domenica 27 gennaio 2019

[Recensione] "A People's History of Heaven" di Mathangi Subramanian

Una recensione di domenica è insolita, ma ho finito il libro solo ieri e ho voluto mettere subito nero su bianco le mie impressioni. 

E per il libro di oggi devo ringraziare Carla della Algonquin per avermi offerto una copia digitale del libro in anteprima.


Titolo: A People's History of Heaven
Autrice: Mathangi Subramanian
Data di uscita: 19 marzo 2019
Pagine: 304 (Kindle Edition)
Editore: Algonquin Books
Link Amazon: https://amzn.to/2SQANbm

Trama [tradotta da me]: Benvenuti a Heaven, un quartiere povero vecchio di trent'anni nascosto tra nuovissimi e altissimi complessi di appartamenti e incubatori tecnologici nella contemporanea Bangalore, una delle città dell'India in più rapida espansione. A Heaven conoscerete una comunità quasi interamente composta di donne, madri e figlie che sono state abbandonate dai loro uomini quando non è arrivato nessun figlio maschio. Estremamente povere e costantemente in lotta contro il governo della città che vuole buttare giù le loro case e costruire edifici di vetro ancora più alti, queste donne, giovani e vecchie, si supportano volentieri l'un l'altra, condividendo qualsiasi cosa possano.

A People's History of Heaven si concentra su cinque migliori amiche, ragazze che vanno a scuola insieme, un gruppo con diverse religioni e orientamenti sessuali e identità di genere che ama e accetta le altre incondizionatamente, tirandosi fuori a vicenda dalle crisi e fornendo supporto emotivo, fisico e finanziario. Insieme intraprendono una guerra contro i bulldozer che vorrebbero seppellire le loro case e, non di meno, contro la città a cui non interessa nulla delle loro vite.


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Non saprei neanche come definire questo romanzo perché è vero che le protagoniste - più o meno - sono cinque ragazze, ma anche le loro madri e le loro nonne hanno il loro peso e la loro voce e quindi direi che è un romanzo per adulti. 

Siamo a Bangalore, una città dell'India che decenni fa non era quella che è oggi. Decenni fa al massimo era "il mercato" oppure "la cittadina". Ma poi è arrivata la globalizzazione, poi sono arrivati gli occidentali con la loro tecnologia e il loro stile di vita alla ricerca di metodi più economici per fare più soldi e ora Bangalore è qualcosa che mangia se stessa e i suoi abitanti più poveri in nome del commercio e del guadagno. 

Heaven è la traduzione inglese del nome in Hindi (o Kannada, non è specificato) del bassofondo nel quale la storia di A People's History of Heaven si svolge. 
Sebbene siano presenti uomini e ragazzi - mariti, padri, fratelli, cugini, zii - a Heaven, Heaven è perlopiù un luogo abitato da donne: donne che sono rimaste vedove e non hanno nessuno che si prende cura di loro, donne che sono state abbandonate dai mariti per donne più giovani o perché hanno "fallito" nel produrre un figlio maschio. 

E le loro vite - le loro storie - sono a rischio ora che la città sta cercando per la seconda volta in sedici anni di demolire le loro case per fare spazio all'ennesimo centro commerciale. E loro non ci stanno, loro formano una catena umana di protesta per impedire che accada, ma questa volta le circostanze sono diverse rispetto a quelle di sedici anni prima. 


Lo stile di narrazione è qualcosa di insolito, qualcosa che non incontro spesso: la prima persona plurale. E devo dire che in realtà mi piace molto. 

Mi ha ricordato in qualche modo Le vergini suicide di Jeffrey Eugenides per il modo in cui è raccontato, ma allo stesso tempo è diverso. Se nelle Vergini Suicide veniva fatto qualche nome dei ragazzi, la voce restava più che altro collettiva e non si scendeva mai nei dettagli delle loro vite - d'altronde il punto focale della storia era l'ossessione morbosa che i ragazzi avevano per le sorelle Lisbon. 

Qui invece la prima persona plurale serve come "collante" per queste vite - vite che nella maggior parte dei casi dipendono letteralmente le une dalle altre. La prima persona plurale ne fa un gruppo solido, affiatato, sempre insieme durante i passi fondamentali della vita e nella buona e nella cattiva sorte. Ma poi questa voce collettiva sfuma e si stacca a più riprese dall'incombente demolizione per parlarci di queste ragazze e di queste donne in terza persona singolare, dando loro la loro voce e la loro identità e la loro storia.

Abbiamo Banu, che non è brava a scuola ma che è bravissima a costruire qualsiasi cosa con qualunque materiale le capiti a tiro - quasi sempre quello di scarto che spesso recupera dai rifiuti altrui. 

Abbiamo Rukshana, che invidia profondamente i suoi cugini maschi per la libertà che hanno e perché non devono sottostare a tutte le regole e i doveri che invece sono imposti ad una femmina. Rukshana, musulmana, dal carattere brusco e dalla lingua tagliente che si taglia i capelli cortissimi, indossa i pantaloni e si innamora di una ragazza.

Abbiamo Deepa, nata cieca e per questo ritirata dai suoi genitori da scuola. Deepa, che però compensa la mancanza della vista in altri modi e non vuole smettere di imparare e conoscere il mondo anche al di fuori di Heaven, che sa quando è il momento di tirare fuori la grinta ed è leale ed è quella che balla meglio tra tutte le ragazze di Heaven perché guidata semplicemente dalla musica. 

Abbiamo Joy - all'anagrafe Anand, terzo di quattro fratelli. Joy che si è sempre sentita una femmina nel corpo sbagliato e che con l'arrivo dei cristiani a Bangalore ha colto l'occasione del battesimo per rinascere con l'identità che sente appartenerle. Ed è la più intelligente, ma cosa può riservare il futuro in una società così ad una come lei?

Abbiamo Padma, l'ultima arrivata nel gruppo. Quella che è arrivata in città dalla campagna, quella che deve occuparsi di una madre andata in depressione che non riesce a tenersi un lavoro e di due fratelli più piccoli. 


Non è solo la storia di queste cinque ragazze, ma anche delle loro loro madri e della nonna di Banu - anche di Leela, la ragazza di cui Rukshana si innamora e di Janaki Ma'am, la preside della scuola che fa di tutto per assicurare un futuro alle sue studentesse. 

È la storia di quanto è difficile essere femmine in India, in una società in cui sono preferiti i figli maschi - sia come nascita che per tutto il resto della vita. Perché le femmine devono prima obbedire alle madri e poi al marito quando cambiano "proprietà", perché spesso non hanno voce in capitolo quando si tratta di matrimonio, perché spesso non riescono a completare gli studi ed è comunque preferibile che i soldi siano spesi nell'educazione dei figli maschi. 

È la storia di come le persone povere dei bassifondi non sono nulla per la città, solo qualcosa da eliminare per fare spazio al progresso e ai soldi. Di come devono lottare per l'acqua e il cibo e un tetto sopra la testa mentre i ricchi li guardano dall'alto in basso. 

Ed è appunto questo A People's History of Heaven: una storia di lotta. 
Perché è vero che queste donne lottano per sopravvivere, ma lottano anche per vincere un futuro migliore a dispetto delle loro attuali condizioni e sostenendosi a vicenda a dispetto delle differenze di religione, identità di genere e casta. 


Ma ci sono punti dolenti? Qualcuno. 

Lo stile mi è piaciuto molto, il problema è un po' con i "salti temporali" - quando si abbandona il "noi" per concentrarsi sull'episodio specifico che il collettivo ci vuole raccontare. L'inquadramento temporale non è sempre chiaro così come la cronologia degli eventi - ad un certo punto pensavo che le ragazze fossero tutte insieme quando parlavano della nuova arrivata in classe, salvo poi scoprire che questa era invece Padma e che parlavano quindi di anni precedenti a quello attuale in cui ne hanno sedici. 

Mi è poi mancata una sorta di "base" che io, in quanto estranea a quella cultura, non ho. 
Perché se anche io ho una vaga idea di cosa voglia dire il concetto di casta per loro - un po' grazie a Le cose che credevamo di sapere e un po' grazie a tutto il trash programmi di estetica che offre Real Time - chi invece non ha anche solo un'infarinatura della loro cultura non può capire perché si faccia così tanto spesso riferimento alla tonalità del colore della loro pelle e soprattutto perché sia così importante nella loro vita. 
Per chi non lo sapesse, più è chiara la pelle e più si è in alto nelle caste - chi invece ha la pelle molto scura viene considerato come inferiore. 

Il che mi porta all'altro punto, quello in cui la madre di Joy che all'apparenza aveva fatto tutto bene - è vero che è rimasta vedova, ma almeno ha avuto un marito che non l'ha abbadonata per un'altra donna e ha avuto quattro figli maschi - molto spesso viene evitata e allontanata e nessuno condivide le proprie cose con lei perché Selvi Aunty viene etichettata come una Dalit. E non viene spiegato cosa vuol dire, ho scoperto dopo da sola che vuol dire "fuori casta", "paria". 

E poi vabbè, le varie lingue e/o dialetti che vengono parlati anche nella stessa zona: Kannada, Hindu, Telugu... non sempre vengono distinti. Sappiamo che a scuola imparano Kannada, ma poi gli "stranieri" parlano Hindu e se ti sposti nella zona "posh" la lingua è già diversa ancora e uno zio parla invece Telugu - la cosa si fa un po' confusa. 
Che lo so che è come dire che noi parliamo italiano e abbiamo poi i dialetti regionali - che poi anche lì cambiano a seconda della zona della provincia e del comune - ma io che ho questa cultura so implicitamente cosa sono, se invece ne dovessi parlare a qualcuno che invece non ne ha un'idea dovrei spiegare un po' le cose e le differenze.

Ecco, diciamo che un po' di background per chi non ha una conoscenza approfondita di quella cultura non avrebbe fatto male. 


Il libro comunque mi è piaciuto e ha un bel messaggio di solidarietà femminile attraverso le avversità, di forza interiore e di coraggio - e se hai persone che ti amano e ti sostengono incondizionatamente, anche un luogo di privazioni sotto la giusta luce può essere casa e può essere un pezzetto di paradiso. 

2 commenti:

  1. Sembra molto interessante, quasi quasi lo metto in wl :)

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    1. A parte quelle pecche che ho nominato, ha un linguaggio poetico che mi è piaciuto e i caratteri delle ragazze sono abbastanza approfonditi da distinguerle bene - fammi sapere! :)

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