venerdì 29 giugno 2018

[Recensione] "Leah on the Offbeat" di Becky Albertalli

Il libro di oggi è un altro inedito, ma è assai probabile che verrà tradotto dal momento che si tratta dello spin-off di Non so chi sei, ma io sono qui - titolo cambiato in Tuo, Simon in occasione dell'uscita cinematografica di qualche settimana fa.

Quindi non è il mio primo tuffo nei libri della Albertalli, anche perché di suo ho letto anche un altro inedito - The Upside of Unrequited che, in realtà e anche se solo di sfuggita, è comunque collegato al mondo di Simon Spier.

Ma veniamo al suo vero spin-off.


Titolo: Leah on the Offbeat
Serie: Creekwood #2
Autrice: Becky Albertalli
Data di uscita: 30 aprile 2018
Data di uscita originale: 24 aprile 2018
Pagine: 339 (copertina flessibile)
Editore: Penguin
Link Amazon: https://amzn.to/2kIlYZn

Trama [tradotta da me]: Quando si tratta di suonare la batteria, Leah Burke è solitamente sul pezzo - ma la vita reale non va sempre a ritmo. Un'anomalia nel suo gruppo di amici, lei è l'unica figlia di una madre giovane e single e la sua vita è decisamente meno privilegiata. E sebbene sua madre sia a conoscenza del fatto che è bisessuale, Leah non ha ancora trovato il coraggio di dirlo ai suoi amici - nemmeno al suo apertamente gay migliore amico Simon.
Così Leah non sa veramente cosa fare quando il suo gruppo di amici solido come una roccia inizia a sgretolarsi in modi inaspettati e con il ballo di fine anno e il college all'orizzonte, la tensione è altissima. È difficile per Leah battere la giusta nota mentre tutte le persone a cui vuole bene stanno litigando - specialmente quando capisce che potrebbe amare una di loro molto più di quanto avrebbe mai voluto...


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Forse una rilettura di Simon vs. the Homo Sapiens Agenda non sarebbe stata male perché, sebbene io ricordi molto bene la storia di Simon e Blue, una rinfrescata alle scene di Leah non mi avrebbe fatto male. 

Quindi mi affido alle mie stesse parole nella recensione che avevo scritto l'anno scorso. 


Per quanto riguarda l'amicizia, io poi sono sentita come al solito divisa tra due personaggi: capivo Leah quando si arrabbiava con Simon e Nick per averla esclusa dalle loro uscite e per la sensazione di tradimento causata dalla presenza di Abby, come se questa avesse preso il suo posto. Ma capivo anche Simon perché Leah non ha un carattere facile subito e io stessa ho fatto la medesima cosa - sebbene anche Simon ad un certo punto si senta escluso quando scopre che Leah e Nick si sono visti senza di lui.
C'è sempre questa dualità che mi fa provare empatia per due personaggi con atteggiatamenti agli opposti perché ad un certo punto della mia vita sono stata entrambi: quella che veniva esclusa e quella che escludeva. Credo che questa dualità sia una qualità intrinseca della natura umana.
  
 


Leah on the Offbeat è ambientato un anno dopo la storia di Simon vs. the Homo Sapiens Agenda e anche dopo gli eventi di The Upside of Unrequited - ma come vi ho detto, anche se le storie sono collegate da personaggi che vengono nominati, non è necessario aver letto la storia di Molly per avere la comprensione di quello che sta succedendo.

Per chi ha amato Simon, non abbiate paura: il suo ruolo qui è ben più che marginale e appare spesso in tutto il suo essere adorabile. 

E poi c'è Leah: ruvida, cinica, sarcastica, lunatica e ben più che disposta ad usare le parolacce per enfatizzare un discorso. Leah che non ha problemi con il suo corpo, che nonostante alcuni momenti di insicurezza si piace così com'è - anche se non è magra come altre ragazze. 
Il bello di Leah è che non ha bisogno dell'approvazione degli altri, della dimostrazione che qualcuno la trova attraente per essere soddisfatta di se stessa.

Leah che, arrivati quasi alla fine del senior year, non è pronta a dire addio alla vita e agli amici di sempre una volta ottenuto il diploma. 
Perché questo è l'anno - questo è il libro - dei cambiamenti: della vita adulta e del futuro all'orizzonte, del ballo alle porte, delle relazioni e delle amicizie che si modificano - si adattano, si allontanano, si avvicinano. 
E proprio a causa di questi cambiamenti, Leah sente che c'è qualcosa offbeat: qualcosa che è fuori tempo, qualcosa che non segue il solito ritmo di sempre. 

E in tutto questo si svolge questo segmento della vita di Leah: la visita al college, la nuova relazione di sua madre, le storie d'amore dei suoi amici, il desiderio di uscire allo scoperto come bisessuale senza però avere il coraggio di farlo nonostante sappia benissimo che la cosa verrebbe accolta senza alcun battito di ciglia. Perché anche questa volta la Albertalli scrive magnificamente di un mondo in cui omosessualità, bisessualità oppure il non identificarsi in un genere specifico sono la normalità. 

Ho adorato gli scambi di battute, ho adorato la pop culture presente in questo libro - dai riferimenti ai film e alla musica. E soprattutto ho adorato tutte le volte in cui viene citato Harry Potter - e sono tante - perché non si può non amare questo gruppo di amici nerd che dichiarano apertamente a quale casa appartengono. 

Ammetto che ho storto il naso all'inizio per il romance - non certo a causa della bisessualità di Leah, ma perché secondo me è spuntato un po' dal nulla. 
Non è insta-love, non lo è assolutamente - anzi. Il punto è che, nel libro di Simon, la storia si concentrava praticamente solo su Simon e su Blue - giustamente. Questo è invece un libro un po' più corale e il romance acquista più senso andando avanti con la lettura proprio perché si vanno a riempire tutti quei buchi, tutte quelle parti mancanti che ci eravamo persi di Leah leggendo invece di Simon e Blue. 
La storia d'amore che all'inizio a me sembrava campata sul nulla acquista senso dopo, quando Leah ricorda gli eventi di un anno e mezzo prima - addirittura mesi prima che iniziasse la storia nel libro di Simon. E allora leggiamo di sentimenti tenuti nascosti, incomprensioni, timori e di un tempismo assolutamente imperfetto. E dopo molti degli atteggiamenti di Leah in Simon vs. the Homo Sapiens Agenda acquistano maggior senso.

La scrittura della Albertalli è sempre scorrevole e divertente, i suoi personaggi un gruppo di amici che vorresti avere anche nella realtà. 
E la cover poi è perfetta per alcuni momenti specifici della storia. 

mercoledì 27 giugno 2018

No WWW, no party #9

Eh già - sono di nuovo qui, così presto, con un altro No WWW, no party.

Purtroppo questi ultimi giorni sono stati tremendi per me e la lettura ne ha molto risentito - non solo perché il weekend lavorativo mi ha davvero stancata, ma perché poi ho visto più medici che altre persone. 

E allora tanto vale dirvelo, visto che adesso è ufficiale.
Se vi ricordate, nel corso di questi ultimi mesi vi ho accennato a periodi in cui stavo male - in cui mi venivano quelle che io sospettavo fossero coliche. 
Siccome ne ho avute due molto ravvicinate, mi sono finalmente decisa ad andare fino in fondo alla questione e l'ecografia d'urgenza fatta lunedì ha rivelato che ho due calcoli nella colecisti e la mia dottoressa ieri mi ha confermato che l'unica cosa da fare è farsi operare e farsi togliere la cistifellea - quindi potete ben immaginare perché io ieri non abbia letto una singola parola, lo shock è stato tremendo.


WWW Past: A sangue freddo di Truman Capote (recensione).

WWW Present: come avrete capito, non mi sono mossa da pagina 136 di Leah on the Offbeat di Becky Albertalli - e per le mie impressioni fino a questo momento vi rimando al mio post di lunedì

WWW Future: ho sempre in programma History Is All You Left Me di Adam Silveraho anche già deciso la prossima lettura - ma ancora una volta il trash dovrà aspettare.

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Forza, raccontatemi un po' delle vostre letture e sollevatemi un po' il morale perché io al momento sto veramente a terra - se poi penso anche a tutti i cambiamenti di alimentazione mi scoraggio ancora di più. Scrivetemi nei commenti oppure lasciatemi il link dei vostri post e io passerò il prima possibile.
(Not so much) cheers.

lunedì 25 giugno 2018

What's on my bedside table? #51 | "Leah on the Offbeat" di Becky Albertalli

Come andiamo, miei cari lettori?

Per quanto mi riguarda potrebbe andare decisamente molto meglio dal momento che oggi ho ricevuto delle brutte notizie e il mio umore, che già non era alle stelle, è diventato ancora più nero.

Non sono nemmeno in grado di garantirvi con sicurezza un nuovo WWW Wednesday questa settimana perché, come ormai sapete, a causa del lavoro durante il weekend non riesco proprio a leggere e oggi è andata come è andata e domani sarà uguale visto che dovrò andare dal medico per mostrarle i referti dei miei esami. 

Ma non buttiamoci giù più di quanto io non sia già e vediamo come procede la lettura sul mio comodino.
 

What's on my bedside table? è una rubrica ideata da Valy di Sparkle from books, in cui, nel giorno di lunedì, vi viene mostrato quale libro si trova sul mio comodino e come mai.


SUL MIO COMODINO C’È...
"Leah on the Offbeat" di Becky Albertalli
Il sequel/spin-off di Non so chi sei, ma io sono qui con protagonista l'amica di Simone, Leah.


SONO A... 
Pagina 136. Sono quasi a metà e se non fosse che il lavoro mi ha cotta nel weekend e che oggi è stato a dir poco un giorno caotico, sarei molto più avanti. Comunque mi sta piacendo, ho già segnato tantissime frasi da sottolineare e come gli altri libri della Albertalli, anche questo scorre che è una meraviglia.


È SUL MIO COMODINO PERCHÉ... 
... non vedevo l'ora di ritrovare Simon Spier e tutti i suoi amici. E Leah aveva bisogno del suo spazio, vista la presenza ridotta nel precedente.

giovedì 21 giugno 2018

[Recensione] "A sangue freddo" di Truman Capote

Questa è stata una lettura lunga e sofferta, ma non perché non sia stata di mio gradimento - tutt'altro. Il problema è stato il periodo: il caldo, la concomitanza dell'inizio del lavoro durante la stagione turistica e quindi la stanchezza e il sonno da recuperare che non mi aiutavano a restare concentrata a volte per più di tot pagine. 

Ma, detto questo, capisco perché questo libro di Truman Capote sia il secondo libro di non-fiction su un massacro più venduto nella storia.


Titolo: A sangue freddo
Titolo originale: In Cold Blood
Autore: Truman Capote
Data di uscita: 1 giugno 2005
Data di uscita originale: 1966
Pagine: 393 (copertina rigida)
Editore: Garzanti
Link Amazon: https://amzn.to/2J2Dghw

Trama: Pubblicato nel 1966, "A sangue freddo" suscitò una serie di polemiche di carattere letterario ed etico-sociale. L'autore venne accusato, tra l'altro, di voyerismo cinico, per aver voluto registrare "oggettivamente" un fatto di cronaca nera, anzi di violenza gratuita, avvenuta nel cuore del Middle West agricolo: lo sterminio brutale di una famiglia da parte di due psicopatici. Nel libro, la visione puntuale delle dinamiche della vicenda, ottenuta grazie all'assidua frequentazione dei due colpevoli, giustiziati dopo un processo durato sei anni, è filtrata e riscattata attraverso una sapiente rielaborazione stilistica.


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Siamo nel Kansas del 1959 quando, nelle prime ore del 15 novembre, la famiglia Clutter - composta da Herbert e Bonnie e dai due figli più giovani, Nancy e Kenyon, che ancora vivevano con loro - viene massacrata nella propria casa. 
Letteralmente a sangue freddo. 

Per i cittadini di Holcomb è un vero colpo: tutti abituati a conoscersi e a lasciare le porte aperte anche di notte vista la totale fiducia nei propri compaesani, da un giorno all'altro diventano sospettosi gli uni degli altri quando l'apparente mancanza di indizi sembra non portare a nessun colpevole e il massacro di quella famiglia così perbene, in vista e rispettabile crea paura, sconcerto e diffidenza. 
Soprattutto perché non c'era nessun motivo apparente che potesse giustificare una tale violenza nei confronti dei Clutter. 


Sembra un thriller, vero? Un romanzo come tanti, come uno di quelli che potreste trovare in libreria anche adesso. 
Invece si tratta di una storia vera. 

Quando sui giornali apparve la notizia del massacro della famiglia Clutter, Truman Capote si recò sul posto insieme all'amica e autrice Harper Lee - quella de Il buio oltre la siepe.
Intervistarono i residenti, chi conosceva più o meno i Clutter, gli investigatori e gli agenti che parteciparono al caso. Tutte le note prese e i sei anni passati a lavorarci sopra hanno dato vita a questo libro. 

A sangue freddo è un resoconto giornalistico, ma è così articolato e magnificamente strutturato che pare di leggere un romanzo. Un thriller, come vi ho detto. Questo finché non si cerca su Wikipedia le facce di chi ha compiuto il massacro e si torna bruscamente alla realtà vedendo i volti di chi è stato capace di uccidere quattro persone senza neanche un ripensamento. Con una freddezza e una premeditazione che vi sentirete gelare quando scoprirete l'origine e lo svolgimento del massacro.

Truman Capote ci presenta le vittime, gli assassini, i famigliari, gli amici e gli esterni più o meno coinvolti - il tutto con distacco, con imparzialità, senza alcun giudizio da una parte o dall'altra che traspare. 
La sua è una scrittura quasi clinica, fredda ma che riesce comunque a suscitare empatia nel lettore quando protagonisti del momento sono certi personaggi. 
Questo suo modo distaccato di presentarci i fatti e le persone coinvolte non aliena il lettore, ma lo coinvolge nella vicenda anche se assiste da "esterno" a qualcosa che non può cambiare - forse proprio perché non lo può cambiare.

Non aspettatevi la struttura di un thriller perché, anche se lo sembra, di fatto non lo è: non c'è una ricerca spasmodica degli assassini, non ci sono pagine e pagine di processo, non c'è ritmo da fiato in sospeso. 

L'inizio è un forse un po' lento, ma permette di conoscere le vittime e anche i loro assassini. Ci sono poi le reazioni di Holcomb e dei suoi residenti, l'alternanza tra come reagisce la gente alla vicenda e il lavoro investigativo del KBI e la vita che intanto stanno conducendo i due assassini dopo quel 15 novembre. 
Ci sono parti forse un po' prolisse, parti che approfondiscono la vita di alcune persone che poi vengono in contatto con i protagonisti della storia: sono utili per dare un'ulteriore sfumatura psicologica ai personaggi quando vengono messi in relazione, ma anche un po' più corte sarebbero andate bene. 

Con la sua ricostruzione clinica del massacro della famiglia Clutter e la sua voce onnisciente - espediente che personalmente adoro - Truman Capote solleva anche, senza fornire alcun giudizio ma lasciando la risposta al lettore, interrogativi riguardanti la sanità mentale e cosa davvero bisogna tenere in considerazione per essere giudicati pazzi criminali e l'etica della pena di morte. 
Truman Capote non giudica: ci presenta tutti i protagonisti di questa storia - le vittime, i colpevoli, gli esterni - con le loro luci e le loro ombre e per ognuno di loro si arriva a provare sia pena che condanna. L'autore ha scavato a fondo, ricostruendo anche il passato e il rapporto dei due assassini dal momento in cui si sono conosciuti fino alla conclusione a metà degli anni Sessanta. 

Mi è piaciuto molto, scritto in una maniera eccellente e con una traduzione "vecchio stile" - parole inglesi italianizzate e una grammatica un po' desueta. 
Ribadisco quanto scritto nell'introduzione: se lo avessi letto in un altro periodo sicuramente mi sarei sentita più coinvolta - sia nelle vite di vittime e assassini, sia nelle indagini e nel processo. Quindi, se volete un consiglio, anche se siete ispirati leggetelo comunque quando avete tempo e concentrazione da dedicargli: con la mente affaticata vi sembrerà forse di arrancare e non vi sentirete stimolati a proseguire. 

Ma, detto questo, questo libro merita davvero tutta la fama che si è guadagnato.

mercoledì 20 giugno 2018

WWW.. Wednesday! #103

Mi sembra incredibile che sia passata una settimana dal mio ultimo post, eppure sì... sono stata in silenzio per ben sette giorni. 
Giorni in cui ho lavorato, dormito appena potevo, recuperato episodi di telefilm con cui ero rimasta indietro uscendo con le amiche e rivedendo alcune conoscenze e la lettura di conseguenza ne ha sofferto. 
 
Ma indovinate chi sta scrivendo dal suo computer?
Premetto però che siamo ancora in prova e bisogna vedere se il difetto che aveva prima si ripresenterà - anche perché ho dei settori dell'hard-disk danneggiati e se il problema si ripresenta bisognerà provare a sostituirlo sperando che non sia invece la scheda madre. 
 
Ma non fasciamoci la testa prima del dovuto e passiamo alle letture - che anche se stamattina avevo la sveglia presto, ho fatto comunque le ore piccole per riuscire a fare effettivamente un nuovo WWW Wednesday e non la replica uguale del No WWW, no party della settimana scorsa.


WWW Wednesday è una rubrica settimanale ideata da Should be Reading in cui vi mostro le mie letture passate, presenti e future.



What did you just finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)


Ho concluso stanotte A sangue freddo di Truman Capote, un libro di non-fiction che racconta di un massacro avvenuto in Kansas alla fine del 1959. Mi è piaciuto, ma riconosco che se l'avessi letto in un periodo diverso mi sarei sentita ancora più coinvolta. La recensione arriverà domani.



What are you currently reading? (Che cosa stai leggendo in questo momento?)


Se avete quanto sopra, va da sé che non sto effettivamente leggendo Leah on the Offbeat di Becky Albertalli - lo comincerò una volta che avrò scritto la recensione del libro di Capote. E quindi nulla, non vi so dire proprio niente!



What do you think you'll read next? (Che cosa pensi di leggere dopo?)


Pensavo che dopo il libro della Albertalli mi sarei data al trash estivo e invece mi è venuta voglia di un m/m, quindi la mia scelta è ricaduta su History Is All You Left Me di Adam Silvera - tanto restiamo sempre in tema Albertalli, visto che lei e Silvera hanno scritto un libro insieme di prossima pubblicazione. 
E poi si vedrà con cosa darò inizio al festival delle letture estive e del trash. 

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Ma che bello essere tornata con le mani sulla mia tastiera! 
E voi? Voi cosa mi raccontate? Cosa mi sono persa in questa settimana?
Scrivetemi tutto nei commenti e appena potrò, passerò a ricambiare la visita!
Cheers! :)

mercoledì 13 giugno 2018

No WWW, no party #8

Vi avevo avvisati lunedì che questa settimana il consueto appuntamento con il WWW Wednesday sarebbe saltato - mille cose da fare, il lavoro, la stanchezza, il sonno da recuperare, le congiure astrali... 

Ma mi sarebbe dispiaciuto lasciare vuoto questo giorno, ecco perché ho rispolverato il No WWW, no party per tenervi comunque aggiornati sulle mie letture.


WWW Past: A Week of Mondays di Jessica Brody (recensione) e Dark Matter di Blake Crouch (recensione).

WWW Present: se lunedì ero a pagina 112 di A sangue freddo di Truman Capote e ieri mi ero ripromessa di andare finalmente avanti, alla fine è saltato fuori un impegno imprevisto e sono dovuta andare in città per la maggior parte del pomeriggio. E in tutto questo sono andata avanti di sole dieci pagine dopo cena prima di mollare tutto per mettermi a guardare Chicago Justice - questo libro sembra proprio destino che io non abbia un attimo di tregua per leggerlo. 

WWW Future: ho sempre in programma Leah on the Offbeat di Becky Albertalli e se la settimana scorsa non avevo idea di cosa avrei letto dopo, alla fine ho scelto il libro - ma vi lascio all'oscuro ancora per un po', in un post dove non ci sono cover non c'è gusto.

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Eccoci alla fine di questo non-appuntamento e spero che a voi sia andata meglio! 
Ditemi se anche voi avete mai avuto periodi "maledetti" nei quali sembravate incapaci di avere tempo per leggere senza drammi all'orizzonte e scrivetemi nei commenti la vostra settimana di letture oppure lasciatemi il vostro link e quando avrò il computer a disposizione passerò a ricambiare la visita! 
Cheers! :)

martedì 12 giugno 2018

Some (New) Books Are (Here) #25

Lo so - sembra che io non faccia altro che spendere soldi in libri. 
Ma non è così, lo giuro - almeno non troppo.  

Le entrate di oggi sono dovute al secondo buono della Vodafone, quello valido per il mese di giugno - mica potevo farmelo scappare, no? 

Come l'altra volta - visto che sono ancora senza computer - nel post di oggi non ci saranno foto scattate da me, ma le immagini delle cover prese da Goodreads.
Portate pazienza - pensate io quanta ne devo avere. 

Some (New) Books Are (Here) è una rubrica inventata da me a cadenza assolutamente casuale nella quale vi mostro le mie nuove entrate in materia librosa, perché sono arrivate in casa mia e via di questo passo.

Se vi ricordate, l'altra volta avevo scritto che nell'indecisione tra due libri ne avevo scelto uno e mi ero ripromessa di prendere l'altro in questa occasione.
Indovinate? Esatto, il libro in questione non c'era più. Invece di quello che poi mi ero portata a casa l'altra volta ce n'erano copie in abbondanza. 
Le gioie non abitano qui. 

Ma niente paura, non sono tornata a casa a mani vuote. 



Il primo che ho preso in libreria è stato Ti aspetto da sempre di Ava Dellaira - di cui avevo già letto Noi siamo grandi come la vita. In realtà il mio proposito era quello di aspettare l'edizione papeback - esattamente come l'edizione del primo romanzo - ma poi ho pensato che ultimamente i paperback finiscono tutti pubblicati sotto la Pickwick e il formato non avrebbe coinciso, essendo la mia copia di Noi siamo grandi come la vita in edizione sì in economica, ma targata ancora Sperling & Kupfer. Quindi, formato sbagliato per formato sbagliato e quindi altezze diverse in ogni caso, tanto valeva prendersi direttamente l'hardback e non pensarci più. 
Ho poi preso Una vita come tante di Hanya Yanagihara, un mattone di più di mille pagine che ho notato qualcosa come tre anni fa quando la blogger inglese che seguo l'aveva recensito. So che è straziante e pesante (come temi) e la mia idea era di prenderlo in inglese fin dal principio, ma una volta mia madre aveva letto un trafiletto a riguardo e aveva mostrato un certo interesse. Ogni volta che lo vedevo in libreria lo guardavo, ma lo lasciavo sempre lì perché il prezzo di 22€ mi metteva sempre un po' in allarme - la settimana scorsa invece mi sono decisa, ma proprio non ho idea di quando lo leggerò.
Infine, siccome anche mia madre è Vodafone e aveva anche lei il buono da Mondadori, questa volta aveva per sé solo il nuovo libro di Camilleri e, per non far andare sprecato il buono, mi ha "ceduto" parte del suo: ecco che mi sono portata a casa Il giorno dei Lord di Michael Dobbs. Ammetto che ero un po' indecisa perché, sebbene io abbia amato House of Cards, in molti dicono che questa serie è inferiore rispetto a quella con protagonista Francis Urquhart - vedremo.

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Per oggi è tutto! 
Come  vi avevo già anticipato ieri, domani non andrà online il consueto WWW del mercoledì ma un No WWW, no party - in modo da riuscire comunque a tenervi aggiornati sulle mie letture. 
Nel frattempo fatemi sapere se conoscete qualcuno di questi libri oppure se avete trovato nuove ispirazioni e io vi dò appuntamento a domani!

lunedì 11 giugno 2018

What's on my bedside table? #50 | "A sangue freddo" di Truman Capote

Che si dice, miei cari lettori?

Speravo tanto oggi di scrivervi dal mio computer e invece non è così, perché quando ho telefonato questa mattina al tecnico per chiedergli se potevo ufficialmente andare a riprendermelo è venuto fuori che ci sono problemi con il mio profilo utente durante l'accesso e si è accorto che ci sono delle sezioni dell'hard-disk danneggiate. 

Le (non) gioie della vita sono infinite. 

Spero mi perdonerete un po' la chiacchiera che segue per giustificare la mia latitanza, ma vi avviso già che mercoledì non andrà online il consueto appuntamento del WWW - andrà online invece il No WWW, no party.  
Quelli scorsi sono stati giorni difficili ed estenuanti e non ho mai avuto il tempo o la forza per leggere: la stagione turistica è entrata nel vivo e giovedì ho dovuto fare tutte le cose che invece mi ero programmata per i giorni futuri - idem per il venerdì, in cui ho anche dovuto organizzarmi tutte le cose per il lavoro. 
E il weekend, per quanto ancora solo di mezza giornata lavorativa, ha ridotto le mie forze al minimo: più di cinque ore in piedi e una sofferenza emotiva per me avere a che fare con tutte quelle persone quando si è notoriamente asociali, allergici alla matematica e ai conti a mente e con l'ansia sociale. 
Motivo per il quale, una volta tornata a casa e con le gambe a pezzi, riesco a malapena a leggere due pagine prima di crollare addormentata. 

Bello vivere al mare quanto volete, ma la stagione turistica è un incubo. 


Ma passiamo ai libri e visto che fino a sabato non dovrei essere chiamata, domani proverò a mostrarvi i miei ultimi acquisti - sempre senza foto perché sono senza il mio computer - e ad andare avanti con la lettura del libro oggetto del post di oggi.
 

What's on my bedside table? è una rubrica ideata da Valy di Sparkle from books, in cui, nel giorno di lunedì, vi viene mostrato quale libro si trova sul mio comodino e come mai.


SUL MIO COMODINO C’È...
"A sangue freddo" di Truman Capote
Un resoconto giornalistico, narrato come un romanzo, di un fatto di cronaca nera avvenuto nel Midwest del 1959.


SONO A... 
Pagina 112. Probabilmente non sono neanche ad un quarto del libro nonostante sia passata quasi una settimana da quando l'ho iniziato. Ma non è colpa sua: è solo che, come avete potuto leggere sopra, sono stata indaffarata e sono stanca e accaldata e forse, nonostante l'ispirazione, avrei dovuto rimandarne la lettura di qualche mese per concentrarmi sul serio - ma a mia discolpa non pensavo che mi avrebbero chiamata così presto a lavorare visto com'era andata l'anno scorso. Comunque lo stile mi piace davvero tanto, proprio perché essendo un resoconto giornalistico in forma di romanzo e avendo Truman Capote studiato i fatti e raccolto le testimonianze, presenta uno dei miei espedienti narrativi preferiti: il narratore onnisciente. E lo fa presentando sia la famiglia che ne è rimasta vittima sia chi ne è stato responsabile, offrendo i punti di visti di quelli coinvolti ma anche di quelli un po' estranei alla vicenda. 


È SUL MIO COMODINO PERCHÉ... 
... il fatto che sia la ricostruzione di un massacro eseguito proprio "a sangue freddo", spaventa e affascina allo stesso tempo in quanto cronaca nera.

mercoledì 6 giugno 2018

WWW.. Wednesday! #102

Quanto siete annoiati dal sentirmi dire che sono ancora senza computer?
Scommetto molto, visto che lo sono io - e non poco, dal momento che mi scoccio da sola. E nel frattempo mi sono presa un nuovo telefono dopo il mezzo infarto provocato dal mio amatissimo Nokia Lumia che la settimana scorsa si era bloccato e temevo morisse come l'anno scorso e ci mancherebbe solo che restassi anche senza cellulare. 
Ma comunque ieri con me la stampante non voleva funzionare e sospetto veramente di essere elettromagnetica o qualcosa del genere, aiuto.

Tiriamoci un po' su il morale con i libri.


WWW Wednesday è una rubrica settimanale ideata da Should be Reading in cui vi mostro le mie letture passate, presenti e future.



What did you just finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)


Due letture concluse in questi ultimi sette giorni. 
La prima è stata uno young adult inedito in Italia molto carino e se avevate trovato Prima di Domani di Lauren Oliver troppo drammatico, A Week of Mondays di Jessica Brody va nella direzione opposta. Recensione QUI.
La seconda - che a dispetto delle apparenze ha qualche affinità con il libro sopra - è stata Dark Matter di Blake Crouch e non vi posso dire niente perché ogni parola potrebbe essere uno spoiler. Sappiate solo che mi è piaciuto veramente tanto e che sono ancora qui che ci penso. Recensione assolutamente spoiler-free QUI



What are you currently reading? (Che cosa stai leggendo in questo momento?)


Ieri ho letto solo due pagine di A sangue freddo di Truman Capote, quindi si può dire che io lo cominci oggi. Non è un romanzo, ma un resconto giornalistico di un fatto realmente accaduto alla fine degli anni '50 nel Midwest americano. 



What do you think you'll read next? (Che cosa pensi di leggere dopo?)


Non ve l'avevo mostrato nell'ultimo post di acquisti perché in realtà pensavo che sarebbe arrivato in questi giorni, ma Leah on the Offbeat di Becky Albertalli è stato un acquisto un po' impulsivo visto che avevo approfittato di piccolo sconto che c'era su BookDepository verso fine maggio. E sì, è lo spin-off dedicato a Leah di Non so chi sei, ma io sono qui / Tuo, Simon.
Poi non lo so, vedremo dove mi porterà l'ispirazione. 

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Siamo giunti alla fine del primo WWW di giugno. La vostra settimana com'è andata? Scrivetemi tutto nei commenti oppure lasciatemi il link del vostro post - ormai la procedura la sapete, appena potrò mettere le mani su un computer che disgraziatamente non sarà ancora il mio passerò da voi. 
E protestiamo tutti insieme perché dopo averci scassato le pailettes con tutte quelle email sulla privacy, alla fine adesso mancano quelle più importanti: quelle che ci avvisano quando qualcuno commenta i nostri post - senza mi sembra sempre di perdere qualche pezzo per strada. 
Cheers(?) :)

martedì 5 giugno 2018

[Recensione] "Dark Matter" di Blake Crouch

Per me è stato inevitabile essere attratta da questo libro perché conoscevo già il suo autore - lo stesso della trilogia di Wayward Pines, che trovate recensita QUI.
Se non fosse stato tradotto, l'avrei comunque acquistato in inglese - meglio così però, dal momento che la fantascienza non è un genere che leggo spesso e nonostante siano anni che leggo in inglese, forse non è un genere con cui mi troverei a mio agio in lingua originale. Ma non ho neanche mai provato, quindi chi lo sa.


Titolo: Dark Matter
Titolo originale: Dark Matter
Autore: Blake Crouch
Data di uscita: 26 luglio 2016
Data di uscita originale: 28 febbario 2017
Pagine: 360 (copertina rigida)
Editore: Sperling & Kupfer

Collana: Pandora
Link Amazon: https://amzn.to/2KK5jiW

Trama: Jason Dessen è un quarantenne sposato con la donna della sua vita, ha un figlio adolescente per il quale farebbe qualunque cosa e insegna in un piccolo college di Chicago. Avrebbe potuto vincere il Nobel per la fisica, ma ha lasciato la ricerca per dedicarsi alla famiglia. E quando un suo ex collega lo invita a una festa, Jason esita ma sua moglie lo spinge a uscire dalla routine. Una serata diversa fuori di casa, gli dice. Una serata molto diversa. Mentre Jason rientra, un uomo mascherato lo costringe a salire su un SUV nero sotto la minaccia di una pistola. «Sei felice della tua vita?» sono le ultime parole che Dessen sente, prima che il suo rapitore lo colpisca facendogli perdere conoscenza. Prima di risvegliarsi legato a una barella e circondato da sconosciuti completamente nascosti da tute anticontaminazione. Prima che un uomo mai visto prima gli sorrida dicendo: «Bentornato, Jason. Congratulazioni, ce l’hai fatta». Nel mondo in cui si è svegliato, la vita di Jason non è quella che ricorda. Sua moglie non è sua moglie. Suo figlio non è mai nato. E lui non è un anonimo professore ma il genio che ha compiuto un’impresa memorabile. Qual è il mondo dei sogni, questo o l’altro? Come può tornare alla famiglia che ama? Per rispondere, Jason dovrà affrontare un avversario irriducibile: la materia oscura, dentro e fuori di lui.


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Oh, wow. 

Coscientemente o meno, a volte mi capita di fare letture una di seguito all'altra che, anche quando sono apparentemente del tutto diverse le une dalle altre, alla fine finiscono per avere delle cose in comune. 

Vi chiederete perché dico questo. 
Vi chiederete perché sembra che io stia associando la mia lettura precedente - uno young adult leggero, divertente ma anche riflessivo come A Week of Mondays di Jessica Brody - con questa mia ultima lettura che parla di fantascienza e di un sacco di concetti che la maggior parte di noi umani non ha la materia grigia per afferrare, me compresa.

Perché partono tutti e due da uno stesso concetto: le scelte che facciamo.


Non vi posso dire nulla oltre a quello che dice la trama: abbiamo Jason Dessen, professore di fisica sposato con una donna che ama tantissimo e con un figlio che adora. 
Ma una sera viene rapito e poco prima di perdere i sensi, il suo rapitore gli chiede se è felice. E quando Jason si sveglierà, nulla avrà più senso. 
Qual è la realtà? Quella che crede di aver vissuto o quella che sta osservando con i propri occhi, quella in cui le persone si rivolgono a lui come a qualcuno che conoscono ma che lui sa di non essere? E dov'è la sua famiglia? C'è un modo per tornare da loro? 


Parliamo di fantascienza, parliamo di fisica, parliamo di meccanica quantistica - ma fidatevi, è tutto comprensibile nei limiti di quello che una mente umana non portata per la scienza può capire. E ve lo dice una che era una vera e propria capra in fisica al liceo, tanto che la sua amica doveva spiegarle il moto rettilineo sull'autobus nel tragitto da scuola a casa. E questa amica faceva ragioneria, fate un po' voi. 

Mi ha ricordato moltissimo due telefilm, ma solo per i concetti che porta con sé e non per la storia in se stessa - e questi telefilm non ve li posso nominare altrimenti sarebbe come spoilerarvi l'intera storia con solo due parole.

Blake Crouch, come aveva fatto in precedenza, ci porta ad essere in totale simbiosi con il suo protagonista - con le sue paure, i suoi timori, i suoi pensieri. 
Dark Matter è una storia che ti avvinghia e non ti lascia andare - che ti lascia una sensazione di paura, stordimento, inquietudine e profonda angoscia
Che ti fa sentire un po' come se il tuo cervello fosse stato messo nel frullatore.

Proprio perché i suoi concetti mi hanno ricordato due telefilm, una cosa sono stata in grado di prevederla ad un certo punto dopo un po' di ragionamento da parte del mio cervellino non proprio scientifico, ma tutto quello che è venuto dopo mi ha colpita in maniera violenta e inaspettata - esattamente come ha colpito Jason nel momento in cui il plot-twist è arrivato con la forza di un calcio sui denti. 
E per quanto possa partire come una storia di fantascienza, in realtà è una storia molto umana che ti prende allo stomaco mentre non vedi l'ora di finirla perché devi sapere, perché con le scene di azione l'adrenalina è a mille, perché ci sono scene che ti fanno venire i brividi lungo la schiena, perché sai che forse ad un certo punto avrai gli incubi, perché speri disperatamente come Jason che lui possa riunirsi alla sua famiglia. 

Dark Matter ti prende a livello emotivo e mentale, ti prende così tanto che non puoi fare a meno di pensare a quanto tu sia in realtà un granello di sabbia in un mondo persino troppo grande da immaginare. E se ci fosse qualcosa di vero? Se potesse diventare vero?
Blake Crouch ha creato una storia che angoscia e spaventa, ma che è anche incredibilmente coinvolgente - ha creato un mondo tale che tu ringrazi ad ogni pagina per quello che hai nel tuo piccolo. 

So che in pratica non ho detto niente, ma dovete ricordare solo questo: noi siamo il frutto delle nostre scelte. Leggetelo e unitevi alla paranoia insieme a me.

lunedì 4 giugno 2018

What's on my bedside table? #49 | "Dark Matter" di Blake Crouch

Mentre io - come accade spesso ultimamente - litigo con la tecnologia, spero che nel frattempo la vostra settimana sia cominciata nel migliore dei modi. 
Guardiamo intanto cosa c'è sul mio comodino?
 

What's on my bedside table? è una rubrica ideata da Valy di Sparkle from books, in cui, nel giorno di lunedì, vi viene mostrato quale libro si trova sul mio comodino e come mai.


SUL MIO COMODINO C’È...
"Dark Matter" di Blake Crouch
Un romanzo di fantascienza uscito l'anno scorso, dello stesso autore che ha scritto la trilogia di Wayward Pines.


SONO A... 
Pagina 220. Sono più indietro di quanto avrei creduto perché nel weekend non ho praticamente letto - già perché sono andata a comprarmi un nuovo cellulare e abituata com'ero a WindowsPhone, pur avendo avuto un'infarinatura di Android precedentemente, devo ancora prenderci la mano. COMUNQUE. Pur essendo più indietro di quanto avevo previsto sulla mia tabella di marcia prima che la VitaVera si mettesse in mezzo, mi mancano comunque solo 128 pagine alla fine. E niente, questo libro è l'angoscia ma proprio per questo mi sta piacendo. 


È SUL MIO COMODINO PERCHÉ... 
... Blake Crouch è un autore che ho già avuto modo di apprezzare e i suoi libri si leggono velocemente e fanno immergere il lettore nell'atmosfera da lui creata, facendolo diventare tutt'uno con il protagonista. E ci sono l'angoscia, la paura, l'adrenalina e niente, si muore dalla voglia di saltare subito alla fine ma ci si deve frenare.