martedì 29 novembre 2016

[Recensione] "Cracked Up to Be" di Courtney Summers

Continua la mia avventura con Courtney Summers - e ora mi mancano due romanzi e una novella da leggere. 

Come i precedenti, anche questo è stato un vero colpo al cuore e non so se riuscirò a rendergli pienamente giustizia nella recensione.


Titolo: Cracked Up to Be
Autrice: Courtney Summers
Data di uscita: 23 dicembre 2008

Pagine: 214 (copertina flessibile)
Editore: St. Martin's Griffin

Trama [tradotta da me]: Quando Parker
"Perfetta" Fadley comincia a bere a scuola e ad andare male in classe, tutta la St. Peter's High si mette in allarme. Come ha fatto il capitano delle cheerleaders, la fidanzata del ragazzo più popolare della scuola, la cocca degli insegnanti e la futura esecutrice del discorso di commiato alla consegna dei diplomi a cadere così in basso?
Parker non ne vuole parlare. Vuole solo essere lasciata sola, sparire, essere ignorata. Ma i suoi genitori la osservano come un falco perché temono un suicidio e i suoi consulenti scolastici pretendono la verità. Ancora peggio, c'è un ragazzo gentile che si sta innamorando di lei e che le sta facendo provare di nuovo "qualcosa" quando in realtà preferirebbe non provare proprio niente.
Nessuno avrebbe potuto prevedere che sarebbe diventata così. Ma nessuno conosce la verità. È successo qualcosa di terribile e potrebbe essere colpa sua



Dal Cambridge Dictionary
not be all it's cracked up to be -> to be not as good as people say

Ed è proprio attorno al tema della perfezione e del modo in cui ti vedono gli altri che ruota l'intero romanzo - che ruotava l'intera vita di Parker. 

Incontriamo Parker quando ha già perso il suo status di persona popolare, quando ha già mollato il suo ragazzo Chris, quando è già stata beccata ubriaca in classe dopo essere svenuta davanti a tutti, quando ha già cominciato ad andare male a scuola, quando ha già cercato di uccidersi. 

Le uniche cose che vuole ora sono essere lasciata in pace e diplomarsi e per riuscire a fare quest'ultima cosa dovrà rigare più che dritto: non può saltare le lezioni, non può evitare di fare i compiti, non può presentarsi ubriaca a scuola, non può saltare gli appuntamenti settimanali con la consulente scolastica. 

Cosa ha portato Parker a diventare così e ad essere la costante preoccupazione dei suoi genitori, il problema di preside e insegnanti e l'angoscia di chi continua imperterrito a volerle restare accanto

È qualcosa che si scopre solo alla fine, qualcosa per cui Parker si incolpa, qualcosa accaduto durante una festa alla fine del terzo anno di superiori. 
Vuole espiare la sua colpa da sola, vuole cercare di riparare ai torti e per fare questo tenta prima di suicidarsi e poi di fare in modo che tutti la lascino in pace, ma nessuno la perde mai di vista - un po' perché gli insegnanti hanno incaricato Chris e Becky di tenerla d'occhio e riferire loro se riprende a bere e un po' perché la vogliono davvero aiutare. Chris, perlomeno. Becky... insomma.

Parker è finora la ragazza più complicata e con più strada da fare tra tutte le ragazze Summers che ho incontrato e di cui ho letto. 
È ossessionata dalla perfezione, lo è sempre stata. Ha fatto della sua vita una missione per essere la studentessa perfetta, la cheerleader perfetta, la figlia perfetta, la fidanzata perfetta. E non pretende la perfezione solo da se stessa, ma la pretende anche da tutti quelli che la circondano - è dura e impietosa e non ammette sbagli perché è convinta che quando tutti vedranno il risultato finale perfetto, allora si renderanno conto che è sempre stata nel giusto. Non ammette debolezze e odia farsi vedere preda di un attacco di panico, motivo per il quale ha trovato un meccanismo per calmarsi. Solo la sua amica Jessie riusciva a vederla per quella che era, ma a nulla valevano le sue parole sul rallentare il ritmo e a nulla valevano le preoccupazioni di Chris. 
L'unica cosa importante per Parker era mantenere lo status di perfezione in ogni cosa, ma quasi perde la testa nel tentativo di farlo. 

Diamine, persino nel tenere tutti a distanza vuole le cose a modo suo e le vuole esattamente e perfettamente nel modo in cui dovrebbero andare. 
E Parker fa fatica a capire che la vita non la puoi programmare e prevedere in ogni suo singolo secondo. 

Parker è acida e risponde sempre male a tutti quelli che cercano di aiutarla. 
Risponde male ai suoi genitori. 
Risponde male a Becky, che ora ha preso il suo posto di ragazza popolare. 
Risponde male a Chris, che è ancora innamorato di lei e non vuole che riprovi a suicidarsi perché ancora tiene immensamente a lei  
Risponde male a Jake, il nuovo ragazzo arrivato a scuola e che rimane affascinato da lei nonostante i suoi modi bruschi di allontanarlo e il suo modo di non rispondere mai alle sue domande - perché Parker sa che gli farà del male e che non può dire quello che si tiene dentro se comunque non l'ha fatto prima. 

Parker non è come Regina, la protagonista di Some Girls Are - hanno molto in comune, ma non sono uguali. Esattamente come il rapporto tra Parker e Becky non è affatto come quello tra Regina e Anna. 
Parker e Becky sono più che altro frenemies - anche al minimo dei suoi standard, Parker sa di essere migliore di Becky e Becky ne è consapevole. Becky sa di essere la ragazza più popolare ora solo perché Parker le ha ceduto il trono per non avere più tutte quelle responsabilità che richiedevano la perfezione. È stata addirittura Parker ad incoraggiare Chris e Becky ad uscire insieme per averli fuori dai piedi. Sono in un qualche modo rivali, ma Becky le porta i compiti quando Parker ha l'ultima ora del venerdì occupata dagli incontri con Ms. Grey. 
Ci sono ovviamente battute acide e canzonatorie, fingono di essere civili in pubblico quando conviene, a volte si urlano dietro, ma non c'è il bullismo violento presente in Some Girls Are. Non c'è bullismo perché Parker ha scelto volontariamente di smettere di essere popolare, non è stata cacciata o detronizzata come Regina. 

Ma come Regina, anche Parker trasforma il suo senso di colpa e i suoi rimpianti e il suo malessere per qualcosa che (non) ha fatto in qualcosa di psicosomatico. 
Tenta di reprimere tutto con alcol e farmaci e battute, ma gli attacchi di panico non si fermano e ben presto si rende conto che non c'è alcuna maschera di perfezione che la possa salvare dagli eventi di quella festa e da come le cose si sono poi svolte e si stanno tuttora svolgendo. 
Eppure Parker e la sua storia ti entrano sottopelle, si fanno strada, ti angosciano, ti fanno stare in pena perché non la scopri se non alla fine - perché i ricordi di quella festa si dipanano man mano che Parker scende a patti con quello che è successo nel momento in cui parte della storia viene a galla
Ed è una storia su cosa è giusto e cosa è sbagliato e sulla linea che a volte è così sottile che ci impedisce di vedere il confine, sugli errori che si commettono, sulle scelte che compiamo, sulla superficialità di cui a volte pecchiamo, sui rimpianti e i sensi di colpa che a volte ci portano a commettere gesti estremi, sul fatto che non si è soli finché c'è qualcuno che si preoccupa per noi. 

Regina Afton di Some Girls Are è quella che mi ha colpita con maggior violenza, ma anche Parker non se ne andrà mai dalla mia vita. 
Non se ne andrà mai perché anche io ho tentato di essere perfetta fino a quando non sono andata letteralmente in pezzi come lei - anche se non per gli stessi motivi. E accettare che non si può controllare tutto, accettare che il passato non si può cambiare, accettare che alcune cose le devi lasciare andare è qualcosa che si deve imparare - in maniera dolorosa e giorno dopo giorno. 

C'è stata anche un'altra scena che mi ha fatto stare male nel libro, ma esula da tutto quello scritto finora - però mi ha fatto piangere

Parker Fadley è complicata, spaventata, forse colpevole, imperfetta. E ha una lunga strada di terapia davanti a sé. 
So che questo è il libro di debutto dell'autrice, ma come ho scritto ieri questo è il terzo libro della Summers che leggo e ancora una volta ho trovato una protagonista e una storia che saranno parte di me per sempre. 

"[..] I never understood how I was supposed to work as a person or how I was supposed to work with other people. Something was really wrong with me, like I felt wrong all the time. I longed for some kind of symmetry, a balance. I chose perfection. Opposite of wrong. Right. Perfect. Good.
I get caught up in outcomes. I convince myself they're truths. No one will notice how wrong you are if everything you do ends up right. The rest becomes incidental. So incidental that, after a while, you forget. Maybe you are perfect. Good. It must be true. Who can argue with results? You're not so wrong after all. So you buy into it and you go crazy maintaining it. Except it creeps up on you sometimes, that you're not right. Imperfect. Bad. So you snap your fingers and it goes away.
Until something you can't ignore happens and you see it all over yourself.
And there's only one thing left to do."


6 commenti:

  1. Che bella recensione! La storia che hai descritto mi ricorda vagamente quella di After (non quello della Todd) che ho letto quest'estate!

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    1. Grazie, Ink! :)
      Il libro che hai appena nominato l'ho comprato qualche mese fa proprio dopo aver letto la tua recensione - presto o tardi lo leggerò! >.<

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  2. Ho appena letto la recensione dopo aver letto il post WWW.
    Che dire, davvero una splendida recensione, una trama particolarissima e profonda, quando un libro ti entra dentro in questo modo, quando un personaggio ti colpisce così tanto, come scrivi tu, allora è un libro che è stato apprezzato sotto tutti i punti di vista. Se mi capita di trovare online qualche libro di questa autrice, farò subito "add to cart"!
    xoxo Connor

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    1. Grazie mille, Connor! :)
      Sì, devi assolutamente recuperare Courtney Summers! Sebbene Cracked Up to Be sia il romanzo di debutto, io consiglio di leggere prima il secondo - Some Girls Are.

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  3. Le tue parole sui romanzi della Summers mi stanno facendo apprezzare moltissimo il tuo consiglio. È sicuro che la leggerò (e non mi limiterò a This is not a test) perché sei riuscita a toccare le mie corde davvero.

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    1. Mi fa davvero piacere perché la Summers si merita tutta la visibilità possibile.
      Inoltre l'ultima frase è davvero un bel complimento, grazie. :)

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