martedì 19 maggio 2020

[Recensione] "Falce" di Neal Shusterman

Oh, lo so - ho ancora Dry (che Shusterman ha scritto con uno dei suoi figli, Jarrod) che mi osserva e mi giudica dall'alto dello scaffale su cui è riposto. 

Ma sebbene io non l'abbia ancora letto, questa non è la prima volta che ho a che fare con qualcosa scritto da questo autore - questo perché ci eravamo già "incontrati" proprio due anni fa durante la lettura di Violent Ends. Sapete che io non sono sconosciuta alla lettura di libri che parlano di sparatorie scolastiche e Violent Ends ne faceva parte, scritto con 17 punti di vista diversi e quello di Shusterman e di suo figlio Brendan era davvero il più... particolare tra tutti quanti. Non vi dirò perché, però.

Quindi, un po' questo e un po' il fatto che Federica quando l'ha letto (Falce e Dry ancora prima) mi ha raccontato le sue impressioni, avevo una vaga idea di ciò a cui stavo andando incontro - questo però non l'ha esentata dal ricevere tutti i miei commenti scritti e vocali in chat, anzi. 

Ma un enorme e immenso grazie va alla Oscar Vault per la copia digitale in anteprima


Titolo: Falce
Titolo originale: Scythe
Serie: Arc of a Scythe #1
Autore: Neal Shusterman
Data di uscita: 19 maggio 2020
Data di uscita originale: 22 novembre 2016
Pagine: 360 (copertina rigida)
Editore: Mondadori Oscar Vault
Link Amazon: https://amzn.to/3cE3Itv

Trama: Un mondo senza fame, senza guerre, senza povertà, senza malattie. Un mondo senza morte. Un mondo in cui l’umanità è riuscita a sconfiggere i suoi incubi peggiori.

A occuparsi di tutte le necessità della razza umana è il Thunderhead, un’immensa, onnisciente e onnipotente intelligenza artificiale. Il Thunderhead non sbaglia mai, e soprattutto non ha sentimenti, né rimorsi, né rimpianti.

Quello in cui vivono i due adolescenti Citra Terranova e Rowan Damisch è davvero un mondo perfetto. O così appare.

Se nessuno muore più, infatti, tenere la pressione demografica sotto controllo diventa un vincolo ineluttabile. Anche l’efficienza del Thunderhead ha dei limiti e non può provvedere alle esigenze di una popolazione in continua crescita. Per questo ogni anno un certo numero di persone deve essere “spigolato”. In termini meno poetici: ucciso.

Il delicato quanto cruciale incarico è affidato alle cosiddette falci, le uniche a poter decidere quali vite devono finire. Quando la Compagnia delle falci decide di reclutare nuovi membri, il Venerando Maestro Faraday sceglie come apprendisti proprio Citra e Rowan. Schietti, coraggiosi, onesti, i due ragazzi non ne vogliono sapere di diventare degli assassini. E questo fa di loro delle falci potenzialmente perfette.


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Volete la verità? Vi dirò la verità. 

La prima cosa ad attirarmi di questo libro - ancora prima che ne venisse annunciata la traduzione italiana - è stata il fatto che, praticamente, si parlasse di "mietitori". 
Ora, se mi seguite da un po', saprete che la serie di Red Rising di Pierce Brown con protagonista Darrow "Il Mietitore" è una delle mie preferite - psssst, ehi Mondadori! Io e Federica stiamo aspettando con grande impazienza il quinto volume della serie, Dark Age. Così eh, per dire. 

Qui le cose però sono un tantino diverse. 


Siamo in un mondo che potrebbe essere il nostro, in futuro. Non c'è una solida presenza di sci-fi come nella serie di Brown, ma quello immaginato da Shusterman è un mondo in cui la rete informatica è diventata così potente da poter immagazzinare tutta la conoscenza umana e anche di più. Quello immaginato da Shusterman è un mondo in cui la conoscenza umana è arrivata al punto tale da aver trovato il modo di poter sconfiggere la malattia e la morte, riuscendo a fare in modo che tutti possano - potenzialmente - vivere in eterno. 

In questa apparente utopia nella quale il Thunderhead - la rete informatica e contenitrice di tutta la conoscenza che ha addirittura sviluppato una coscienza - si prende cura di tutti e si assicura che siano in salute e con una quasi uguaglianza di salari e possibilità, dopo un po' però sorge il problema del sovrappopolamento che mette a rischio la quantità di risorse della Terra. 
Nasce per questo la Compagnia della falci, un'organizzazione formata dagli unici membri "autorizzati" a togliere la vita alle persone e rendere la morte definitiva in un mondo in cui puoi sempre essere rianimato. 

Ma tutti possono diventare falci? La risposta è... sì e no. 
Gli unici che dovrebbero diventarlo sono quelli che proprio non lo vogliono essere, quelli che non vogliono saperne di uccidere - di spigolare - altri esseri umani. Questo perché sarebbero gli unici in grado di dimostrare la compassione che serve. Però noi sappiamo che l'essere umano è fallibile, che la mela marcia è ovunque - perché il mondo ora sarà anche perfetto, ma l'animo umano no.

E i governi saranno stati anche cancellati così come le varie divinità a cui ci si rivolgeva con una preghiera, ma non si può negare che la Compagnia delle falci sia ciò che più assomiglia ad un ordine religioso. E si sa che se ci sono sempre quelli buoni e compassionevoli, altresì esistono coloro che in virtù della loro "licenza di uccidere" si considerano al pari di una divinità che non deve rispondere a nessuno - e per una volta non è l'intelligenza artificiale il nemico, ma abbiamo l'ennesima dimostrazione che l'uomo è e rimane sempre il proprio peggior nemico. 


Ieri vi ho detto che questo non è un libro che piacerà a tutti - resto ancora della mia idea. 
È un libro lento, non così pieno di azione come vi potreste immaginare - anche se da metà in poi le cose accelerano e i colpi di scena sapranno sorprendervi. 

Non è neanche del tutto incentrato sui personaggi protagonisti - Citra e Rowan sono decisamente importanti, ma non vengono sviscerati più di tanto nelle loro emozioni e nell'approfondimento psicologico in quanto esistono più che altro in funzione della storia e di questo mondo apparentemente perfetto che in realtà nasconde marciume e corruzione sotto la sua patina di glorificazione. 
Anche i cattivi - per quanto suscitino odio e rabbia - non sono molto sfaccettati, se vogliamo dirla tutta. C'è una netta distinzione tra bianco e nero, tra buoni e cattivi - solo qualcuno mostra una personalità un po' grigia. 

Il mondo presentato da Shusterman è estremamente interessante, anche se difficile da comprendere all'inizio in alcune sfumature - tanto che spesso ho chiesto delucidazioni/scambiato opinioni con Federica che l'aveva già letto. 
Il perché sono le morti date dalle falci ad essere permanenti quando comunque la gente può essere rianimata è qualcosa di confuso all'inizio, ma che viene compreso poi man mano che si procede con la lettura. Altre cose invece restano poco chiare o date per scontate, ma si arriva comunque ad averne una sorta di comprensione - o comunque spero che verranno approfondite nei prossimi volumi. 

È un mondo interessante perché evidenzia quanto la paura della morte che noi tutti i giorni proviamo ci porti a vivere ogni secondo in funzione degli obiettivi che vogliamo raggiungere - e questo perché noi sappiamo di essere temporanei. L'arte e la vita del nostro mondo sono piene di passione proprio per questo motivo, ma se puoi vivere in eterno puoi rimandare e puoi procrastinare perché sai che avrai tutto il tempo del mondo - ed è qualcosa che poi Citra e Rowan imparano: riconoscono la noia in un mondo apparentemente perfetto che può offrire sì, una vita piacevole ma forse non vissuta appieno con ardore perché priva di una vera scadenza.

Dico che non è un libro che piacerà a tutti perché solleva tantissime questioni di carattere etico e morale. Le falci devono evitare di essere discriminatorie nei confronti di chi spigolano ed è giusto osservare certi parametri, gli stessi che avrebbero ucciso le persone nell'Era Mortale? È meglio dare una morte rapida, indolore e compassionevole oppure renderla a volte un evento, replicando le circostanze a volte cruenti in cui la gente era solita morire quando ancora si poteva? È giusto che chi governa - anche se non si può proprio dire che il Thunderhead governi in senso classico - non si intrometta nelle questioni delle falci e lasci a loro la decisione di chi e quanti spigolarne all'anno? È giusto lasciare qualcosa come la morte - non più naturale perché ora è la natura ad essere assoggettata all'uomo - in mano alla volubilità dell'essere umano?

Citra e Rowan affronteranno un anno di apprendistato che metterà in discussione questo e tanto altro. Scopriranno che non c'è un unico modo di essere falce. Impareranno ad uccidere, conosceranno la compassione ma anche l'oscurità celata nell'animo umano - quella "fame" che nel nostro mondo viene considerata un crimine e punita. Saranno messi costantemente alla prova - dagli altri e dal loro stesso cuore.

Il contenuto del libro metterà in discussione la vostra morale, la vostra etica e la vostra visione del mondo e lo stile di Shusterman vi porterà a leggere capitolo dopo capitolo, fino al finale che vi lascerà con una nota di tremenda curiosità per il secondo volume. 

2 commenti:

  1. Ciao! Che dire, un bel libro (qui la mia recensione), ma con qualche problematica.
    Mi è piaciuto molto il fatto che facesse riflettere sulla morte e sul senso della vita da una prospettiva differente e alcuni personaggi sono davvero interessanti e ben caratterizzati.. Ahimè, altri meno. I protagonisti in particolare sono un po’ meh, e secondo me il presupposto su cui si fonda il libro non ha granché senso, perché il Thunderhead da solo sarebbe decisamente più efficiente nello scegliere chi spigolare o nell’adottare misure alternative quali il controllo delle nascite… Insomma, vedo margine di miglioramento!
    Un abbraccio, Rainy

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    Risposte
    1. Ciao anche a te!
      Per quanto riguarda i protagonisti, concordo che non siano approfonditi - me lo aspetto di più nei volumi successivi perché secondo me qui il focus era il mondo e la sua nuova filosofia di vita.
      Per quanto riguarda il Thunderhead, lasciando tutto in mano a lui effettivamente verrebbero a mancare i presupposti di questo libro e in realtà apprezzo la scelta - apprezzo che per una volta sia stata fatta la scelta di scrivere un'intelligenza artificiale che è amica dell'uomo e non che gli si rivolta contro. Inoltre credo che lasciare la scelta in mano agli uomini stessi sia un modo di "sfogarsi", di ritrovare quell'umanità sepolta sotto l'apatia di una vita potenzialmente eterna - una falce, se non è perfetta, c'è caso che si impietosisca. O comunque speri che lo faccia. Ma se ti dovessi invece appellare ad una macchina, ad una intelligenza artificiale? Lì non hai spazio di manovra.
      Per quanto riguarda il controllo delle nascite... sarà perché ho visto da poco il film Seven Sisters che ha questa tematica, ma dopo che hai sconfitto qualsiasi malattia e pure la morte e quindi hai il mondo letteralmente ai tuoi piedi, credo sia una grande limitazione della libertà che qualcuno - sempre il Thunderhead, forse? - ti impedisca di avere il numero di figli che vuoi.

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