domenica 31 maggio 2020

[Recensione] "The Sky is Mine" di Amy Beashel

Lo so, non ho mai postato una recensione di domenica ma domani è il primo giugno e ormai sapete che ogni primo del mese va online il recap del mese che si è appena concluso - quindi, siccome domani è già occupato, eccoci qua con l'ultima recensione di maggio del penultimo libro letto (e ascoltato) a maggio. 

Grazie a NetGalley e alla Rock the Boat per la copia digitale.


Titolo: The Sky is Mine
Autrice: Amy Beashel
Data di uscita: 6 febbraio 2020
Pagine: 304 (copertina flessibile) - 7H 33Min (Storytel Edition)
Editore: Rock the Boat
Link Amazon: https://amzn.to/2Xv2XMY

Trama [tradotta da me]: Nessuno ha mai chiesto ad Izzy cosa vuole. E lei sta per cambiare le cose...

In una casa in cui si è soliti nascondere i problemi sotto il proverbiale tappeto, la diciassettenne Izzy si sente messa a tacere. Mentre il suo sentirsi al sicuro diventa sempre più labile, Izzy è sicura solo di tre cose. Sa che non deve dire a sua madre che Jacob Mansfield ha minacciato di diffondere quelle foto per tutta la scuola. Sa di dover ridurre al silenzio il dolore causato dall'abbandono della sua migliore amica Grace. E, vedendo sua madre nascondere la verità a proposito della natura manipolatoria del suo patrigno, Izzy sa anche che non deve parlare di come il suo cuore va in frantumi e il suo stomaco si attorciglia ogni volta che lui entra in una stanza.

Quando i fragili fili che tengono in piedi la loro vita iniziano a spezzarsi, Izzy e sua madre dovranno trovare il modo di rompere il silenzio e usare il potere delle loro voci per per poter riscoprire il loro valore.

Per i fans di Sara Barnard, Louise O’Neill e E. Lockhart, The Sky is Mine è una potente esplorazione della rape culture e dell'abuso domestico, una commovente storia di donne che imparano ad amare se stesse abbastanza da pretendere di essere sentite e ascoltate.


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CONTENT WARNING: violenza domestica, ricatto, manipolazione psicologica, abuso verbale, abuso su animali, fat-shaming, slut-shaming, dubbio consenso, azioni compiute sotto coercizione, molestie, stupro, aborto.


Se mi conoscete, sapete che faccio fatica a relazionarmi con i libri in cui è presente la violenza domestica - ma questo accade in special modo se la vittima è la protagonista e le cose vengono narrate dal suo punto di vista. 
Forse perché pecco di presunzione nel pensare che io sono talmente egocentrica e talmente "distaccata" a livello emozionale dal momento che ho già troppi problemi di mio, per pensare che permetterei a qualcun altro di esercitare controllo e violenza su di me. 

Ma qui la protagonista è Izzy, che ha diciassette anni, ed è sua madre quella che è principalmente vittima di Daniel - ma pure Izzy non ne è esente. 
Solo che è stato più facile relazionarsi con Izzy, anche se la mia situazione famigliare è all'opposto della sua fortunatamente. Però ho sentito comunque Izzy vicina - con il suo fisico e il suo corpo che detesta, con le feste in cui si sente a disagio, con la distanza che si sta creando con la sua migliore amica quando questa è troppo presa dalla sua nuova relazione con la sua ragazza Nell. 

Abbiamo avuto tanto in comune, io e Izzy. 

C'è tanto di cui Izzy non riesce a parlare - e quando vorrebbe farlo, le viene sempre detto che l'altra persona non ha tempo oppure che non è il momento adatto e non si può rimandare a più tardi? 

Izzy sente la mancanza della vita che aveva prima - della vita prima di Daniel. 
Prima che Daniel mostrasse il suo vero volto, prima diventasse abusivo con le parole e con i gesti, prima che controllasse ogni mossa di sua madre costringendola al silenzio e ad ubbidirgli, prima che cominciasse a mettere gli occhi e le mani addosso anche ad Izzy. Prima che la casa diventasse un campo minato in cui ogni parola va misurata, ogni passo è calcolato, ogni molecola di ossigeno viene sottratta quando lui entra in una stanza.

E fuori di casa per Izzy non va meglio, perché ad una festa ha bevuto troppo e nessuno ha visto l'approccio di Jacob nei suoi confronti come qualcosa che lei non voleva - qualcosa a cui non ha detto né sì né no. Non rispondere è dare il consenso? Non rispondere è rifiutarsi? Scegliere il silenzio perché impietriti e in attesa di qualcuno che ci dica qual è la cosa migliore da fare equivale comunque ad una risposta?
E prima era solo una foto che lui le aveva scattato a girare tra i suoi compagni di classe, prima erano solo prese in giro verbali, ma ora Jacob vuole di più e Izzy è così costretta al silenzio - così vuota, così anestetizzata - che potrebbe anche cedere al suo ricatto per evitare che certe foto facciano il giro della scuola. 

E dopo aver perso (metaforicamente) la prima persona che l'ha sempre tenuta in piedi - sua madre - ora sente di non avere neanche più l'appoggio di Grace, così innamorata da non vedere altro che Nell e accusare Izzy di essere gelosa. 

Quello che Izzy non sa è che dentro di lei - schiacciata da anni di abusi e relegata in fondo e nel buio della sua anima - c'è una Izzy che una voce ce l'ha. E vuole finalmente urlare. 


Sono stata di proposito vaga, ho solo rielaborato un po' quello che illustra la trama perché c'è molto altro in questo libro - in questo libro che mi ha anche fatta piangere due volte. 

Non solo perché molte cose della vita di Izzy assomigliavano alle mie quando avevo la sua stessa età - come la cosa con la sua migliore amica - ma perché è un libro che affronta tematiche pesanti e importanti. 

È un libro in cui c'è tanta tristezza, disperazione, rassegnazione, dolore, rabbia ma anche speranza. Un libro che mostra come, dopo anni di abuso, si arriva quasi a restarne indifferenti - come si impara a camminare in punta di piedi e a cercare di calmare la situazione perché non peggiori, ma quando poi esplode si resta a guardare la violenza come una cosa normale. Come se fosse meritata. E poi si fa finta di niente. E magari si ricade nello stesso circolo vizioso in altre circostanze e in altre situazioni. 
Si continua ad allontanare il problema, lo si nasconde sotto il tappeto con la convinzione che si risolverà da solo - che le cose miglioreranno da sole. 

Quando sua madre Stephanie decide finalmente di riprendersi il controllo, la rabbia di Izzy è immensa. ORA sua madre vuole proteggerla. Ma in tutti gli anni precedenti perché non l'ha fatto? Perché non ha salvato entrambe prima? Perché non ha lasciato Daniel prima? E Izzy sente che quell'amore - quella fiducia - che una figlia dovrebbe provare incondizionatamente verso sua madre è andata persa molte promesse di un cambiamento in meglio prima. 

Ma la rabbia di Izzy è anche verso se stessa, per aver lasciato che i ragazzi e gli uomini nella sua vita la sovrastassero sempre - togliendole sempre, un pezzo alla volta, un po' più di sole e un po' più di luna e un po' più di cielo. 
E Izzy vuole quel sole, vuole quella luna, vuole quel cielo - vuole di nuovo la sensazione che le aveva dato suo padre quando la faceva sentire al centro del suo universo. 

Quelle domande che si fa Izzy sono sempre quelle che pongo anche io e che non hanno una risposta chiara e definitiva, quelle che mi fanno sempre sentire presuntuosa perché ritengo che non arriverei mai a quel punto - non arriverei mai al punto di pormele. 

È un libro potente con un messaggio altrettanto potente. 
È un libro sulla violenza domestica, sulle conseguenze in casa e fuori, su come queste influiscono sulla psiche e sul comportamento di chi ne è vittima - e Izzy mi ha dimostrato che si può porre quelle domande in maniera velenosa ed essere arrabbiate verso la persona che ci ha deluse e finire comunque intrappolate nello stesso circolo vizioso, nello stesso meccanismo in cui ci si riduce prive di controllo in balia di qualcun altro senza neppure rendercene conto. 

Ma è un libro che esce anche fuori dalle quattro mura domestiche e affronta il bullismo, la mancanza di rispetto dei ragazzi per le donne e come per loro sia tutto un gioco - comprese le canzoni che inneggiano allo stupro, cantate a squarciagola e prese a ridere. Come quando sai che ciò che sta facendo il tuo amico è sbagliato, ma in parte continui a giustificarlo (e a giustificarti) come uno scherzo - come una battuta - e intanto stai zitto e lasci che accada senza fare niente.

Ho amato questo libro, ho amato Izzy che ritrova la sua voce, ho amato Izzy che sfida tutti per riprendersi quello che è suo di diritto, ho amato Izzy che continua ad avere bisogno dell'appoggio di chi ama ma che ha scoperto che può anche camminare da sola, ho amato Izzy per le sue playlist, ho amato Izzy per il suo desiderio di essere un'isola irraggiungibile e la successiva comprensione che bisogna sempre lasciare una via di accesso agli altri, ho amato Izzy che intraprende un percorso di guarigione e accettazione anche se sarà lento e doloroso - e lo stesso vale per sua madre. 

È un libro sulla fiducia che viene a mancare, sull'amore che vacilla, sulle promesse non mantenute o mantenute quando forse è troppo tardi, sulla speranza che forse non è troppo tardi, sulla famiglia e sull'amore che davvero meritiamo, sulle scelte che alla fine sono nostre e soltanto nostre. 

My life. My body. My choice.

E normalmente ho "problemi" con questo tipo di libri, ma questa volta invece no - forse perché stavolta era narrato da un punto di vista diverso, da qualcuno che ha fatto le stesse domande che mi faccio io quando leggo un libro con tematiche del genere. 

Amy Beashel ha un modo particolare di narrare la storia - che spesso mette il presente in pausa per raccontare episodi del passato - ma si fa presto ad abituarsi al ritmo di questo libro intenso, emozionante e anche straziante.


Oltre ad avere la copia eARC digitale, in contemporanea l'ho anche ascoltato in audiolibro ed Elizabeth Klett è stata perfetta - una voce che mi è piaciuto tantissimo ascoltare, una voce che mi ha fatto capire subito dall'accento che ci trovavamo in UK e non in America, una voce capace di dare vita a tutti gli stati d'animo di Izzy. 

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