giovedì 31 maggio 2018

[Recensione] "A Week of Mondays" di Jessica Brody

E alla fine eccomi qua, ieri sono riuscita a finire il libro e quindi vi presento qua sotto l'ultima lettura e l'ultima recensione di questo maggio 2018.


Titolo: A Week of Mondays
Autrice: Jessica Brody
Data di uscita: 8 agosto 2017
Data di uscita originale: 2 agosto 2016
Pagine: 480 (copertina flessibile)
Editore: Square Fish
Link Amazon: https://amzn.to/2HBYamE

Trama [tradotta da me]:  Quando ho espresso il desiderio, volevo soltanto una seconda possibilità. Un'altra occasione per sistemare le cose. Non avrei mai, neanche in un milione di anni, pensato che si potesse sul serio avverare...

La sedicenne Ellison Sparks sta vivendo un serio caso di "mal di lunedì". Prende una multa per essere passata con il rosso, è in grado di farsi fare la peggior foto scolastica del mondo, fa un fiasco clamoroso con il suo discorso per l'elezione di classe e, ciliegina sulla torta, Tristan, il suo bellissimo ragazzo rocker improvvisamente la molla. Per nessuna buona ragione!
Il lunedì va avanti e non potrebbe andare peggio di così. Ed Ellie è convinta del fatto che se potesse rifare tutto daccapo, lo farebbe nella maniera giusta. Così quando si risveglia la mattina dopo e scopre che sta rivivendo esattamente lo stesso giorno, lei sa quello che deve fare: impedire al suo ragazzo di rompere con lei. Ma sembra che non importi quante occasioni ottenga o quanto impegno Ellie ci metta per cercare di riparare la sua relazione, Tristan sembra sempre deciso a finirla. Riuscirà Ellie a capire come aggiustare questo giorno? Oppure sarà bloccata in questo lunedì da incubo per sempre?


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Avete presente quelle giornate in cui va tutto storto? Quelle in cui avreste fatto meglio a non alzarvi proprio dal letto che vi sareste fatti un favore? 
Ecco, Ellison Sparks sta vivendo proprio una di quelle giornate. 

Dopo aver litigato la sera prima con il suo ragazzo Tristan, Ellie si sveglia il lunedì e tutto comincia ad andare storto: rovescia un bicchiere d'acqua sul compito di inglese, riceve il temuto messaggio che recita "dobbiamo parlare" da parte di Tristan, piove e non ha l'ombrello, passa con il semaforo rosso, la foto scolastica è un disastro e il discorso per l'elezione va malissimo, il resto della giornata va sempre peggio e in conclusione, durante l'ultima serata della fiera che avrebbe dovuto essere il coronamento di un romanticissimo appuntamento con Tristan, viene mollata. 

Quante volte non avremmo voluto rivivere una giornata dall'inizio, sapendo quello abbiamo vissuto, per rifare tutto nella maniera giusta?
E il desiderio di Ellie si avvera - con conseguenze prima esilaranti e poi inaspettate. 


Sinceramente pure io, se mi risvegliassi rivivendo lo stesso giorno, penserei di essere pazza oppure di essere la vittima di un enorme scherzo. 
Ecco quindi che Ellie Sparks, sagace e sarcastica e con un tocco da drama queen ereditato dalla madre, prima fa sorridere e al secondo lunedì fa morire dal ridere. 
Dopo aver capito che il suo desiderio si è avverato, Ellie ha come obiettivo arrivare alla fine di lunedì senza farsi mollare - ma non importa quello che fa, i trucchi che adotta, lo stile che cambia, la personalità che improvvisa, Tristan alla fine la molla sempre. 

Cos'è che continua a sbagliare? Oppure, come le fa notare il suo migliore amico Owen, il "problema" da risolvere è un altro?


Per molti versi assomiglia a Prima di Domani di Lauren Oliver, ma senza tutta la nota drammatica. Anche Ellie, come Sam, si ritrova a vivere lo stesso giorno più e più volte, non capendo mai cosa deve cambiare per far sì che la situazione di sblocchi, ma lo fa in maniera molto più leggera. 
Ho poi adorato i titoli dei capitoli, ogni titolo è il titolo di una canzone.

Ellie vive sette lunedì: sette lunedì nei quali il suo cuore viene spezzato, in cui osserva i suoi genitori litigare, in cui presta più attenzione a sua sorella minore, in cui si accorge di come sono cambiati i suoi rapporti con le persone e la percezione di sé da quando sta con Tristan. 

Gli adolescenti di questo libro sono adolescenti normali, sedicenni che si comportano secondo la loro età e non sono rappresentati come troppo maturi oppure troppo infantili, ma con quel tocco melodrammatico che abbiamo avuto tutti a quell'età. 
E sì, ci sono un po' di cliché: dalla rockstar scolastica alla cheerleader antipatica ai genitori quasi sempre assenti - ma i cliché in sé non hanno un ruolo fondamentale.

Ellie mi è stata simpatica con le sue mille playlist che si adattano al suo umore del momento, la passione per la musica anni '60 e l'ossessione per i legal drama - di cui ha adottato il linguaggio e insieme ad Owen è capace di sostenere intere conversazioni come se fossero un dibattimento in un'aula di tribunale. 
Il fatto che anche lei sia rimasta traumatizzata da The Ring le ha fatto guadagnare mille punti, anche se un suo gesto che racconta all'inizio e viene visto nel flashback, pur facendo ridere al momento, pensandoci seriamente è alquanto discutibile. E se fosse stato al contrario - se a farlo fosse stato Tristan - sarebbe stato visto in tutt'altro modo.

Una settimana può cambiare molte cose ed Ellie maturerà quasi senza accorgersene, prima seguendo le regole e poi concedendosi un giorno di ribellione - riscoprendo finalmente la persona che aveva nascosto sotto un'altra personalità, ritrovando se stessa e assecondando le sue passioni. 

Perché a volte tutti cambiamo qualcosa di noi per adeguarci, per farci accettare dagli altri, per la paura di essere rifiutati, ma non possiamo mai negare e soffocare la persona che siamo davvero. 
Siamo molto più di un'etichetta che ci viene affibbiata ed Ellie avrà un'intera settimana per sperimentare e fare tesoro di tutto quello che vive risvegliandosi sempre lo stesso giorno dopo l'ennesimo tentativo. 

A Week of Mondays è una storia divertente, ma anche riflessiva - che ci porta a riflettere su quanto il primo amore ci faccia cambiare e come a volte non ce ne accorgiamo nemmeno, su come l'essere notati ci punti addosso un riflettore che ci fa sentire giudicati da chi ci circonda.

È una storia di cambiamento e maturità, uno young adult che ha un po' di cliché e qualche difettuccio ma che si legge in fretta e adatto per svagarsi un po' senza per forza farne un'analisi critica - per sorridere e ridere e capire che le persone che ci accettano per quelle che siamo sono davvero le uniche che vale la pena tenersi strette. 

A volte mi sento un po' troppo cresciuta per questo genere di letture, ma - come nel caso di Dimmi tre segreti di Julie Buxbaum e Been Here All Along di Sandy Hall - di tanto in tanto mi piace farle perché sono un modo davvero piacevole di passare qualche giorno.


mercoledì 30 maggio 2018

WWW.. Wednesday! #101

Se qualcuno tra voi conosce un bravo esorcista - anche se non è esattamente bravo mi accontento comunque - è pregato di passarmi il suo numero.
Perché? Perché non solo sono senza il mio computer da due settimane - e quando ho telefonato giovedì scorso, il tecnico ancora non mi sapeva dire niente - ma ieri sera mi si è anche bloccato il telefono per qualcosa come due minuti e non sapevo se smadonnare o piangere perché temevo fosse morto come l'anno scorso.
Maggio quando caspita finisce? Anzi, quando diamine finisce questo 2018?
 
E niente, è meglio passare ai libri.


WWW Wednesday è una rubrica settimanale ideata da Should be Reading in cui vi mostro le mie letture passate, presenti e future.



What did you just finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)


Ho concluso Violent Ends di Shaun David Hutchinson (e altri sedici autori) e sebbene non l'abbia adorato ai livelli di Hate List di Jennifer Brown è stata comunque una bella lettura - con punti in comune, ma anche differenze. Anche questo non si concentra sulla sparatoria in sé, ma sulle persone che ad un certo punto delle loro vite hanno incontrato Kirby e la percezione che avevano di lui. Recensione QUI



What are you currently reading? (Che cosa stai leggendo in questo momento?)


Sono a metà di A Week of Mondays di Jessica Brody e finora ho letto tre lunedì su sette. È una lettura molto caruccia e la protagonista, pur nell'ingrata adolescenza dei sedici anni, mi è simpatica e mi fa ridere. Pur essendo un libro alquanto leggero, credo che saprà sorprendere. 



What do you think you'll read next? (Che cosa pensi di leggere dopo?)


Ho sempre intenzione di leggere Dark Matter di Blake Crouch e poi credo che mi darò ad uno dei miei ultimi acquisti: A sangue freddo di Truman Capote.

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E con questo WWW salutiamo finalmente maggio. Non so se per domani avrò finito il libro che sto leggendo e se quindi ci sarà la recensione, nel qual caso vi do appuntamento venerdì per il recap di questo mese infausto. 
Nel frattempo raccontatemi le vostre letture oppure lasciatemi il link del vostro post nei commenti e appena potrà improvvisarmi ladra di computer, passerò da voi.
Cheers - come sempre, più o meno.

lunedì 28 maggio 2018

What's on my bedside table? #48 | "A Week of Mondays" di Jessica Brody

Sempre senza computer che mi destreggio tra quello dei miei genitori quando posso e lo smatphone, spero che la vostra settimana sia invece sia iniziata nel modo migliore. E che non vi stiate sciogliendo dal caldo come sta succedendo a me.

Ma detto questo, anche se in questi giorni mi sono data parecchio ai telefilm, vediamo cos'è arrivato sul mio comodino.
 

What's on my bedside table? è una rubrica ideata da Valy di Sparkle from books, in cui, nel giorno di lunedì, vi viene mostrato quale libro si trova sul mio comodino e come mai.


SUL MIO COMODINO C’È...
"A Week of Mondays" di Jessica Brody
Uno young adult inedito in Italia che promette di essere una lettura leggera e simpatica, con una protagonista che dopo un lunedì disastroso si ritrova a desiderare di poter ricominciare per sistemare le cose. Come dice mia madre: attenta a quello che desideri, potrebbe avverarsi.


SONO A... 
Pagina 91. Sono solo all'inizio di quello che è un bel mattoncino e visto che la storia si dipana in sette lunedì che si ripetono, io ho appena finito il primo lunedì - quello che dà inizio a tutto. E devo dire che Ellie fino a questo momento mi piace davvero molto: è sagace, simpatica e con quel tocco da drama queen che fa ridere.


È SUL MIO COMODINO PERCHÉ... 
... l'avevo visto una volta tra i suggerimenti su Goodreads, la cover mi è sempre piaciuta e dalla trama mi è sempre sembrato un libro carino e divertente per svagarsi un po'.

domenica 27 maggio 2018

[Spotlight] "Ogni giorno come il primo giorno" di Giorgia Penzo

Vi ricordate Giorgia Penzo, di cui vi avevo mostrato Ritratto di dama l'anno scorso?

Bene, è tornata e questa volta pubblicata dalla casa editrice Nord. 
Scopriamo insieme il suo nuovo romanzo, in libreria dal 31 maggio.


UN DIARIO PER RICOMINCIARE. 
E RACCONTARE, GIORNO DOPO GIORNO, LA SUA VITA SENZA LA SORELLA.
 


Titolo: Ogni giorno come il primo giorno
Autrice: Giorgia Penzo
Data di uscita: 31 maggio 2018
Pagine: 320
Editore: Nord

Prezzo: 16,90€ - cartaceo | 9,99€ - ebook
Link Amazon: https://amzn.to/2LpQzXy

Trama: Petra e Cloe erano diversissime – una ribelle, insicura, chiusa in se stessa; l’altra solare e amata da tutti – eppure unite da un legame profondo e sincero. E, adesso che è rimasta da sola, Petra fa una promessa alla sorella: vivrà anche per lei, s’impegnerà a migliorare e a non buttare più la sua esistenza. Niente più feste sfrenate, niente più alcol, niente più brutti voti a scuola. Ma è tutto così maledettamente difficile, con la famiglia che cade a pezzi e tutto il mondo che le urla in faccia che è colpa sua se Cloe è morta in un incidente d’auto. Ma Petra non si arrende e, spinta da una forza di volontà che non sospettava di avere, affronta un percorso di rinascita, aiutata prima da Lore, una compagna di classe scozzese arrivata in Italia per uno scambio culturale, e poi da Dario, uno studente universitario che le fa ripetizioni di matematica in vista dell’esame di maturità. Dario, un ragazzo enigmatico e affascinante, che la sorprende in ogni occasione e che le apre le porte di un futuro nuovo, radioso. Ma che allo stesso tempo nasconde un passato oscuro che presto tornerà a reclamare il suo prezzo, mettendo in discussione tutto ciò che Petra ha costruito fino a quel momento…
I problemi a scuola, il rapporto con i genitori, l’amore, le fughe, i traguardi, le delusioni, il bisogno di trovare il proprio posto nel mondo: per Petra, senza più Cloe ma con Dario al suo fianco, ogni giorno sarà come il primo giorno della sua nuova vita.



Ho iniziato a camminare con lo sguardo dritto davanti a me, come se cedere e girarmi avesse significato morire.
Ho camminato fino a quando i miei passi non sono diventati una corsa.
Desideravo a tutti i costi conoscere la risposta a quella domanda.
Adesso la so, so cosa siamo. Non c’è più margine di errore.
Noi siamo l’impossibile.

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L'autrice:
Giorgia Penzo è nata a Reggio Emilia e, dopo aver conseguito la maturità magistrale, si è laureata in Giurisprudenza a pieni voti. Fin dai tempi della scuola, coltiva la passione per i libri e per la scrittura. Si autodefinisce una nerd, nata nel posto sbagliato e nell’epoca sbagliata. Forse proprio per questo il suo blog conta circa 6.000 iscritti e il suo profilo Twitter 18.000 follower.

sabato 26 maggio 2018

Some (New) Books Are (Here) #24

Oddio, lo so. Dopo quella marea di nuove entrate cartacee ad aprile tra regali di compleanno e acquisti pagati pochissimo grazie a dei buoni, avrei dovuto fare la brava come minimo fino a settembre.

O magari fino a Natale. Del 2020.  

E invece complici le circostanze, siamo ancora qui. 
E sempre complici le circostanze - ovvero il mio computer dal dottore - oggi non vedrete nel post delle foto scattate da me, ma le immagini delle cover prese da Goodreads. 
Magari accade un miracolo e le foto saranno nel recap - incrociate le dita insieme a me. 

Some (New) Books Are (Here) è una rubrica inventata da me a cadenza assolutamente casuale nella quale vi mostro le mie nuove entrate in materia librosa, perché sono arrivate in casa mia e via di questo passo.

La prima entrata del mese è un libro in inglese. 


In realtà parto già prevenuta nei confronti di This Is Where It Ends di Marieke Nijkamp perché ho letto delle recensioni poco entusiaste in cui viene criticata la superficialità con la quale il tema delle sparatorie a scuola viene trattato, ma sono sempre stata innamorata di questa cover e l'edizione in copertina rigida era super-scontata, tanto che con un buono da 5€ ricevuto da IBS per aver risposto ad un sondaggio l'ho pagato solamente 2,39€. 
Avrebbe dovuto essere accompagnato da un altro libro, l'unico libro in italiano in cui sono state raccolte le poesie di Robert Frost - ma nonostante il sito continui ancora adesso a segnarlo come disponibile in tre giorni lavorativi, tutti i tentativi di reperirlo sono stati vani e alla fine è stato cancellato dall'ordine. 


C'è poi stato un acquisto su Amazon.


Approfittando di una promozione che poi mi avrebbe dato un buono da 7€ - già speso per l'acquisto di alcuni CD - sì, ho comprato l'ennesima copia di Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen. Ma è quella illustrata! Non è colpa mia se guardando Instagram ho visto la foto delle ultime pubblicazioni della Rizzoli e mi sono tolta la curiosità di vedere quanto costasse e poi, ehi! In questo periodo c'è lo sconto del 25%! E andiamo! 
A fargli compagnia è poi arrivato Il Signore delle Mosche di William Golding, che volevo leggere da un po' di tempo.


Le ultime entrate sono arrivate invece domenica.


Grazie ad un buono della Vodafone, domenica sono andata in libreria e mi sono finalmente comprata A sangue freddo di Truman Capote - sì, lo stesso di Colazione da Tiffany. Questo è un resoconto giornalistico di un fatto di cronaca nera - sì, sempre cose allegre io - e lo desideravo da una vita, ma quei 20€ di prezzo di copertina mi avevano sempre frenata. Questa volta invece avevo una scusa per spenderli. 
E poi, nell'indecisione con un altro libro, ho acquistato Cronache di un gatto viaggiatore di Hiro Arikawa perché, in fondo, dove ci sono gatti ci sono anche io.

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E siamo giunti alla fine - una fine nella quale prometterò solennemente di non avere buone intenzioni dal momento che a giugno c'è un altro buono della Vodafone da spendere. Ops.

venerdì 25 maggio 2018

[Recensione] "Violent Ends" di Shaun David Hutchinson

Questo libro tratta di un argomento che purtroppo ogni tanto torna alla ribalta - anche se fortunatamente non riguarda il nostro paese. 
È tornato alla ribalta la settimana scorsa ed è tornato alla ribalta anche oggi, dal momento che ho appena letto la notizia di una nuova sparatoria in una scuola.


Titolo: Violent Ends
Autori: Shaun David Hutchinson (e vari)
Data di uscita: 13 dicembre 2016
Data di uscita originale: 1 settembre 2015
Pagine: 338 (copertina flessibile)
Editore: Simon Pulse
Link Amazon: https://amzn.to/2GTbCD8

Trama [tradotta da me]: Ha impiegato solo ventidue minuti Kirby Matheson per uscire dalla sua auto, marciare sulla scuola, entrare nella palestra e aprire il fuoco, uccidendo sei ragazzi e ferendone altri cinque.

Ma questa non è una storia sulla sparatoria in sé. Qui non si tratta di raccontare quel giorno impossibile da indimenticabile.
Questa è la storia di un ragazzo—un ragazzo che aveva amici, a cui piaceva leggere, che suonava il sassofono nella banda e che non era mai stato nei guai prima di allora—diventato un mostro capace di entrare nella sua scuola con una pistola carica e di sparare proiettili ai suoi compagni di classe.

Ogni capitolo è raccontato dal punto di vista di una vittima diversa, fornendo l'introspettiva su chi era Kirby e su chi era diventato. Alcuni sono dolci, altri oscuri; altri sembrano non essere correlati, riguardanti liti o primi baci oppure feste a tarda notte. Questo libro è narrato da molteplici prospettive—con un personaggio e un evento che li accomuna tutti—scritto da alcuni dei nomi più riconoscibili della letteratura YA.


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Gli autori che hanno partecipato a questo libro sono tanti: 


Shaun David Hutchinson | Neal Shusterman e Brendan Shusterman | Beth Revis | Cynthia Leitich Smith | Courtney Summers | Kendare Blake | Delilah S. Dawson | Steve Brezenoff | Tom Leveen | Hannah Moskowitz | Blythe Woolston | Trish Doller | Mindi Scott | Margie Gelbwasser | Christine Johnson | E.M. Kokie | Elisa Nader

Ognuno di questi autori offre un punto di vista diverso. Ma non lo offre sulla sparatoria in sé, bensì sull'unico elemento in comune: Kirby Matheson. 

Come Hate List di Jennifer Brown, questa non è una cronaca di quella giornata ma non è neanche il racconto delle conseguenze - o meglio, lo è in parte. 
Quello in cui si differenzia Violent Ends è il punto di vista di ognuna delle persone la cui vita si è incrociata con quella di Kirby in diversi periodi della propria esistenza. 

Non mancano i punti di vista da parte di alcune delle vittime, sia di quelle che non ce l'hanno fatta che di quelle che sono sopravvissute, ma ci sono anche punti di vista di chi conosceva Kirby solo superficialmente o di chi non parlava con lui da anni. 

Pur essendo scritto da diciotto autori - ma i capitoli sono diciassette perché uno è scritto a quattro mani - si ha comunque un senso di continuità durante la lettura perché si inizia con la voce di una bambina che incontra un Kirby ancora alle medie e si prosegue, attraverso gli occhi altrui, osservando Kirby prima della sparatoria e poi il giorno della sparatoria, concludendo infine con quello che resta nei giorni seguenti. 

Questo non vuole neanche essere un ritratto di Kirby perché nessuna delle persone più o meno coinvolte nella sua vita può davvero fornire delle risposte esaurienti, ma vuole semplicemente mostrare cosa ha rappresentato Kirby per tutti coloro che hanno voce in questo libro. 

Per alcuni è stato un salvatore, un amico, qualcuno su cui contare. 
Per altri è stato una cotta, un'ossessione, qualcuno di affascinante da osservare. 
Per altri ancora è stato qualcuno da tormentare, da prendere in giro oppure da ignorare. 
Per alcuni è un ricordo d'infanzia, per altri una ferita che con la sua assenza non si rimarginerà mai. 
Per altri è stato un bullo, una nemesi, qualcuno da cui stare alla larga. 

In Hate List avevamo solo Valerie a fornirci un ritratto di Nick - e parzialmente nella novella Say Something anche David ha fornito il suo contributo.
Eppure lo stesso non sappiamo cosa sia successo nella testa e nell'animo di Nick quel giorno di maggio.

Accade la stessa cosa qui con Kirby. 
Tante voci diverse forniscono tanti pezzi di un puzzle che comunque non risulta completo, un ritratto ancora più confuso di quello che invece si aveva di Nick. 
Tante cose restano sconosciute - e va bene così, perché nessuno di loro ha le risposte. 
Così come non sappiamo cosa sia accaduto nella mente di Nick Levil, così non sappiamo cosa sia accaduto nella mente di Kirby Matheson. 

La differenza è che le vittime di Nick avevano forse più "senso" sulla base della Hate List, quelle di Kirby invece restano senza spiegazioni perché non tutti quelli che sono finiti dalla parte del proiettile avevano una ragione per esserci - anzi, forse in spirito di crudeltà Kirby ha lasciato vivi proprio coloro che gli avevano fatto male punendoli con la morte di chi amavano. 
Ma non si sa davvero, non c'è nulla di certo. 

Queste storie sono più degli attimi precedenti e successivi alla sparatoria perché tirano in mezzo anche il bullismo e un altro fenomeno purtroppo in voga: il femminicidio. 
Sì, perché uno dei capitoli parla di una ragazza che ha detto no e forse per questo è finita nel mirino di Kirby. 

Va bene non avere tutte le risposte perché questo genere di violenza e di morte è così: senza senso. 
Non esisteranno mai risposte che possano essere esaurienti oppure consolatorie. 

E mi ritrovo d'accordo con Jennifer Brown, con quello che aveva detto in un'intervista - parlando del suo rifiuto di scrivere un giorno il punto di vista di Nick. 
Perché scrivere dal punto di vista di Nick - così come avere il punto di vista di Kirby in questo libro - sarebbe quasi come giustificare un atto di violenza senza senso. 
Nessuno può sapere cosa passa per la mente di una persona mentre fa una strage a scuola, cosa l'abbia portato a quel punto e perché. Pertanto scrivere e guardare la scena attraverso i suoi occhi sarebbe una giustificazione che non merita di esistere.

Alcuni punti di vista sono più "distaccati" di altri, di persone che hanno conosciuto Kirby quando erano ancora piccoli e non avevano più contatti con loro. 
Alcuni mi hanno stretto lo stomaco e altri mi hanno dato da pensare: perché quelli che parlavano provavano fastidio nell'essere associati a Kirby, perché la loro vita non era più la stessa dopo quel giorno di gennaio. Perché c'è chi dice che l'aveva capito sin da quando Kirby era piccolo, chi invece viene bombardato di domande e afferma che davvero non aveva mai notato niente di strano - che quella era solo rabbia adolescenziale, che non era niente di più oscuro, che davvero mai avrebbe pensato che Kirby potesse commettere un'azione del genere. 
Perché il male non sempre ha segni caratteristici, non sempre è evidente, non sempre è facilmente riconoscibile, non sempre fa spiccare una persona su altri - e questo diffonde la paura a scuola che anche qualcun altro possa ripetere quanto fatto da Kirby.

Alcuni punti di vista mi hanno messo i brividi e altri mi hanno rapita in maniera profonda e disturbante: Survival Instinct e The Perfect Shot sono stati i miei capitoli preferiti e History Lessons di Courtney Summers mi ha lasciato - come solo lei sa fare con il suo modo di scrivere - una sensazione di disagio addosso. 
Ho specialmente apprezzato quegli autori che hanno scritto dal punto di vista femminile e quelle autrici (come la Summers) che hanno scritto dal punto di vista maschile. 
Ma non aspettatevi grandi approfondimenti o racconti di vita: sono solo diciassette voci in un determinato momento della loro esistenza. Si ha solo un'infarinatura di fatti pregressi, ciò che è sufficiente a dare loro spazio per metterli in relazione con Kirby.

Violent Ends non vuole essere il resoconto di una sparatoria e non vuole neanche fornire un ritratto esaustivo di Kirby Matheson, ma come Hate List fornisce luci e ombre di una persona - luci e ombre in quello che è stato e ha fatto nella vita, luci e ombre in coloro che non ci sono più e luci e ombre in coloro che sono rimasti.
Perché non tutti i punti di vista sono quelli delle vittime, perché non tutti i punti di vista sono obiettivi, perché tutti i punti di vista possono permettersi di giudicare - che la loro vita sia stata toccata più o meno in maniera profonda da Kirby e da quello che fatto.


giovedì 24 maggio 2018

BBB Award

Già, sono di nuovo qui - mi sono improvvisata ladra di computer e ho requisito quello dei miei genitori per un paio d'ore per programmare un paio di post. 

L'occasione lo richiedeva, dal momento che Federica del blog L'ennesimo Book Blog ha pensato a me per questo premio - sempre grazie, Fede. 
Ma non dimentichiamo di specificare che questo BBB Award è stato ideato dalla blogger Francesca Vanni



B.B.B. sta per Bastiano Baldassarre Bucci, il protagonista del celebre romanzo La storia infinita di M.Ende, e le domande che vengono fatte ai premiati sono tutte a tema libri.

REGOLE:
- Ringraziare chi vi ha dato il premio e prendere il banner (fatto sopra)
- Rispondere alle domande
- Girare il premio ad almeno tre blogger 

E ora tocca alle mie risposte. 


1) Cosa sono per te i libri?
Come rispondere senza essere banale? I libri sono qualcosa che hanno sempre fatto parte della mia vita, nonostante una parentesi adolescenziale di pausa e un blocco universitario. Sono un modo per passare il tempo, sono la mia fuga dalla realtà, sono un modo per conoscere nuovi mondi e nuove situazioni e sono anche fonte di riflessione - specialmente in caso di libri dai temi "forti"

2) Consiglieresti mai un libro?
Certo, lo faccio continuamente. A parte il fatto che io e mia madre siamo solite scambiarci i libri, nel caso uno lo legga prima io e poi pensi che le potrebbe piacere non ci penso due volte a consigliarglielo. Non ho amiche che leggono quanto me però mi è capitato di prestare tre miei libri ad un'amica con riscontri positivi - e poi il fatto stesso di avere un blog in cui parlo delle mie letture per me equivale a consigliare un libro.

3) Copertina, titolo, numero di pagine: ti fai influenzare da questi tre elementi nella scelta di un libro?
Eh sì, l'occhio vuole la sua parte. Molti dei libri che ho finito con l'acquistare sono stati frutto di amore a primo titolo. Perché? Perché già il titolo era nelle mie corde, già il titolo mi "parlava" - se poi a questa prima "conversazione" seguiva una trama perfetta per me, non c'era nessun altro ostacolo. E in caso di libri che leggo in inglese - in cui c'è più varietà - scelgo sempre la cover che mi piace di più. 
Il numero di pagine non è un fattore al momento dell'acquisto, ma lo è al momento della lettura: se so che avrò poco tempo a disposizione, che in quella settimana gli impegni saranno tanti o semplicemente non sono dell'umore giusto, è difficile che io prenda in mano un libro che ha più di 350 pagine. 

4) Autori nuovi: sì o no?
Sì. I miei preferiti non si toccano e hanno sempre la priorità - ma in fondo una volta sono stati nuovi anche loro, no? Quindi se la trama della storia è di mio gradimento, sì ad autori che non ho letto fino a quel momento. 
Per gli argomenti che leggo io però, alla fine la mia scelta ricade quasi sempre su autori statunitensi/canadesi/inglesi e solo in misura ridotta su autori italiani. 

5) Libri semi/auto-pubblicati: sì o no?
Sì, mi capita quando vengo contattata dall'autore e decido di leggere la storia proposta e in generale ho avuto fortuna con storie curate anche dal punto di vista grammaticale e grafico. Ma ho letto anche diversi libri in inglese incrociati su Goodreads che erano autopubblicati.

6) Leggi più libri insieme o uno alla volta?
Uno alla volta, non voglio confondere storie e personaggi. Con la memoria da pesce rosso che ogni tanto mi ritrovo, il disastro sarebbe dietro l'angolo - non riesco neanche a posare il libro se prima non ho finito il capitolo per dare una sorta di fine al momento perché se invece mi interrompo a metà mi sembra poi di essermi dimenticata tutto quando lo riprendo, figuriamoci se potrei leggerne più di uno alla volta. 

7) Il libro che vorresti aver scritto?
Ah, domanda tosta questa. Posso dirne tre? 
High Fidelity di Nick Hornby, In attesa della prossima estate di Tormod Haugen e Some Girls Are di Courtney Summers.


Ed è giunto il momento delle nomine - quello per me sempre più difficile:
- Connor di Daily Connor

Cheers! :)

mercoledì 23 maggio 2018

WWW.. Wednesday! #100

Mi sembra assolutamente incredibile il fatto di essere arrivata al centesimo appuntamento del WWW Wednesday - mi sembra ancora ieri la prima volta che mi sono approcciata a questa rubrica. 
 
Ma nel frattempo... buongiorno lettori!
Io sono ancora senza computer e infatti rubo quello dei miei genitori quando è possibile - quindi mi scuso per l'assenza dell'ultimo periodo. 
Oggi è una settimana che ho portato il mio dal tecnico e ancora non ho sentito nulla da parte sua - quindi proverò a telefonare io per sentire se ci sono novità.

Ora però passiamo ai libri - che so essere la parte che vi interessa di più, anche se non è cambiato granché dalla settimana scorsa.


WWW Wednesday è una rubrica settimanale ideata da Should be Reading in cui vi mostro le mie letture passate, presenti e future.



What did you just finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)


L'unico libro che ho finito - perché l'ho letto a più riprese per il bisogno di tirare il fiato - è stato What We Saw di Aaron Hartzler. È un libro al quale ho dato cinque stelle, è un libro che riprende la storia vera di uno stupro e la trasforma in una denuncia contro il silenzio, lo slut-shaming, la rape culture e il bullismo trasmettendo intanto messaggi importanti: l'importanza di parlare e l'importanza del consenso. È un libro che dovrebbe essere tradotto in italiano e fatto conoscere perché fa arrabbiare, ma fa anche riflettere. Recensione QUI



What are you currently reading? (Che cosa stai leggendo in questo momento?)


Sono a metà di Violent Ends di Shaun David Hutchinson (e altri sedici autori) e anche questo libro tratta un tema forte che purtroppo è tornato alla ribalta nei giorni scorsi: quello delle sparatorie a scuola. Ma questa non è la storia di quel giorno tragico, no - questa è la storia di diciassette persone diverse la cui vita si è incrociata con quella di Kirby Matheson in diversi periodi e ognuna ci offre un diverso aspetto del ragazzo che quel giorno ha ucciso sei persone e ferito altre cinque. E alcuni punti di vista mi hanno davvero stretto lo stomaco.



What do you think you'll read next? (Che cosa pensi di leggere dopo?)


Come avrete visto la settimana scorsa, mi dedicherò a qualcosa di più leggero con A Week of Mondays di Jessica Brody - inedito in Italia. 
Ero poi stata tentata di lasciare il punto interrogativo come secondo libro perché in realtà non sono ancora del tutto certa di cosa leggerò: ieri sera non sapevo nemmeno se volevo leggere in inglese oppure in italiano, figuriamoci il genere. Ma alla fine ho visto Dark Matter di Blake Crouch sullo scaffale e mi sono sentita ispirata da un po' di fantascienza - vediamo se dura.

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Direte voi: ma se sei anche priva delle distrazioni offerte da un computer e da internet - o comunque hai un accesso limitato - com'è che non hai letto di più?
La risposta è semplice: mi sono dedicata a finire alcune stagioni di telefilm. 
Nel frattempo non so ancora se andrò a vedere Solo: A Star Wars Story domani sera oppure la settimana prossima e vorrei anche fare un post sulle nuove entrate - ma vi dovreste accontentare delle cover prese da Goodreads perché senza il mio computer non ho gli strumenti necessari per fare il post con le foto scattate da me. Vi va comunque?
In ogni caso entro la fine della settimana vedrete anche il post in cui rispondo alle domande di Federica che mi ha nominata per un premio - grazie ancora!
Perdonate i miei monologhi e raccontatemi nei commenti cosa voi state leggendo oppure lasciatemi il link dei vostri post - appena avrò il computer a disposizione passerò a ricambiare la visita!
Cheers :)

lunedì 21 maggio 2018

What's on my bedside table? #47 | "Violent Ends" di Shaun David Hutchinson

Sono alquanto latitante ultimamente, me ne rendo conto. 
Il fatto di essere senza il mio computer contribuisce parecchio e riesco ad esserci solo quando prendo in prestito il computer dei miei genitori - ma senza tutta la mia cronologia, i miei segnalibri e la mia musica è piuttosto frustrante.
 

What's on my bedside table? è una rubrica ideata da Valy di Sparkle from books, in cui, nel giorno di lunedì, vi viene mostrato quale libro si trova sul mio comodino e come mai.


SUL MIO COMODINO C’È...
"Violent Ends" di Shaun David Hutchinson (e altri sedici autori)
Un romanzo inedito in Italia e con un tema che purtroppo è tornato alla ribalta proprio in questi ultimi giorni - quello di una sparatoria in una scuola superiore.


SONO A... 
Pagina 72. Sono appena all'inizio, ho letto solo tre capitoli - tre punti di vista. Quindi è ancora presto per farsi un'idea di Kirby Matheson - ammesso che lo si possa fare perché non credo che quello sia lo scopo da raggiungere e non credo che sia il messaggio che il libro vuole trasmettere. 


È SUL MIO COMODINO PERCHÉ... 
... come sapete è un tema che rientra tra i miei interessi di lettura e tra i vari autori che hanno contribuito c'è anche la mia adorata Courtney Summers.

sabato 19 maggio 2018

[Recensione] "What We Saw" di Aaron Hartzler

Le solite avvertenze sono necessarie - perché quando si tratta di libri "forti", di libri da calcio nello stomaco, di libri che fanno male e che invitano a riflettere, allora sapete che le mie recensioni tendono ad essere un po' lunghe.

TRIGGER WARNING: stupro.


Titolo: What We Saw
Autore: Aaron Hartzler
Data di uscita: 22 settembre 2015
Pagine: 336 (copertina flessibile)
Editore: HarperTeen
Link Amazon: https://amzn.to/2GR3Cm5

Trama [tradotta da me]: La festa dello scorso sabato sera è un po' offuscata.

Kate Weston può ricostruire la maggior parte della baldoria fatta a casa di John Doone: gli shots con Stacey Stallard, Ben Cody che afferra le sue chiavi e la porta a casa presto, la sensazione che forse Ben sta diventando qualcosa di più del ragazzo che conosce sin da quando erano piccoli...
Ma quando una foto di Stacey svenuta sulla spalla di Deacon Mills appare online la mattina dopo, Kate sospetta di non avere tutti i dettagli. Quando Stacey muove delle accuse contro quattro compagni di classe di Kate, l'intera città erompe in una controversia. Fatti che non possono essere ignorati salgono in superficie e ogni risposta che Kate trova conduce alla stessa domanda: dov'era Ben quando è stato commesso un terribile crimine?
Questa storia - ispirata da eventi reali - dello scrittore al suo debutto Aaron Hartzler si erge con uno sguardo deciso contro il silenzio come forma di complicità. È un libro che parla dei rischi di parlare e della linea sottile tra colpa e innocenza che così spesso viene offuscata, centoquaranta caratteri alla volta. 

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Gli eventi da cui prende ispirazione questo libro sono quelli avvenuti nel caso di stupro della Steubenville High School.
Nell'agosto del 2012, durante una festa una ragazza non del tutto cosciente a causa dell'alcol fu trasportata, spogliata, fotografata e violentata da alcuni coetanei - che ripresero tutto con i cellulari e fecero girare foto e video sui social media. 

Perché ha fatto scalpore questo particolare caso rispetto a (sfortunatamente) tanti altri?
Perché la colpa è stata data alla vittima. 
Perché era una ragazza a cui piaceva uscire, che non aveva una storia felicissima alle spalle - gli stessi media spinsero su questi aspetti.
Gli stessi media diedero alla notizia l'aspetto che lei se lo meritasse. 
Gli stessi media si dispiacevano per quei poveri ragazzi il cui nome veniva tirato nel fango e con un futuro roseo all'orizzonte ora macchiato da questa infamia - dalle accuse di questa ragazza definita come incosciente e volgare.

Con alcune differenze - l'età e il numero dei protagonisti, lo sport praticato dai ragazzi nella scuola - il libro di Hartzler riprende quegli eventi, ma non ne fa soltanto una mera ricostruzione. La sua non è soltanto una cronaca, ma anche una denuncia degli atteggiamenti delle persone testimoni e della rape culture che avvolge questi crimini. 



The closer you look, the more you see. 

Questa cover mi ha sempre trasmesso una sensazione da film dell'orrore con quella porta aperta e la maniglia in primo piano - e in fondo una storia dell'orrore questa lo è davvero. 

Kate Weston, penultimo anno di scuola, si sveglia la mattina dopo la sera della festa organizzata a casa di John Doone durante le vacanze di primavera. 
Piano piano ricostruisce gli eventi della sera prima ed è contenta di sapere che non finirà nei guai perché il suo amico d'infanzia Ben - per cui inizia a provare qualcosa di più - l'ha riaccompagnata a casa guidando il suo pick-up. 

Il lunedì mattina a scuola ci sono voci di corridoio e le amiche la ragguagliano sui pettegolezzi che girano, mostrandole una foto di Stacey Stallard senza maglietta e con gli occhi chiusi sulla spalla di Deacon Mills. 
Quando quattro ragazzi vengono arrestati in mensa con l'accusa di stupro, tutti sanno che è stata Stacey a sporgere denuncia ma nessuno la prende bene: il campionato nazionale di basket è a rischio senza quattro giocatori, con il loro buon nome che rischia di venire rovinato per sempre da quelle che sono chiaramente accuse infondate da parte di quella che è considerata la "spazzatura" della città. 

Mentre il caso finisce sulla televisione nazionale e la città sta tutta dalla parte di Dooney, Deacon, Greg e Randy, un tarlo non può fare a meno di tormentare la mente di Kate quando nota sguardi evasivi sul viso di Ben. Lui dov'è andato dopo averla riportata a casa? Sa forse qualcosa?

C'è davvero differenza tra il mentire e l'omettere?


Non dirò di più sulla trama perché voglio focalizzare il mio discorso su altro. 

Questo libro è un calcio nello stomaco e ho dovuto leggerlo a più riprese - non perché sia eccessivamente "grafico" (anche se poi c'è la breve descrizione del video di quella notte), ma perché provoca rabbia e indignazione e dà molto da pensare su una società ancora oggi così improntata sull'omertà di questi crimini. 

Aaron Hartzler è un uomo, ma ha fatto un lavoro eccellente nel mettersi nella mente di Kate Weston. 
Attraverso di lei, Hartzler affronta e critica temi come la disparità di genere, il razzismo tra gli stessi bianchi, l'omertà, lo slut-shaming tra le stesse ragazze, le scuse con cui si giustificano determinati atti da parte dei ragazzi, la facilità con cui si è portati a stare con la maggioranza e la facilità con cui si viene osteggiati se si prova ad alzare la voce della ragione. 

Ci sono tante cose importanti in questo libro. 

Ci sono le "regole" a cui noi ragazze dobbiamo sottostare: non bere troppo, non vestirti troppo scollata, non perdere mai il controllo, non avvicinarti a ragazzi palesemente ubriachi, non avere atteggiamenti equivoci e via di questo passo. 
Stacey è definita "white trash" perché vive in una roulotte e sua madre serve ai tavoli e un'amica di Kate continua a darle della puttana e a dirle che se l'è cercata. Un'altra amica di Kate continua a ripetere ossessivamente che ci sono delle regole e che loro non sono come Stacey, semplicemente non lo sono: e quella è la paura a parlare, la paura che in realtà potrebbe accadere anche a loro, la paura che per certi ragazzi la differenza tra alcune ragazze non esiste affatto. 

Ci sono ragazzi che affermano che non possono trattenersi se una ragazza ubriaca si getta loro addosso e un professore di geologia fantastico che elenca tutte le cose che si possono fare quando si è alle prese con una ragazza ubriaca, come farle bere acqua o trovare le sue amiche o aiutarla a tornare a casa - e nessuna di quelle voci in elenco alla lavagna prevede lo stupro. 
Perché siamo sempre noi ragazze a dover stare attente? Davvero gli uomini sono animali incapaci di controllarsi?

Ci sono ragazzi che valutano pubblicamente su Facebook l'attrattiva delle loro compagne di scuola, non pensando che stanno oggettificando una persona con dei sentimenti.

C'è tutto il discorso sul consenso, perché essere incapaci di dire no non significa dire

Kate, usando le analogie degli studi in geologia, pian piano trova la sua voce. 
Una voce che all'inizio è piccola in una scuola - in una cittadina - che si è chiusa intorno a se stessa proteggendo i suoi giocatori di basket perché sono di buona famiglia e perché la loro carriera scolastica e sportiva è senza macchia - ma che poi diventa sempre più forte mentre combatte perché un crimine del genere non si ripeta e perché i ragazzi non la facciano franca. 
Quelle di Kate - le stesse che attraversano la sua vita nelle due settimane del libro - sono piccole scosse sismiche che poi diventano un terremoto. 

Kate pian piano trova la sua voce e affronta le sue paure, non tirandosi indietro nemmeno quando si tratta di insegnare qualcosa di davvero importante a coloro che la circondano - e finalmente c'è qualcuno che apre gli occhi e si rende conto che Stacey non si meritava nulla di quello che le è accaduto quella notte, neanche se aveva bevuto troppo o se era rimasta alla festa o se indossava una gonna.

I capitoli spesso si aprono parlando di un video. 
Iniziamente un video di quando Kate era piccola alla sua prima partita di calcio e poi il video della notte in questione. 
Un video non ti mostra tutto: non sempre ti mostra le espressioni delle persone riprese, non ti mostra i pensieri o le intenzioni o quello che avviene fuori campo. 
Un video non mostra tutto, ma spesso mostra abbastanza. 

Spererò sempre che questo libro venga tradotto, spererò sempre che nelle scuole si inizi a fare educazione in questo senso - educazione al rispetto - anche se non tutti cambieranno mai la propria visione maschilista delle cose, quella per la quale "boys will be boys" - i ragazzi sono ragazzi e a loro tutto è concesso. 
Non smetterò mai provare rabbia per quelle persone che usano violenza ma che un giorno magari, se dovesse capitare ad una sorella o - il cielo non voglia - ad una figlia di incontrare qualcuno esattamente come loro, sarebbero pronti a spaccare il mondo. Perché non c'è proprio alcuna differenza tra la persona a cui hanno fatto del male quando loro erano adolescenti e la loro "bambina" - nessuna di loro vale più o meno dell'altra.

Mi ha ricordato in qualche modo Cracked Up to Be e All The Rage di Courtney Summers - il primo perché Parker Fadley si distrugge nel suo senso di colpa a causa del silenzio che ha mantenuto e il secondo perché Romy Grey non viene creduta quando accusa il figlio dello sceriffo di stupro. 
Mi ha ricordato anche Every Last Promise di Kristin Halbrook, anche questo per la cittadina omertosa che non vuole guardare i fatti da vicino e mi ha fatto sperare che andasse un po' a finire come in Exit, Pursued by a Bear di E.K. Jonhston - perché è quello l'atteggiamento che si dovrebbe avere nei confronti di una vittima di stupro. 

Ma la realtà è sempre un'altra cosa e sempre più brutta. 

What We Saw è un libro che andrebbe tradotto, fatto conoscere ed insegnato - perché da un libro come questo c'è solo da imparare.