lunedì 22 luglio 2024

[Recensione] "La mia fuga più dolce" di Chelsea M. Cameron

Luglio è quasi finito e, se il cielo vuole, giovedì pomeriggio sarò finalmente libera di godermi il resto dell'estate come avrei dovuto fare fin dall'inizio - e spero che questo porti con sé anche letture migliori.
 
 
Titolo: La mia fuga più dolce
Titolo originale: My Sweetest Escape
Serie: My Favorite Mistake #2
Autrice: Chelsea M. Cameron
Data di uscita: 31 marzo 2015
Data di uscita originale: 28 gennaio 2014
Pagine: 332 (copertina rigida)
Editore: Harlequin Mondadori
Link Amazon: https://amzn.to/4bCQta0

Trama: Jos Archer viveva in un mondo perfetto, fino alla notte in cui cambiò tutto. Ora, dopo nove mesi, ancora non è riuscita a rimettere insieme i pezzi della propria vita, e nemmeno il fatto di avere cambiato college, andando a vivere con la sorella maggiore Renee, è sufficiente a farla sentire di nuovo normale.

Finché un giorno non incontra Dusty Sharp, il tipico bad boy che si è prefissato di farla uscire dal suo guscio. Jos deve stare attenta a quel sorriso presuntuoso e a quello sguardo assassino, o si ritroverà presto a provare cose che non è più sicura di meritare.

Ma se da un lato Dusty la sprona ad aprirsi e a parlare del suo passato, dall'altro anche lui nasconde dei segreti. Segreti che riguardano proprio la notte in cui il mondo è crollato addosso Jos.

La verità li unirà ancora di più o li separerà per sempre?
 
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CONTENT WARNING: abuso di alcol e droghe (in passato), incidente automobilistico (nel passato). 


Sorprendentemente è andata (un po') meglio con questo sequel che con il primo volume che avevo letto di questa serie - e no, non ho intenzione di recuperare il terzo perché so già che riguarda Taylor e Hunter che mettono su famiglia e non sono così masochista da volermi far venire un'ulcera. 

E sì, è andata meglio, ma comunque non è andata benissimo perché i problemi che ho riscontrato nel primo sono stati trascinati e riportati anche in questo secondo volume. 

Qui la protagonista, Jos, non mi ha dato (più di tanto) sui nervi, ma sono stati tutti gli altri personaggi già visti in Il mio sbaglio preferito a volermi far lanciare il libro fuori dalla finestra. Sarà perché Jos, a quasi diciannove anni, aveva gli stessi atteggiamenti e comportamenti che avevo anche io alla sua età e quindi, ricordando fin troppo bene quel periodo, mi è stato facile non essere troppo severa con lei. 

Jos, nove mesi prima dell'inizio di questa storia, ha perso una persona a cui teneva tantissimo. Smessi i panni della ragazza perfetta, studiosa e con una futura carriera nella politica, ha scoperto un amore viscerale per la musica e per le feste - forse occasionalmente esagerando con l'alcol e smettendo di studiare.  
 
Been there, done that.

Non che io abbia perso qualcuno come lei, ma gli anni tra i miei diciassette e i miei diciannove sono stati i miei anni di ribellione adolescenziale - quelli in cui pure io avevo smesso di studiare (o comunque facevo il minimo), esageravo con l'alcol, fosse dipeso da me avrei avuto le cuffie con la musica a palla indosso tutto il giorno, odiavo praticamente tutti e volevo solo essere lasciata in pace. 

Leggere di Jos era come come rivedere me stessa alla sua età. 

Sua sorella Renee è stata assolutamente intollerabile - capisco la preoccupazione per qualcuno che ami, ma le sta addosso come un falco e sebbene Jos, passati nove mesi, non sia più nella sua fase "selvatica", Renee è sempre sospettosa e pensa sempre che stia per fare qualcosa di male non esitando neppure a farle scenate umilianti davanti a tutti e mettendo tutti i personaggi che abbiamo già incontrato nel primo volume a farle da genitori/guardiani/carcerieri. 

E fosse solo questo... ribadisco, capisco la preoccupazione e il volerla salvare, ci sono passata anche io con le persone della mia vita che mi osservavano alcune volte in maniera troppo inquisitoria, ma qui trattano Jos e le parlano come se fosse una bambina e non quasi un'adulta. Che poi, potrei aspettarmelo da qualcuno che ha come me adesso la mia età e che l'età adulta l'ha già raggiunta - virtualmente - da un pezzo, ma non da qualcuno che ha solo due o tre anni più di lei. 

Insomma, come Jos pure io avrei voluto gridare loro contro o scappare di casa. 

Veniamo alla storia d'amore con Dusty e come era successo con Taylor e Hunter, tutto questo amore non capisco da dove nasca. Lei è sempre scostante, scorbutica e quasi cattiva e poi improvvisamente lo ama; lui la ama fin dalla prima volta che la vede e a questo punto deve essere più masochista di me nell'essere andata avanti con questa serie visto che insiste a cercarla e a voler passare del tempo con lei. 

L'altro difetto che ho ritrovato qui è questo: nel primo volume non c'è mai una spiegazione sul perché Taylor disprezzi così tanto suo padre, solo parole vaghe e cose di cui era accusato (come adulterio) che non sai mai se erano vere o meno e quindi non puoi mai empatizzare a fondo con Taylor quando parla di lui o lo incontra. Stessa cosa qui: Jos parla sempre del suo dolore per la persona che ha perso, per come è cambiata la sua vita e come questa persona ha inciso sulla sua personalità, ma non sai mai come si sono conosciuti e cosa facevano insieme, non hai mai flashback di scene significative che ti possano fra comprendere appieno il dolore che Jos prova e che l'ha fatta cambiare così tanto che porta sua sorella Renee a dirle di non conoscerla più. 

Oltre a non vedere la chimica sessuale e romantica tra eroina ed eroe, non è neanche possibile affezionarsi all'eroina per diversi motivi - Taylor è una bomba di rabbia che dà in escandescenze e picchia la gente per nulla, Jos ci parla solo del suo dolore ma non ce lo mostra davvero. 

Che, detto da me se ripenso alla mia versione diciannovenne è un po' ipocrita, ma tant'è - io mica ero la protagonista di un libro che doveva convincere i lettori ad affezionarsi a me e alla mia storia. 

lunedì 15 luglio 2024

[Recensione] "Il mio sbaglio preferito" di Chelsea M. Cameron

Avevo immaginato che probabilmente sarebbe stato un mezzo disastro viste le mie recenti esperienze con i new adult, ma non pensavo neanche di queste proporzioni bibliche.
 
 
Titolo: Il mio sbaglio preferito
Titolo originale: My Favorite Mistake
Serie: My Favorite Mistake #1
Autrice: Chelsea M. Cameron
Data di uscita: 14 ottobre 2014
Data di uscita originale: 28 settembre 2012
Pagine: 396 (copertina rigida)
Editore: Harlequin Mondadori
Link Amazon: https://amzn.to/3S293Bj

Trama: Fin dal loro primo incontro, Taylor Caldwell non sa se desidera baciare o prendere a pugni Hunter Zaccadelli, il suo nuovo coinquilino. Da una parte Hunter è un affascinante ragazzo dagli occhi blu, irresistibile e pieno di charme. Dall'altra è il tipico bad boy, con la chitarra sempre in mano e il corpo coperto di tatuaggi. Forse è per questo motivo che Taylor ha paura di innamorarsi di lui, non vuole restare scottata e quindi è necessario che Hunter se ne vada... prima che sia troppo tardi.

Anche Hunter ha avuto le sue delusioni e i suoi dolori nel passato, ma Taylor ha una risata così sexy e inoltre non gliene fa passare una liscia! Insomma non può darsi per vinto facilmente e le propone una scommessa: se lei riuscirà a convincerlo che lo odia o lo ama sul serio, lui se ne andrà dall'appartamento, lasciandola finalmente in pace.

Ma quando il passato riemerge all'improvviso Taylor deve decidere: fidarsi di Hunter confidandogli il suo segreto più nascosto o fare tutto il possibile per vincere la scommessa e allontanarlo per sempre.

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TRIGGER WARNING: omicidio/suicidio (nel passato), tentata violenza sessuale (nel passato).


Posso dire che avrei voluto dare fuoco al libro? Posso dire che prima ancora di dare fuoco al libro avrei voluto dare fuoco alla sua protagonista? 

Le premesse perché potesse piacermi c'erano tutte: mi immaginavo questo ragazzo scanzonato, la classica faccia da schiaffi insomma, quello che un po' ti irrita ma sotto sotto ti fa anche ridere e mi immaginavo questa tipa decisa e determinata a non cedere al suo fascino che risponde per le rime ad ogni schermaglia. 

E invece... no. 

Lei vuole passare per la strong female character, ma lo fa nel senso più sbagliato possibile. Non sei una strong female character solo perché sei sempre lì che picchi il tuo co-protagonista, gli lanci dietro cose e lo minacci di violenza e dai perennemente in escandescenze per qualunque cosa anche quando non ce n'è il minimo motivo. 

Ok che quello che hai passato a dodici anni è terribile, non dico di no, sarebbe un trauma per chiunque, ma se mezza dozzina di psicoterapeuti - come dici tu - non sono serviti a niente, io forse mi domanderei se non sei proprio tu che non vuoi affrontare il trauma e guarire come ti hanno sempre detto e non il contrario. Perché, anche otto anni dopo, comportarsi in quel modo è più da disadattata sociale che da persona traumatizzata. 
 
Lei poi è una ficcanaso a dei livelli micidiali - deve scoprire a tutti i costi il segreto di Hunter, arrivando persino a spiarlo in casa dei suoi zii, ma quando si tratta del suo di segreto se solo Hunter fa una domanda o si offre di ascoltarla, Taylor si mette ad urlare come la stessero squartando viva e minaccia di castrarlo.

Insomma, di Taylor ho detestato tutto dal principio alla fine. 

Hunter non è che sia messo meglio, eh. Fa di tutto per provocarla e all'inizio ci sta anche, ma poi si incaponisce che devono finire insieme a tutti i costi e - cosa parecchio da red flag secondo me - se lei da in escandescenze e ti dice di non toccarla o abbracciarla, tu non lo fai e basta. Non che ignori quello che ti ha appena detto perché tu in realtà sai cos'è meglio per lei e di cosa ha davvero bisogno

I dialoghi poi non ne parliamo. Non so se sia la scrittura in sé o anche un problema di traduzione, ma la maggior parte di questi dialoghi o non stanno né in cielo né in terra come senso logico oppure sembrano pronunciati da bambini dell'asilo e non da ventenni al loro secondo e terzo anno di college. 

Taylor e Hunter sono i genitori bipolari di Tessa e Hardin - non vedo nemmeno la presunta chimica che dovrebbero avere tra di loro. 

martedì 9 luglio 2024

[Recensione] "L'ultima volta che ti ho detto addio" di Cynthia Hand

L'estate che avevo immaginato a divorare un libro dietro l'altro non si sta avverando e non credo neanche si avvererà tanto presto perché quel corso mi sta togliendo i sentimenti - e in compenso mi sta dando un sacco di ansia.
 
 
Titolo: L'ultima volta che ti ho detto addio
Titolo originale: The Last Time We Say Goodbye
Autrice: Cynthia Hand
Data di uscita: 16 giugno 2015
Data di uscita originale: 10 febbraio 2015
Pagine: 382 (copertina rigida)
Editore: Harlequin Mondadori
Link Amazon: https://amzn.to/3W2tSPE

Trama: Lexie Riggs è un genio della matematica tutto per lei è rigorosamente razionale, così quando inizia a percepire in casa segni della presenza del fratello - da poco scomparso - non riesce a confidarsi con nessuno. Di certo non lo può dire a sua madre, già convinta che Tyler sia con loro. Non può raccontarlo alle amiche nerd come lei, perché la prenderebbero per pazza. Non può lasciarselo scappare nemmeno con il suo psicanalista: non vuole certo finire imbottita di farmaci. Alla fine, lo confida alla vecchia amica e vicina di casa, Sadie, che non si scompone minimamente di fronte a quell'assurdità, e anzi la aiuta a capire che cosa potrebbe volere Tyler da lei, se davvero si trattasse di lui. Inizia così per Lexie una sorta di viaggio nelle ultime ore del fratello, e ogni tassello del mistero che circonda la sua morte trova piano piano il suo posto. Così Lexie capisce che un fantasma non deve per forza essere vero per impedirti di andare avanti. E ora è il momento di andare avanti.

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TRIGGER WARNING: suicidio, morte di un fratello, depressione, abuso di alcol. 


Ultimamente finisco di leggere con libri che sembrano seguire lo stesso trend - qualche settimana fa ho letto I giorni felici di Juniper Lemon e dove là avevamo una sorella morta, qui abbiamo un fratello morto e la protagonista di questo romanzo si chiama Alexis e Alexis è il secondo secondo della sorella morta di Juniper.

Come dissi allora, sono figlia unica e non posso capire davvero fino in fondo, ma la morte del fratello di mia madre - sebbene non per suicidio come in questo caso - e la sua relativa scomparsa hanno sempre permeato casa mia e quindi in parte, una pur sempre piccola parte rispetto a chi ci è passato davvero, posso capire. 


La storia comincia con Lexie quasi tre mesi dopo la morte del fratello, quando il suo terapista le consiglia di tenere un diario per riversarci dentro il suo dolore e i suoi sentimenti e per ricordare le cose belle di Ty. Ma Lexie non riesce neanche più a piangere, quindi come può scrivere di sentimenti se sente di non averne neanche? 

La morte di Ty ha devastato la sua famiglia, già in frantumi per il divorzio dei suoi genitori tre anni prima, e sua madre non riesce a smettere di piangere e di bere vino quando torna a casa dal lavoro. Per la fin troppo razionale Lexie, il punto di rottura di avvicina quando sua madre le dice che a volte sente il profumo della colonia di Ty per casa e che le sembra di avvertire la sua presenza. 

Ma poi anche a Lexie sembra di vederlo e sebbene si rifiuti di credere a spiriti e fantasmi, non può negare che qualcosa stia succedendo in casa - come se Ty fosse ancora tra quelle mura e volesse mandarle qualche segnale o comunicarle qualcosa. Per Lexie allora è inevitabile ripensare a Ty, alla sua vita, ai suoi ultimi giorni, a quello che potrebbe esserle sfuggito e ai suoi sensi di colpa perché forse avrebbe potuto fare qualcosa per salvarlo. 


L'ultima volta che ti ho detto addio è un romanzo che si concentra fortemente sul dolore di Lexie, sul suo modo di elaborarlo e infine accettare il lutto e la scomparsa di Ty. Va da sé che nel finale ho singhiozzato come una disperata. 

Lexie ci fa entrare nella sua vita, nella sua mente e nei suoi sentimenti, ci fa sentire parte di questa famiglia che è andata e che continua tuttora ad andare in pezzi e ci fa sentire parte di questo legame che la univa a Tyler. 

Non è un romanzo che non dà risposte vere e proprie perché non ce ne sono - Lexie le cerca in camera di Tyler, nei rapporti che aveva con le altre persona e con se stessa, si arrabbia con lui perché si è preso il tempo di scrivere un biglietto per la loro madre ma a lei non ha lasciato niente se non cocci da rimettere insieme e relazioni da rammendare. Non ha nulla di paranormale - forse solo qualcosa di realismo magico, ma è più probabile che sia semplicemente il modo in cui la mente reagisce al dolore e al vuoto lasciato da quella persona come dice il suo terapista. Eppure voglio pensare che qualcosa effettivamente ci sia, che se davvero qualcosa rimane irrisolto ci possa essere un modo per arrivare un messaggio dall'altra parte - in qualunque direzione vogliate guardare. 

E di sensi di colpa come ne ha Lexie ne ho avuti anche io e per anni ho cercato parole per rimediare e segni da qualche parte che mi dicessero che ero stata perdonata. 

Non ci sono risposte per il suicidio di Ty - di solito non ci sono mai risposte soddisfacenti al suicidio di qualcuno per chi resta. Così come non mancano mai i "se avessi fatto qualcosa di diverso" oppure i "se me ne fossi accorta prima" - e la parte difficile è accettare che solo la persona che si è tolta la vita avrebbe potuto salvare se stessa. 

Non tutti potrebbero amare Lexie e questo romanzo - non per il modo in cui a volte rimane estremamente razionale, non per il modo in cui allontana tutti dalla sua vita. Ma Lexie resta anche una ragazza spiritosa, spaventata dal futuro come qualsiasi adolescente e non è difficile lasciarsi coinvolgere quando ci racconta di Ty - soprattutto quando lo sogna l'ultima volta. 

lunedì 1 luglio 2024

Monthly Recap | Giugno 2024

Non riesco a credere che siamo già a luglio, che un mese delle mie vacanze sia già finito - e intanto io devo ancora finire questo corso e poi potrò finalmente godermi l'estate. 

Giugno quindi mi sembra durato una vita, ma allo stesso tempo è volato - come sempre.



LETTURE

https://www.goodreads.com/book/show/8567421-once-was-lost  https://www.goodreads.com/book/show/213120391-a-lie-for-a-lie  https://www.goodreads.com/book/show/30965561-il-problema-che-ti-amo

https://www.goodreads.com/book/show/38601941-i-giorni-felici-di-juniper-lemon  https://www.goodreads.com/book/show/29957530-sei-in-ogni-mio-respiro  https://www.goodreads.com/book/show/34602145-non-ti-lascer-cadere

Once Was Lost di Sara Zarr
A Lie for a Lie di Jane Buckingham
Il problema è che ti amo di Jennifer L. Armentrout


CRONACHE DI AUSPICABILI BUONI PROPOSITI - ovvero cercare di leggere almeno due cartacei e due eARC al mese.

Cartacei: Once Was Lost di Sara Zarr | Il problema è che ti amo di Jennifer L. Armentrout | I giorni felici di Juniper Lemon di Julie Israel | Sei in ogni mio respiro di Jessica Park | Non ti lascerò cadere di Jessica Park
eARC: A Lie for a Lie di Jane Buckingham
 
 
ACQUISTI
 

Past, Present, Future di Rachel Lynn Solomon
 
Avrei voluto leggerlo subito appena uscito, tanto che l'ho persino pre-ordinato perché mi venisse consegnato subito visto è uno dei sequel che più aspetto quest'anno - l'altro è Nothing Like the Movies di Lynn Painter che uscirà ad ottobre - ma questo proprio non è il periodo ideale perché so che non gli dedicherei tutta la mia attenzione. 
 
 
REGALI ED EXTRA
 

Every Scar Tells a Story di Rayna York [eARC]
 
 
SERIE TV
 
HO TERMINATO:
 
  • Criminal Minds: Evolution - stagione 16
  • The Blacklist - stagione 10 [ultima]
  • The Resident - stagione 5 & 6 [ultima]
 
TIME WASTED:
 
  • THEN: 2 years, 1 month, 28 days, 15 hours, 17 minutes
  • NOW: 2 years, 2 months, 11 hours, 17 minutes
 
 
 
FILM

https://movieplayer.it/film/the-raid_31571/  https://movieplayer.it/film/memory_52937/  https://movieplayer.it/film/hypnotic_52295/

https://movieplayer.it/film/crazy-dirty-cops_41880/  https://movieplayer.it/film/last-man-down_59427/  https://movieplayer.it/film/quello-che-tu-non-vedi_49377/

https://movieplayer.it/film/kandahar_59289/  https://movieplayer.it/film/go-with-me_42028/  https://movieplayer.it/film/boss-level_49177/
 
  • The Raid - Redenzione [streaming Amazon Prime Video]
  • Memory [streaming Amazon Prime Video]
  • Hypnotic [streaming Amazon Prime Video]
  • War on Everyone - Sbirri senza regole [streaming Amazon Prime Video]
  • Last Man Down [televisione]
  • Quello che tu non vedi [streaming Amazon Prime Video]
  • Operazione Kandahar [streaming Amazon Prime Video]
  • Go with Me [streaming Amazon Prime Video]
  • Boss Level [streaming Amazon Prime Video]

Last Man Down si aggiudica a mani basse il primo posto per film più cringe del mese di giugno - forse anche della vita. 
 
 
MUSICA
 
 
Che meraviglia, non dirò altro. 
 
Anzi, una cosa la dirò: i Loveless hanno annunciato il secondo album in uscita a settembre e io l'ho già pre-ordinato - ovviamente. 
 
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Il mio mese di giugno si conclude qui, il vostro invece com'è andato?

domenica 30 giugno 2024

[Recensione] "Non ti lascerò cadere" di Jessica Park

Per fortuna che l'ho letto in un'unica seduta (grazie anche al fatto che un quarto di libro è composto solo da testi di canzoni che neanche vengono usate tutte all'interno della storia) perché pensavo che peggio del primo non si potesse fare, e invece...
 
 
Titolo: Non ti lascerò cadere
Titolo originale: Restless Waters
Serie: Left Drowning #2
Autrice: Jessica Park
Data di uscita: 28 maggio 2017
Data di uscita originale: 26 agosto 2015
Pagine: 324 (copertina rigida)
Editore: Sperling & Kupfer
Link Amazon: https://amzn.to/4csFIbG

Trama: Dopo aver affrontato il proprio inferno personale, Blythe McGuire può finalmente guardare in faccia il suo futuro. Un futuro ormai inevitabilmente intrecciato a quello dei fratelli Shepherd. Con Chris, condivide un'incredibile storia d'amore. Con Sabin, un'intensa amicizia, che sta diventando ogni giorno più complicata e presto verrà messa alla prova. Perché ora è Sabin che rischia di annegare, sopraffatto da un passato difficile che ancora lo ossessiona. Il suo tormento minaccia di trascinare tutti e tre in acque pericolose. E anche se Blythe è riuscita a superare il proprio dolore e salvare se stessa, salvare Sabin potrebbe essere, per lei, la sfida più grande di sempre.

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CONTENT WARNING: flashback di abusi domestici su minori, scatti di rabbia, incendio (menzione), morte di genitori, depressione, disturbo da stress post-traumatico. 


Se fosse stato dal punto di vista di Sabin come inizialmente credevo, forse sarebbe stato meglio. Invece è ancora dal punto di vista di Blythe che, lasciatemelo dire, in queste 250 pagine effettive di romanzo è assolutamente insopportabile. 

Non solo vi è una continua ripetizione di frasi e momenti a cui abbiamo già assistito nel primo libro, quasi come se questo libro volesse essere uno standalone e volesse fare un riassunto di ciò che accaduto prima per i lettori che non hanno letto Sei in ogni mio respiro quando invece è chiaramente un sequel e non cambia nemmeno punto di vista narrante come si è soliti fare, ma in alcuni punti si contraddice anche e soprattutto non mancano (ancora fin troppe) le scene di sesso tra Blythe e Chris perché, oh, si amano solo loro. 

Blythe è insopportabile perché si dimostra egoista, possessiva e fin troppo co-dipendente da tutti quanti - pronta a piangere, a fare una scenata, a far sapere a tutti il suo disappunto volto a creare sensi di colpa nell'eventualità (non sia mai!) che suo fratello James o qualcuno dei fratelli di Chris voglia allontanarsi da casa e farsi una vita sua. No, fosse per lei starebbero sempre tutti e sette sotto lo stesso tetto tutti i giorni dell'anno, ventiquattr'ore su ventiquattro. 

Datti una calmata, Blythe. 

Se poi potevo anche apprezzare l'amicizia che la legava a Sabin nel primo libro - sebbene comunque troppo fisica dal mio punto di vista, ma sarà forse perché io non sono mai stata tipo da slanci di affetto - qui le cose diventano così intime e confuse che quasi diventa un triangolo perché Blythe si fa prendere dalla gelosia e loro sono oh così platonicamente innamorati l'uno dell'altra che bisogna per forza creare dell'angst e farci delle belle scene isteriche di pianto. 

E stavolta mi tocca promuovere quell'idiota di Chris a santo perché lui capisce la situazione e approva e tutto il resto - perché, ovviamente, viene fuori che sono legati dal destino da sempre

Forse, a ripensarci, sono tutti degli idioti. 
 
Insomma, se nel primo salvavo qualcosa, qui darei fuoco a tutto - perché se fosse stato dal punto di vista di Sabin e sul suo percorso di guarigione avrebbe avuto più senso e invece no, quella santa martire di Blythe deve salvare tutti e averli tutti con sé.

sabato 29 giugno 2024

[Recensione] "Sei in ogni mio respiro" di Jessica Park

Guardatemi essere la pecora nera della situazione come spesso accade.
 
 
Titolo: Sei in ogni mio respiro
Titolo originale: Left Drowning
Serie: Left Drowning #1
Autrice: Jessica Park
Data di uscita: 26 aprile 2016
Data di uscita originale: 16 luglio 2013
Pagine: 384 (copertina rigida)
Editore: Sperling & Kupfer,
Link Amazon: https://amzn.to/3VT0oDv

Trama: La vita di Blythe McGuire è ormai da troppo tempo un vortice di pensieri, panico, depressione e apatia. Da quattro anni, per l'esattezza. Da quando un terribile incendio ha portato via i suoi genitori. Per Blythe, quella ferita brucia ancora, oggi come ieri. Ed è impossibile separare i ricordi dal dolore. Un dolore devastante che le toglie il respiro. Come se, ogni giorno, fosse sul punto di affogare e dovesse lottare per non andare a fondo. E ora, all' ultimo anno di college, è stanca, senza più voglia di combattere. Poi, però, qualcosa cambia. Succede quando il suo sguardo incontra quello di Chris Shepherd. Chris la trascina fuori dal torpore che l'avvolge. Si insinua in quella piccola parte di lei che ancora insegue la speranza. Il piacere. E la riporta alla vita. Blythe, seppure con qualche esitazione, comincia ad amarlo. Ma non appena le acque si fanno più calme, si accorge che lo stesso Chris è intrappolato nel proprio passato. Un passato che potrebbe essere più complicato del suo. E lei, forse, è l'unica persona in grado di salvarlo. Perché quando la vita ti trascina in un abisso oscuro, per risalire puoi soltanto nuotare contro la corrente, respirare e amare.
 
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CONTENT WARNING: dipendenza da alcol, vomito, lutto, abusi domestici.


Come al solito, su Goodreads ci sono recensioni stellari e io mi sento, come al solito, un pesce fuor d'acqua perché c'è veramente poco che salverei di questo romanzo. 
 
Non starò neanche a rielaborare la trama come faccio sempre perché non ne ho voglia - e comunque quella sopra è più che sufficiente. Non so perché mi incaponisco con questo genere di romanzi quando so che, nella maggior parte dei casi, mi faranno alzare così tanto gli occhi al cielo al punto di temere che mi si rovescino permanentemente all'indietro oppure, nella migliore delle ipotesi, mi lasceranno indifferente. 

Se non si fosse capito, qui siamo nell'ambito del primo caso. 

Intanto c'è un instalove immediato, roba che se non è nel primo capitolo allora è nel secondo. Blythe inizialmente è anche interessante perché ci viene subito presentata come ubriaca - cosa che lei dice di essere ormai ogni sera da quattro anni a questa parte da quando ha perso i suoi genitori. Ehi, ognuno affronta il lutto a modo suo, no? 

Ma poi incontra Chris e da lì non esiste altro, sente subito questo legame con lui e capisce subito che sono destinati ad essere l'uno il futuro dell'altra. Improvvisamente sente di star guarendo e di non avere più bisogno di bere perché ora c'è lui che l'aiuta a respirare attraverso il dolore. 

Li sentite i miei occhi che si rovesciano all'indietro? 

Nessuno slow burn, nessuna crescita, nessuna tensione - lui poi manda tanti di quei segnali d'allarme che bisognerebbe scappare a gambe levate e si comporta più di una volta in una maniera abominevole... ma lei lo riaccoglie sempre a braccia aperte. Che poi, se vogliamo dirla tutta, non è neanche lui che rinsavisce e si rende conto di quanto si stia comportando come un idiota - no, lui subisce passivamente la decisione di altre persone, tanto sa che Blythe è ancora lì che gli muore dietro. 

Insomma, un non-sense dietro l'altro - per non parlare di lei, che dopo non essere mai uscita dalla sua stanza del dormitorio se non per andare a lezione (o almeno così dice perché non la si vede mai in aula), improvvisamente decide di mettersi a correre ogni giorno e ci dice che in due mesi è arrivata a correre otto chilometri e mezzo. Sì, e io sono la Regina d'Inghilterra. Oh, se qualcuno tra di voi corre e mi conferma che è effettivamente possibile, posso anche credergli. Ma io faccio il tapis roulant da novembre e ancora mi fermo a 4,6 chilometri in un'ora - è anche vero che di fatto io non corro, ma cammino ad una velocità incrementale di 4.4, 4.5 e poi 4.6 km/h. E di grazia, poi anche - ma Blythe non ha la fibromialgia e forse dipende da quello. 

E poi le scene di sesso. Non sono una pudica, non sono una che si scandalizza, un paio di mi vanno anche bene, ma ad una certa è tutto ciò che accade nel romanzo ed erano di una noia mortale. Insomma, già che sono immersa in questo corso per il lavoro che mi sembra non finire più, e poi manco quando posso avere tempo per me e rilassarmi e leggere c'è qualcosa che tenga viva la mia attenzione. 

Salvo solo le reazioni dei fratelli di Chris a tutto ciò che hanno subito nell'infanzia perché è stato un trauma notevole che, anche se non hanno visto tutto, comunque erano coscienti di cosa accadeva e, pur avendolo rimosso una volta cresciuti, li ha incasinati di brutto - questo l'ho trovato reale e il fatto di andare in terapia alla fine di questo romanzo è l'unica cosa sensata che ho trovato tra le sue pagine. 

Leggerò il secondo libro? Ovviamente, visto che sono masochista. 

lunedì 24 giugno 2024

[Recensione] "I giorni felici di Juniper Lemon" di Julie Israel

Oggi sarà una giornata piuttosto impegnativa - all'ora in cui questo post andrà online io sarò già in città e poi oggi pomeriggio mi aspetta un'altra incombenza.
 
 
Titolo: I giorni felici di Juniper Lemon
Titolo originale: Juniper Lemon's Happiness Index
Autrice: Julie Israel
Data di uscita: 6 febbraio 2018
Data di uscita originale: 30 maggio 2017
Pagine: 335 (copertina rigida)
Editore: Mondadori
Link Amazon: https://amzn.to/3KNLxEc

Trama: Sono trascorsi ormai 65 giorni dall’incidente che ha letteralmente sbriciolato il mondo di Juniper. Senza Camie, la sua adorata sorella maggiore, la vita è diventata all’improvviso un luogo freddo e buio. Questo almeno fino a quando non trova per caso una lettera scritta dalla sorella proprio il giorno dell’incidente e indirizzata a un misterioso “Tu”, un innamorato segreto con cui Camie aveva intenzione di rompere e di cui lei ignorava l’esistenza. Impaziente di scoprirne l’identità, Juniper inizia a indagare. Forse, pensa, se riuscirà a trovarlo e a consegnargli il messaggio, quel vuoto enorme che avverte dentro potrebbe attenuarsi almeno un po’…

In quegli stessi giorni, però, Juniper perde qualcos’altro che le sta particolarmente a cuore, uno dei cartoncini del suo speciale schedario della felicità sui quali annota gli aspetti positivi e negativi delle sue giornate, un rito quotidiano che l’ha aiutata a tenere insieme i pezzi della sua vita da quando Camie è morta. Senza quel biglietto – che contiene oltretutto un suo segreto inconfessabile – si è creato un vuoto. Un altro, che si somma a quello lasciato dalla scomparsa della sorella.

La vita e la felicità, però, sono per natura imprevedibili e, mentre è impegnata nella sua doppia ricerca, Juniper finisce per scoprire segreti e profondi motivi di infelicità di alcuni dei suoi compagni di classe. A quel punto, si lancia in una nuova missione: rendere meno disperata e solitaria la vita di quei suoi compagni, finendo così per curare, di riflesso, la propria, di infelicità.

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CONTENT WARNING: morte di una sorella, violenza domestica.


Juniper non è mai stata una ragazza molto positiva - quella era più che altro sua sorella Camilla che, mesi prima, l'aveva sfidata a scrivere ogni giorno almeno tre cose felici. Juniper però ha ben poco da essere felice perché il 4 luglio ha perso sua sorella in un incidente stradale, i suoi genitori sono a pezzi e sua madre in particolare non esce quasi mai dalla sua stanza e la sua migliore amica Lauren la evita perché non è mai stata capace di gestire le situazioni imbarazzanti e quindi non riesce a parlarle. 

I suoi cartoncini della felicità quindi, che prima riportavano in cima la data del giorno, ora scandiscono il tempo da quando Camilla è morta e nel giorno 65 dalla sua scomparsa, in una vecchia borsa di Camilla, Juniper trova una lettera che la sorella aveva indirizzato ad un misterioso Te con cui aveva una relazione e di cui Juniper proprio non sapeva niente. 

Chi è Te e come può rintracciarlo? Forse consegnare questa lettera al suo legittimo destinatario può essere un'ultima buona azione che Juniper può fare per Camilla e servire ad espiare la sua colpa - perché nei giorni precedenti l'incidente le due sorelle non si parlavano ed erano arrabbiate l'una con l'altra e Juniper le ha detto cose che ora non può rimangiarsi e per cui è troppo tardi per scusarsi. 

Il ritrovamento della lettera però distrae Juniper dalla compilazione del biglietto 65 quella sera - costretta quindi a portarselo a scuola a causa di un ritardo la mattina successiva, finisce inavvertitamente per perderlo e ora qualcuno rischia di scoprire il suo segreto e le cose che ci ha scritto e di cui si vergogna.

La ricerca del suo biglietto la porterà a scoprire altri segreti e a creare nuove connessioni con persone che non immaginava mentre intanto cerca di scoprire ciò che non sapeva di sua sorella e di onorarla nella maniera migliore possibile. 


Come ripeto sempre quando leggo questo tipo di libri, io sono figlia unica e quindi non posso capire davvero a fondo cosa significhi avere un fratello o una sorella e poi perderlo - magari anche sentendosi in colpa per qualcosa che (non) si è detto o fatto. Juniper però è una protagonista con cui è estremamente facile entrare in empatia, simpatizzando quindi con il suo dolore e i suoi rimpianti mentre cerca di ricostruire una vita che sembrava modellata sulle cose che l'aveva spinta a fare Camilla per farla uscire dal suo guscio. 

Il suo bisogno di sistemare le cose - e anche le persone - la porta spesso a commettere degli errori di valutazione e a non rendersi conto che spesso non serve intervenire perché anche quella che nasce come buona intenzione rischia di provocare danni. 

Ho amato lo svilupparsi del suo rapporto con Brand, prima come siparietto comico fino a diventare qualcosa di più - è proprio Brand ad avvertirla dei pericoli di intromettersi negli affari altrui e questo perché lui stesso nasconde un segreto. Sebbene nel corso del suo rapporto con Juniper faccia una cosa che non mi è piaciuta e che è stata lasciata passare in sordina, l'ho trovato un ragazzo davvero dolce e romantico a modo suo. E poi è un musicista e già questo basta per farmi perdere la testa. 

E ho amato lo sviscerarsi del rapporto di Juniper e Camilla, sebbene questa sia morta - questo perché Juniper fa il possibile per tenerla ancora in vita e vicina a sé il più possibile, ricordando aneddoti e marchiando ogni posto significativo con una "Camilla è stata qui". Sebbene triste in molte scene e nel finale - soprattutto perché si arriva a toccare quella che è la fase di accettazione del lutto - Juniper si rende conto che, per quanto si possa essere vicini, forse non si conoscerà mai davvero tutto di una persona... anche se questa è tua sorella. Il romanzo è triste nel ricordarci quanto una persona che non c'è più non potrà più sperimentare o vivere nella propria vita, ma è proprio quel vuoto lasciato a dare valore a ciò che c'è stato prima e all'amore e al bene che esistevano. 

mercoledì 19 giugno 2024

[Recensione] "Il problema è che ti amo" di Jennifer L. Armentrout

Incredibilmente ho finito un libro di più di 400 pagine in quattro giorni - e tutto questo facendo la mia solita ora di tapis roulant il mattino mentre guardo un film (a rate) e facendo un corso online che mi occuperà probabilmente fino a metà luglio come minimo.
 
 
Titolo: Il problema è che ti amo
Titolo originale: The Problem with Forever
Autrice: Jennifer L. Armentrout
Data di uscita: 7 luglio 2016
Data di uscita originale: 17 maggio 2016
Pagine: 440 (copertina rigida)
Editore: Nord
Link Amazon: https://amzn.to/3Rr6LeK

Trama: Da quattro anni, il silenzio è lo scudo che la protegge dal resto del mondo. Circondata dall'affetto dei nuovi genitori adottivi, Mallory Dodge ha cercato di superare i traumi del passato, ma le cicatrici dell'anima bruciano ancora e non le permettono di dimenticare. Ecco perché dover frequentare l'ultimo anno di liceo in una scuola pubblica, dove sarà costretta a uscire dal guscio, la terrorizza. Tuttavia accade l'inaspettato: tra i suoi nuovi compagni c'è Rider Stark, l'unico raggio di sole nella sua infanzia da incubo, il ragazzo che in più di un'occasione l'ha protetta dalla violenza del padre affidatario. Rider però è cambiato: ha un atteggiamento arrogante e pare che sia invischiato in una rete di cattive compagnie. Anche se, dietro quella maschera da sbruffone, Mallory riconosce ancora il suo eroe di un tempo… un eroe per di più molto affascinante.

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CONTENT WARNING: maltrattamenti su minore, abusi, violenza. 


Arrivata a quello che sarebbe il suo ultimo anno di liceo prima di poter pensare al college, Mallory si sente finalmente pronta (o quasi) a frequentare una scuola vera e propria dopo che gli ultimi anni li ha passati a studiare a casa da privatista. Non mancano ovviamente le ansie al solo pensiero perché fa ancora fatica a parlare con le due persone che da quattro anni l'ha presa con sé e adottata dopo averle salvato la vita, figuriamoci con dei perfetti estranei. Questo perché Mallory non si è ancora liberata del suo stress post-traumatico e del condizionamento che anni di abusi e maltrattamenti da parte della famiglia affidataria che ha avuto per tutta l'infanzia l'hanno sempre spinta a non far rumore e a non parlare - ad essere invisibile. 

Mallory però non vuole più essere quella ragazza e quindi è giunto il momento di affrontare le proprie paure e uscire nel mondo - un passo alla volta. Ma oltre ai tanti piccoli shock di un'esperienza nuova e lontana dalla sua comfort zone, il più grande è sicuramente quello rappresentato da Rider - Rider, che era il bambino in affido con lei che la proteggeva sempre, prendeva le botte al posto suo frapponendosi tra lei e i pugni di Mr. Henry e le leggeva sempre una favola quando aveva paura di addormentarsi. Rider, da cui era stata separata quattro anni prima la notte dell'incidente che ha cambiato le loro vite - e di cui si è sempre chiesta se fosse ancora vivo e se stesse bene. 

E Rider è vivo, in carne ed ossa davanti a lei, ancora protettivo nei suoi confronti come allora - ma sembra più rilassato, più incurante di ciò che gli succede attorno e Mallory non può che chiedersi se tutti siano andati avanti e lei sia l'unica ancora bloccata nel passato.


Per certi aspetti questo romanzo è troppo lungo, ma per altri in tutte queste pagine comunque non risponde a certe domande che il lettore non può fare a meno di chiedersi - anche se ad alcune risponde indirettamente Rider alla fine. 

Per esempio non vengono mai nominati i loro genitori biologici - sembra che siano in affido da quando entrambi avevano tre anni o giù di lì e anche se Mallory non può parlare per Rider, neanche dei suoi accenna mai niente. Non ci dice se abbia mai chiesto ad un'assistente sociale chi fossero, se abbia mai saputo qualcosa di loro o del perché è finita in affido - se anche è qualcosa a cui non ha risposte oppure a cui comunque non vuole pensare, fa lo stesso parte del suo passato come le altre cose che ci racconta quando ricorda certi eventi. Un altro esempio è rappresentato dalla sua migliore amica Ainsley: ci dice che si sono conosciute studiando da privatiste, ma non sappiamo mai (per quanto possa essere una nozione assolutamente ininfluente) perché - visto che Ainsley è così espansiva e a differenza di Mallory non ha problemi a conoscere nuova gente - non frequenta tutt'ora una vera scuola. 

Tornando comunque alla storia, questa è una storia toccante e commovente - specialmente quando vediamo Mallory e Rider bambini e vediamo tutt'ora l'intimità e la forza del loro legame anche dopo quattro anni passati senza vedersi e senza sapere se l'altro fosse vivo o meno. Non si può fare a meno di empatizzare con loro, di volerli abbracciare e fare il tifo affinché riescano a sbloccarsi e a diventare le versioni migliori di loro stesse - perché, per quanto a Mallory non sembri inizialmente, anche Rider è bloccato nel passato come se non fosse mai uscito da quella casa. 

L'evoluzione di Mallory è impercettibile, a volte sembra che arrivi quasi troppo tardi quando leggiamo di tutti i momenti in cui non riesce a parlare o comunque ha bisogno che Rider la salvi da una qualunque situazione sociale - ma poi arriva, poi trova la sua voce e una consapevolezza tutta nuova. Soprattutto trova la forza di essere lei ora a riconoscere la debolezza di Rider e ricambiando il favore di tanti anni prima. Nel frattempo però il tutto - per quanto comprensibile e ancora influenzato dal trauma - si trascina e rende la narrazione pesante. Il fatto che poi alcune frasi si ripetano ad oltranza nel corso di tutta la storia non aiuta.

E per quanto Rider sia bello e adorabile e un cavaliere senza macchia e senza paura che però ha un po' troppo il complesso del martire, forse avrei fatto a meno di leggere di tutte quelle volte che sorride e gli viene una fossetta sulla guancia destra e a Mallory manca il fiato - resta comunque un perfetto Fidanzato di Carta. 

Ho adorato alcuni dei personaggi di contorno come Hector, Jayden e Ainsley - che poi si rivelano mica tanto di contorno, visto che sono fondamentali per la crescita emotiva di Mallory e per il rapporto che i primi due instaurano con Rider. 

Insomma, come ho detto è una storia toccante quando resti lì e ci rifletti, ma nel mentre non ho provato quell'emozione che mi sarei aspettata di provare. Magari sono io che sono ancora nel blocco del lettore e quindi resto "indifferente" a tutto e non trovo libri che mi emozionino veramente fino in fondo come una volta, ma resto dell'idea che tagliare qualcosa e snellire la storia avrebbe aiutato parecchio.

venerdì 14 giugno 2024

[Recensione] "A Lie for a Lie" di Jane Buckingham

Sono a casa da lavorare, ma sto andando più in giro adesso di quanto abbia fatto negli ultimi nove mesi e sto patendo più ansia adesso di quanto abbia fatto negli ultimi anni.
 
 
Grazie a NetGalley e alla Greenleaf Book Group Press per la copia digitale in anteprima.


Titolo: A Lie for a Lie
Autrice: Jane Buckingham
Data di uscita: 18 giugno 2024
Pagine: 256 (Kindle Edition)
Editore: Greenleaf Book Group Press
Link Amazon: https://amzn.to/3UmlGHM

Trama [tradotta da me]: Il tuo ragazzo ti tradisce? Un bullo crea il caos? Un compagno di classe copia? Non ti arrabbiare. Ottieni @Vendetta. Alla Milford High, se hai un problema, scrivi a @Vendetta e chi c'è dietro l'account si occuperà della cosa con una imbarazzante e pubblica punizione. Ma quando la stella del basketball della scuola cade vittima di un pericoloso scherzo orchestrato da Vendetta, le conseguenze sono quasi fatali.

Sabrina Richards, ambiziosa studentessa della Milford all'ultimo anno e complice inconsapevole in questo gioco letale, deve svelare il mistero riguardante la vera identità di Vendetta. Con il proprio futuro in bilico, Sabrina si imbarca in una ricerca senza sosta per svelare la mente dietro a questi scherzi pericolosi. Scavando a fondo nei segreti e nelle bugie che circondano Vendetta, Sabrina scopre che persino i suoi alleati più vicini potrebbero nascondere sinistre verità. E mentre Sabrina diventa sempre più vicina all'esporre il colpevole dietro Vendetta e il tentato omicidio, si accorgerà presto che anche la sua vita è sul filo del rasoio.

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CONTENT WARNING: attacchi di panico, bullismo, vendetta, ricatto, tentato omicidio.


Immaginatevi una storia un po' alla Pretty Little Liars - segreti, ricatti, cellulari che suonano tutti contemporaneamente quando viene postato qualcosa... l'autrice stessa nelle note finali dice di essere ispirata alla famosa serie televisiva. 


Sabrina Richards attende con impazienza di sapere se è stata ammessa ad Harvard oppure no - Harvard era il college dei sogni di sua madre, che Sabrina ha purtroppo perso sette anni fa, e da allora ha studiato sodo e si è impegnata all'inverosimile per essere ammessa e coronare quindi quel sogno per entrambe. Pertanto non sono mai esistite feste o uscite, attività che fossero puro divertimento e che quindi non servissero a fare bella figura sulla domanda di ammissione - lei e la sua migliore amica Emily, specialmente da quando Brooke le ha mollate all'inizio delle superiori dopo essersi messa con il ragazzo più popolare del loro anno e ora della loro scuola, sono sempre state sole contro tutti. 

Ma poco dopo aver assistito ad uno scherzo di Vendetta ai danni di una delle coppie più famose del loro anno, Sabrina riceve la notizia che la sua domanda di ammissione anticipata è stata respinta - a cosa sono servite tutte quelle ore di studio ed impegno, la sua mania di controllo e gli attacchi di panico da quando è morta sua madre per poi fallire in questo modo, non essere brava a sufficienza e deludere quindi se stessa, suo padre, ma soprattutto sua madre?

La beffa arriva quando per caso scopre per puro caso e oltretutto da altre persone che invece Emily è stata ammessa - Emily, che sapeva che Harvard era la scuola dei suoi sogni e che le aveva detto che non le interessava e che non avrebbe fatto domande per lo stesso college perché Harvard era di Sabrina. Quindi perché non godersi finalmente l'adolescenza perduta e andare ad una festa e ubriacarsi? Perché non dire finalmente a Brooke e Finn cosa pensa veramente di loro? Perché non svegliarsi la mattina dopo e scoprire di aver fatto qualcosa di terribile? Perché non rendersi conto di aver scritto a Vendetta e di aver quindi appena rovinato la vita a qualcuno?

E la vendetta viene quindi servita su un piatto d'argento, peccato che ora Vendetta ha in mano la vita di Sabrina - e i suoi segreti e le sue bugie. Pertanto Sabrina non può rifiutarsi quando Vendetta le chiede solo un "piccolo favore" in cambio del silenzio su ciò che ha fatto per lei - peccato che questo favore si riveli essere quasi fatale per qualcun altro e che ora la posta in gioco sia molto più alta. 


Gli è mancato forse un po' di mordente per coinvolgermi davvero a fondo e tenermi sulle spine perché, sebbene l'account di Vendetta nasca come forse un atto di giustizia sociale, si trasforma poi in qualcosa di sempre più personale e pericoloso e avrei voluto vedere quindi più escalation - ma resta comunque un buon thriller young adult. 

Sabrina è un personaggio che forse un po' insopportabile man mano che si va avanti con la lettura perché il lettore si rende conto di quanto sia egocentrica, concentrata su stessa e sui propri bisogni e su quello che vuole lei, mettendo se stessa su un piedistallo pensando di essere la migliore e la più intelligente, giudicando sempre tutti gli altri e incasellandoli negli stereotipi che gli affibbia e che poi non gli leva più di dosso. Ma Sabrina è anche un personaggio che si può capire - ha perso la mamma troppo giovane e da allora, per non soffrire, si è rinchiusa nella sua bolla composta da lei e da Emily (e una volta anche da Brooke) e rifiutandosi di far entrare qualcun altro. Ha quindi un bisogno estremo di controllare sempre tutto, non ama i cambiamenti e soffre spesso di attacchi di panico. 

Non è cattiva - qui in fondo nessuno lo è davvero - pertanto la decisione di svelare chi sia Vendetta non è solo una questione di salvarsi la faccia, ma anche genuino senso di colpa per ciò che le sue azioni, la sua rabbia, la sua invidia e la sua frustrazione hanno causato. 

Non ci sono scene al cardiopalma, non ci sono capitoli che finiscono con un cliffhanger, non ci sono momenti di forte tensione salvo nel confronto finale, ma riesce comunque ad intrattenere e a mantenere viva la curiosità del lettore. 

I personaggi presentati e coinvolti nella storia non sono tanti - data anche la bolla in cui Sabrina vive - pertanto da una parte ci si può anche immaginare che Vendetta possa essere una delle persone con cui lei interagisce e non un completo sconosciuto qualsiasi che salti fuori dal nulla. Se da una parte forse il numero esiguo di sospettati può non piacere e portare a pensare che la soluzione sia troppo facile, penso che pure l'altra opzione non sia stellare. E quindi, sebbene i sospettati non siano tanti, con il fatto che la faccenda ci mette parecchio a mettersi in moto, nessuno risalta più di qualcun altro e per tre quarti buoni del libro non sapevo su chi puntare il dito. Poi un indizio qui, una conversazione lì e mi sono detta: ma vuoi vedere che alla fine Vendetta è...

E ci ho preso. 

Sabrina invece ha dovuto sbatterci la faccia, ma credo sia anche comprensibile viste le circostanze e credibile viste le premesse della storia e i caratteri delle persone coinvolte. L'identità di Vendetta mi ha in parte sorpresa perché ho trovato le motivazioni dietro alla scelta dell'autrice per questo personaggio ben costruite, ma posso dire che però non mi ha neanche colpita come un calcio nello stomaco come mi sarei aspettata?

A Lie for a Lie è un romanzo che dipinge degli adolescenti normalissimi, alle prese con famiglie più o meno allargate, genitori che hanno scelto di abbandonare la famiglia e altri che invece non hanno avuto possibilità di scelta e come questo influenzi il carattere e la crescita di un figlio, i pericoli di un uso sconsiderato e poco consapevole dei social media, la pressione sociale derivante dal dover essere ammessi ad un college dell'Ivy League per essere considerati una persona veramente di successo e non un fallimento.

E potrebbe anche essere il primo di una serie perché resta un interrogativo - Vendetta dice di non aver fatto una certa cosa in prima persona e neanche di averla fatta fare a chi pensava di averla effettivamente fatta. Poi, sorpresa, finisce con quello che non è un vero e proprio cliffhanger, ma che lascia intendere che ci sia spazio per altro... o per qualcun altro. D'altronde, Pretty Little Liars ci ha sempre insegnato che A. non è mai stata una persona sola... 

venerdì 7 giugno 2024

[Recensione] "Once Was Lost" di Sara Zarr

Questa doveva essere una settimana abbastanza liscia e invece è stata complicata da un paio di cose - prima di tutto il ritorno al lavoro del tutto a sorpresa.
 
Terzo libro che leggo di Sara Zarr e lo trovate anche con la variazione di titolo What We Lost - sempre in inglese, in italiano è inedito.
 
 
Titolo: Once Was Lost
Autrice: Sara Zarr
Data di uscita: 4 gennaio 2011
Data di uscita originale: 1 ottobre 2009
Pagine: 217 (copertina flessibile)
Editore: Little, Brown
Link Amazon: https://amzn.to/3R7DyFq

Trama [tradotta da me]: Samara Taylor una volta credeva nei miracoli. Una volta aveva fede in un sacco di cose.

Quando tuo padre è un pastore è difficile non credere all'idea di una famiglia perfetta, di un Dio amorevole e di una grazia divina. Ma ultimamente Sam ha un sacco di ragioni che la portano a dubitare - sua madre è finita in un centro di recupero dopo essere stata fermata per guida in stato di ebbrezza e suo padre sembra più interessato alla sua congregazione che alla sua stessa famiglia. Quando una ragazzina nella loro piccola città viene rapita, la tragedia locale si sovrappone a quella personale di Sam e il filo già piuttosto sottile di fede che la fa andare avanti comincia a sfilacciarsi. 

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TRIGGER WARNING: dipendenza da alcol, adulterio, rapimento, depressione. 


Per Sam non è mai stato facile essere la figlia del pastore - già timida di suo, sa che i suoi amici vanno a feste dove non è invitata e di cui non dovrebbe sapere niente per paura che faccia la spia con il padre. In più sua madre ha un problema con l'alcol - da alcolizzata funzionale che bene o male riusciva a gestirsi (a volte anche con l'aiuto di Sam) ora è stata persino beccata alla guida in stato d'ebbrezza dopo un un incidente in macchina ed è finita in riabilitazione mentre suo padre, che dovrebbe starle ancora più accanto del solito, invece è troppo preso dal suo lavoro di pastore e dallo scrivere sermoni e dall'aiutare tutti tranne che la sua stessa famiglia. 

Sam una volta credeva in Dio e in tutto quello che suo padre pronunciava con convinzione, ma ormai sono anni che il dubbio la tormenta. 

E poi Jody viene rapita nel bel mezzo della domenica pomeriggio e svanisce senza lasciare traccia - e la poca fede che ancora Sam aveva svanisce insieme a Jody. 

L'intera Pineview si mette alla sua ricerca per giorni senza sosta, suo padre è sempre a casa degli Shaw per offrire sostegno spirituale e Sam vorrebbe solo che stesse accanto anche a lei e che si rendesse conto che da quando sua madre non c'è le cose proprio non vanno - sia a casa che fuori. 


Anche questo, come i precedenti libri della Zarr, non è un libro allegro - ma proprio per niente, tanto che la stessa Sam si chiede se non sia depressa. Con un padre sempre occupato ad aiutare gli altri, sua madre era la sua unica complice e con lei in riabilitazione, Sam si sente veramente spaesata - anche perché suo padre sembra davvero dimenticarsi di avere una moglie a volte e com'è possibile che sua madre in riabilitazione sia il genitore migliore in questo scenario? 

Io di mio non mi ritengo molto religiosa - non penso nemmeno di esserlo mai stato, persino da piccola non mi piaceva andare a catechismo. Pertanto non riesco ad immaginare come sia avere una fede che reputavi salda e che invece ad un certo punto inizia a sfaldarsi e a lasciarti in mezzo alle macerie della desolazione. Quindi, nonostante certi pensieri di Sam quando rifletteva sulla sua (mancanza di) fede mi abbiano lasciata alquanto scettica o indifferente o comunque vogliate definirlo, Sam allo stesso tempo è una ragazzina di quindici anni che fa estremamente tenerezza perché cerca in tutti i modi possibili di tenere insieme la sua famiglia anche quando - per sua stessa ammissione - sembrano ormai tre isole diverse che vanno alla deriva in direzioni opposte. 

Sam è una ragazzina confusa, alle prese con problemi più grandi di lei, che si deve scontrare con la dura realtà che le dice che anche i suoi genitori sono solo esseri umani e quindi fallibili - ma questo non mi ha impedito di detestare con ferocia suo padre. Sam è una ragazzina a cui i panni della "figlia del pastore" spesso vanno troppo stretti, ma anche non sa nemmeno chi sia senza quell'etichetta. Sam è una ragazzina che vorrebbe solo una vita normale, ma come può la vita essere normale e poi andare avanti come se nulla fosse quando capitano tragedie di questa portata? 

Arriverete alla fine del libro che vorrete abbracciare Sam.