Avevo visto la segnalazione di questo libro su un blog al tempo della sua uscita.
La trama mi aveva convinta fin dall'inizio, ma la verità è che prima ancora della trama a convincermi è stata la tagline - e quando si parla di amicizia, io non so mai resistere.
La trama mi aveva convinta fin dall'inizio, ma la verità è che prima ancora della trama a convincermi è stata la tagline - e quando si parla di amicizia, io non so mai resistere.
Titolo: Le cose che credevamo di sapere
Titolo originale: The Things We Thought We Knew
Autrice: Mahsuda Snaith
Data di uscita: 1 giugno 2017
Data di uscita originale: 15 giugno 2017
Pagine: 306 (copertina rigida)
Editore: Corbaccio
Collana: Narratori Corbaccio
Link Amazon: http://amzn.to/2o2Kfua
Trama: Ravine Roy ha diciott’anni e festeggia il suo compleanno a letto, dove si trova ormai da dieci anni. E non ha in programma di alzarsi nel futuro immediato. D’altronde non ha alcun desiderio di affrontare il Grande Mondo di Fuori. «Non vorresti almeno provarci?» domanda sua madre. Ma Ravine non vuole. Non può. Soffre di una sindrome che le causa dei dolori cronici che le impediscono di muoversi. Da un giorno di dieci anni fa. Il giorno in cui tutto è cambiato. Il giorno in cui è scomparsa la sua amica del cuore.
La mamma, originaria del Bangladesh, cerca in tutti modi di aiutarla a guarire e le regala un diario per raccontare la sua vita nella speranza che riesaminare gli eventi la aiuti a reagire. Chi era Marianne, com’è diventata amica di Ravine, che cosa è successo veramente, perché è scomparsa? Ripercorrere gli anni dell’infanzia ‒ quando, con Marianne e il fratello di lei Jonathan, Ravine trascorreva giornate serene, fatte di giochi, avventure e confidenze ‒ e confrontarli con il doloroso presente è difficile, ma Ravine, nutrita dai piatti profumati e speziati della madre e dalla sua incrollabile e allegra fiducia, troverà la forza di non mollare e riaffacciarsi alla vita. Costi quel che costi.
Da dieci anni, Ravine è confinata a letto da dolori cronici in tutto il corpo - specialmente nella parte sinistra, a partire dalla cicatrice di una grave ustione sul polpaccio.
Molti hanno un letto di morte, lei invece ha un letto di vita.
A farle compagnia la madre, che non si stanca mai di incoraggiarla a provare qualche movimento oppure ad uscire dal letto - una madre desiderosa di vedere la figlia ormai adulta farsi finalmente strada nel mondo.
Ma Ravine non riesce, non può e i suoi diciotto anni vengono festeggiati in camera sua - con la madre che ha invitato i vicini di casa nonostante Ravine gliel'avesse espressamente vietato. Tra i regali c'è un diario, quello che sua madre chiama Diario della sofferenza e che spera aiuti la figlia ad alleviare il dolore che sente.
A dispetto dell'iniziale riluttanza, Ravine inizia a scrivere e rivolgendosi direttamente a lei, racconta/ricorda a Marianne la loro vita insieme e le avventure di loro due e Jonathan prima che Marianne sparisse.
Passando fluidamente tra il presente del 2010 e il passato del 1999 all'interno di uno stesso capitolo, Ravine racconta l'origine della sua sofferenza e la notte che ha cambiato per sempre le loro vite in un percorso doloroso e sofferto che forse l'aiuterà a guarire - o perlomeno a stare un po' meglio.
È difficile parlare di questo libro - ma sappiate che mi è piaciuto tantissimo e che ho versato una valle di lacrime.
Ravine Roy, di origini bengalesi e con un padre mai conosciuto, vive con la madre Rekha nel quartiere di Westhill - fatto di case popolari - a Leicester.
Marianne Dickerson, per un quarto portoghese e un fratello - Jonathan - più grande di due anni, con una madre egocentrica e troppo dedita all'alcol che un giorno sparisce senza lasciare una riga fino a quando lo zio Walter non arriva ad occuparsi di loro.
Sono diventate amiche per caso, vicine di casa e con una parete in comune a dividere le loro camere da letto - tanto che Ravine non riesce più ad addomentarsi senza le chiacchiere di Marianne, la sua amica così brillante e coraggiosa.
Anni di partite a scacchi senza saper davvero giocare, anni di corse di velocità delle lumache nel bosco, anni con quel brontolone di Jonathan sempre appresso, anni di un'amicizia che avrebbe dovuto durare per sempre - ma Marianne sparisce.
Non è un thriller, badate bene.
È un romanzo introspettivo, un romanzo in cui Ravine si rivolge direttamente a Marianne - in cui le ricorda cosa disse o cosa fece in un determinato momento.
Ravine scrive e si rivolge direttamente a Marianne nei suoi ricordi e nel modo in cui affronta ancora adesso la sua vita, ma alla fine è come se si rivolgesse direttamente a noi quando usa la seconda persona singolare - come se fossimo noi Marianne.
Personalmente è uno stile di narrazione che mi piace tantissimo.
Ravine non è quello che definirei un personaggio piacevole, ma a me le protagoniste femminili un po' unlikeable piacciono - vi avevo parlato di quel genere di protagoniste quando avevo recensito questo libro.
È un po' bugiarda ed è un po' vigliacca e con la madre che ora vuole spingerla ad uscire di casa ha paura che anche l'unica persona che le sta vicino possa andarsene. La sua stanza e il suo letto sono il suo rifugio e la sola idea di mettere il naso fuori dalla porta di casa - sempre ammesso che il dolore glielo permetta - le provoca un attacco di panico.
Ma le cose iniziano a cambiare quando comincia a scrivere, quando il dolore assume una consistenza visiva. E quando dall'altra parte del muro, nonostante l'appartamento sia vuoto perché i vicini hanno traslocato, Ravine comincia a sentire una voce appartenente al passato - e per quanto lei provi ad ignorarla, la sua resistenza ha un limite.
È un romanzo introspettivo, di crescita, di ferite fisiche e psicologiche, di dolore e sensi di colpa e rimpianto, di famiglie disfunzionali e di paure infantili che condizionano l'età adulta. È un romanzo di sofferenza, è un romanzo di scelte, è un romanzo di vita - di quella vita che a volte si ferma, si blocca mentre il resto del mondo va avanti e che, in alcuni casi, solo molto lentamente riprende a scorrere.
Ho pianto parecchio e ho trovato più somiglianze con Ravine di quante me ne aspettassi - i difetti, le paure, le incertezze, il panico, le bugie, la vigliaccheria.
Quasi non volevo farlo leggere a mia madre per paura che mi riconoscesse in Ravine.
È la storia di un'amicizia finita troppo presto, è la storia di due anime così intrecciate che quando una è sparita anche l'altra ha smesso di vivere.
È un romanzo particolare, è un romanzo non facile, è un romanzo che mi ha emozionata tantissimo e per il quale non ho abbastanza parole adatte da usare per descriverlo.
E non voglio neanche dire troppo per paura di togliergli tutta la delicatezza e di rivelare i segreti che nasconde.
Scritto con uno stile fantastico che scivola via senza che nemmeno tu te accorga, di sicuro la storia di Ravine e Marianne - in una cascata di tessere del domino messa in moto molto prima della loro nascita - non la dimenticherò mai.
Le cose che credevamo di sapere - quelle che quando si è bambini si è convinti di conoscere, ma che una volta adulti capiamo di non aver mai saputo davvero.
Titolo originale: The Things We Thought We Knew
Autrice: Mahsuda Snaith
Data di uscita: 1 giugno 2017
Data di uscita originale: 15 giugno 2017
Pagine: 306 (copertina rigida)
Editore: Corbaccio
Collana: Narratori Corbaccio
Link Amazon: http://amzn.to/2o2Kfua
Trama: Ravine Roy ha diciott’anni e festeggia il suo compleanno a letto, dove si trova ormai da dieci anni. E non ha in programma di alzarsi nel futuro immediato. D’altronde non ha alcun desiderio di affrontare il Grande Mondo di Fuori. «Non vorresti almeno provarci?» domanda sua madre. Ma Ravine non vuole. Non può. Soffre di una sindrome che le causa dei dolori cronici che le impediscono di muoversi. Da un giorno di dieci anni fa. Il giorno in cui tutto è cambiato. Il giorno in cui è scomparsa la sua amica del cuore.
La mamma, originaria del Bangladesh, cerca in tutti modi di aiutarla a guarire e le regala un diario per raccontare la sua vita nella speranza che riesaminare gli eventi la aiuti a reagire. Chi era Marianne, com’è diventata amica di Ravine, che cosa è successo veramente, perché è scomparsa? Ripercorrere gli anni dell’infanzia ‒ quando, con Marianne e il fratello di lei Jonathan, Ravine trascorreva giornate serene, fatte di giochi, avventure e confidenze ‒ e confrontarli con il doloroso presente è difficile, ma Ravine, nutrita dai piatti profumati e speziati della madre e dalla sua incrollabile e allegra fiducia, troverà la forza di non mollare e riaffacciarsi alla vita. Costi quel che costi.
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Ho cercato di liberarmi di te, Marianne. Ho nascosto tutti i nostri giochi sotto il mio letto e ho tolto tutte le foto dalle cornici, eppure, anche quando provo a dimenticare, tu sei ancora lì.
Da dieci anni, Ravine è confinata a letto da dolori cronici in tutto il corpo - specialmente nella parte sinistra, a partire dalla cicatrice di una grave ustione sul polpaccio.
Molti hanno un letto di morte, lei invece ha un letto di vita.
A farle compagnia la madre, che non si stanca mai di incoraggiarla a provare qualche movimento oppure ad uscire dal letto - una madre desiderosa di vedere la figlia ormai adulta farsi finalmente strada nel mondo.
Ma Ravine non riesce, non può e i suoi diciotto anni vengono festeggiati in camera sua - con la madre che ha invitato i vicini di casa nonostante Ravine gliel'avesse espressamente vietato. Tra i regali c'è un diario, quello che sua madre chiama Diario della sofferenza e che spera aiuti la figlia ad alleviare il dolore che sente.
A dispetto dell'iniziale riluttanza, Ravine inizia a scrivere e rivolgendosi direttamente a lei, racconta/ricorda a Marianne la loro vita insieme e le avventure di loro due e Jonathan prima che Marianne sparisse.
Passando fluidamente tra il presente del 2010 e il passato del 1999 all'interno di uno stesso capitolo, Ravine racconta l'origine della sua sofferenza e la notte che ha cambiato per sempre le loro vite in un percorso doloroso e sofferto che forse l'aiuterà a guarire - o perlomeno a stare un po' meglio.
È difficile parlare di questo libro - ma sappiate che mi è piaciuto tantissimo e che ho versato una valle di lacrime.
Ravine Roy, di origini bengalesi e con un padre mai conosciuto, vive con la madre Rekha nel quartiere di Westhill - fatto di case popolari - a Leicester.
Marianne Dickerson, per un quarto portoghese e un fratello - Jonathan - più grande di due anni, con una madre egocentrica e troppo dedita all'alcol che un giorno sparisce senza lasciare una riga fino a quando lo zio Walter non arriva ad occuparsi di loro.
Sono diventate amiche per caso, vicine di casa e con una parete in comune a dividere le loro camere da letto - tanto che Ravine non riesce più ad addomentarsi senza le chiacchiere di Marianne, la sua amica così brillante e coraggiosa.
Anni di partite a scacchi senza saper davvero giocare, anni di corse di velocità delle lumache nel bosco, anni con quel brontolone di Jonathan sempre appresso, anni di un'amicizia che avrebbe dovuto durare per sempre - ma Marianne sparisce.
Non è un thriller, badate bene.
È un romanzo introspettivo, un romanzo in cui Ravine si rivolge direttamente a Marianne - in cui le ricorda cosa disse o cosa fece in un determinato momento.
Ravine scrive e si rivolge direttamente a Marianne nei suoi ricordi e nel modo in cui affronta ancora adesso la sua vita, ma alla fine è come se si rivolgesse direttamente a noi quando usa la seconda persona singolare - come se fossimo noi Marianne.
Personalmente è uno stile di narrazione che mi piace tantissimo.
Ravine non è quello che definirei un personaggio piacevole, ma a me le protagoniste femminili un po' unlikeable piacciono - vi avevo parlato di quel genere di protagoniste quando avevo recensito questo libro.
È un po' bugiarda ed è un po' vigliacca e con la madre che ora vuole spingerla ad uscire di casa ha paura che anche l'unica persona che le sta vicino possa andarsene. La sua stanza e il suo letto sono il suo rifugio e la sola idea di mettere il naso fuori dalla porta di casa - sempre ammesso che il dolore glielo permetta - le provoca un attacco di panico.
Ma le cose iniziano a cambiare quando comincia a scrivere, quando il dolore assume una consistenza visiva. E quando dall'altra parte del muro, nonostante l'appartamento sia vuoto perché i vicini hanno traslocato, Ravine comincia a sentire una voce appartenente al passato - e per quanto lei provi ad ignorarla, la sua resistenza ha un limite.
È un romanzo introspettivo, di crescita, di ferite fisiche e psicologiche, di dolore e sensi di colpa e rimpianto, di famiglie disfunzionali e di paure infantili che condizionano l'età adulta. È un romanzo di sofferenza, è un romanzo di scelte, è un romanzo di vita - di quella vita che a volte si ferma, si blocca mentre il resto del mondo va avanti e che, in alcuni casi, solo molto lentamente riprende a scorrere.
Ho pianto parecchio e ho trovato più somiglianze con Ravine di quante me ne aspettassi - i difetti, le paure, le incertezze, il panico, le bugie, la vigliaccheria.
Quasi non volevo farlo leggere a mia madre per paura che mi riconoscesse in Ravine.
È la storia di un'amicizia finita troppo presto, è la storia di due anime così intrecciate che quando una è sparita anche l'altra ha smesso di vivere.
È un romanzo particolare, è un romanzo non facile, è un romanzo che mi ha emozionata tantissimo e per il quale non ho abbastanza parole adatte da usare per descriverlo.
E non voglio neanche dire troppo per paura di togliergli tutta la delicatezza e di rivelare i segreti che nasconde.
Scritto con uno stile fantastico che scivola via senza che nemmeno tu te accorga, di sicuro la storia di Ravine e Marianne - in una cascata di tessere del domino messa in moto molto prima della loro nascita - non la dimenticherò mai.
Le cose che credevamo di sapere - quelle che quando si è bambini si è convinti di conoscere, ma che una volta adulti capiamo di non aver mai saputo davvero.
Ciao! Complimenti per la recensione, è meravigliosa! Il libro non mi ispirava un granché, ad essere sincera, ma la tua recensione mi ha fatto cambiare idea. Non è esattamente il mio genere,ma sono davvero curiosa, quindi mi segno subito il titolo! Non mi precipiterò a comprarlo, ma se dovessi trovarlo in biblioteca ne approfitterò sicuramente!
RispondiEliminaGrazie! *-*
EliminaNon riesco neanche ad inquadrarlo davvero perché l'unica parola che mi viene in mente per descriverlo è "particolare", ma se dovessi avere l'occasione di leggerlo poi fammi sapere! :)
Che bella storia e che belle parole Alice.
RispondiEliminaDi certo un romanzo forte e d'impatto che va letto al momento giusto. E' bello quando un libro ci sorprende in modo così positivo
Non pensavo proprio che l'avrei amato così tanto, quando sono arrivata alla fine non riuscivo a smettere di piangere. >.<
EliminaGrazie, Susy. :)
Wow, non conoscevo l'esistenza di questo e adesso desidero di leggerlo! Grazie per avermelo fatto scoprire, lo aggiungo subito alla mia wishlist!
RispondiEliminaTi auguro di leggerlo presto! :)
EliminaOddio, dev'essere bellissimo questo libro. lo metto in wl e non dico altro! Grazie Alice, recensione toccante.
RispondiEliminaGrazie mille a te per questo commento, Nik! :)
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