considerato. Recensione QUI.
 
 
 
What are you currently reading? (Che cosa stai leggendo in questo momento?)
 

Finalmente
You'd Be Home Now di Kathleen Glasgow è in lettura - non ci credete voi e non ci credo neppure io. Sono appena al 20%, quindi credo sia ancora presto per sbilanciarsi su qualcosa - per il momento ci è stata presentata la protagonista, la sua famiglia e i loro problemi, ma dubito che si fermeranno a questi. E, se non si capiva dalla cover, è un romanzo che ha al suo interno il tema della tossicodipendenza. 
 
 
 
What do you think you'll read next? (Che cosa pensi di leggere dopo?)
 

Ho voglia di qualcosa di allegro, quindi cosa può esserci di meglio di Oddball di Sarah Andersen? È già stato pubblicato anche in Italia il mese scorso con il titolo Che disagio! 
Dopo invece non lo so - vorrei andare avanti con qualcosa di Kindle Unlimited, ma ho delle eARC in scadenza ad inizio dicembre. Vedrò cosa mi ispira!

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Sono troppo stanca per fare un monologo, quindi lascio la parola a voi perché tanto la tiritera è sempre la stessa e la sapete.

lunedì 22 novembre 2021

[Recensione] "Le ragazze scomparse" di Patricia Gibney

Questa mattina io sono in anagrafe in comune per il rinnovo della carta d'identità e in teoria dovrebbero prolungarmi la supplenza come collaboratrice scolastica ancora per un paio di giorni - non ho ancora date, non ho ancora orari, non ho ancora certezze, ma intanto vi lascio la recensione del libro che sono riuscita a finire grazie al weekend libero.
 
 
Titolo: Le ragazze scomparse
Titolo originale: The Stolen Girls
Serie: D.I. Lottie Parker #2
Autrice: Patricia Gibney
Data di uscita: 28 febbraio 2019
Data di uscita originale: 6 luglio 2017
Pagine: 456 (Kindle Edition)
Editore: Newton Compton Editori
Link Amazon: https://amzn.to/3En9SLT

Trama: È mattina presto quando viene ritrovato il corpo senza vita di una giovane donna incinta. Quello stesso giorno, una madre e il suo bambino si presentano a casa della detective Lottie Parker, chiedendole aiuto per ritrovare una persona scomparsa. Quando viene scoperto il cadavere di una seconda vittima, è subito chiaro che i due omicidi hanno moltissimi punti in comune. Lottie sa di avere poco tempo a disposizione per capire che cosa li collega, perché nel frattempo altre due ragazze sono scomparse. La detective Parker è in crisi, perseguitata da un passato tragico e impegnata notte e giorno a tenere unita la famiglia durante i momenti più difficili. Ma qualcuno accanto a lei nasconde più segreti di quello che sembra. Riuscirà a sconfiggere i suoi demoni e a incastrare il killer prima che ci siano altre vittime?
 
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TRIGGER WARNING - che oscurerò perché molti di essi sono spoiler di ciò che il libro contiene: stupro, aggressione sessuale, stalking, pedofilia, autolesionismo, morte di animali e relativa descrizione dettagliata, violenza, sangue, omicidi, traffico di esseri umani ai fini della prostituzione, traffico illegale di organi.


Questo secondo libro in una serie riprende la storia dell'ispettore Lottie Parker dopo quattro mesi dagli eventi avvenuti in L'ospite inatteso - che io ho letto a fine gennaio 2018 e quindi capite bene che mi sono sentita un pesce fuor d'acqua perché ricordavo a grandi linee la storia principale relativa al caso, ma mi sono trovata smarrita di fronte ai traumi patiti dai figli di Lottie in quanto proprio non ricordavo certi dettagli.

Stavolta la cittadina di Ragmullin è sconvolta dal ritrovamento di una ragazza senza vita sepolta sotto un cantiere stradale - e purtroppo non sarà l'ultima. 
Lottie Parker è appena tornata al lavoro, i suoi tre figli hanno ancora traumi che non sono riusciti ad elaborare e ognuno sta reagendo a modo suo facendola impazzire, il suo capo sembra sempre più vicino al licenziarla dovesse commettere un passo falso e una donna si presenta pure a casa sua, parlando solo poche parole di inglese, per chiederle aiuto.

Si tratta di un libro dal ritmo serrato, con capitoli abbastanza corti che vedono non solo la voce di Lottie, ma anche quella del suo partner Boyd con cui i battibecchi sono stati molto graditi dalla qui presente e vedono pure la voce del male. Le ragazze scomparse è un libro molto grafico, crudo e pesante - ci vuole stomaco per sopportare la crudeltà contenuta al suo interno, motivo per il quale mia madre ha abbandonato sebbene il piano fosse di leggerlo insieme e per il quale molte volte sono stata sul punto di farlo anche io. Questo è un libro che fa arrabbiare e che fa innervosire perché ci sono personaggi terribili che commettono cose terribili e purtroppo rappresenta atti atroci che ancora accadono - e non in qualche parte sperduta del mondo, ma magari anche dietro casa vostra. Già il prologo in sé, poi, è un pugno nello stomaco che vorreste non aver ricevuto.
 
Sono presenti anche dei flashback che ci portano indietro ad un capitolo oscuro della storia umana - questi flashback, in quantità minore rispetto al romanzo precedente se non ricordo male, si amalgamano benissimo con la storia al presente. Sono la base di certe teorie che il lettore comincia a costruirsi - mettere insieme i pezzi non è stato facile, un tizio ha cominciato a "puzzarmi" all'istante, parte di una mia teoria era sbagliata, ma ad identificare il vero burattinaio proprio non ci ero arrivata - così come Lottie, che realizza la cosa solo quando se la trova sbattuta in faccia. Alla fine però tutto torna e il cerchio si chiude, senza lasciare buchi di trama o domande senza risposta.

I personaggi sono estremamente imperfetti: a volte non sopportavo Chloe, la figlia di mezzo di Lottie, per il suo lamentarsi che la madre non rispondeva mai al telefono quando chiaramente stava lavorando e altre volte ho mal sopportato Lottie perché sembrava dare la precedenza a tutto tranne che alle cose importanti come i figli o le richieste di aiuto da parte di quelli che la circondavano.

Le ragazze scomparse è sicuramente molto più oscuro e pesante rispetto al romanzo precedente e presenta poi quel tipico caso in cui ti focalizzi sulle cose sbagliate e non hai la giusta prospettiva dei fatti - quando si dice vedere gli alberi e non vedere la foresta. 
Il mio ritmo di lettura è stato molto rallentato dal fatto che ha coinciso con l'inizio di un nuovo lavoro e ansia e nuovi orari non mi hanno permesso di leggere al ritmo che avrei voluto, altrimenti ci avrei messo molto meno e l'avrei divorato. Credo mi serva una pausa da tutta questa crudeltà e sofferenza, ma penso proprio che andrò avanti con la serie - e magari stavolta non farò passare quasi quattro anni tra un romanzo e il successivo. 

venerdì 19 novembre 2021

Singing the Book #36

Indovinate quando ho scritto questo post? Già, proprio ieri sera. Tardi - molto tardi.

Singing the Book è una rubrica inventata da me a cadenza assolutamente casuale nella quale vi mostro (e racconto) libri il cui titolo è lo stesso - o con qualche piccola variante - di canzoni che amo oppure ho amato e che potrebbero o non potrebbero c'entrare affatto con la trama.

Siamo al trentaseiesimo appuntamento e oggi parliamo come al solito di abbinamenti che mi sono capitati per caso tra le mani.

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Kiss Me Slow di AA.VV. / Kiss Me Slowly dei Parachute
 
Quando mi è capitata questa antologia sotto gli occhi, il suo titolo mi ha subito fatto pensare alla canzone dei Parachute - canzone che non ricordo minimamente in che circostanze ho sentito per la prima volta o dove, ma forse visto che c'è un featuring con i Lady Antebellum viene dalla mia conoscenza di quell'altra band. In realtà non ho mai approfondito oltre o magari ho anche ascoltato qualcos'altro della band, ma la verità è che mi sono innamorata all'istante di questa canzone e sono voluta restare in quello stato di grazia. Non rientra nel mio solito genere, credo rientri più nel country come qualcosa che avrei potuto ascoltare in Hart of Dixie, ma ciò non mi impedisce a volte di ascoltarla in loop per un bel po' di tempo. E devo dire che stavolta l'abbinamento libro/canzone è anche particolarmente riuscito perché secondo me si sposano benissimo. 
 

 
 
Common Ground di Wendy Smith / Common Ground degli Our Last Night

Questa canzone fa parte della discografia che ho recuperato una volta che ho ricominciato ad ascoltare gli Our Last Night dopo quasi dieci anni da quando avevo smesso - sinceramente non ricordo un motivo preciso per il quale avevo mollato: forse un cambiamento di gusti e di personalità, di necessità musicali... forse era solo il bisogno di lasciar andare qualcosa che sentivo non mi rappresentasse più e sì, amavo le prime due canzoni del loro album e sono ancora le prime a cui penso quando penso alla band, ma forse a diciannove anni sentivo di non aver più bisogno di tutto quello screamo nella mia vita. E così sono passati quasi dieci anni, fino a quando un video suggerito su YouTube che presentava una band chiamata Fear and Wonder con un featuring con tale Trevor Wentworth mi ha ricordato l'esistenza degli OLN - e la voce di Trevor è stata tutta la spinta che mi è servita per decidere di andare a recuperare cosa avevo perso nel corso di quei quasi dieci anni. Il resto è storia, lo sapete: oggi sono una delle mie band preferite. Il libro, che è un contemporary romance, con la canzone non c'entra nulla. 
 

 

Welcome to Your Life di Katrina Marie / Welcome to My Life dei Simple Plan

E questo se non è un tuffo nel passato! Questa canzone apparterrà anche al secondo album della band, ma è stata la prima canzone dei Simple Plan che io abbia mai ascoltato - e amato. E mi sembra ancora ieri: ho quindici anni, sono in seconda liceo e il video è sempre in classifica a TRL e in rotazione su MTV - i Simple Plan sono stati coloro che, dopo che Linkin Park e Sum 41 mi avevano aperto le porte, mi hanno instradata verso la musica che poi ho amato e che continuo ad ascoltare ancora oggi. Welcome to My Life è stata una delle prime canzoni che mi ha fatta sentire compresa, quella che citavo ovunque e che canticchiavo ad ogni occasione - anche se poi l'album in cui è contenuta, nel corso degli anni, ha cominciato a farmi male perché Shut Up! era una delle poche canzoni che io e la mia ex-migliore amica avevamo in comune e quello è stato soltanto l'inizio delle differenze che poi ci hanno allontanate, ma quella è un'altra storia. Quando penso ai Simple Plan penso sempre al liceo, alla me adolescente in diverse fasi della sua crescita e alla persona che poi è diventata adulta - ma che aspetta sempre con ansia, pronta a saltare e a ballare, ogni nuovo album o singolo della band. Il libro, un altro contemporary romance, c'entra poco e niente con la canzone.
 

 

Tell Me Why di Sandi Wallace / I Want It That Way dei Backstreet Boys

Come fa un titolo così a non farvi venire subito in mente LA canzone hit dei Backstreet Boys? La verità è che io non sono mai stata fan - o meglio, non sono mai riuscita a farmi prendere abbastanza a fondo - delle boy band: tutte le bambine che mi circondavano o le amichette erano fissate e io sì, quelle canzoni le ascoltavo e le canticchiavo, ma non sono mai stata il tipo da averne il poster appeso in camera o da strapparmi i capelli. E poi tutte amavano Nick, ma se io avessi dovuto scegliere, avrei scelto Kevin - lo farei ancora. In ogni caso ricordo ancora quel gennaio 2002 durante il quale io e i miei genitori eravamo andati su a Bergamo dai parenti e la cugina di mia madre all'epoca non era ancora sposata, ma suo marito allora fidanzato aveva il CD Black & Blue e ricordo che lo ascoltammo mentre giocavamo alla Playstation - non ricordo una singola canzone di quell'album perché appunto non sono mai stata "fan", però non ho mai dimenticato il titolo di quell'album e quei giorni tra l'inizio dell'anno nuovo e la ripresa della scuola - c'era ancora il primo film di Harry Potter nelle sale e il primo film del Signore degli Anelli stava per uscire. Bei tempi. Anche in questo caso il libro, che è un crime, non c'entra nulla con la canzone.
 

 

The Decoy di S. E. Rose / Decoy dei Paramore

Ciao Alice del 2008 a fine quinta liceo - eccoti qui per la terza volta oggi dopo averti nominata con gli Our Last Night e i Simple Plan. Come mi capita spesso, io scopro le band quando sono già al loro secondo album - è stato anche il caso con i Paramore, dopo che Misery Business era diventato un tormentone su MTV e quanto amavo il colore dei capelli di Hayley! Ho amato l'album Riot! e tutte le sue canzoni (tra cui Decoy) alla follia e ricordo ancora la mia amica di Milano, quella prima estate in cui ci siamo conosciute, con noi sugli autoscontri dopo che avevamo chiesto di mettere su That's What You Get - e forse al lido dove ci trovavamo eravamo le uniche a conoscerla, ancora con i ciuffoni e i vestiti emo che ci facevano risaltare in mezzo alla folla. Anche quelli erano bei tempi - specialmente perché venivano dopo due anni di inferno ed erano l'inizio di quel periodo spensierato fatto di concerti in giro per l'Italia. Quando penso ai Paramore, penso sempre alle canzoni dei loro primi due album e a quanto abbiano significato per la quasi ventenne che ero. Il libro è un contemporary romance che non ha niente in comune con la canzone. 
 

 
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Siamo giunti alla fine di un altro appuntamento e come al solito vi rinnovo l'invito a commentare sotto per farmi sapere se conoscete qualcuna di queste canzoni, se vi piacciono oppure se qualcuno dei libri vi incuriosisce!

mercoledì 17 novembre 2021

WWW.. Wednesday! #259

Sinceramente non so quanto ancora valga la pena fare questa rubrica, visto che mi sembra di riproporre le stesse cover da almeno cent'anni. 
Ma niente, gente - qua si va a rilento.


WWW Wednesday è una rubrica settimanale ideata da Should be Reading in cui vi mostro le mie letture passate, presenti e future.



What did you just finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)


In questa settimana appena passata sono riuscita a leggere solamente due fumetti: Anatomia cinica. Cuore guerriero (Vol. 3) e Felinia. Anni80land di Sketch & Breakfast. Sono stati entrambi davvero carini, ma forse ho avuto una preferenza per il secondo viste tutte le (dis)avventure di Felinia e i riferimenti agli anni '80.



What are you currently reading? (Che cosa stai leggendo in questo momento?)
 

C'è ancora lui,
Le ragazze scomparse di Patricia Gibney, come la settimana scorsa. Se avete letto il post di lunedì, allora sapete che questa settimana sto lavorando e, guardando anche parecchi telefilm, la lettura sta andando a rilento - credo di essere avanzata di circa il 10% da quando ne ho parlato nell'ultimo aggiornamento.
 
 
 
What do you think you'll read next? (Che cosa pensi di leggere dopo?)
 

You'd Be Home Now di Kathleen Glasgow lo tengo per pura ostinazione, ma se le cose e i ritmi non cambiano dovrò passare a qualcos'altro perché ho almeno tre eARC su NetGalley che hanno la pubblicazione ad inizio dicembre. 
 
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La noia, vero? Lo so - i miei finti aggiornamenti stanno diventando soporiferi. 
Spero che la vostra vita da lettori sia più movimentata della mia - scrivetemi nei commenti come va oppure lasciatemi il link del vostro post... il tempo da dedicarvi lo trovo sempre. 

lunedì 15 novembre 2021

What's on my bedside table? #95 | "Le ragazze scomparse" di Patricia Gibney

Neanche questo lunedì riesco a portarvi una recensione perché sono ancora indietro con la lettura - venerdì mi hanno chiamata a lavorare come collaboratrice scolastica in una scuola a venti minuti di macchina da casa mia in sostituzione malattia, quindi il contratto arriva fino a questo venerdì. Perlomeno intanto è una settimana in cui guadagno qualcosa, anche se la stanchezza poi mi piglia sempre e io non so come faccia la gente normale a conciliare lavoro e vita privata/hobby.

What's on my bedside table? è una rubrica ideata da Valy di Sparkle from books, in cui, nel giorno di lunedì, vi viene mostrato quale libro si trova sul mio comodino e come mai.


SUL MIO COMODINO C’È...
"Le ragazze scomparse" di Patricia Gibney
Thriller, secondo in una serie.


SONO A... 
Pagina 53%. Premesso che ci sono tantissimi riferimenti ad eventi del romanzo precedente che non riesco a ricordare perché l'ho letto nel gennaio 2018 e quindi campa cavallo, è un libro davvero pesante come temi - così tanto che dà il voltastomaco fin dal prologo per la violenza e la crudeltà. Continuano ad esserci tanti momenti tosti e difficili da digerire, Lottie non mi è sempre simpatica e la figlia di mezzo la prenderei a schiaffi - e aggiungiamoci pure che questa fa una cosa che mi triggera tantissimo - e io ho un paio di teorie che non so se sono del tutto giuste o se i pezzi si incastrano tra loro.


È SUL MIO COMODINO PERCHÉ... 
...avendo letto il libro, ero curiosa di proseguire visto che è su Kindle Unlimited.

venerdì 12 novembre 2021

[English Review] "I Am Winter" di Denise Brown | Blogtour

Lo so, l'avete vista anche l'altro giorno - e ora la vedete di nuovo, stavolta in inglese.


First of all, thanks to NetGalley and Hashtag Press for approving my request in exchange for a honest review. You can also find it on Goodreads and NetGalley - the Italian one is here.
You have to know English isn’t my first language, so feel free to correct me if I make some mistakes while writing this review.


Title:
I Am Winter
Author: Denise Brown
Publication Date: November 11th 2021
Pages: 234 (Kindle Edition)
Publisher: Hashtag Press
Amazon Link: https://amzn.to/3n2HOq2

Plot: When Summer’s best friend Cee dies from cardiac arrest after both girls have taken pills, the accusations on social media begin, but as the bullying intensifies, Summer grows closer to revealing the secret both families are harbouring.

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TRIGGER WARNING: use of alcohol and drugs by minors, verbal and written threats, domestic violence, parental abandonment.
 
 
From those blurb's few lines, it looks like a mystery young adult - and while it's true a little mystery is in there, it's not as broad and present as it might seem at first.
 
As much as I love the American setting in a book or a movie, I have to say that when I find myself reading about stories set in the UK, I already feel more in my element since I'm Italian - I don't know, maybe it's because of the same continent or similar stories and ways of doing things. For example, we most come of age at 18 instead of 21 as in the US - and if you are a teenager here, it's easier
enough to look more mature than your age or to have an adult friend to get you alcohol, which is more difficult if you have to bridge a gap up to a 21-year-old someone.
 
And I've seen a lot of European teenagers'
lives in Summer and Cee, who are used to go out with Cee's older brother - Ritchie, the boy Summer has always been in love with - and his company, gathering at the park to party and have almost always some alcohol at hand. Seriously, it was all perfectly believable in my eyes - in the eyes of my 14-year-old self who already drank low-alcohol content cocktails, in the eyes of my 16-year-old self who went dancing in the clubs and already drank vodka or tequila because in 2005 there was no law banning the sale of alcohol to minors under eighteen years of age.
 
Summer and Cee, despite not having immediately started their journey together as best friends, later found in each other the person who understood them the most. Both have difficult family situations: Summer has a mother who rarely behaves like one and her priority has always been keep her boyfriends content and have all their attention on her - even now that she has been with Mac for some time and has had a second child, Jonah, she can't manage to live up to the role; Cee, instead, has a mother whom she calls "the Ovary" who always had children with different men and somehow
it's up to Cee to raise them. School is seen as a waste of time, so much so that even the teachers have given up on them and no longer call home to report absence - for Summer and Cee, the most important thing is to go out with the guys, go to clubs and find relief where they can in a life they hate.
 
But one night Summer goes out with a guy she has recently met and she didn't expect Tom to bring a friend along, so she begs Cee to join her. Summer knows she's whiny and always in need of her friend, but she finally manages to convince Cee - Cee reaches her in the car with a bottle of gin and pills, Drake is on the radio and everything seems to be fine, but in an instant the car skids and at the exact same moment, Summer sees Cee's lips turn blue.
 
When Summer wakes up in the hospital many things have changed, the first one Cee being dead. Why didn't Summer know Cee had a heart condition? Cee's mother blames her for the death of her daughter because Summer made her leave the house in the middle of the night, on social networks they attack her and say that her tears are fake, her old friends avoid her and basically everyone thinks that she was the one who brought the pills that killed Cee - but that's not true, Cee brought them. And where did Cee get them? 


The part of the pills and where they come from - although it remains a latent question in Summer's mind for most of the book - does get an answer, but it's not the main focus of this story.
 
I Am Winter is a somewhat introspective novel, which immerses us in Summer's family life and shows us the spiral of depression and guilt into which she falls. If only she hadn't called Cee that night, if only she hadn't been so needy ... And it's not just because of her guilt that Summer falls into depression, but we also see how she becomes a prisoner of her own home due to threats she receives not only online, but also through the letterbox on the door.
 
I appreciate how Summer continues to "see" and "talk" to Cee in her room - how the missing of her is something tangible. I appreciated how she reunites with an old childhood friend, Kofi, and how she discovers another soul akin to hers. I appreciated how the estrangement to her old life and old habits have made her rediscover her little brother with Down syndrome and his needs - making her even more attentive to her mother's mood swings and the furious arguments Lizzie has with Mac.
 
I have seen a lot of myself in her reflections on friendship, especially when you have one special friend that you somehow depend on for a variety of things - in the end, other people were really friends with you or they were because they were first friends with your friend and basically you were just the "plus one" to them that no one really wanted around?
 
I less appreciated the way a few events of the past, especially in the first half of the book, were inserted into the narrative: very often it wasn't so clear if they were things that happened a long time ago or if they were things that just happened or even contemporary. Surely it was due to the fact that I read an eARC, but certain points didn't go exactly as smooth as they were supposed to and the rhythm was jammed.
 
Another thing that was unclear to me is the animal that Summer defines as her protector and that lives in the woods, in an oak hollow where Summer took refuge when needed as a kid and hid her treasures. Was it real? Does it exist? Summer calls it her "bear-wolf" throughout the book because as a child she didn't know how to identify the species but, in addition to the doubt about its existence, the doubt about the type of animal also remains.
 
I would have
also appreciated a few more initial moments dedicated to the development of Summer and Cee's friendship - in the prologue they are classmates and neighbors who accidentally spend an afternoon together when their usual friends are not available, the next page we find them as a couple of fifteen-year-old girls and best friends, with Cee who spends most of her nights sleeping at Summer's house to escape her mother.
 
The pills' source totally took me by surprise, but even about this important matter we discover the minimum necessary as there's no real discussion that explains why and wherefore - if it was a "one and only" type of situation on the part of this person or if that's a habit, since Summer witnessed something worrying before.
 
In general I appreciated I Am Winter: it provides a more than accurate drawing of adolescence in which I've also seen part of my own, it has important themes within it and on many occasions I felt so sorry for Summer, for she has to behave like an adult when the real adults are focused only on themselves and not on the needs of their children - I cheered for her when she finds the strength to rebel, even if we don't find out exactly how it goes given the open ending. Too bad for the rhythm that gets jammed on more than one occasion and for certain circumstances and dynamics that I would have liked to see a little more in-depth. 
 

mercoledì 10 novembre 2021

WWW.. Wednesday! #258

Scusate, nella risposta alla prima domanda mi è scappato un monologo - sono giorni difficili e la carenza di sonno di qualità non aiuta
 
Per niente. 
 
Io vi ho avvisati.


WWW Wednesday è una rubrica settimanale ideata da Should be Reading in cui vi mostro le mie letture passate, presenti e future.



What did you just finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)

 
I Am Winter di Denise Brown l'ho letteralmente appena finito: l'ho finito ieri alle cinque del pomeriggio e poi la sera sono andata a vedere Eternals - il mio cuoricino Stark ha battuto forte forte nel rivedere Richard Madden e Kit Harington di nuovo sullo schermo insieme, per non parlare del fatto che il compositore del film è lo stesso dell'opening di Game of Thrones - quindi la recensione, che voi vedete retrodatata a ieri, in realtà l'ho scritta dopo il film e pubblicata quasi alle tre di notte. Dopodiché mi sono messa a scrivere questo WWW. E vedete l'orario in cui è stata programmata la pubblicazione del post? Bene - è l'orario in cui mi suona la sveglia perché devo anche andare a fare delle foto per la carta d'identità che mi sta per scadere. Oh, che belle occhiaie viola che avrò! Tutto questo per dire che il libro inizialmente mi sembrava un mystery young adult, ma di fatto... Non è stata comunque una brutta lettura, ma non è stata neanche priva di difetti come mi sarei aspettata. Recensione - che oggi devo anche fare in inglese - QUI.
 
 
 
What are you currently reading? (Che cosa stai leggendo in questo momento?)
 

La sentite la risata maniacale in sottofondo? Sono io, che non so manco se oggi riuscirò davvero ad iniziare
Le ragazze scomparse di Patricia Gibney.
 
 
 
What do you think you'll read next? (Che cosa pensi di leggere dopo?)
 

Ovviamente non può mancare
You'd Be Home Now di Kathleen Glasgow, anche se ormai mi chiedo perché visto che la sua data di pubblicazione è passata e non è più in anteprima, ma vabbè - questione di principio. Poi non lo so - ho il periodo gratuito di Kindle Unlimited che ha fatto la polvere fino ad ora, devo mettere in ordine le anteprime su NetGalley e vedere a quali dare la priorità ed è probabile che legga i due fumetti di Felinia che ho comprato il mese scorso perché c'è aria di sgombero in casa e quindi il tempo come sempre scarseggia, pertanto mi serve qualcosa di breve e leggero. 
 
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Se non siete ancora scappati da questo WWW Wednesday - che più che un aggiornamento sembra più un crollo nervoso o un tracollo psicotico - i miei complimenti. Ditemi invece voi come la cavate e se non crollo addormentata dopo essere rientrata dalle mie commissioni, passo subito a rispondere ai commenti e a ricambiare la visita.