lunedì 3 dicembre 2018

[Recensione] "Close Your Eyes" di Nicci Cloke

Inizia una nuova settimana, inizia la prima settimana di dicembre e io la comincio con una recensione - che, io ve lo dico, cercherò di non fare troppo lunga perché non voglio dire più del necessario. 

Ho fatto lo stesso con la trama: ho scelto di riportare quella della quarta di copertina del mio libro e di non tradurre quella su Goodreads perché, sebbene più esaustiva, vorrei che se decideste di leggere il libro lo faceste senza avere un'idea della direzione che prenderà la storia - perché crederete di sapere e invece no, non avrete notato nulla.


Titolo: Close Your Eyes
Autrice: Nicci Cloke
Data di uscita: 23 febbraio 2017
Pagine: 304 (copertina flessibile)
Editore: Hot Key Books
Link Amazon: https://amzn.to/2ziUf8W

Trama [tradotta da me]: SAREBBE POTUTO ACCADERE OVUNQUE...

La Southfield High School non è niente di speciale. 
Con i suoi bravi insegnanti, quelli pessimi e i gruppetti. 

SAREBBE POTUTO ACCADERE A CHIUNQUE...
Aisha e i suoi amici sono come qualsiasi altro gruppo di ragazzi. Non avevano mai pensato che qualcuno sarebbe potuto venire a scuola con una pistola. 

AVREBBE POTUTO ESSERE IMPEDITO...

MA ORA È TROPPO TARDI.

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Questo libro l'ho visto tra i suggerimenti di Amazon, non ricordo se dopo aver letto Hate List oppure Violent Ends. In ogni caso ne sono rimasta subito intrigata.

E anche io mi ci sono buttata alla cieca - anche se effettivamente la trama di Amazon è la stessa di Goodreads. Ma ignoravo tutto dell'autrice e avevo dato per scontato che fosse ambientato negli USA - d'altronde la cronaca ci fornisce purtroppo spesso notizie di sparatorie nelle scuole americane. 
Invece ho cominciato a leggere e mi sono accorta che il numero d'emergenza qui è il 999 invece del 911 e gli anni scolastici hanno nomi diversi, quindi ho capito subito che la storia è ambientata in Inghilterra. 

La Southfield è una scuola come le altre, con i suoi gruppetti e con i suoi clichés - ma credo che tutti ad un certo punto siamo stati un cliché in un modo o nell'altro. 

Qui abbiamo un gruppetto di amici composto da sei ragazzi che sì, effettivamente ognuno rappresenta un tipico cliché scolastico, ma in maniera sfumata perché non sono portati all'estremo. Di base sono ragazzi normali, non vengono dipinti né come super-popolari ma nemmeno come sfigati - sebbene poi sia qui dove casca il cliché. 

Abbiamo i gemelli Aisha e Ash, la prima che con gli esami alle porte e la scelta del college non ha la minima idea di cosa fare in futuro e si sente sotto pressione e con il secondo che è praticamente un genio sempre sui libri. 
Amici loro da sempre sono Gemma e Remy, la prima molto bella e di successo con i ragazzi e migliore amica di Aisha e il secondo amico di Ash - anche se da quando è un ginnasta nella squadra della scuola ha anche altri amici con cui uscire. 
Abbiamo Elise, arrivata un paio di anni prima e accolta nel gruppo, bella e intelligente come Ash e abbiamo Elijah, l'ultimo arrivato che è entrato nel gruppo quasi per caso. Perché Elijah viene definito strano, è sempre silenzioso e osserva, viene preso di mira dagli altri a scuola e ha una storia straziante a casa, vuole fare il tatuatore e i suoi disegni sono tanto belli quanto inquietanti. 

Sono un gruppo normale, un gruppo che cerca di stare tutti insieme quando è possibile, ma che si separa anche per fare ognuno la sua vita. 
Aisha e Ash condividono quel rapporto speciale tra gemelli, Aisha e Gemma escono insieme nei weekend; Ash e Remy non passano più tanto tempo insieme ma Remy cerca sempre di fare uno sforzo per essere presente, anche se forse i loro diversi interessi li stanno portando su strade diverse. Ash ed Elijah sembrano capirsi anche nel silenzio e sono molto uniti, Ash ed Elise ripassano sempre insieme, Elise aiuta Elijah a trovarsi un lavoro per quando la scuola sarà finita. 

Ma poi un giorno qualcuno porta una pistola a scuola e comincia a fare fuoco. 
Com'è possibile che sia successo? Come hanno fatto a non accorgersi di niente? C'erano stati segnali e non li avevano colti? 


Questo libro mi è piaciuto davvero, ho trovato elementi di Hate List e di One of Us is Lying che ovviamente non posso nominare altrimenti svelerei troppo. 

Close Your Eyes non si focalizza sulla sparatoria, ma si focalizza invece sui personaggi e sui loro rapporti - su come le nostre azioni inevitabilmente influenzino quelle di chi ci circonda. E tiene per sé le informazioni, ti dice il minimo indispensabile in maniera criptica e questo ti porta a leggere sempre più velocemente per svelare il mistero di ciò che è successo quel giorno.

Mi è piaciuto tantissimo il modo in cui è narrato: ci sono post di blog, testimonianze, trascrizioni di conversazioni su Facebook e Whatsapp e di pagine di diario, dichiarazioni di uno psicologo, interviste e interrogatori un anno dopo la sparatoria ai protagonisti. 
Cominciamo dal giorno della sparatoria nel maggio 2015 e poi vediamo la storia che parte qualche mese prima dell'evento per mostrarci come siamo arrivati a quel punto, intervallata dalle considerazioni dei ragazzi nel settembre 2016. 
Vediamo come i ricordi e i dettagli cambiano e si modificano a seconda di chi sta raccontando, di come ammettano che quanto stanno dichiarando possa essere influenzato da una conoscenza di fatti che oggi sanno ma che all'epoca ignoravano, vediamo come non tutti avevano notato le stesse cose. 

Close Your Eyes è una frase che viene detta in due particolari circostanze, ma è anche un po' il mood del romanzo perché indica tutti quelli che si voltano dall'altra parte di fronte al bullismo e ai soprusi e chiudono gli occhi negando che sia mai accaduto. Indica tutti quei giornali che pur di fare i titoloni di testa e vendere stravolgono la storia a loro piacimento, distorcendo i fatti senza alcun riguardo per le persone di cui parla e indica tutti quelli che credono ciecamente a quella versione perché l'hanno detta i giornali.

In questo romanzo ci sono bullismo e rabbia e se da una parte siamo portati - giustamente e doverosamente - a condannare un'azione del genere, dall'altra si è pure portati ad empatizzare in una certa misura. Si tratta di un terreno scivoloso, ma non mi sono sentita emotivamente manipolata dall'autrice.  
Ma capisco perché Jennifer Brown - l'autrice di Hate List - abbia sempre dichiarato che non avrebbe mai scritto la versione di Nick, perché farlo ed entrare nella sua testa sarebbe stato come giustificare un atto che invece va condannato.
Così come vanno condannati tutti coloro che hanno commesso quegli atti atroci e quegli adulti che dicono sempre che la scuola ha una politica di tolleranza zero verso il bullismo, ma poi puntualmente non vede oppure si volta dall'altra parte e non fa niente. 

Ma in questo romanzo c'è anche tanta amicizia e devo dire che tra i ragazzi ho apprezzato il lato giocoso e protettivo di Remy con le ragazze - sebbene anche lui commetta tutta una serie di errori e leggerezze - e Ash per il suo voler fare sempre la cosa giusta e il non voler mai parlare male di nessuno. 
Alcuni dei ragazzi hanno più spazio di altri - Aisha più di tutti, ma nessuno di loro è scritto in maniera poco realistica. Tutti hanno avuto qualcosa che mi ha parlato.

So che non ho detto praticamente nulla del romanzo, ma per voi è meglio così se deciderete di leggerlo perché voglio che vi immergiate nella storia e che restiate con gli occhi ben aperti.

E quello di chiudere gli occhi è qualcosa che spesso facciamo anche noi - magari in modo innocente e in circostanze più "leggere" e a volte inconsciamente - perché non sempre prestiamo attenzione a tutto. Sarebbe impossibile prestare davvero attenzione a tutto.

Vi lascio con un'ultima cosa - perché io ancora non sono riuscita a togliermela dalla testa e penso che non ci riuscirò mai. 
Vi ho detto che non sapevo nulla dell'autrice e tramite Goodreads sono finita sul suo sito e qui, all'epoca dell'uscita del libro, aveva linkato qualche recensione in anteprima. 
E ne aveva indicata una in particolare che l'aveva commossa, quindi spinta dalla curiosità ho cliccato e ho iniziato a leggere l'introduzione di questa blogger
E nell'introduzione la blogger in questione linka un video e così l'ho visto anche io: parafrasando quello che ha scritto lei, è così facile non notare alcune cose ma spesso i segni non sono mai così evidenti come il video li mostra. 

Il video in questione è questo e io vi consiglio di guardarlo comunque, che decidiate di leggere il libro o meno. 

6 commenti:

  1. Sembra davvero bello, già a partire da titolo e copertina. Aggiungici la tua recensione...
    Ma perché questi romanzi non li traducono all'istante, perché?

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    1. Forse perché quella della "gun culture" è qualcosa di - fortunatamente - lontano da noi.
      Ciò non toglie che questo libro - esattamente come Hate List e Violent Ends - ha molto altro da offrire al suo interno, qualcosa che che va al di là del punto di partenza della storia ovvero una sparatoria a scuola.

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  2. Eh caspita, ma io li voglio in italiano questi libri! Molto interessante...

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    1. Eh, vorrei anche io che ci fossero questi libri in italiano a disposizione di tutti. >.<

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  3. E anche questo finisce in lista. Tu non mi aiuti per niente. Avrei bisogno di depennnare più titoli da quella lista, non continuare ad aggiungerli! Però sono troppo curiosa e non ho per niente autocontrollo... e questo libro sembra davvero interessante!

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    1. Ahahaha, sono qua per questo - per diffondere il più possibile libri interessanti che però non sono ancora stati tradotti! xD
      Lasciati andare e segui il Lato Oscuro. u.u

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