giovedì 16 luglio 2020

[Recensione] "Clique Bait" di Ann Valett

Chi è che a 31 anni è praticamente già un rottame a livello fisico? 
La qui presente. 

E niente - dopo aver avuto una lombalgia già a 13 anni che da quel momento mi ha impedito di dormire a pancia in giù come ho sempre amato, da quando l'anno scorso ho dovuto trasportare la ruota di scorta persa per strada per 300 metri poi la mia schiena non è più stata la stessa e ora anche dormire a pancia in su è straziante. Per non parlare del dolore che a momenti alterni da qualche settimana mi si irradia dall'osso del fianco giù lungo il femore. 

Così, in attesa di fare i raggi per una sospetta lombosciatalgia, sono qui che mando giù antinfiammatori e miorilassanti come se fossero caramelle. 

Ci distraiamo con un libro?


Titolo: Clique Bait
Autrice: Ann Valett
Data di uscita: 28 aprile 2020
Durata: 8H 54Min (Storytel Edition)
Editore: HarperTeen
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Trama [tradotta da me]: Chloe Whittaker è in cerca di vendetta. L'anno scorso la vita della sua migliore amica Monica è stata devastata senza alcuna pietà dagli studenti più popolari del loro liceo, così quest'anno Chloe ha in mente di buttarli giù dal loro piedistallo uno ad uno. Ha scambiato i suoi jeans e le sue magliette per vestiti all'ultima moda, cancellato dai social media tutto ciò che potrebbe legarla a Monica (e far saltare quindi così la sua copertura) e ideato attentamente un modo per farsi amici i membri della cerchia più popolare. Ora tutto quello che resta da fare è scoprire i loro più profondi e oscuri segreti e rivelarli al mondo.

Chloe ha il piano perfetto… questo fino a quando non comincia ad innamorarsi di una delle persone che è determinata a distruggere.



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CONTENT WARNING: bullismo, relazione abusiva, fat-shaming, slut-shaming, abuso di alcol, ricatto, senso di colpa.


Dunque, vi ho espresso più volte i miei dubbi su questo libro dal momento che la sua trama assomiglia parecchio a quella di Foul Is Fair di Hannah Capin - che io ho amato e che è la stata la prima recensione a cinque stelle di quest'anno. 

Sarà perché sono partita con aspettative bassissime, ma alla fine questo libro devo dire che mi è piaciuto alquanto. Cioè, a questo punto per me le vette di Foul Is Fair sono inarrivabili in quanto a revenge story in salsa young adult perché il libro della Capin è oscuro e pieno di violenza e sangue, ma sotto altri aspetti anche questo della Valett si difende bene. 


Ogni scuola ha le sue gerarchie - ce le aveva la mia e se venite a dirmi che la vostra non le aveva, i casi sono due: o mentite oppure avete vissuto in un'utopia. 

Chloe e la sua migliore amica Monica hanno sempre diviso la popolazione studentesca in cinque livelli di popolarità - regole non scritte a cui tutti obbedivano inconsciamente, scale sociali difficili da scalare e fin troppo semplici dalle quali cadere. 

Chloe, pur essendo ricca in quanto il padre è CEO di un impero editoriale, è sempre stata bene al Livello 3 - quelli che bene o male passano inosservati, quelli che forse sono conosciuti magari per qualche merito scolastico o qualche altra caratteristica, ma che di base sono "inoffensivi". Monica però trovava stretti i panni del Livello 3 e l'accesso al Livello 1 - quello popolato dai "reali" Lola, Sophie, Maddy, Francis, Zach e William - se l'è sudato, ma poi l'ha anche pagato a caro prezzo. 
Perché quelli del Livello 1 sono sempre stati in sei ed è difficile che accolgano tra loro una settima persona, a meno che questa non possa portare un qualche specifico vantaggio all'intero gruppo. 

E per quello che hanno fatto a Monica, Chloe è decisa a cambiare completamente se stessa e ad infiltrarsi tra loro per distruggerli dall'interno, un segreto alla volta, e avere così la sua vendetta. 
Il primo passo? Avvicinare l'elemento più facilmente abbordabile dei sei - quello più tranquillo e quello per cui non ha nemmeno dovuto andare troppo lontano per trovare "il marcio": William Bishop.


Non è chiaro subito cosa sia successo a Monica, anche se è facilmente intuibile - un po' meno lo sono le circostanze, ma sono una parte di quello che Chloe è determinata a smascherare e a far conoscere al mondo. Ogni capitolo però si apre con Chloe che scrive una lettera a Monica, come se fosse ancora lì con lei - come se si aspettasse una risposta - e attraverso ogni lettera scopriamo che Chloe porta la sua lealtà a tutto un altro livello per un'amica che pensava solo alla popolarità e che, una volta raggiunta, si è dimenticata di lei e la ignorava nei corridoi della scuola. 

Però Chloe è decisa ad ottenere vendetta per quella che lei ritiene ancora essere la sua migliore amica, sebbene cieca di fronte ai suoi difetti mentre continua a dipingerla come la persona migliore del mondo e a giustificare le sue azioni. 
Chloe mette su un piano che prevede tutte le fasi di infiltrazione, raccoglimento di prove e segreti e poi di successivo smascheramento da far invidia ad un'agenzia di servizi segreti - ma lei non è un agente segreto e quindi è inevitabile (e meno male) che non tutto vada come previsto inizialmente. 

La cosa che mi ha fatto restare un po' incredula è il fatto che nessuno associ Chloe a Monica, se non un paio di persone. I Livello 1 vengono quindi descritti come se non notassero nessuno al di fuori della loro cerchia - e ci sta anche, per carità, me l'aspetto da un branco di adolescenti pieni di sé - ma la vedo un po' difficile non ricordare che quella che fino a poco tempo fa era nella tua cerchia, prima invece era sempre insieme ad un'altra ragazza. 
Ora, io non sono mai stata un esempio di popolarità e nella mia scuola saremmo stati penso in 600 studenti, ma io ricordo chi girava con chi per i corridoi e ce ne accorgevamo quando qualcuno cambiava compagnia.
Foul Is Fair funzionava già in modo diverso perché Jade non solo cambia aspetto, ma cambia anche scuola quindi è molto più difficile risalire a chi era prima. 

In Foul Is Fair il bello di Jade è che era praticamente infallibile, non rischiava quasi mai di scivolare e commettere un passo falso - certamente forse poco credibile, ma in quanto retelling di Macbeth l'ho accettato senza problemi. 
Chloe invece passi falsi ne commette e viene anche scoperta subito nelle sue intenzioni e nella sua vecchia amicizia con Monica, ma le va bene perché non è l'unica che vuole distruggere i Livello 1 - e nel caso di Chloe ho apprezzato il fatto che commetta passi falsi e che non sia sempre all'altezza della maschera che si è dipinta addosso perché ha reso la cosa molto più credibile: per quanto pensi ad ogni possibile aspetto o azione dopo qualcosa che hai causato e messo in moto, ci sarà sempre qualcosa che ti sfugge. Così come ci sarà sempre la reazione emotiva che non riesci a controllare con la logica e la razionalità, con la prontezza di riflessi e il sangue freddo. 

C'è da dire che il romanzo a volte cade nel troppo raccontato e nel poco mostrato.
Purtroppo le vite famigliari o più personali dei membri del Livello 1 non vengono approfondite - così come in realtà non viene neanche sviscerata a fondo l'amicizia di Chloe con Monica andando indietro nel passato per spiegare cosa legasse due persone così diverse - però non mancano i ricatti, i segreti sordidi, il lavoro sotto copertura come ad esempio origliare attraverso i muri ed escamotage per non risultare sospetta. 

Ecco, se Foul Is Fair è molto più crudo e violento perché retelling di Macbeth, Clique Bait ha invece tantissime vibes alla Gossip Girl - tradimenti, relazioni proibite, ripicche, lotte interne, feste in cui circola alcol e ogni foto compromettente scattata e conservata serve a mantenere il potere e la lealtà degli altri membri del gruppo. Un po' alla "se vado a fondo io, allora tu vieni con me", insomma - questo perché Chloe si rende presto conto che il Livello 1 è un gruppo alquanto disfunzionale e ogni membro a volte presentato e conosciuto con la sola caratteristica (sgradevole) dominante. 

È comunque un libro che parla di ansia e di senso di colpa perché, anche nascosto, il disagio per ciò che è accaduto a Monica ha avuto ripercussioni sulle personalità di molti. Ci sono tutti quegli aspetti veri e credibili di un sistema scolastico: la pressione sociale, chi sta in cima e chi sta in basso, chi adora e venera la terra su cui camminano i "reali" e chi invece se ne frega, la comune sete di gossip che trascende qualsiasi livello sociale. 

Il finale è troppo brusco, tagliato corto di netto - avrebbe meritato più approfondimento e soprattutto la fase degli "effetti collaterali" è poco sviluppata. Anche le reazioni di alcuni sono poco credibili - gente che è stata una iena per tutto il libro, ora improvvisamente messa di fronte alla possibilità di essere smascherata, decide dal giorno alla notte di farla finita con la popolarità e di voler essere "umana". Anche Parker Fadley di Cracked Up to Be affronta una cosa simile (sebbene le circostanze fossero completamente diverse e lei non fosse una mean girl), ma la cosa aveva un ritmo molto più graduale - sebbene ai suoi compagni fosse sembrato lo stesso improvviso. 

Insomma - fermo restando che per me al Livello 1 (ah-ah, battuta!) resta Foul Is Fair di Hannah Capin in maniera indiscussa come young adult sulla vendetta - nonostante i difetti di Clique Bait penso che su Goodreads arrotonderò il punteggio a 4 stelle perché, sebbene privo di grandi colpi di scena o suspense, comunque mi ha piacevolmente intrattenuta. 

Se volete una storia di vendetta meno oscura e sanguinolenta di un retelling di Macbeth, allora questo dalle vibes alla Gossip Girl fa per voi.


4 commenti:

  1. Ciao Alice! Per me in realtà "Gossip girl" è sempre stato un "nì", anche se è un telefilm molto simpatico e comunque l'ho visto, proprio per questa questione delle "reginette della scuola", delle "gerarchie"... vero, ogni scuola ha i suoi problemi e le sue "regole" sociali, ma com'è nel telefilm mi è sempre parso un po' esagerato. Posso sbagliarmi eh... da me i gruppetti rivali c'erano eccome, ma "reali" o "reginette" direi di no. Proprio per questo non so se il romanzo è il mio genere... ma comunque grazie per il consiglio!

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    1. Ciao Silvia!
      Guarda, io Gossip Girl l'ho visto dopo che tutto il resto del mondo l'aveva visto in una maratona dalla prima all'ultima stagione su La5 e arrivata alla quarta/quinta non ne potevo veramente più.
      Beh, "reali" portati all'estremo non ce n'erano neanche da me, ma ricordo alcuni che spiccavano più di altri e che erano davvero influenti.

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  2. Mi spiace molto per la schiena, spero che la situazione possa migliorare il prima possibile :*
    Riguardo al libro, non è il mio genere, però mi diverto sempre un sacco a leggere le tue recensioni dei romanzi di questo tipo :D

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