Preparatevi ad una recensione stranamente corta frutto di una reading slump - e spero davvero che il prossimo libro me la faccia passare - e incrociate le dita per me affinché questo lunedì funesto non sia l'esempio di come andrà il resto del mese di maggio.
Titolo: Conflitto di interessi
Autrice: Paola Chiozza
Data di uscita: 20 gennaio 2020
Pagine: 288 (Kindle Edition)
Editore: self-published
Link Amazon: https://amzn.to/3eHG6W0
Trama: Disturbo mentale o trauma cranico? Sofia Russo non capisce cosa abbia colpito la sua famiglia. Forse è stata la vincita alla lotteria a farla impazzire.
Se almeno fosse stato un meteorite, avrebbe ereditato il denaro e bevuto cocktail su una spiaggia dei Caraibi per il resto dei suoi giorni.
Di certo non avrebbe speso quei soldi per aprire una pasticceria in Islanda.
E così, a ventiquattro anni suonati e con una naturale inclinazione alla catastrofe socio-sentimentale, Sofia si ritrova a Reykjavík. A combattere contro il freddo e la puzza di pesce putrefatto.
Proprio quando pensa che non ci sia niente di più brutto dell’assenza del bidet, arriva lui.
Joann Sigurdarson è un vichingo, in tutte le accezioni del termine.
Soprattutto in quelle negative.
Sfacciato, prepotente, scorbutico e… maledettamente affascinante.
Può andare peggio? Sì, se Joann spunta proprio dall'unico posto da cui Sofia dovrebbe tenersi alla larga: il negozio di fronte a quello della sua famiglia.
Il vichingo impertinente rappresenta la concorrenza. Quella spietata, fatta di equivoci, provocazioni, conflitti e puro odio.
Eppure, sebbene nessuno dei due creda al proverbio “chi disprezza compra”, resistere alla tentazione sembra impossibile. Joann e Sofia non sanno più chi sono. Si odiano o si vogliono?
Già.
Forse era meglio il meteorite.
Chiamatemi pure la pecora nera dei romance/chick-lit perché ormai mi sembra chiaro: il mio cuore cinico e nero vince su tutto e gli occhiali dalle lenti rosa li ha persi per strada.
Questo libro su Goodreads ha recensioni stellari e io... boh.
Poi non so se è stato questo libro in particolare oppure un po' il mood in generale, ma sono entrata di brutto in slump.
E dire che all'inizio ero anche presa bene, forse perché reduce dalla visione della 6A di Vikings e quindi, insomma, gente alta e bionda e con gli occhi azzurri e folklore norreno ci stavano con la mia predisposizione del momento.
A me non dispiacciono le regine del melodramma, mi strappano sempre qualche risata (perché in fondo un po' regina del melodramma lo sono anche io, almeno secondo mia madre) ma qui ci sono state situazioni in cui molto spesso il tutto era troppo sopra le righe - con reazioni così esagerate di cui non vedevo la necessità.
Da quanto ho capito poi la storia narrata copre circa un anno, ma a me non è sembrato affatto perché è un altro di quei casi in cui le cose accadono fuori dalla pagina perciò ti vengono raccontate e non mostrate. Un anno non mi è sembrato affatto realistico.
Dovrebbe esserci questa grande rivalità tra le due famiglie, ma di fatto non la si vede. Mi aspettavo di vedere scaramucce, occhiatacce da una parte all'altra della strada, marketing strategico volto a sabotare l'attività dell'altro, guerra a suon di torte e pasticcini - nulla di tutto questo. O meglio, c'è qualcosa, ma nulla che ai miei occhi giustifichi tutto l'odio che queste famiglie provano l'una per l'altra.
Sofia ha un fratello, Samuele.
Joann ha una sorella, Elina.
Ti viene detto che Sofia ed Elina sono diventate amiche, che Sofia conosce esattamente la routine quotidiana di Elina e mi sono chiesta quando queste due hanno passato così tanto tempo insieme da diventare così intime perché non ho visto alcuno sviluppo di relazione.
Anche le storie secondarie ti chiedi da dove siano nate, quando il lettore se le ritrova come un fatto già consolidato e il fattore temporale non sai dove sia finito.
Finendo con i protagonisti, non mi sono sentita coinvolta neanche da loro.
Tutto questo odio prima e tutto questo amore dopo mi sono chiesta da dove fosse giunto perché le loro interazioni sono qualcosa che ti viene solo raccontato e quasi mai mostrato - per il resto è tutto un apprezzamento del fisico di Joann e anche lì dopo un po' basta.
Come nel precedente romanzo, mi sono chiesta di cosa esattamente si siano innamorati - cosa abbiano visto l'uno nell'altra che ne valesse la pena.
Ci sono stati dei momenti - anche assurdi - che mi hanno strappato qualche risata, ma l'intento di un chick-lit dovrebbe essere quello di far emozionare e sognare il lettore e con me non è successo. Anzi, tutti i tira e molla mi hanno esasperata - e i cliché sugli italiani non hanno aiutato. Ve l'ho detto, il problema sono sicuramente io e magari il libro a voi può piacere se comunque volete passare qualche ora in totale leggerezza perché lo stile semplice e i capitoli abbastanza brevi lo permettono - con me però non c'è stato il click.
Autrice: Paola Chiozza
Data di uscita: 20 gennaio 2020
Pagine: 288 (Kindle Edition)
Editore: self-published
Link Amazon: https://amzn.to/3eHG6W0
Trama: Disturbo mentale o trauma cranico? Sofia Russo non capisce cosa abbia colpito la sua famiglia. Forse è stata la vincita alla lotteria a farla impazzire.
Se almeno fosse stato un meteorite, avrebbe ereditato il denaro e bevuto cocktail su una spiaggia dei Caraibi per il resto dei suoi giorni.
Di certo non avrebbe speso quei soldi per aprire una pasticceria in Islanda.
E così, a ventiquattro anni suonati e con una naturale inclinazione alla catastrofe socio-sentimentale, Sofia si ritrova a Reykjavík. A combattere contro il freddo e la puzza di pesce putrefatto.
Proprio quando pensa che non ci sia niente di più brutto dell’assenza del bidet, arriva lui.
Joann Sigurdarson è un vichingo, in tutte le accezioni del termine.
Soprattutto in quelle negative.
Sfacciato, prepotente, scorbutico e… maledettamente affascinante.
Può andare peggio? Sì, se Joann spunta proprio dall'unico posto da cui Sofia dovrebbe tenersi alla larga: il negozio di fronte a quello della sua famiglia.
Il vichingo impertinente rappresenta la concorrenza. Quella spietata, fatta di equivoci, provocazioni, conflitti e puro odio.
Eppure, sebbene nessuno dei due creda al proverbio “chi disprezza compra”, resistere alla tentazione sembra impossibile. Joann e Sofia non sanno più chi sono. Si odiano o si vogliono?
Già.
Forse era meglio il meteorite.
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Chiamatemi pure la pecora nera dei romance/chick-lit perché ormai mi sembra chiaro: il mio cuore cinico e nero vince su tutto e gli occhiali dalle lenti rosa li ha persi per strada.
Questo libro su Goodreads ha recensioni stellari e io... boh.
Poi non so se è stato questo libro in particolare oppure un po' il mood in generale, ma sono entrata di brutto in slump.
E dire che all'inizio ero anche presa bene, forse perché reduce dalla visione della 6A di Vikings e quindi, insomma, gente alta e bionda e con gli occhi azzurri e folklore norreno ci stavano con la mia predisposizione del momento.
A me non dispiacciono le regine del melodramma, mi strappano sempre qualche risata (perché in fondo un po' regina del melodramma lo sono anche io, almeno secondo mia madre) ma qui ci sono state situazioni in cui molto spesso il tutto era troppo sopra le righe - con reazioni così esagerate di cui non vedevo la necessità.
Da quanto ho capito poi la storia narrata copre circa un anno, ma a me non è sembrato affatto perché è un altro di quei casi in cui le cose accadono fuori dalla pagina perciò ti vengono raccontate e non mostrate. Un anno non mi è sembrato affatto realistico.
Dovrebbe esserci questa grande rivalità tra le due famiglie, ma di fatto non la si vede. Mi aspettavo di vedere scaramucce, occhiatacce da una parte all'altra della strada, marketing strategico volto a sabotare l'attività dell'altro, guerra a suon di torte e pasticcini - nulla di tutto questo. O meglio, c'è qualcosa, ma nulla che ai miei occhi giustifichi tutto l'odio che queste famiglie provano l'una per l'altra.
Sofia ha un fratello, Samuele.
Joann ha una sorella, Elina.
Ti viene detto che Sofia ed Elina sono diventate amiche, che Sofia conosce esattamente la routine quotidiana di Elina e mi sono chiesta quando queste due hanno passato così tanto tempo insieme da diventare così intime perché non ho visto alcuno sviluppo di relazione.
Anche le storie secondarie ti chiedi da dove siano nate, quando il lettore se le ritrova come un fatto già consolidato e il fattore temporale non sai dove sia finito.
Finendo con i protagonisti, non mi sono sentita coinvolta neanche da loro.
Tutto questo odio prima e tutto questo amore dopo mi sono chiesta da dove fosse giunto perché le loro interazioni sono qualcosa che ti viene solo raccontato e quasi mai mostrato - per il resto è tutto un apprezzamento del fisico di Joann e anche lì dopo un po' basta.
Come nel precedente romanzo, mi sono chiesta di cosa esattamente si siano innamorati - cosa abbiano visto l'uno nell'altra che ne valesse la pena.
Ci sono stati dei momenti - anche assurdi - che mi hanno strappato qualche risata, ma l'intento di un chick-lit dovrebbe essere quello di far emozionare e sognare il lettore e con me non è successo. Anzi, tutti i tira e molla mi hanno esasperata - e i cliché sugli italiani non hanno aiutato. Ve l'ho detto, il problema sono sicuramente io e magari il libro a voi può piacere se comunque volete passare qualche ora in totale leggerezza perché lo stile semplice e i capitoli abbastanza brevi lo permettono - con me però non c'è stato il click.
E niente, nonostante la presenza del vichingo credo proprio che passerò.
RispondiEliminaSpero che la reading slump sia super-passeggera, e che tu ne esca in fretta <3
Eh, mi sa che ti conviene. >.<
EliminaLo spero anche io - ma complice un mal di testa atroce che dura da ieri, oggi ho letto solo il 7% e poi mi sono addormentata in poltrona. ç_ç