Ho visto il film tratto da questo libro tanti anni fa - perlomeno cinque - su consiglio di un'amica. Ricordo che mi era piaciuto, ma non ricordo più moltissimo della storia a parte il finale. Probabilmente all'epoca non sapevo nemmeno che fosse tratto da un libro e quando negli ultimi mesi l'ho visto comparire su diversi blog e siti internet, ho pensato bene di metterci le mani sopra.
Normalmente non amo le cover con le immagini del film, ma questa mi piace particolarmente e tra tutte le edizioni che ho visto era indubbiamente la più bella.
Oltretutto era tra i remainders di Libraccio e quindi l'ho pagato poco più cinque euro ed è in perfette condizioni essendo un libro nuovo.
Titolo: Le vergini suicide
Titolo originale: The Virgin Suicides
Autore: Jeffrey Eugenides
Data di uscita: 3 settembre 2013
Data di uscita originale: 1993
Pagine: 206 (copertina flessibile)
Editore: Mondadori
Collana: Numeri Primi
Trama: Tenero, avvolgente e bizzarro, Le vergini suicide è la storia di un'ossessione amorosa in cui si fondono memoria e immaginazione, sesso e nostalgia. A raccontarla è una voce "collettiva" formata da un gruppo di ragazzi. La loro ossessione? Le cinque sorelle Lisbon, per sempre fissate nella loro bellezza adolescenziale, che nel volgere di un anno si sono tutte tolte la vita. A vent'anni di distanza cercano ancora di penetrarne il mistero in frammenti di ricordi, indizi sopravvissuti al tempo, diari, vestiti, elementi di un feticismo mai placato. Erano cresciuti insieme, rapiti e spaventati dai rituali di quelle giovani donne che rappresentavano un unico oggetto di desiderio, l'essenza di una misteriosa femminilità. Ora, da adulti, se ne sentono i custodi, nella consapevolezza che la loro vita è irrimediabilmente divisa tra un prima e un dopo. Ed è qui che il racconto di Eugenides assume i contorni del mito, fantasia d'innocenza tanto più desiderabile nell'attimo in cui non può essere resuscitata.
Fatemi tutti una hola perché finalmente, dopo quasi due settimane da quando l'ho iniziato, sono riuscita a finirlo.
Onestamente non so se è proprio il libro in sé oppure se sia stato il periodo, questo letargo accompagnato dalla narcolessia che me l'ha fatto percepire ancora più "pesante" di quanto non sia già di suo - non so se magari letto in un altro periodo o in altre circostanze ci avrei messo meno.
Il libro è narrato da un "collettivo" - un gruppo di ragazzi, ora uomini, che a distanza di vent'anni ripercorrono le vite delle sorelle Lisbon nel corso di quell'anno durante il quale tutte e cinque le ragazze si sono tolte la vita.
Non c'è mai una vera e propria identità che emerge, nonostante i nomi di alcuni ragazzi vengano scritti chiaramente - è narrato in prima persona plurale, sono un gruppo di amici e tutti nello stesso vicinato dei Lisbon.
La tematica di fondo mi è anche piaciuta, era la stessa che mi era piaciuta nel film: la storia tragica di queste sorelle che si sono tolte la vita e che ancora vengono ricordate da chi aveva tentato di conoscerle.
Il libro però è molto più pesante e soprattutto prolisso - sono cinque capitoli lunghissimi, senza nemmeno una pausa tra i paragrafi o quasi per riuscire a tirare il respiro, con un linguaggio pieno di metafore a volte troppo altisonante e le cui uniche parti più movimentate (e quelle nelle quali non mi sono addormentata ogni dieci pagine) sono quella iniziale in cui viene presentata la storia che sta per essere narrata e le ultime venti pagine con la sua conclusione.
È la storia di questo gruppo di ragazzi infatuato di queste cinque sorelle, la cui infatuazione diventa un'ossessione a tratti davvero morbosa.
Le sorelle Lisbon sembrano assumere la forma di un'unica entità e solo successivamente vengono riconosciute e scisse dai ragazzi come singoli individui - solo dopo vengono riconosciute come Cecilia, Lux, Bonnie, Mary e Therese, ma per la maggior parte della narrazione sono solo "le sorelle Lisbon".
La prima a dare il via è stata Cecilia, dopo un tentativo fallito di tagliarsi le vene.
Sotto suggerimento di un terapeuta, in maniera molto riluttante la madre delle ragazze concede loro di organizzare una festa a casa tre settimane dopo il rientro di Cecilia, ma è proprio in questa occasione che Cecilia tenta nuovamente il suicidio e questa volta ci riesce - mettendo fine alla sua vita mentre la festa è ancora in corso di svolgimento.
Quello che segue è un'osservazione ossessiva della famiglia Lisbon e di come questa reagisca, come a volte si comportino come se nulla fosse successo o come se fosse stato un incidente e come le ragazze riprendano la scuola e tornino a sorridere. Ma quando poi in occasione del ballo scolastico Lux infrange il coprifuoco, le ragazze vengono ritirate da scuola e segregate in casa dalla madre mentre il padre perde il lavoro e nessuno di loro viene più visto fuori dall'abitazione.
Ci sono questi ragazzi che osservano tutto, che osservano la casa dei Lisbon cadere a pezzi e infestata di erbacce, che osservano i loro genitori e i loro vicini parlare della cosa e del suicidio di Cecilia come qualcosa facente parte di una moda nazionale tra gli adolescenti e dovuta al contesto storico di quel periodo dell'America.
Cercano di cogliere segnali e avvistamenti delle ragazze, tentano di mettersi in contatto con loro, raccolgono quanto più possibile dei loro oggetti quando riescono a metterci le mani sopra in qualsiasi modo, il diario di Cecilia diventa una sorta di Bibbia nella quale cercare risposte e un mezzo per conoscere dettagli intimi della vita delle sorelle Lisbon.
L'ossessione di questi ragazzi per le sorelle Lisbon è qualcosa di morboso, tanto che vent'anni dopo sono ancora in cerca di risposte e interrogano tutti quelli che hanno incrociato la loro strada o che possono avere le risposte sul motivo del loro gesto, elaborano teorie e custodiscono cinque bauli pieni di memorie e reperti - un baule per ogni sorella.
Viene raccontato di quello che hanno intravisto dalle finestre sporche o di quello che qualcuno ha riferito loro, vengono riportate le parole di una giornalista quando lo stato abbandonato della casa dei Lisbon è impossibile da ignorare in mezzo alle altre case del quartiere. I ragazzi raccontano di come abbiano tentato di aiutarle e di stabilire un contatto, ma di come le sorelle abbiano fatto muro attorno a loro stesse - di come forse le ragazze avessero anche tentato di stabilire un contatto, ma loro erano troppo presi dalla sorveglianza e dalla ricerca di eventuali segni indicativi di qualcosa per rendersi conto che le ragazze avevano fatto un passo nella loro direzione.
La parte centrale di questo romanzo è morbosa, forse troppo.
A parte Cecilia perché è la prima a togliersi la vita e il cui diario viene dissezionato in ogni singola parola, è Lux a prendere lo spazio maggiore.
Lux, la più esuberante e trasgressiva - la ragazza di quattordici anni che fuma e che infrange il coprifuoco l'unica volta che è stato loro concesso di uscire, la ragazza che fa sesso sul tetto ogni notte con qualcuno di diverso ogni volta quando vengono segregate in casa mentre i ragazzi guardano e spiano e cercano di avere qualsiasi cosa riescano ad ottenere delle sorelle Lisbon in qualsiasi modo.
Tutti - dai genitori dei ragazzi ai vicini, dai medici ai giornalisti - riducono le sorelle Lisbon ad una cifra che va a rinforzare i dati sul suicidio giovanile, attribuendo al loro gesto qualsiasi motivazione salvo quella corretta. O forse quella comunque più vicina alla realtà dei fatti in mezzo alle altre - come a quella dell'inquietudine per il futuro, del contesto storico del periodo o dei cali di serotonina nel cervello.
E proprio perché i ragazzi sono meri spettatori di brevi spiragli di vita, nella loro osservazione e sorveglianza ossessiva non si rendono conto che le ragioni stavano proprio tra le mura di quella casa - tra un padre senza spina dorsale e una madre troppo bigotta e moralista, che ha addirittura la pretesa di affermare anni dopo che in casa sua c'era tutto l'amore di cui le sue figlie avevano bisogno e che quindi il gesto che hanno compiuto non ha assolutamente senso.
Tutti osservano la casa dei Lisbon cadere a pezzi, tutti li osservano chiudere se stessi e le ragazze in casa ma nessuno fa niente.
Quanta rabbia che mi ha fatto la signora Lisbon - esattamente come suo marito che si limita a restare passivo anche vent'anni dopo la perdita delle figlie.
Anche noi come lettori abbiamo solo uno spiraglio delle loro vite, anche noi come i ragazzi che le osservano non riusciremo mai a ricreare le loro esistenze e la loro quotidianità e i loro pensieri - non le conosceremo mai davvero perché la loro voce è sempre stata messa a tacere dai genitori e dall'ambiente indifferente che le circondava.
Il mio giudizio è di tre stelline, ma sono tre stelline un po' ambigue - da una parte mi è piaciuto per il suo voler ricordare e ricostruire queste ragazze anche a distanza di vent'anni, ma dall'altra l'aspetto morboso e sessuale di cui le hanno circondate mi ha dato un po' fastidio. Forse a darmi principalmente fastidio è stato il fatto di vederle chiamate quasi sempre "sorelle Lisbon", senza che una personalità - a parte quella di Lux - venisse a galla. Capisco che gli stessi ragazzi alla fine non le conoscevano, si tratta di conflitti adolescenziali mai risolti ma è proprio l'alone di corpi mai sfiorati con cui le circondano e con cui le identificano a disturbare di più durante la lettura.
Titolo originale: The Virgin Suicides
Autore: Jeffrey Eugenides
Data di uscita: 3 settembre 2013
Data di uscita originale: 1993
Pagine: 206 (copertina flessibile)
Editore: Mondadori
Collana: Numeri Primi
Trama: Tenero, avvolgente e bizzarro, Le vergini suicide è la storia di un'ossessione amorosa in cui si fondono memoria e immaginazione, sesso e nostalgia. A raccontarla è una voce "collettiva" formata da un gruppo di ragazzi. La loro ossessione? Le cinque sorelle Lisbon, per sempre fissate nella loro bellezza adolescenziale, che nel volgere di un anno si sono tutte tolte la vita. A vent'anni di distanza cercano ancora di penetrarne il mistero in frammenti di ricordi, indizi sopravvissuti al tempo, diari, vestiti, elementi di un feticismo mai placato. Erano cresciuti insieme, rapiti e spaventati dai rituali di quelle giovani donne che rappresentavano un unico oggetto di desiderio, l'essenza di una misteriosa femminilità. Ora, da adulti, se ne sentono i custodi, nella consapevolezza che la loro vita è irrimediabilmente divisa tra un prima e un dopo. Ed è qui che il racconto di Eugenides assume i contorni del mito, fantasia d'innocenza tanto più desiderabile nell'attimo in cui non può essere resuscitata.
Fatemi tutti una hola perché finalmente, dopo quasi due settimane da quando l'ho iniziato, sono riuscita a finirlo.
Onestamente non so se è proprio il libro in sé oppure se sia stato il periodo, questo letargo accompagnato dalla narcolessia che me l'ha fatto percepire ancora più "pesante" di quanto non sia già di suo - non so se magari letto in un altro periodo o in altre circostanze ci avrei messo meno.
Il libro è narrato da un "collettivo" - un gruppo di ragazzi, ora uomini, che a distanza di vent'anni ripercorrono le vite delle sorelle Lisbon nel corso di quell'anno durante il quale tutte e cinque le ragazze si sono tolte la vita.
Non c'è mai una vera e propria identità che emerge, nonostante i nomi di alcuni ragazzi vengano scritti chiaramente - è narrato in prima persona plurale, sono un gruppo di amici e tutti nello stesso vicinato dei Lisbon.
La tematica di fondo mi è anche piaciuta, era la stessa che mi era piaciuta nel film: la storia tragica di queste sorelle che si sono tolte la vita e che ancora vengono ricordate da chi aveva tentato di conoscerle.
Il libro però è molto più pesante e soprattutto prolisso - sono cinque capitoli lunghissimi, senza nemmeno una pausa tra i paragrafi o quasi per riuscire a tirare il respiro, con un linguaggio pieno di metafore a volte troppo altisonante e le cui uniche parti più movimentate (e quelle nelle quali non mi sono addormentata ogni dieci pagine) sono quella iniziale in cui viene presentata la storia che sta per essere narrata e le ultime venti pagine con la sua conclusione.
È la storia di questo gruppo di ragazzi infatuato di queste cinque sorelle, la cui infatuazione diventa un'ossessione a tratti davvero morbosa.
Le sorelle Lisbon sembrano assumere la forma di un'unica entità e solo successivamente vengono riconosciute e scisse dai ragazzi come singoli individui - solo dopo vengono riconosciute come Cecilia, Lux, Bonnie, Mary e Therese, ma per la maggior parte della narrazione sono solo "le sorelle Lisbon".
La prima a dare il via è stata Cecilia, dopo un tentativo fallito di tagliarsi le vene.
Sotto suggerimento di un terapeuta, in maniera molto riluttante la madre delle ragazze concede loro di organizzare una festa a casa tre settimane dopo il rientro di Cecilia, ma è proprio in questa occasione che Cecilia tenta nuovamente il suicidio e questa volta ci riesce - mettendo fine alla sua vita mentre la festa è ancora in corso di svolgimento.
Quello che segue è un'osservazione ossessiva della famiglia Lisbon e di come questa reagisca, come a volte si comportino come se nulla fosse successo o come se fosse stato un incidente e come le ragazze riprendano la scuola e tornino a sorridere. Ma quando poi in occasione del ballo scolastico Lux infrange il coprifuoco, le ragazze vengono ritirate da scuola e segregate in casa dalla madre mentre il padre perde il lavoro e nessuno di loro viene più visto fuori dall'abitazione.
Ci sono questi ragazzi che osservano tutto, che osservano la casa dei Lisbon cadere a pezzi e infestata di erbacce, che osservano i loro genitori e i loro vicini parlare della cosa e del suicidio di Cecilia come qualcosa facente parte di una moda nazionale tra gli adolescenti e dovuta al contesto storico di quel periodo dell'America.
Cercano di cogliere segnali e avvistamenti delle ragazze, tentano di mettersi in contatto con loro, raccolgono quanto più possibile dei loro oggetti quando riescono a metterci le mani sopra in qualsiasi modo, il diario di Cecilia diventa una sorta di Bibbia nella quale cercare risposte e un mezzo per conoscere dettagli intimi della vita delle sorelle Lisbon.
L'ossessione di questi ragazzi per le sorelle Lisbon è qualcosa di morboso, tanto che vent'anni dopo sono ancora in cerca di risposte e interrogano tutti quelli che hanno incrociato la loro strada o che possono avere le risposte sul motivo del loro gesto, elaborano teorie e custodiscono cinque bauli pieni di memorie e reperti - un baule per ogni sorella.
Viene raccontato di quello che hanno intravisto dalle finestre sporche o di quello che qualcuno ha riferito loro, vengono riportate le parole di una giornalista quando lo stato abbandonato della casa dei Lisbon è impossibile da ignorare in mezzo alle altre case del quartiere. I ragazzi raccontano di come abbiano tentato di aiutarle e di stabilire un contatto, ma di come le sorelle abbiano fatto muro attorno a loro stesse - di come forse le ragazze avessero anche tentato di stabilire un contatto, ma loro erano troppo presi dalla sorveglianza e dalla ricerca di eventuali segni indicativi di qualcosa per rendersi conto che le ragazze avevano fatto un passo nella loro direzione.
La parte centrale di questo romanzo è morbosa, forse troppo.
A parte Cecilia perché è la prima a togliersi la vita e il cui diario viene dissezionato in ogni singola parola, è Lux a prendere lo spazio maggiore.
Lux, la più esuberante e trasgressiva - la ragazza di quattordici anni che fuma e che infrange il coprifuoco l'unica volta che è stato loro concesso di uscire, la ragazza che fa sesso sul tetto ogni notte con qualcuno di diverso ogni volta quando vengono segregate in casa mentre i ragazzi guardano e spiano e cercano di avere qualsiasi cosa riescano ad ottenere delle sorelle Lisbon in qualsiasi modo.
Tutti - dai genitori dei ragazzi ai vicini, dai medici ai giornalisti - riducono le sorelle Lisbon ad una cifra che va a rinforzare i dati sul suicidio giovanile, attribuendo al loro gesto qualsiasi motivazione salvo quella corretta. O forse quella comunque più vicina alla realtà dei fatti in mezzo alle altre - come a quella dell'inquietudine per il futuro, del contesto storico del periodo o dei cali di serotonina nel cervello.
E proprio perché i ragazzi sono meri spettatori di brevi spiragli di vita, nella loro osservazione e sorveglianza ossessiva non si rendono conto che le ragioni stavano proprio tra le mura di quella casa - tra un padre senza spina dorsale e una madre troppo bigotta e moralista, che ha addirittura la pretesa di affermare anni dopo che in casa sua c'era tutto l'amore di cui le sue figlie avevano bisogno e che quindi il gesto che hanno compiuto non ha assolutamente senso.
Tutti osservano la casa dei Lisbon cadere a pezzi, tutti li osservano chiudere se stessi e le ragazze in casa ma nessuno fa niente.
Quanta rabbia che mi ha fatto la signora Lisbon - esattamente come suo marito che si limita a restare passivo anche vent'anni dopo la perdita delle figlie.
Anche noi come lettori abbiamo solo uno spiraglio delle loro vite, anche noi come i ragazzi che le osservano non riusciremo mai a ricreare le loro esistenze e la loro quotidianità e i loro pensieri - non le conosceremo mai davvero perché la loro voce è sempre stata messa a tacere dai genitori e dall'ambiente indifferente che le circondava.
Il mio giudizio è di tre stelline, ma sono tre stelline un po' ambigue - da una parte mi è piaciuto per il suo voler ricordare e ricostruire queste ragazze anche a distanza di vent'anni, ma dall'altra l'aspetto morboso e sessuale di cui le hanno circondate mi ha dato un po' fastidio. Forse a darmi principalmente fastidio è stato il fatto di vederle chiamate quasi sempre "sorelle Lisbon", senza che una personalità - a parte quella di Lux - venisse a galla. Capisco che gli stessi ragazzi alla fine non le conoscevano, si tratta di conflitti adolescenziali mai risolti ma è proprio l'alone di corpi mai sfiorati con cui le circondano e con cui le identificano a disturbare di più durante la lettura.
Bellissima recensione!
RispondiEliminaCome te, anch'io ho visto il film diversi anni fa. Suggestivo e inquietante, di sicuro, ma anche un po' "pesante" in certi punti... se il romanzo è ancora più morboso (cosa di cui non dubito), probabilmente non è la lettura che fa per me! :)
Grazie Sophie! :)
EliminaIl film l'ho visto anche io parecchi anni fa, quindi lo ricordo solo a grandi linee ma confermo che il libro è più morboso - molto più di quanto mi aspettassi.
Ultimamente ne sto sentendo parlare molto, ma in realtà non mi ero mai soffermata troppo sul libro. Diciamo che con la tua recensione mi sono rifatta! Non so se lo leggerò, devo essere sincera. Magari più avanti!
RispondiEliminaMi sa che se lo leggi nel periodo sbagliato ti addormenti come è successo a me oppure lo lanci fuori dalla finestra. >.<
EliminaComplimenti per la recensione, ma non ho letto ancora il libro e il film non l' ho visto, ma la tua recensione mi invoglia a leggerlo, non so quando però ma spero di recuperarlo al più presto !
RispondiEliminaElla
Grazie Ella, fammi sapere se ti ha fatto lo stesso effetto che ha fatto a me! :)
EliminaHai scritto una recensione bellissima! Non ho mai letto né visto il film tratto, ma la storia la conosco a menadito perché l'ho letta e riletta tante volte un po' ovunque.
RispondiEliminaè un libro che voglio leggere assolutamente ma la tua opinione mi ha smorzato un po' l'entusiasmo perché credo che sentirei il tuo stesso fastidio durante la lettura! Ci penso ancora un po' va!:)
Grazie Nik! :)
EliminaNon mi aspettavo che fosse così morboso, a volte sembra non focalizzarsi su nient'altro.
Fammi sapere se intendi leggerlo! >.<
Ciao! Ho sentito molto parlare di questo libro e mi è venuta la curiosità di leggerlo..sicuramente lo farò, ma magari più in là perché alcune cose che hai scritto nella recensione mi hanno fatto venire qualche dubbio, anche se di base la trama mi intriga parecchio..vedremo.. :)
RispondiEliminaFammi sapere nel caso tu lo legga! :)
EliminaCiao! Le premesse mi ispirano molto, ma se è davvero così pesante come dici per il momento ne sto alla larga... Comunque ho trovato la tua recensione molto interessante e ragionata. Anche se non ho letto il libro alcune cose mi hanno dato da pensare ^-^
RispondiEliminaCiao Chiara!
EliminaCi sono dei momenti, nella parte centrale della narrazione, in cui verrebbe voglia di urlare ai personaggi di focalizzarsi su altri aspetti di queste sorelle.. ah, gli adolescenti! *sospiro*
Grazie comunque! :)
Aliceeee eccomi finalmente da te! <3 Come sai il libro mi era piaciuto molto, non ho letto il libro e aspettavo la tua recensione per capire se era uno degli imperdibili da recuperare. Adesso non so se lo leggerò, non penso di essere nel mood giusto, forse mi rimarrà il ricordo del film <3 Grazie per la bellissima recensione, wow sei davvero andata a fondo, è stupendo leggerti <3
RispondiEliminaSei non sei nel mood per sopportare un po' di morbosità, allora ti consiglio di lasciar perdere - almeno per il momento.
EliminaGrazie comunque, Ely. ♥