Se mi conoscete almeno un po', allora saprete che ciò che mi ha spinta a leggere questa serie è stato principalmente il titolo del primo libro: Alaska.
Se invece non mi conoscete perché magari siete nuovi di queste parti e vi state chiedendo perché, presto detto: è il nome della mia gatta.
Ma il primo libro di questa serie ora lo associo anche al mio ricovero in ospedale di due anni fa proprio perché l'ho letto durante la degenza e il recupero a casa in un caldo torrido che io percepivo ancora più insopportabile a causa degli antidolorifici.
Due anni dopo mi sono finalmente decisa a leggere il seguito e spero di non farne passare altri due prima di leggere il terzo della serie.
Titolo: Hanover House
Titolo originale: Hello Again
Serie: The Evelyn Talbot Chronicles #2
Autrice: Brenda Novak
Data di uscita: 10 ottobre 2018
Data di uscita originale: 3 ottobre 2017
Pagine: 424 (Kindle Edition)
Editore: Giunti Editore
Link Amazon: https://amzn.to/2Tv6bil
Trama: È trascorso ormai un anno da quando Evelyn Talbot si è trasferita in Alaska, ad Hanover House, la clinica psichiatrica di massima sicurezza dove vengono internati i serial killer più efferati. Solo pochi di loro hanno una mente così brillante da riuscire a spiegare il complesso modus operandi che si cela dietro ai propri crimini, e uno di questi è appena arrivato. Si tratta di Lyman Bishop, il “Fabbricante di Zombi”, un genetista accusato di lobotomizzare le sue vittime con un rompighiaccio. L’unico il cui raffinato intelletto regge il confronto con il famigerato Hannibal Lecter. Appena Evelyn lo incontra sente il sangue gelarsi nelle vene, e non è certo per la tempesta di ghiaccio che sta per abbattersi sulla zona... Ha la netta sensazione che qualcosa nella sua vita stia per cambiare, irreparabilmente. Quando viene ritrovato il corpo di una nuova vittima uccisa con un rompighiaccio, il dubbio che Bishop sia l’uomo sbagliato emerge con violenza. Ma le sfide non sono finite per Evelyn, perché la minaccia di Jasper, il ragazzo che a sedici anni l’ha segregata e seviziata, sembra più vicina che mai. Esiste un legame tra questi eventi?
È solo un caso che la donna massacrata assomigli terribilmente alla bella psichiatra?
CONTENT WARNING: descrizioni più o meno grafiche di abusi, torture, sevizie, violenze e omicidi.
Forse questo non era il periodo o il momento giusto per leggere Hanover House - d'altronde, dato anche il finale abbastanza autoconclusivo del primo libro, se in questi due anni non mi era mai sorta la curiosità di proseguire un motivo ci sarà stato.
Ammetto quindi che mi sono lasciata più che altro prendere dalla smania di leggere tutti i libri che avevo preso in prestito durante il mio periodo gratuito con Kindle Unlimited che dall'effettiva voglia di leggere il secondo capitolo dedicato ad Evelyn Talbot e alla sua prigione psichiatrica in Alaska.
È passato un anno dalle vicende del primo libro - un anno da quando è stata aperta Hanover House, un anno da quando la tranquilla cittadina di Hilltop è stata scossa da più crimini nel giro di qualche mese di quanti ne abbia mai visti in interi anni.
Eppure ora sembrano accettare con più facilità l'idea della prigione psichiatrica e sembrano anche accettare di buon grado la presenza di Evelyn, complice anche la sua storia con il sergente del posto - Amarok.
Evelyn però non può dimenticare che Jasper Moore, l'ex-ragazzo che ventun'anni prima ha ucciso le sue tre migliori amiche ed quasi è riuscito ad uccidere anche lei, è ancora latitante e probabilmente in attesa del momento giusto per tornare e riprendersi l'unica vittima che gli sia mai scappata.
Ma anche con l'ombra di Jasper che aleggia sulle sue spalle e pure sulla storia tra lei e Amarok, Evelyn sa che ha un lavoro da fare - un lavoro che stavolta comporta studiare lo psicopatico più intelligente con cui abbia forse mai avuto a che fare.
Un uomo che continua a proclamarsi innocente ma che Evelyn, convinta della sua colpevolezza, è determinata a far crollare.
Questo secondo capitolo ha più le atmosfere e le sfumature alla Criminal Minds che tanto mi erano mancate nel primo libro. Però l'ho trovato anche più lento, con una prima parte che scorre meglio e la metà successiva che invece per me si trascina un po'.
Questo perché, come suggerisce il titolo italiano (peraltro azzeccato, anche se il suo originale ha proprio il suo perché), siamo sempre dentro Hanover House e non ci schiodiamo da lì - se non nei momenti dedicati a Jasper e narrati dal suo punto di vista e che sono proprio loro ad offrire quel brivido alla Criminal Minds.
Se il primo ci offriva una panoramica dell'Alaska e della fatica che Evelyn stava facendo ad ambientarsi, del personale eterogeneo composto da staff medico e guardie carcerarie e prigionieri psichiatrici, qui il focus è esclusivamente su Evelyn che cerca di far cadere in errore Lyman Bishop e intanto deve destreggiarsi - ma solo nella seconda metà - tra la sua famiglia ancora a Boston preoccupata per la sua sicurezza e alcuni omicidi sul continente che sembrano collegati a lei.
Oltre ad essere più lento - non che il primo andasse ad un ritmo più spedito, quindi credo proprio che sia una prerogativa di questa serie e di come l'autrice abbia voluto impostarne la narrazione - l'ho trovato anche prevedibile sotto certi aspetti.
La trama italiana - non so se intenzionalmente o meno - è fuorviante perché la base che presenta non corrisponde poi allo svolgersi e alle dinamiche degli eventi nel libro.
Nel primo romanzo non mi sono mai interrogata su chi potesse essere il colpevole perché non c'era qualcuno che risultasse più sospetto degli altri, quindi mi ero lasciata trasportare dagli eventi per restarne sorpresa alla fine. Qui invece, come lettrice, non ho mai avuto dubbi sulla colpevolezza del sospettato - il dubbio era invece su come Evelyn avrebbe fatto a farlo crollare e se ce l'avrebbe effettivamente fatta. Inoltre, per quanto riguarda gli omicidi sul continente, sebbene non ci sia stata data una risposta chiara e definitiva non ho mai avuto dubbi su chi fosse il colpevole perché per me era veramente palese.
Evelyn resta sempre una brillante psichiatra che vuole giustizia per sé e per quello che ha passato e, nell'attesa e nella speranza di ottenerla un giorno, cerca di fare il possibile perché altre donne non subiscano la stessa sorte - a volte però può risultare un po' una irritante so-tutto-io che ha sempre ragione.
Dal lato romance, lei e Amarok non hanno fatto grandi progressi e sinceramente io del romance farei anche a meno - ma si sa che thriller/horror e romance vanno poi a braccetto. Oltretutto in questo secondo capitolo compare la ex di Amarok e santo cielo, non fatemi spuntare la possibilità della gelosia e del triangolo - anche se, a difesa di Amarok, lui è davvero preso da Evelyn. È lei che a volte sembra davvero convinta di volere un futuro con lui e a volte non è sicura di voler restare per sempre in Alaska - ma comunque al momento non ha prestato troppa attenzione alla ex di Amarok.
Meno pagine secondo me avrebbero reso la lettura più leggera, che dopo un po' ho cominciato ad avvertire come pesante. Non so, questo libro è un po' una contraddizione: è vero che ho detto che siamo quasi esclusivamente dentro Hanover House e che il focus di Evelyn è su Lyman Bishop, ma allo stesso tempo - tra gli altri omicidi sul continente e la presenza fisica e/o spirituale di Jasper Moore - si ha come la sensazione che ci sia troppa carne al fuoco e che lo stesso Lyman Bishop con la sua mente, la sua astuzia e tutto ciò che Evelyn vorrebbe (e dovrebbe, a beneficio dei personaggi e soprattutto del lettore) scoprire della sua persona venga messo in secondo piano.
È contraddittorio, lo so - mi sono lamentata che questo libro è lento e che non ci si smuove (quasi) mai fisicamente da Hanover House, ma allo stesso tempo ho avuto la sensazione che ci fossero troppe storylines in campo.
Non credo leggerò il terzo a breve - ho quattro mesi gratuiti su Storytel e delle eARC su NetGalley a cui dare la precedenza - ma questo secondo volume ha un finale che invoglia già di più il lettore a proseguire rispetto al primo.
Titolo originale: Hello Again
Serie: The Evelyn Talbot Chronicles #2
Autrice: Brenda Novak
Data di uscita: 10 ottobre 2018
Data di uscita originale: 3 ottobre 2017
Pagine: 424 (Kindle Edition)
Editore: Giunti Editore
Link Amazon: https://amzn.to/2Tv6bil
Trama: È trascorso ormai un anno da quando Evelyn Talbot si è trasferita in Alaska, ad Hanover House, la clinica psichiatrica di massima sicurezza dove vengono internati i serial killer più efferati. Solo pochi di loro hanno una mente così brillante da riuscire a spiegare il complesso modus operandi che si cela dietro ai propri crimini, e uno di questi è appena arrivato. Si tratta di Lyman Bishop, il “Fabbricante di Zombi”, un genetista accusato di lobotomizzare le sue vittime con un rompighiaccio. L’unico il cui raffinato intelletto regge il confronto con il famigerato Hannibal Lecter. Appena Evelyn lo incontra sente il sangue gelarsi nelle vene, e non è certo per la tempesta di ghiaccio che sta per abbattersi sulla zona... Ha la netta sensazione che qualcosa nella sua vita stia per cambiare, irreparabilmente. Quando viene ritrovato il corpo di una nuova vittima uccisa con un rompighiaccio, il dubbio che Bishop sia l’uomo sbagliato emerge con violenza. Ma le sfide non sono finite per Evelyn, perché la minaccia di Jasper, il ragazzo che a sedici anni l’ha segregata e seviziata, sembra più vicina che mai. Esiste un legame tra questi eventi?
È solo un caso che la donna massacrata assomigli terribilmente alla bella psichiatra?
--- ---
CONTENT WARNING: descrizioni più o meno grafiche di abusi, torture, sevizie, violenze e omicidi.
Forse questo non era il periodo o il momento giusto per leggere Hanover House - d'altronde, dato anche il finale abbastanza autoconclusivo del primo libro, se in questi due anni non mi era mai sorta la curiosità di proseguire un motivo ci sarà stato.
Ammetto quindi che mi sono lasciata più che altro prendere dalla smania di leggere tutti i libri che avevo preso in prestito durante il mio periodo gratuito con Kindle Unlimited che dall'effettiva voglia di leggere il secondo capitolo dedicato ad Evelyn Talbot e alla sua prigione psichiatrica in Alaska.
È passato un anno dalle vicende del primo libro - un anno da quando è stata aperta Hanover House, un anno da quando la tranquilla cittadina di Hilltop è stata scossa da più crimini nel giro di qualche mese di quanti ne abbia mai visti in interi anni.
Eppure ora sembrano accettare con più facilità l'idea della prigione psichiatrica e sembrano anche accettare di buon grado la presenza di Evelyn, complice anche la sua storia con il sergente del posto - Amarok.
Evelyn però non può dimenticare che Jasper Moore, l'ex-ragazzo che ventun'anni prima ha ucciso le sue tre migliori amiche ed quasi è riuscito ad uccidere anche lei, è ancora latitante e probabilmente in attesa del momento giusto per tornare e riprendersi l'unica vittima che gli sia mai scappata.
Ma anche con l'ombra di Jasper che aleggia sulle sue spalle e pure sulla storia tra lei e Amarok, Evelyn sa che ha un lavoro da fare - un lavoro che stavolta comporta studiare lo psicopatico più intelligente con cui abbia forse mai avuto a che fare.
Un uomo che continua a proclamarsi innocente ma che Evelyn, convinta della sua colpevolezza, è determinata a far crollare.
Questo secondo capitolo ha più le atmosfere e le sfumature alla Criminal Minds che tanto mi erano mancate nel primo libro. Però l'ho trovato anche più lento, con una prima parte che scorre meglio e la metà successiva che invece per me si trascina un po'.
Questo perché, come suggerisce il titolo italiano (peraltro azzeccato, anche se il suo originale ha proprio il suo perché), siamo sempre dentro Hanover House e non ci schiodiamo da lì - se non nei momenti dedicati a Jasper e narrati dal suo punto di vista e che sono proprio loro ad offrire quel brivido alla Criminal Minds.
Se il primo ci offriva una panoramica dell'Alaska e della fatica che Evelyn stava facendo ad ambientarsi, del personale eterogeneo composto da staff medico e guardie carcerarie e prigionieri psichiatrici, qui il focus è esclusivamente su Evelyn che cerca di far cadere in errore Lyman Bishop e intanto deve destreggiarsi - ma solo nella seconda metà - tra la sua famiglia ancora a Boston preoccupata per la sua sicurezza e alcuni omicidi sul continente che sembrano collegati a lei.
Oltre ad essere più lento - non che il primo andasse ad un ritmo più spedito, quindi credo proprio che sia una prerogativa di questa serie e di come l'autrice abbia voluto impostarne la narrazione - l'ho trovato anche prevedibile sotto certi aspetti.
La trama italiana - non so se intenzionalmente o meno - è fuorviante perché la base che presenta non corrisponde poi allo svolgersi e alle dinamiche degli eventi nel libro.
Nel primo romanzo non mi sono mai interrogata su chi potesse essere il colpevole perché non c'era qualcuno che risultasse più sospetto degli altri, quindi mi ero lasciata trasportare dagli eventi per restarne sorpresa alla fine. Qui invece, come lettrice, non ho mai avuto dubbi sulla colpevolezza del sospettato - il dubbio era invece su come Evelyn avrebbe fatto a farlo crollare e se ce l'avrebbe effettivamente fatta. Inoltre, per quanto riguarda gli omicidi sul continente, sebbene non ci sia stata data una risposta chiara e definitiva non ho mai avuto dubbi su chi fosse il colpevole perché per me era veramente palese.
Evelyn resta sempre una brillante psichiatra che vuole giustizia per sé e per quello che ha passato e, nell'attesa e nella speranza di ottenerla un giorno, cerca di fare il possibile perché altre donne non subiscano la stessa sorte - a volte però può risultare un po' una irritante so-tutto-io che ha sempre ragione.
Dal lato romance, lei e Amarok non hanno fatto grandi progressi e sinceramente io del romance farei anche a meno - ma si sa che thriller/horror e romance vanno poi a braccetto. Oltretutto in questo secondo capitolo compare la ex di Amarok e santo cielo, non fatemi spuntare la possibilità della gelosia e del triangolo - anche se, a difesa di Amarok, lui è davvero preso da Evelyn. È lei che a volte sembra davvero convinta di volere un futuro con lui e a volte non è sicura di voler restare per sempre in Alaska - ma comunque al momento non ha prestato troppa attenzione alla ex di Amarok.
Meno pagine secondo me avrebbero reso la lettura più leggera, che dopo un po' ho cominciato ad avvertire come pesante. Non so, questo libro è un po' una contraddizione: è vero che ho detto che siamo quasi esclusivamente dentro Hanover House e che il focus di Evelyn è su Lyman Bishop, ma allo stesso tempo - tra gli altri omicidi sul continente e la presenza fisica e/o spirituale di Jasper Moore - si ha come la sensazione che ci sia troppa carne al fuoco e che lo stesso Lyman Bishop con la sua mente, la sua astuzia e tutto ciò che Evelyn vorrebbe (e dovrebbe, a beneficio dei personaggi e soprattutto del lettore) scoprire della sua persona venga messo in secondo piano.
È contraddittorio, lo so - mi sono lamentata che questo libro è lento e che non ci si smuove (quasi) mai fisicamente da Hanover House, ma allo stesso tempo ho avuto la sensazione che ci fossero troppe storylines in campo.
Non credo leggerò il terzo a breve - ho quattro mesi gratuiti su Storytel e delle eARC su NetGalley a cui dare la precedenza - ma questo secondo volume ha un finale che invoglia già di più il lettore a proseguire rispetto al primo.
Questa serie potrebbe fare per me... "descrizioni più o meno grafiche di abusi, torture, sevizie, violenze e omicidi" mi incuriosiscono molto, però...se ci sono troppe pagine inutili...vade retro...
RispondiEliminaNon è che ci sono pagine inutili, è solo che ha un ritmo lento e forse per questo si ha l'impressione che anche solo un paio di pagine in meno farebbero la differenza.
Elimina