domenica 31 maggio 2020

[Recensione] "The Sky is Mine" di Amy Beashel

Lo so, non ho mai postato una recensione di domenica ma domani è il primo giugno e ormai sapete che ogni primo del mese va online il recap del mese che si è appena concluso - quindi, siccome domani è già occupato, eccoci qua con l'ultima recensione di maggio del penultimo libro letto (e ascoltato) a maggio. 

Grazie a NetGalley e alla Rock the Boat per la copia digitale.


Titolo: The Sky is Mine
Autrice: Amy Beashel
Data di uscita: 6 febbraio 2020
Pagine: 304 (copertina flessibile) - 7H 33Min (Storytel Edition)
Editore: Rock the Boat
Link Amazon: https://amzn.to/2Xv2XMY

Trama [tradotta da me]: Nessuno ha mai chiesto ad Izzy cosa vuole. E lei sta per cambiare le cose...

In una casa in cui si è soliti nascondere i problemi sotto il proverbiale tappeto, la diciassettenne Izzy si sente messa a tacere. Mentre il suo sentirsi al sicuro diventa sempre più labile, Izzy è sicura solo di tre cose. Sa che non deve dire a sua madre che Jacob Mansfield ha minacciato di diffondere quelle foto per tutta la scuola. Sa di dover ridurre al silenzio il dolore causato dall'abbandono della sua migliore amica Grace. E, vedendo sua madre nascondere la verità a proposito della natura manipolatoria del suo patrigno, Izzy sa anche che non deve parlare di come il suo cuore va in frantumi e il suo stomaco si attorciglia ogni volta che lui entra in una stanza.

Quando i fragili fili che tengono in piedi la loro vita iniziano a spezzarsi, Izzy e sua madre dovranno trovare il modo di rompere il silenzio e usare il potere delle loro voci per per poter riscoprire il loro valore.

Per i fans di Sara Barnard, Louise O’Neill e E. Lockhart, The Sky is Mine è una potente esplorazione della rape culture e dell'abuso domestico, una commovente storia di donne che imparano ad amare se stesse abbastanza da pretendere di essere sentite e ascoltate.


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CONTENT WARNING: violenza domestica, ricatto, manipolazione psicologica, abuso verbale, abuso su animali, fat-shaming, slut-shaming, dubbio consenso, azioni compiute sotto coercizione, molestie, stupro, aborto.


Se mi conoscete, sapete che faccio fatica a relazionarmi con i libri in cui è presente la violenza domestica - ma questo accade in special modo se la vittima è la protagonista e le cose vengono narrate dal suo punto di vista. 
Forse perché pecco di presunzione nel pensare che io sono talmente egocentrica e talmente "distaccata" a livello emozionale dal momento che ho già troppi problemi di mio, per pensare che permetterei a qualcun altro di esercitare controllo e violenza su di me. 

Ma qui la protagonista è Izzy, che ha diciassette anni, ed è sua madre quella che è principalmente vittima di Daniel - ma pure Izzy non ne è esente. 
Solo che è stato più facile relazionarsi con Izzy, anche se la mia situazione famigliare è all'opposto della sua fortunatamente. Però ho sentito comunque Izzy vicina - con il suo fisico e il suo corpo che detesta, con le feste in cui si sente a disagio, con la distanza che si sta creando con la sua migliore amica quando questa è troppo presa dalla sua nuova relazione con la sua ragazza Nell. 

Abbiamo avuto tanto in comune, io e Izzy. 

C'è tanto di cui Izzy non riesce a parlare - e quando vorrebbe farlo, le viene sempre detto che l'altra persona non ha tempo oppure che non è il momento adatto e non si può rimandare a più tardi? 

Izzy sente la mancanza della vita che aveva prima - della vita prima di Daniel. 
Prima che Daniel mostrasse il suo vero volto, prima diventasse abusivo con le parole e con i gesti, prima che controllasse ogni mossa di sua madre costringendola al silenzio e ad ubbidirgli, prima che cominciasse a mettere gli occhi e le mani addosso anche ad Izzy. Prima che la casa diventasse un campo minato in cui ogni parola va misurata, ogni passo è calcolato, ogni molecola di ossigeno viene sottratta quando lui entra in una stanza.

E fuori di casa per Izzy non va meglio, perché ad una festa ha bevuto troppo e nessuno ha visto l'approccio di Jacob nei suoi confronti come qualcosa che lei non voleva - qualcosa a cui non ha detto né sì né no. Non rispondere è dare il consenso? Non rispondere è rifiutarsi? Scegliere il silenzio perché impietriti e in attesa di qualcuno che ci dica qual è la cosa migliore da fare equivale comunque ad una risposta?
E prima era solo una foto che lui le aveva scattato a girare tra i suoi compagni di classe, prima erano solo prese in giro verbali, ma ora Jacob vuole di più e Izzy è così costretta al silenzio - così vuota, così anestetizzata - che potrebbe anche cedere al suo ricatto per evitare che certe foto facciano il giro della scuola. 

E dopo aver perso (metaforicamente) la prima persona che l'ha sempre tenuta in piedi - sua madre - ora sente di non avere neanche più l'appoggio di Grace, così innamorata da non vedere altro che Nell e accusare Izzy di essere gelosa. 

Quello che Izzy non sa è che dentro di lei - schiacciata da anni di abusi e relegata in fondo e nel buio della sua anima - c'è una Izzy che una voce ce l'ha. E vuole finalmente urlare. 


Sono stata di proposito vaga, ho solo rielaborato un po' quello che illustra la trama perché c'è molto altro in questo libro - in questo libro che mi ha anche fatta piangere due volte. 

Non solo perché molte cose della vita di Izzy assomigliavano alle mie quando avevo la sua stessa età - come la cosa con la sua migliore amica - ma perché è un libro che affronta tematiche pesanti e importanti. 

È un libro in cui c'è tanta tristezza, disperazione, rassegnazione, dolore, rabbia ma anche speranza. Un libro che mostra come, dopo anni di abuso, si arriva quasi a restarne indifferenti - come si impara a camminare in punta di piedi e a cercare di calmare la situazione perché non peggiori, ma quando poi esplode si resta a guardare la violenza come una cosa normale. Come se fosse meritata. E poi si fa finta di niente. E magari si ricade nello stesso circolo vizioso in altre circostanze e in altre situazioni. 
Si continua ad allontanare il problema, lo si nasconde sotto il tappeto con la convinzione che si risolverà da solo - che le cose miglioreranno da sole. 

Quando sua madre Stephanie decide finalmente di riprendersi il controllo, la rabbia di Izzy è immensa. ORA sua madre vuole proteggerla. Ma in tutti gli anni precedenti perché non l'ha fatto? Perché non ha salvato entrambe prima? Perché non ha lasciato Daniel prima? E Izzy sente che quell'amore - quella fiducia - che una figlia dovrebbe provare incondizionatamente verso sua madre è andata persa molte promesse di un cambiamento in meglio prima. 

Ma la rabbia di Izzy è anche verso se stessa, per aver lasciato che i ragazzi e gli uomini nella sua vita la sovrastassero sempre - togliendole sempre, un pezzo alla volta, un po' più di sole e un po' più di luna e un po' più di cielo. 
E Izzy vuole quel sole, vuole quella luna, vuole quel cielo - vuole di nuovo la sensazione che le aveva dato suo padre quando la faceva sentire al centro del suo universo. 

Quelle domande che si fa Izzy sono sempre quelle che pongo anche io e che non hanno una risposta chiara e definitiva, quelle che mi fanno sempre sentire presuntuosa perché ritengo che non arriverei mai a quel punto - non arriverei mai al punto di pormele. 

È un libro potente con un messaggio altrettanto potente. 
È un libro sulla violenza domestica, sulle conseguenze in casa e fuori, su come queste influiscono sulla psiche e sul comportamento di chi ne è vittima - e Izzy mi ha dimostrato che si può porre quelle domande in maniera velenosa ed essere arrabbiate verso la persona che ci ha deluse e finire comunque intrappolate nello stesso circolo vizioso, nello stesso meccanismo in cui ci si riduce prive di controllo in balia di qualcun altro senza neppure rendercene conto. 

Ma è un libro che esce anche fuori dalle quattro mura domestiche e affronta il bullismo, la mancanza di rispetto dei ragazzi per le donne e come per loro sia tutto un gioco - comprese le canzoni che inneggiano allo stupro, cantate a squarciagola e prese a ridere. Come quando sai che ciò che sta facendo il tuo amico è sbagliato, ma in parte continui a giustificarlo (e a giustificarti) come uno scherzo - come una battuta - e intanto stai zitto e lasci che accada senza fare niente.

Ho amato questo libro, ho amato Izzy che ritrova la sua voce, ho amato Izzy che sfida tutti per riprendersi quello che è suo di diritto, ho amato Izzy che continua ad avere bisogno dell'appoggio di chi ama ma che ha scoperto che può anche camminare da sola, ho amato Izzy per le sue playlist, ho amato Izzy per il suo desiderio di essere un'isola irraggiungibile e la successiva comprensione che bisogna sempre lasciare una via di accesso agli altri, ho amato Izzy che intraprende un percorso di guarigione e accettazione anche se sarà lento e doloroso - e lo stesso vale per sua madre. 

È un libro sulla fiducia che viene a mancare, sull'amore che vacilla, sulle promesse non mantenute o mantenute quando forse è troppo tardi, sulla speranza che forse non è troppo tardi, sulla famiglia e sull'amore che davvero meritiamo, sulle scelte che alla fine sono nostre e soltanto nostre. 

My life. My body. My choice.

E normalmente ho "problemi" con questo tipo di libri, ma questa volta invece no - forse perché stavolta era narrato da un punto di vista diverso, da qualcuno che ha fatto le stesse domande che mi faccio io quando leggo un libro con tematiche del genere. 

Amy Beashel ha un modo particolare di narrare la storia - che spesso mette il presente in pausa per raccontare episodi del passato - ma si fa presto ad abituarsi al ritmo di questo libro intenso, emozionante e anche straziante.


Oltre ad avere la copia eARC digitale, in contemporanea l'ho anche ascoltato in audiolibro ed Elizabeth Klett è stata perfetta - una voce che mi è piaciuto tantissimo ascoltare, una voce che mi ha fatto capire subito dall'accento che ci trovavamo in UK e non in America, una voce capace di dare vita a tutti gli stati d'animo di Izzy. 

venerdì 29 maggio 2020

[Recensione] "Hanover House" di Brenda Novak

Se mi conoscete almeno un po', allora saprete che ciò che mi ha spinta a leggere questa serie è stato principalmente il titolo del primo libro: Alaska
Se invece non mi conoscete perché magari siete nuovi di queste parti e vi state chiedendo perché, presto detto: è il nome della mia gatta. 

Ma il primo libro di questa serie ora lo associo anche al mio ricovero in ospedale di due anni fa proprio perché l'ho letto durante la degenza e il recupero a casa in un caldo torrido che io percepivo ancora più insopportabile a causa degli antidolorifici. 

Due anni dopo mi sono finalmente decisa a leggere il seguito e spero di non farne passare altri due prima di leggere il terzo della serie.


Titolo: Hanover House
Titolo originale: Hello Again
Serie: The Evelyn Talbot Chronicles #2
Autrice: Brenda Novak
Data di uscita: 10 ottobre 2018
Data di uscita originale: 3 ottobre 2017
Pagine: 424 (Kindle Edition)
Editore: Giunti Editore
Link Amazon: https://amzn.to/2Tv6bil

Trama: È trascorso ormai un anno da quando Evelyn Talbot si è trasferita in Alaska, ad Hanover House, la clinica psichiatrica di massima sicurezza dove vengono internati i serial killer più efferati. Solo pochi di loro hanno una mente così brillante da riuscire a spiegare il complesso modus operandi che si cela dietro ai propri crimini, e uno di questi è appena arrivato. Si tratta di Lyman Bishop, il “Fabbricante di Zombi”, un genetista accusato di lobotomizzare le sue vittime con un rompighiaccio. L’unico il cui raffinato intelletto regge il confronto con il famigerato Hannibal Lecter. Appena Evelyn lo incontra sente il sangue gelarsi nelle vene, e non è certo per la tempesta di ghiaccio che sta per abbattersi sulla zona... Ha la netta sensazione che qualcosa nella sua vita stia per cambiare, irreparabilmente. Quando viene ritrovato il corpo di una nuova vittima uccisa con un rompighiaccio, il dubbio che Bishop sia l’uomo sbagliato emerge con violenza. Ma le sfide non sono finite per Evelyn, perché la minaccia di Jasper, il ragazzo che a sedici anni l’ha segregata e seviziata, sembra più vicina che mai. Esiste un legame tra questi eventi?
È solo un caso che la donna massacrata assomigli terribilmente alla bella psichiatra?


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CONTENT WARNING: descrizioni più o meno grafiche di abusi, torture, sevizie, violenze e omicidi.


Forse questo non era il periodo o il momento giusto per leggere Hanover House - d'altronde, dato anche il finale abbastanza autoconclusivo del primo libro, se in questi due anni non mi era mai sorta la curiosità di proseguire un motivo ci sarà stato. 
Ammetto quindi che mi sono lasciata più che altro prendere dalla smania di leggere tutti i libri che avevo preso in prestito durante il mio periodo gratuito con Kindle Unlimited che dall'effettiva voglia di leggere il secondo capitolo dedicato ad Evelyn Talbot e alla sua prigione psichiatrica in Alaska. 


È passato un anno dalle vicende del primo libro - un anno da quando è stata aperta Hanover House, un anno da quando la tranquilla cittadina di Hilltop è stata scossa da più crimini nel giro di qualche mese di quanti ne abbia mai visti in interi anni. 
Eppure ora sembrano accettare con più facilità l'idea della prigione psichiatrica e sembrano anche accettare di buon grado la presenza di Evelyn, complice anche la sua storia con il sergente del posto - Amarok. 
Evelyn però non può dimenticare che Jasper Moore, l'ex-ragazzo che ventun'anni prima ha ucciso le sue tre migliori amiche ed quasi è riuscito ad uccidere anche lei, è ancora latitante e probabilmente in attesa del momento giusto per tornare e riprendersi l'unica vittima che gli sia mai scappata. 

Ma anche con l'ombra di Jasper che aleggia sulle sue spalle e pure sulla storia tra lei e Amarok, Evelyn sa che ha un lavoro da fare - un lavoro che stavolta comporta studiare lo psicopatico più intelligente con cui abbia forse mai avuto a che fare. 
Un uomo che continua a proclamarsi innocente ma che Evelyn, convinta della sua colpevolezza, è determinata a far crollare. 


Questo secondo capitolo ha più le atmosfere e le sfumature alla Criminal Minds che tanto mi erano mancate nel primo libro. Però l'ho trovato anche più lento, con una prima parte che scorre meglio e la metà successiva che invece per me si trascina un po'. 

Questo perché, come suggerisce il titolo italiano (peraltro azzeccato, anche se il suo originale ha proprio il suo perché), siamo sempre dentro Hanover House e non ci schiodiamo da lì - se non nei momenti dedicati a Jasper e narrati dal suo punto di vista e che sono proprio loro ad offrire quel brivido alla Criminal Minds.
Se il primo ci offriva una panoramica dell'Alaska e della fatica che Evelyn stava facendo ad ambientarsi, del personale eterogeneo composto da staff medico e guardie carcerarie e prigionieri psichiatrici, qui il focus è esclusivamente su Evelyn che cerca di far cadere in errore Lyman Bishop e intanto deve destreggiarsi - ma solo nella seconda metà - tra la sua famiglia ancora a Boston preoccupata per la sua sicurezza e alcuni omicidi sul continente che sembrano collegati a lei. 

Oltre ad essere più lento - non che il primo andasse ad un ritmo più spedito, quindi credo proprio che sia una prerogativa di questa serie e di come l'autrice abbia voluto impostarne la narrazione - l'ho trovato anche prevedibile sotto certi aspetti. 
La trama italiana - non so se intenzionalmente o meno - è fuorviante perché la base che presenta non corrisponde poi allo svolgersi e alle dinamiche degli eventi nel libro. 
Nel primo romanzo non mi sono mai interrogata su chi potesse essere il colpevole perché non c'era qualcuno che risultasse più sospetto degli altri, quindi mi ero lasciata trasportare dagli eventi per restarne sorpresa alla fine. Qui invece, come lettrice, non ho mai avuto dubbi sulla colpevolezza del sospettato - il dubbio era invece su come Evelyn avrebbe fatto a farlo crollare e se ce l'avrebbe effettivamente fatta. Inoltre, per quanto riguarda gli omicidi sul continente, sebbene non ci sia stata data una risposta chiara e definitiva non ho mai avuto dubbi su chi fosse il colpevole perché per me era veramente palese.

Evelyn resta sempre una brillante psichiatra che vuole giustizia per sé e per quello che ha passato e, nell'attesa e nella speranza di ottenerla un giorno, cerca di fare il possibile perché altre donne non subiscano la stessa sorte - a volte però può risultare un po' una irritante so-tutto-io che ha sempre ragione. 
Dal lato romance, lei e Amarok non hanno fatto grandi progressi e sinceramente io del romance farei anche a meno - ma si sa che thriller/horror e romance vanno poi a braccetto. Oltretutto in questo secondo capitolo compare la ex di Amarok e santo cielo, non fatemi spuntare la possibilità della gelosia e del triangolo - anche se, a difesa di Amarok, lui è davvero preso da Evelyn. È lei che a volte sembra davvero convinta di volere un futuro con lui e a volte non è sicura di voler restare per sempre in Alaska - ma comunque al momento non ha prestato troppa attenzione alla ex di Amarok.

Meno pagine secondo me avrebbero reso la lettura più leggera, che dopo un po' ho cominciato ad avvertire come pesante. Non so, questo libro è un po' una contraddizione: è vero che ho detto che siamo quasi esclusivamente dentro Hanover House e che il focus di Evelyn è su Lyman Bishop, ma allo stesso tempo - tra gli altri omicidi sul continente e la presenza fisica e/o spirituale di Jasper Moore - si ha come la sensazione che ci sia troppa carne al fuoco e che lo stesso Lyman Bishop con la sua mente, la sua astuzia e tutto ciò che Evelyn vorrebbe (e dovrebbe, a beneficio dei personaggi e soprattutto del lettore) scoprire della sua persona venga messo in secondo piano. 
È contraddittorio, lo so - mi sono lamentata che questo libro è lento e che non ci si smuove (quasi) mai fisicamente da Hanover House, ma allo stesso tempo ho avuto la sensazione che ci fossero troppe storylines in campo. 

Non credo leggerò il terzo a breve - ho quattro mesi gratuiti su Storytel e delle eARC su NetGalley a cui dare la precedenza - ma questo secondo volume ha un finale che invoglia già di più il lettore a proseguire rispetto al primo. 

mercoledì 27 maggio 2020

WWW.. Wednesday! #194

Dopo aver sdoganato le uscite di casa la settimana scorsa con una visita dall'estetista, in questa giochiamo al "lascia o raddoppia" - e raddoppiamo. 

Questo perché, mentre sarò in missione per andare a recuperare il CUD per la dichiarazione dei redditi nel mio ex-posto di lavoro, sono anche stata incaricata/mi sono offerta volontaria - visto che è nello stesso centro commerciale - di andare a comprare due gift card per i compleanni che io e le mie amiche abbiamo ancora in arretrato. 
E, per l'appunto, il lato positivo è che domani vedrò le mie amiche dopo tre mesi.


WWW Wednesday è una rubrica settimanale ideata da Should be Reading in cui vi mostro le mie letture passate, presenti e future.



What did you just finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)

 
Ho concluso il mio periodo gratuito su Kindle Unlimited con La leggenda del ragazzo che credeva nel mare di Salvatore Basile e Hanover House di Brenda Novak - e preparatevi perché saranno gli ultimi libri in italiano che vedrete qui sul blog almeno per un bel po' di tempo salvo eccezioni dell'ultimo minuto. 
Quello di Basile è il secondo romanzo dell'autore e forse non mi è piaciuto tanto quanto il primo ma gente, io vivo a dieci minuti dal mare e quindi per me è stato inevitabile subirne il fascino - recensione QUI
Quello della Novak è anch'esso un secondo romanzo, ma di una serie thriller - e se era partito bene, dopo la metà per me è andato in calando e forse rimango sempre io la pecora nera visto che su Goodreads ci sono recensioni a cinque stelle come se piovesse. La recensione arriva venerdì. 
 
 
 
What are you currently reading? (Che cosa stai leggendo in questo momento?)
 
 
Dovrei cominciare oggi The Sky is Mine di Amy Beashel e spero di averne il tempo in quanto, ahimè, ad una certa devo uscire di casa. Sempre perché - a quanto pare - bisogna anche fare gli adulti e non esserlo soltanto all'anagrafe.



What do you think you'll read next? (Che cosa pensi di leggere dopo?)

 
Previsti poi in calendario ci sono Four Days of You and Me di Miranda Kenneally e Meet Me at Midnight di Jessica Pennington.

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I tre libri in inglese e inediti qui sopra sono solo la punta dell'iceberg che rappresenta quanto sono rimasta indietro con le eARC su NetGalley - già, perché nel frattempo sono stati pubblicati e sono usciti addirittura in audiolibro su Storytel. 
Ciò significa che mi devo dare una mossa e siccome la mia prima - e finora unica - esperienza con gli audiolibri risale all'anno scorso e l'ultimo ascoltato risale a novembre, per riabituarmi a sentirmi raccontare una storia ho pensato di cominciare da questi tre - un po' perché è ora e un po' perché avendo l'ARC digitale intanto posso seguire il testo con gli occhi. E sì, sembra strano che io "sprechi" i miei mesi gratuiti su Storytel per leggere qualcosa che ho comunque in un altro formato - e che virtualmente non ha scadenza perché per questi libri non ho partecipato ai blogtour promozionali - ma l'anno scorso avevo notato i libri con Storytel li divoravo letteralmente in pochissimo tempo, quindi ho deciso di cominciare da questi che mi mettono un po' il pepe al culo. 

Ho finito con i monologhi e ora lascio la parola a voi. 
La procedura la sapete: lasciatemi un commento raccontandomi cosa state leggendo, se avete fretta di dare la precedenza a qualche lettura o come viene viene oppure lasciatemi il link del vostro post e passerò il prima possibile a ricambiare la visita!

lunedì 25 maggio 2020

What's on my bedside table? #71 | "Hanover House" di Brenda Novak

Ultima settimana di maggio - ma ci rendiamo conto? 
A me quasi non sembra. 
 
Voi che mi dite? Con che lettura avete iniziato questa settimana? 
Io sono a metà di un romanzo e lo trovate qua sotto.
 

What's on my bedside table? è una rubrica ideata da Valy di Sparkle from books, in cui, nel giorno di lunedì, vi viene mostrato quale libro si trova sul mio comodino e come mai.


SUL MIO COMODINO C’È...
"Hanover House" di Brenda Novak
Il secondo romanzo di una serie thriller.


SONO A... 
Pagina al 55%. Lo sto trovando scorrevole come il precedente e sebbene più grafico in alcune parti - questo perché viene dato più spazio a Jasper, il persecutore di Evelyn, e alle sue perversioni - gioca comunque più sul lato psicologico che investigativo e passata la metà ancora non si ha un'idea precisa se l'accusato sia innocente oppure colpevole. Ecco, forse da questo punto di vista è un po' lento perché non ci sono ancora grandi scoperte oppure colpi di scena.


È SUL MIO COMODINO PERCHÉ... 
... dopo due anni mi sono finalmente decisa a proseguire con questa serie avendolo trovato su Kindle Unlimited nel mio periodo gratuito.

venerdì 22 maggio 2020

[Recensione] "La leggenda del ragazzo che credeva nel mare" di Salvatore Basile

Era sempre maggio, ma del 2016, il mese in cui leggevo per la prima volta Lo strano viaggio di un oggetto smarrito di Salvatore Basile - amandolo. 

Era sempre maggio quando, due anni dopo, uscì il suo secondo romanzo. 

Ed è ancora maggio, però del 2020 e quindi a distanza di due anni dalla sua pubblicazione, il mese nel quale mi sono decisa a leggerlo.


Titolo: La leggenda del ragazzo che credeva nel mare
Autore: Salvatore Basile
Data di uscita: 24 maggio 2018
Pagine: 246 (Kindle Edition)
Editore: Garzanti
Link Amazon: https://amzn.to/2Zk0S8X

Trama: Quando si tuffa Marco si sente libero. Solo allora riesce a dimenticare gli anni trascorsi tra una famiglia affidataria e l’altra. Solo allora riesce a non pensare ai suoi genitori di cui non sa nulla, non fosse che per quella voglia a forma di stella marina che forse ha ereditato da loro.
Ma ora Marco ha paura del mare. Dopo un tuffo da una scogliera si è ferito a una spalla e vede il suo sogno svanire. Perché ora non riesce più a fidarsi di quella distesa azzurra. Perché anche il mare lo ha tradito, come hanno sempre fatto tutti nella sua vita. Eppure c’è qualcuno pronto a dimostrargli che la rabbia e la rassegnazione non sono sentimenti giusti per un ragazzo. È Lara, la sua fisioterapista, che si affeziona a lui come nessuno ha mai fatto. Lara è la prima che lo ascolta senza giudicarlo. Per questo Marco accetta di andare con lei nel paesino dove è nata per guarire grazie al calore della sabbia e alla luce del sole. Un piccolo paesino sdraiato sulla costa dove si vive ancora seguendo il ritmo dettato dalla pesca per le vie che profumano di salsedine. Quello che Marco non sa è il vero motivo per cui Lara lo ha portato proprio lì. Perché ci sono segreti che non possono più essere nascosti. Perché per non temere più il mare deve scoprire chi è veramente. Solo allora potrà sporgersi da uno scoglio senza tremare, perché forse a tremare sarà solo il suo cuore, pronto davvero a volare.



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Non ho neanche riletto la trama prima di cominciarlo, mi ci sono buttata alla cieca - e diamine, si vede che sono fuori allenamento con questo genere di romanzi visto che storie di questo tipo era un po' che non apparivano sul mio comodino/dentro il mio tablet. 

Sarà per questo che ho fatto un po' fatica all'inizio ad ingranare?
Eppure non avrei dovuto, dal momento che uno dei protagonisti ha diciotto anni e io mastico (problematiche) young adult nove volte su dieci. 


Marco ha diciotto anni, solo se stesso e gli amici (ma poi neanche più di tanto) su cui contare e un lavoretto che è convinto non lo porterà da nessuna parte - perché quelli come lui, che vivono addirittura ai margini della periferia e che sono sempre stati invisibili o considerati di troppo per tutta la loro vita, sanno che le possibilità sono poche. 

Marco sa cos'è la solitudine, sa com'è non sentirsi desiderato e amato - il calore e l'affetto di un rapporto sincero sono qualcosa che ha sempre e solo immaginato.

Mentre la primavera sta per stemperarsi nell'estate, lui pulisce il centro sportivo dopo che tutti se ne sono andati. Dopo che anche Virginia, la ragazza per cui si è preso una cotta, se n'è andata alla fine di un allenamento di tuffi insieme ai suoi amici. 
E a Marco viene voglia di provare - di provare quella sensazione di spiccare il salto, di librarsi nell'aria, di essere padroni del proprio corpo e di lottare per quella padronanza contro la forza di gravità, di volare e atterrare in una distesa di acqua azzurra. 
Di risalire in superficie e di rinascere. 

E scopre che gli piace, scopre che è pure bravo, scopre che vuole impressionare Virginia e i suoi amici - vuole dimostrare di essere qualcuno anche lui, qualcuno che conta anche se non ha le loro stesse origini o le loro famiglie alle spalle.

Ma Marco si fa male e il sogno di tuffarsi si infrange appena nato - proprio appena lui ha scoperto cosa forse potrebbe fare nella vita. Un infortunio alla spalla gli impedisce di sollevare e muovere il braccio sinistro e la mano e, demoralizzato, Marco si sente ancora una volta preso in giro dalla vita. 

Ma Virginia - sentendosi in parte responsabile per l'incidente - gli presenta Lara, la sua fisioterapista. E Lara è una donna che porta sempre l'ottimismo dentro l'ospedale, che cerca di far ridere i suoi pazienti per rendere il recupero più veloce e leggero. 

È più difficile di fronte alla scontrosità di Marco, convinto che non guarirà mai e che resterà così per sempre e Lara fa della guarigione di Marco la sua missione - un po' perché si è già affezionata al ragazzo e un po' per quietare i suoi demoni interiori e i suoi sensi di colpa. Perché sotto quell'ottimismo, c'è un passato di sofferenza e un segreto che deve essere portato alla luce ed essere svelato. 


Sarò stata anche fuori allenamento e ci avrò messo un po' ad ingranare, ma poi mi sono lasciata coinvolgere dallo stile fluido e a tratti poetico di Basile - tanto che verso la fine ho pure pianto per la commozione. 

Questa è una storia con dei protagonisti con cui ho trovato meno in comune rispetto al romanzo precedente, ma ciò non vuol dire che sia meno bella - anche perché alcune cose ricordano proprio Lo strano viaggio di un oggetto smarrito

E come Elena mi aveva dato sui nervi inizialmente, Virginia ha fatto lo stesso - anche se nei confronti di Virginia non mi sono poi scaldata neanche alla fine, vuoi anche il fatto che non è lei il personaggio femminile principale.
Anche con Marco ci ho messo un po' a scaldarmi - nonostante capissi che i suoi sospetti perenni e i quasi "capricci" fossero dettati dal tipo di vita che aveva vissuto, non nego che all'inizio mi veniva voglia di scuoterlo e dirgli che aveva diciotto anni e non sei. 

È una storia in cui comunque ogni personaggio è caratterizzato benissimo, ognuno con la sua storia da raccontare e con il suo percorso di evoluzione da compiere. È una storia delicata, ma anche intensa perché tutti i colori, gli odori e i sapore descritti dall'autore sono così vividi da poterli vedere e sentire con i propri sensi.

Si parla di situazioni in cui è difficile giudicare ed è ancora più difficile sapere quale sia la cosa giusta da fare. È una storia che parla di silenzi, di verità taciute, di segreti, di rimorsi e rimpianti, di paure, di legami, di casa.

È una storia che parla di famiglia, di dolore, di perdita straziante, di sensi di colpa, ma anche di tanto, tanto amore. E soprattutto è una storia di rinascita e speranza per tutti i personaggi coinvolti che saprà emozionarvi - fino alle lacrime, appunto. 

Avevo timore di questo libro - probabilmente è questo il motivo che mi ha fatto rimandare la lettura per due anni - perché temevo che non l'avrei amato tanto quanto il primo. 
E forse avevo ragione, forse non l'ho amato tanto quanto Lo strano viaggio di un oggetto smarrito perché quello era capitato in un momento della mia vita in cui mi sono rispecchiata in tanti aspetti del romanzo, ma anche La leggenda del ragazzo che credeva nel mare ne vale assolutamente la pena - e il tempo. 

mercoledì 20 maggio 2020

WWW.. Wednesday! #193

Ieri, se escludiamo quella volta a fine aprile durante la quale ho dovuto portare Alaska dalla veterinaria, è stata la prima volta che ho messo piede fuori di casa dal 21 febbraio. 

E ho pure guidato la macchina per più di cinquecento metri, alleluia.


WWW Wednesday è una rubrica settimanale ideata da Should be Reading in cui vi mostro le mie letture passate, presenti e future.



What did you just finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)

 
Ho concluso la serie di Him di Sarina Bowen e Elle Kennedy con la novella Epic. Essendo appunto una novella non ci ho scritto una recensione a riguardo, ma è decisamente stata un gradino o due superiore rispetto ad Us perché mi ha riportata alle atmosfere giocose tra Wes e Jamie che avevo amato nel primo libro. 
Ho poi letto in anteprima digitale grazie alla Oscar Vault Falce di Neal Shusterman - la storia di quella che è un'apparente perfetta utopia in cui l'umanità è stata in grado di sconfiggere la malattia e la morte, ma che presenta il conto quando le persone al mondo iniziano ad essere troppe e la "licenza di uccidere" è lasciata in mano all'uomo. Che si sa, è tutto meno che perfetto. È un libro che forse non è per tutti, ma che a me è piaciuto e per ulteriori approfondimenti (senza spoiler) vi rimando alla mia recensione di ieri QUI



What are you currently reading? (Che cosa stai leggendo in questo momento?)

 
Sono al 20% di La leggenda del ragazzo che credeva nel mare di Salvatore Basile, l'ultimo libro che probabilmente riuscirò a leggere su Kindle Unlimited. Avevo amato il suo precedente romanzo e spero che questo sia sullo stesso livello - e per il momento è così. 



What do you think you'll read next? (Che cosa pensi di leggere dopo?)

 
Lo so, ultimamente il punto di domanda ci segue ovunque da un paio di settimane, ma è tutto in divenire. Chiamatela tempistica, chiamatela ispirazione, chiamatela come vi pare. 
 
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WWW Wednesday un po' scarso, lo so. 
Nel frattempo io sto ancora aspettando il regalo di compleanno da parte delle mie amiche - anche se ormai non dovrebbe mancare molto perché Amazon me lo consegni - e loro le vedrò la settimana prossima. Un piccolo grande passo verso la normalità - specialmente se contiamo il fatto che il nostro pub preferito ai Lidi riapre dopodomani. 
Ma ora lascio la parola a voi per raccontarmi un po' quello che vi pare o, se volete limitarvi alle vostre letture, per lasciarmi un commento qua sotto oppure il link del vostro post e passerò a ricambiare la visita il prima possibile!

martedì 19 maggio 2020

[Recensione] "Falce" di Neal Shusterman

Oh, lo so - ho ancora Dry (che Shusterman ha scritto con uno dei suoi figli, Jarrod) che mi osserva e mi giudica dall'alto dello scaffale su cui è riposto. 

Ma sebbene io non l'abbia ancora letto, questa non è la prima volta che ho a che fare con qualcosa scritto da questo autore - questo perché ci eravamo già "incontrati" proprio due anni fa durante la lettura di Violent Ends. Sapete che io non sono sconosciuta alla lettura di libri che parlano di sparatorie scolastiche e Violent Ends ne faceva parte, scritto con 17 punti di vista diversi e quello di Shusterman e di suo figlio Brendan era davvero il più... particolare tra tutti quanti. Non vi dirò perché, però.

Quindi, un po' questo e un po' il fatto che Federica quando l'ha letto (Falce e Dry ancora prima) mi ha raccontato le sue impressioni, avevo una vaga idea di ciò a cui stavo andando incontro - questo però non l'ha esentata dal ricevere tutti i miei commenti scritti e vocali in chat, anzi. 

Ma un enorme e immenso grazie va alla Oscar Vault per la copia digitale in anteprima


Titolo: Falce
Titolo originale: Scythe
Serie: Arc of a Scythe #1
Autore: Neal Shusterman
Data di uscita: 19 maggio 2020
Data di uscita originale: 22 novembre 2016
Pagine: 360 (copertina rigida)
Editore: Mondadori Oscar Vault
Link Amazon: https://amzn.to/3cE3Itv

Trama: Un mondo senza fame, senza guerre, senza povertà, senza malattie. Un mondo senza morte. Un mondo in cui l’umanità è riuscita a sconfiggere i suoi incubi peggiori.

A occuparsi di tutte le necessità della razza umana è il Thunderhead, un’immensa, onnisciente e onnipotente intelligenza artificiale. Il Thunderhead non sbaglia mai, e soprattutto non ha sentimenti, né rimorsi, né rimpianti.

Quello in cui vivono i due adolescenti Citra Terranova e Rowan Damisch è davvero un mondo perfetto. O così appare.

Se nessuno muore più, infatti, tenere la pressione demografica sotto controllo diventa un vincolo ineluttabile. Anche l’efficienza del Thunderhead ha dei limiti e non può provvedere alle esigenze di una popolazione in continua crescita. Per questo ogni anno un certo numero di persone deve essere “spigolato”. In termini meno poetici: ucciso.

Il delicato quanto cruciale incarico è affidato alle cosiddette falci, le uniche a poter decidere quali vite devono finire. Quando la Compagnia delle falci decide di reclutare nuovi membri, il Venerando Maestro Faraday sceglie come apprendisti proprio Citra e Rowan. Schietti, coraggiosi, onesti, i due ragazzi non ne vogliono sapere di diventare degli assassini. E questo fa di loro delle falci potenzialmente perfette.


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Volete la verità? Vi dirò la verità. 

La prima cosa ad attirarmi di questo libro - ancora prima che ne venisse annunciata la traduzione italiana - è stata il fatto che, praticamente, si parlasse di "mietitori". 
Ora, se mi seguite da un po', saprete che la serie di Red Rising di Pierce Brown con protagonista Darrow "Il Mietitore" è una delle mie preferite - psssst, ehi Mondadori! Io e Federica stiamo aspettando con grande impazienza il quinto volume della serie, Dark Age. Così eh, per dire. 

Qui le cose però sono un tantino diverse. 


Siamo in un mondo che potrebbe essere il nostro, in futuro. Non c'è una solida presenza di sci-fi come nella serie di Brown, ma quello immaginato da Shusterman è un mondo in cui la rete informatica è diventata così potente da poter immagazzinare tutta la conoscenza umana e anche di più. Quello immaginato da Shusterman è un mondo in cui la conoscenza umana è arrivata al punto tale da aver trovato il modo di poter sconfiggere la malattia e la morte, riuscendo a fare in modo che tutti possano - potenzialmente - vivere in eterno. 

In questa apparente utopia nella quale il Thunderhead - la rete informatica e contenitrice di tutta la conoscenza che ha addirittura sviluppato una coscienza - si prende cura di tutti e si assicura che siano in salute e con una quasi uguaglianza di salari e possibilità, dopo un po' però sorge il problema del sovrappopolamento che mette a rischio la quantità di risorse della Terra. 
Nasce per questo la Compagnia della falci, un'organizzazione formata dagli unici membri "autorizzati" a togliere la vita alle persone e rendere la morte definitiva in un mondo in cui puoi sempre essere rianimato. 

Ma tutti possono diventare falci? La risposta è... sì e no. 
Gli unici che dovrebbero diventarlo sono quelli che proprio non lo vogliono essere, quelli che non vogliono saperne di uccidere - di spigolare - altri esseri umani. Questo perché sarebbero gli unici in grado di dimostrare la compassione che serve. Però noi sappiamo che l'essere umano è fallibile, che la mela marcia è ovunque - perché il mondo ora sarà anche perfetto, ma l'animo umano no.

E i governi saranno stati anche cancellati così come le varie divinità a cui ci si rivolgeva con una preghiera, ma non si può negare che la Compagnia delle falci sia ciò che più assomiglia ad un ordine religioso. E si sa che se ci sono sempre quelli buoni e compassionevoli, altresì esistono coloro che in virtù della loro "licenza di uccidere" si considerano al pari di una divinità che non deve rispondere a nessuno - e per una volta non è l'intelligenza artificiale il nemico, ma abbiamo l'ennesima dimostrazione che l'uomo è e rimane sempre il proprio peggior nemico. 


Ieri vi ho detto che questo non è un libro che piacerà a tutti - resto ancora della mia idea. 
È un libro lento, non così pieno di azione come vi potreste immaginare - anche se da metà in poi le cose accelerano e i colpi di scena sapranno sorprendervi. 

Non è neanche del tutto incentrato sui personaggi protagonisti - Citra e Rowan sono decisamente importanti, ma non vengono sviscerati più di tanto nelle loro emozioni e nell'approfondimento psicologico in quanto esistono più che altro in funzione della storia e di questo mondo apparentemente perfetto che in realtà nasconde marciume e corruzione sotto la sua patina di glorificazione. 
Anche i cattivi - per quanto suscitino odio e rabbia - non sono molto sfaccettati, se vogliamo dirla tutta. C'è una netta distinzione tra bianco e nero, tra buoni e cattivi - solo qualcuno mostra una personalità un po' grigia. 

Il mondo presentato da Shusterman è estremamente interessante, anche se difficile da comprendere all'inizio in alcune sfumature - tanto che spesso ho chiesto delucidazioni/scambiato opinioni con Federica che l'aveva già letto. 
Il perché sono le morti date dalle falci ad essere permanenti quando comunque la gente può essere rianimata è qualcosa di confuso all'inizio, ma che viene compreso poi man mano che si procede con la lettura. Altre cose invece restano poco chiare o date per scontate, ma si arriva comunque ad averne una sorta di comprensione - o comunque spero che verranno approfondite nei prossimi volumi. 

È un mondo interessante perché evidenzia quanto la paura della morte che noi tutti i giorni proviamo ci porti a vivere ogni secondo in funzione degli obiettivi che vogliamo raggiungere - e questo perché noi sappiamo di essere temporanei. L'arte e la vita del nostro mondo sono piene di passione proprio per questo motivo, ma se puoi vivere in eterno puoi rimandare e puoi procrastinare perché sai che avrai tutto il tempo del mondo - ed è qualcosa che poi Citra e Rowan imparano: riconoscono la noia in un mondo apparentemente perfetto che può offrire sì, una vita piacevole ma forse non vissuta appieno con ardore perché priva di una vera scadenza.

Dico che non è un libro che piacerà a tutti perché solleva tantissime questioni di carattere etico e morale. Le falci devono evitare di essere discriminatorie nei confronti di chi spigolano ed è giusto osservare certi parametri, gli stessi che avrebbero ucciso le persone nell'Era Mortale? È meglio dare una morte rapida, indolore e compassionevole oppure renderla a volte un evento, replicando le circostanze a volte cruenti in cui la gente era solita morire quando ancora si poteva? È giusto che chi governa - anche se non si può proprio dire che il Thunderhead governi in senso classico - non si intrometta nelle questioni delle falci e lasci a loro la decisione di chi e quanti spigolarne all'anno? È giusto lasciare qualcosa come la morte - non più naturale perché ora è la natura ad essere assoggettata all'uomo - in mano alla volubilità dell'essere umano?

Citra e Rowan affronteranno un anno di apprendistato che metterà in discussione questo e tanto altro. Scopriranno che non c'è un unico modo di essere falce. Impareranno ad uccidere, conosceranno la compassione ma anche l'oscurità celata nell'animo umano - quella "fame" che nel nostro mondo viene considerata un crimine e punita. Saranno messi costantemente alla prova - dagli altri e dal loro stesso cuore.

Il contenuto del libro metterà in discussione la vostra morale, la vostra etica e la vostra visione del mondo e lo stile di Shusterman vi porterà a leggere capitolo dopo capitolo, fino al finale che vi lascerà con una nota di tremenda curiosità per il secondo volume. 

lunedì 18 maggio 2020

What's on my bedside table? #70 | "Falce" di Neal Shusterman

Questa settimana segna l'inizio di una nuova fase, quindi dai che forse è la volta buona che rivedo le mie amiche dopo tre mesi.  
 
Nel frattempo non so perché mi fa male un'anca e, totalmente slegato da quanto detto sopra, ho passato gli ultimi giorni a fare la telecronaca scritta e vocale a Federica del libro che sto attualmente leggendo. 

Ovvero quello qua sotto.
 

What's on my bedside table? è una rubrica ideata da Valy di Sparkle from books, in cui, nel giorno di lunedì, vi viene mostrato quale libro si trova sul mio comodino e come mai.


SUL MIO COMODINO C’È...
"Falce" di Neal Shusterman
Il primo libro di una trilogia il cui genere, secondo me, è ancora in divenire e che esce domani.


SONO A... 
Pagina 272. Mi mancano meno di cento pagine e conto di finirlo oggi. È un libro lento e più focalizzato sulla storia che sui personaggi protagonisti in sé per sé, ma non è per questo che mi sento di dire che è un libro che non piacerà a tutti - è perché mette in discussione tutti i vostri principi morali ed etici e ammetto che non sempre è chiarissimo nello spiegare come funzionano alcune cose in questo mondo. Ma ve ne parlerò meglio nella recensione. 


È SUL MIO COMODINO PERCHÉ... 
... ero curiosa di leggerlo ancora da prime che ne venisse annunciata la traduzione, ma di solito per libri così (come nel caso di Red Rising di Pierce Brown) preferisco aspettare l'italiano. Poi l'italiano è arrivato, Federica ha dato la sua approvazione in quanto l'ha già letto e la Oscar Vault mi ha concesso di leggerlo in anteprima e ora siamo qui.

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PS: A proposito di Red Rising... Mondadori, che ne dici di portarci il quinto volume della serie, Dark Age? Così eh, è solo un suggerimento totaaaaaaalmente disinteressato.

venerdì 15 maggio 2020

Singing the Book #19

Oggi non solo segna l'inizio del weekend, ma segna anche l'ennesimo compleanno che non passerò in compagnia delle mie amiche - già, oggi è il compleanno di una di loro e ormai le cose da festeggiare insieme si stanno accumulando a vista d'occhio. 
E pensare che il suo, essendo così vicino alla stagione estiva, è sempre stato segnato da festeggiamenti epocali e indimenticabili.

Cantiamoci su, va'. 

Singing the Book è una rubrica inventata da me a cadenza assolutamente casuale nella quale vi mostro (e racconto) libri il cui titolo è lo stesso - o con qualche piccola variante - di canzoni che amo oppure ho amato e che potrebbero o non potrebbero c'entrare affatto con la trama.

Siamo al diciannovesimo appuntamento e oggi parliamo come al solito di abbinamenti che mi sono capitati per caso tra le mani.

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Dirty Little Secrets di Liliana Hart / Dirty Little Secrets dei The All-American Rejects

La mia conoscenza con i The All-American Rejects è stata abbastanza tardiva - ero ancora al liceo, ma ormai ero alla fine dei miei anni di studio. A fare la differenza, me lo ricordo ancora, era stato il titolo di una loro canzone - quella ad avvicinarmi a loro, che già avevo sentito nominare ma che fino a quel momento non avevo mai calcolato di striscio. Ma ero nel mio periodo adolescenziale, verso la fine di quei due anni di inferno, in cui la rabbia aveva preso il sopravvento su tutto il resto e Gives You Hell è arrivata esattamente al momento giusto. L'amore con l'album When the World Comes Down del 2008 è stato totale e così mi sono decisa a recuperare anche la musica degli anni precedenti - e questa e Move Along sono le canzoni più iconiche dell'album del 2005. Il libro è un mix di mystery e romance ma, nonostante i temi, credo che con la canzone abbia ben poco in comune. 




Awakened di James S. Murray with Darren Wearmouth / Awakening degli Yellowcard

Gli Yellowcard non hanno bisogno di presentazioni, vero? Ma nel caso voi foste nuovi da queste parti, allora dovreste sapere che questa band - sebbene si sia sciolta anni fa - è ancora la mia preferita in assoluto. Ho iniziato ad ascoltarli nel 2004 o 2005 con Ocean Avenue e Only One, l'album Lights and Sounds del 2006 è ancora un tremendo colpo al cuore per tutto ciò che ha rappresentato per me quell'anno - ma, se me lo chiedeste, forse è ancora il mio vero preferito tra tutti quanti per ragioni che razionalmente non so spiegare - e il vero amore, ovvero ciò che li ha fatti diventare la mia band preferita, è stato con l'album When You're Thinking, Say Yes del 2011. Sapevo però che la vera prova sarebbe arrivata con l'album successivo e Southern Air del 2012 non ha affatto deluso le mie aspettative - già la canzone di apertura, quella oggetto di questo post, per me era stata un vero colpo al cuore per il suo argomento e l'attinenza alla mia vita personale. Stando a Goodreads, il libro è un sci-fi a tinte horror e non ha nulla a che fare con una canzone che parla di un'amicizia finita - a cui sono particolarmente legata non soltanto per il suo significato, ma anche perché c'è un video dietro le quinte di Teen Wolf (che è stato uno dei miei telefilm preferiti) in cui la canzone è in sottofondo e Dylan O'Brien "suona" la batteria durante il ritornello. 




All of Me di Jeannie Moon / All of Me di John Legend

Essendo lontano dal genere di musica che ascolto di solito, John Legend non è mai entrato nelle mie playlist - anche se ho avuto modo di apprezzarlo davvero quando ho visto il film La La Land e una delle canzoni della soundtrack in cui lui canta piace tanto a mia madre. Però vista la quantità di film e telefilm che vedo normalmente, sono perfettamente a conoscenza che All of Me è una delle sue canzoni più conosciute e spesso viene usata come sottofondo in qualche momento pregnante di significato - ed essendo sotto sotto ancora una romanticona, inevitabilmente finisco per sentirmi coinvolta e commuovermi tanto che alla fine mi sono innamorata di questa canzone anche se non l'ascolto spesso. Il libro è un contemporary romance, quindi la canzone potrebbe - e dovrebbe - abbinarsi perfettamente.




Small Town Nightmare di Anna Willett / Break Up in a Small Town di Sam Hunt

Anche Sam Hunt non rientra nel genere di musica che di solito ascolto, ma anni fa stavo seguendo il blogtour di un libro - non ricordo nemmeno quale - e sapete che spesso l'autore di una tappa di suddetto blogtour crea una playlist per il libro? Beh, Leave The Night On era una delle canzoni che facevano parte di quella playlist - il titolo mi ispirava, l'ho ascoltata ed è stato amore e da lì al voler ascoltare l'album Montevallo è stato un attimo. Il libro su Goodreads ha vaghe tinte horror e devo dire che mi ispira anche abbastanza - avete presente le classiche atmosfere alla Non aprite quella porta in cui la protagonista si ritrova da sola in un posto in cui la gente è chiaramente inospitale e la guarda male e l'unica persona a cui si affida non è chi dice di essere? Ecco, più o meno siamo lì. E insomma, la canzone parla di una storia d'amore finita e non hanno niente in comune, ma in fondo una rottura in un piccolo paesino in cui tutti si conoscono e si incontrano non è un po' l'equivalente di un incubo?




The Sinner di Petra Hammesfahr / Unforgivable Sinner di Lene Marlin

Non ho letto il libro e non ho visto nemmeno la serie televisiva che ne è stata tratta e finché non mi sono messa a scrivere questo post non sapevo neanche che si trattasse di quella storia - questo perché, nella newsletter di BookBub, il libro aveva una cover diversa. In ogni caso, il titolo mi ha fatto subito venire in mente la canzone di Lene Marlin - che amo ancora oggi. Era il 1998 o 1999 e io, appena decenne, ascoltavo ancora pop e mainstream - del tipo che forse le Spice Girls erano ancora parte integrante della musica riprodotta dal mio stereo e mamma mia, nel frattempo Britney Spears se ne era uscita con un esordio come Baby, One More Time. Erano i tempi di Top of the Pops il sabato pomeriggio su Rai 2 e improvvisamente è comparsa questa ragazzina bionda norvegese con una canzone che mi ha subito conquistata - e niente, da quel momento in poi ho sempre amato la sua musica  ed è solo dal 2009 che aspetto un nuovo album.



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Appurato ormai che i libri sono sconosciuti tanto a me quanto a voi, concentriamoci invece sulle canzoni e ditemi se ne conoscevate qualcuna oppure se vi ho fatto scoprire una nuova preferita e con questa rubrica ci vediamo il mese prossimo!