Buon pomeriggio, lettrici e lettori!
Oggi tocca a me - insieme a Nik del blog Gli Alberi Da Libri - parlarvi di un libro a tema natalizio e di qualcosa di mangereccio che gira a casa mia in questo periodo grazie all'idea di Susy (I miei magici mondi) ed Ely (Il Regno dei Libri) e con il supporto della grafica creata da Francesca (Libri, libretti, libracci).
Oggi tocca a me - insieme a Nik del blog Gli Alberi Da Libri - parlarvi di un libro a tema natalizio e di qualcosa di mangereccio che gira a casa mia in questo periodo grazie all'idea di Susy (I miei magici mondi) ed Ely (Il Regno dei Libri) e con il supporto della grafica creata da Francesca (Libri, libretti, libracci).
Siccome io poi non leggo mai i libri quando escono ma sempre dopo una vita, il libro oggetto di oggi è uscito l'anno scorso.
Mi sembra anche chiaro il motivo per cui l'ho voluto leggere: il gatto rosso in copertina.
Titolo: Oliver, il gatto che salvò il Natale
Titolo originale: Oliver: The Cat Who Saved Christmas
Autrice: Sheila Norton
Data di uscita: 30 novembre 2017
Data di uscita originale: 8 ottobre 2015
Pagine: 281 (copertina rigida)
Editore: Newton Compton Editori
Link Amazon: https://amzn.to/2TRaymk
Trama: Oliver è un gatto timido e pigro e raramente si spinge fuori dal pub dove vive. Il suo mondo è tra quelle mura, le avventure non fanno per lui. Ma la sua vita è destinata a cambiare da un giorno all’altro, quando un incendio divampa nella cucina e costringe Oliver ad abbandonare la dimora tanto amata. È giunto il momento di affrontare un ambiente per lui sconosciuto. Eppure Oliver non ha grandi difficoltà a farsi amare dagli uomini, che si mostrano gentili e premurosi con lui. Un giorno però, tra i volti allegri di tanta gente, nota una ragazzina molto triste e sola. Ha bisogno di un amico, pensa Oliver. E visto che siamo vicini al Natale, perché non diventare il protagonista di un piccolo miracolo…
Io vedo un gatto e non so resistere, è più forte di me.
Siamo in un piccolo paesino in Inghilterra e Oliver è un bel gatto bianco e rosso che vive nel pub gestito dal suo umano, George. Ma una notte, a causa di un guasto elettrico, scoppia un terribile incendio che distrugge il pub e buona parte del municipio a fianco e i piani di tutti, ad un paio di mesi di distanza dal Natale, vanno in fumo.
La vita viene sconvolta soprattutto ad Oliver, che per cause di forza maggiore si trova separato dal suo umano ma che è tanto fortunato da trovare in paese gente che lo riconosce e che è sempre pronta ad offrirgli una carezza - è così fortunato da trovare non solo una famiglia adottiva, bensì due.
E Oliver è un gatto speciale, riesce a portare gioia e il sorriso anche nelle situazioni difficili e in seguito all'incidente tutti in paese scopriranno un nuovo modo di darsi una mano l'uno con l'altro per non dover rinunciare alle attività che amano e alla speranza per delle feste serene in compagnia.
Ma è anche Oliver che si sente in dovere di ricambiare in qualche modo tutto l'affetto che gli viene dato e anche se questi umani proprio non si decidono ad imparare la lingua dei gatti, lui comunque è deciso a non demordere e a dimostrarsi non solo un gatto coraggioso ma anche un gatto capace di compiere un piccolo miracolo.
La storia di Oliver l'ho letta in poco più di due giorni ed è stata molto gradevole, ma non ho potuto fare a meno di notare le tante somiglianze con la serie di Alfie di Rachel Wells.
Siamo sempre in Inghilterra, anche qui c'è un gatto estremamente interessato alla vita umana e a fare il possibile perché siano tutti felici - ho trovato Oliver forse fin troppo umanizzato nei suoi pensieri e nei suoi comportamenti e quindi poco credibile, proprio come è successo ad Alfie con il proseguire della serie.
E ora chiamatemi Grinch, ma anche qui come nella serie della Wells c'è un personaggio che all'apparenza non ama i gatti ed è scontroso con tutti e che improvvisamente diventa un cuore di panna. Dicevo: chiamatemi pure Grinch, ma non credo che nella realtà accada esattamente così.
Forse sono io che non sono ancora entrata nello spirito natalizio, ma questo libro è proprio il festival del buonismo - che, per carità, ci sta anche sotto un certo punto di vista: in fondo, abbiamo bisogno di un periodo in cui vada tutto bene e possiamo rilassarci senza ossessionarci sui nostri problemi.
Ma la storia di Oliver è comunque piacevole, una lettura scorrevolissima che nonostante lo zucchero alla Mulino Bianco, mi ha fatta sorridere e venire voglia di andare a scovare Alaska ovunque fosse per stritolarla di coccole - anche a rischio di finire con un braccio sbranato perché, diciamoci la verità, nessun gatto è così interessato agli umani.
Anche se effettivamente ci sono volte in cui Alaska sembra davvero rispondere alle domande o quando in genere le parliamo quindi chissà, magari i gatti capiscono davvero quando gli parliamo.
Se volete una lettura per rilassarvi senza pensieri, per credere che la solidarietà disinteressata possa ancora esistere, che sul finale vi restituisca un po' di quella magia che respiravamo quando eravamo bambini fatta di aspettativa e attesa e feste numerose con famiglia e amici in aggiunta con quattro zampe, tanti baffi, una coda e diversi miagolii, la storia di Oliver è quello che fa per voi.
Titolo originale: Oliver: The Cat Who Saved Christmas
Autrice: Sheila Norton
Data di uscita: 30 novembre 2017
Data di uscita originale: 8 ottobre 2015
Pagine: 281 (copertina rigida)
Editore: Newton Compton Editori
Link Amazon: https://amzn.to/2TRaymk
Trama: Oliver è un gatto timido e pigro e raramente si spinge fuori dal pub dove vive. Il suo mondo è tra quelle mura, le avventure non fanno per lui. Ma la sua vita è destinata a cambiare da un giorno all’altro, quando un incendio divampa nella cucina e costringe Oliver ad abbandonare la dimora tanto amata. È giunto il momento di affrontare un ambiente per lui sconosciuto. Eppure Oliver non ha grandi difficoltà a farsi amare dagli uomini, che si mostrano gentili e premurosi con lui. Un giorno però, tra i volti allegri di tanta gente, nota una ragazzina molto triste e sola. Ha bisogno di un amico, pensa Oliver. E visto che siamo vicini al Natale, perché non diventare il protagonista di un piccolo miracolo…
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Io vedo un gatto e non so resistere, è più forte di me.
Siamo in un piccolo paesino in Inghilterra e Oliver è un bel gatto bianco e rosso che vive nel pub gestito dal suo umano, George. Ma una notte, a causa di un guasto elettrico, scoppia un terribile incendio che distrugge il pub e buona parte del municipio a fianco e i piani di tutti, ad un paio di mesi di distanza dal Natale, vanno in fumo.
La vita viene sconvolta soprattutto ad Oliver, che per cause di forza maggiore si trova separato dal suo umano ma che è tanto fortunato da trovare in paese gente che lo riconosce e che è sempre pronta ad offrirgli una carezza - è così fortunato da trovare non solo una famiglia adottiva, bensì due.
E Oliver è un gatto speciale, riesce a portare gioia e il sorriso anche nelle situazioni difficili e in seguito all'incidente tutti in paese scopriranno un nuovo modo di darsi una mano l'uno con l'altro per non dover rinunciare alle attività che amano e alla speranza per delle feste serene in compagnia.
Ma è anche Oliver che si sente in dovere di ricambiare in qualche modo tutto l'affetto che gli viene dato e anche se questi umani proprio non si decidono ad imparare la lingua dei gatti, lui comunque è deciso a non demordere e a dimostrarsi non solo un gatto coraggioso ma anche un gatto capace di compiere un piccolo miracolo.
La storia di Oliver l'ho letta in poco più di due giorni ed è stata molto gradevole, ma non ho potuto fare a meno di notare le tante somiglianze con la serie di Alfie di Rachel Wells.
Siamo sempre in Inghilterra, anche qui c'è un gatto estremamente interessato alla vita umana e a fare il possibile perché siano tutti felici - ho trovato Oliver forse fin troppo umanizzato nei suoi pensieri e nei suoi comportamenti e quindi poco credibile, proprio come è successo ad Alfie con il proseguire della serie.
E ora chiamatemi Grinch, ma anche qui come nella serie della Wells c'è un personaggio che all'apparenza non ama i gatti ed è scontroso con tutti e che improvvisamente diventa un cuore di panna. Dicevo: chiamatemi pure Grinch, ma non credo che nella realtà accada esattamente così.
Forse sono io che non sono ancora entrata nello spirito natalizio, ma questo libro è proprio il festival del buonismo - che, per carità, ci sta anche sotto un certo punto di vista: in fondo, abbiamo bisogno di un periodo in cui vada tutto bene e possiamo rilassarci senza ossessionarci sui nostri problemi.
Ma la storia di Oliver è comunque piacevole, una lettura scorrevolissima che nonostante lo zucchero alla Mulino Bianco, mi ha fatta sorridere e venire voglia di andare a scovare Alaska ovunque fosse per stritolarla di coccole - anche a rischio di finire con un braccio sbranato perché, diciamoci la verità, nessun gatto è così interessato agli umani.
Anche se effettivamente ci sono volte in cui Alaska sembra davvero rispondere alle domande o quando in genere le parliamo quindi chissà, magari i gatti capiscono davvero quando gli parliamo.
Se volete una lettura per rilassarvi senza pensieri, per credere che la solidarietà disinteressata possa ancora esistere, che sul finale vi restituisca un po' di quella magia che respiravamo quando eravamo bambini fatta di aspettativa e attesa e feste numerose con famiglia e amici in aggiunta con quattro zampe, tanti baffi, una coda e diversi miagolii, la storia di Oliver è quello che fa per voi.
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Passando ora al cibo...
andrò praticamente contro tutto ciò che significa essere emiliana.
Confession time: ho sempre avuto delle fisime con il cibo, il che significa che pure i piatti tradizionali di Natale non ne sono esenti.
Abitando di fianco ai miei nonni materni, il giorno di Natale siamo sempre andati a pranzo dai miei nonni paterni.
Fin da piccola ho sempre detestato tutto quelle cose come purè di patate, cotechino, zampone e via di questo passo. Motivo per il quale da mia nonna le mie scelte erano tra lasagne/pasta al forno (dipende da come la chiamate voi a seconda della zona d'Italia in cui abitate) e tortellini.
Da quando ho smesso di mangiare carne dieci anni fa, la mia situazione è ancora più precaria: se prima facevo uno sforzo, da un paio d'anni non ne voglio proprio più sapere - oltretutto mia nonna mette il peperoncino ovunque e quindi io resto a guardare gli altri che mangiano.
Purtroppo quando si hanno dei nonni vecchi attaccati ai piatti della tradizione o mangi quello che passa il convento oppure ti porti il cibo da casa.
Ma tanto per svergognarmi pubblicamente, ammetterò pure che ho sempre avuto problemi anche con i dolci di Natale.
Sopporto a fatica il pandoro e ho sempre detestato il pampepato (e io sto in provincia di Ferrara, parliamoci chiaro, è una delle cose più note della mia zona), ma mai quanto ho sempre odiato il panettone - non parlatemi poi di uvetta e canditi.
L'unico panettone che per me ha senso di esistere è solo quello salato e insomma, farmi mangiare a Natale è sempre stato un problema.
Quindi con cosa diamine sono qui, vi chiederete voi?
Con un panettone.
Da un paio di anni a questa parte, la Coop si è messa a produrre un panettone con i frutti esotici - e badate bene che non sono canditi.
La prima volta che mia madre l'ha portato a casa ero alquanto scettica, ma mi sono ricreduta alla grande perché lo adoro.
È dolce, ma non troppo; la frutta (ananas, papaya, guava e jack fruit) è solo disidratata e zuccherata e se mi avessero detto che un giorno avrei smaniato per un panettone, gli avrei riso in faccia per tre giorni di fila.
Ho assaggiato l'anno scorso anche quello arancia e cioccolato, ma continuo a preferire questo.
E quindi farò anche la fame dai miei parenti, ma poi torno a casa mia e mi consolo con questo bel panettone - l'ironia, proprio.
E quando ho accettato di partecipare a questo progetto e ho detto a mia madre "Ma', mi serve un panettone", lei ha quasi perso la mandibola.
Già, perché lei è quella che mangerebbe panettone (con uvetta o canditi, non importa) anche ad agosto - a ben pensarci, tutti i giorni dell'anno.
E come sempre trasformo tutto in un monologo, quindi sotto vi lascio il calendario in modo che possiate seguire tutte le altre tappe e rifarvi gli occhi con quello che le altre blogger hanno deciso di portare in tavola.
Non parlerò del gatto e del libro natalizio perchè sono contraria alle letture a tema! Ma parlo del cibo! Da buona emiliana (solo che io son al limite della Lombardia siamo contaminati) a Natale abbiamo tortelli ricotta e spinaci e anolini in brodo con ripieno di carne, più arrosti e bolliti vari. Io di solito mangio antipasti (di salumi) e primi, ai secondi non arrivo (da suocero invece si va di Vigilia con menù di pesce!!!). Però coi dolci ti capisco, il panettone lo odio, e il pandoro lo tollero se in mezzo c'è la nutella o la crema al mascarpone u.u
RispondiEliminaE dopo questo monologo infinito mi congedo XD
Ecco, io mi prenoto per il menù di pesce perché per il resto è tutto molto simile a quello che fa mia nonna - e magari ci fossero tortelli ricotta e spinaci, almeno mangerei qualcosa. ç_ç
EliminaOddio, meno male che qualcun altro odia il panettone - e provo la stessa tolleranza per il pandoro, solo se c'è la cioccolata oppure la crema al limone. >.<
Il libro che hai citato non lo conosco ma adoro i gatti e le letture a tema quindi mi incuriosisce molto.
RispondiEliminaNon dev'essere facile non mangiare quello che mangiano tutti ma sono contenta sei riuscita a trovare una soluzione ghiotta e adatta per te.
Grazie per aver deciso di partecipare a questo progetto
Ormai ci ho fatto l'abitudine! xD
EliminaGrazie di avermi coinvolta! :)
Aliiiii io DEVO assaggiare questo panettone!! ❤️❤️❤️❤️ Sembra spettacolare.. volo alla Coop! 😍😍😍
RispondiEliminaTi assicuro che è veramente buonissimo! *-*
EliminaE se lo dico io... xD
Ciao Alice! Io sono una vera golosa e proverei volentieri anche questo panettone!
RispondiEliminaIl romanzo sembra davvero dolce e in tema :-)
Secondo me non te ne pentiresti!
EliminaCiao! Essendo emiliana anche io capisco quando parli dei nostri piatti tipici...leggeri leggeri proprio xD Io però amo troppo i tortellini e le lasagne per rinunciarci, piuttosto il panettone, quello sì, decisamente preferirei averne due salati piuttosto che uno dolce. Il panpepato, odio, però al mascarpone non so resistere, purtroppo per la linea XD
RispondiEliminaPiù panettoni salati per tutti! xD
EliminaCiao Ali, bellissimo questo libro! Non lo conoscevo! Grazie per averlo recensito. No comment per il panettone, è il Natale fatto a cibo:)
RispondiEliminaAhahaha, ad ognuno il suo! xD
EliminaHo assaggiato il panettone che proponi e lo trovo davvero fantastico
RispondiEliminaOh, sono davvero contenta di saperlo! :)
EliminaAlice, ciao :D Per quanto riguarda il libro... Come già ho commentato una tappa precedente alla tua -hanno scelto anche lì proprio questo libro! Ahah-, non ho mai trovato attrattiva nelle storie narrate dal punto di vista di un animale in quanto non riesco a concepire in che maniera un autore possa immedesimarsi a tal punto da convincermi totalmente che, sì, a "parlare" è proprio un gatto -riferendomi, ovvio, al caso in esame- XD
RispondiEliminaInoltre, sebbene sia una romantica alla perenne ricerca del lieto fine, non credo molto nei titoli in cui tutto va bene, gli arcobaleni sono ovunque e gli unicorni passeggiano indisturbati XD Troppo poco credibile, a mio avviso... E non è questione di essere Grinch: è vero che i libri sono una sorta di evasione dalla realtà, ma penso che un minimo di legame con la mera vita di ognuno di noi sia necessario, anche solo per l'immedesimazione del lettore con i personaggi di carta e inchiostro ;)
Infine, il cibo... Sai che anche io ho qualche problema con i secondi a Natale? A differenza tua, adoro la carne e il pesce, ma ci credi se ti dico che, quando la mangio in queste occasioni dai parenti e compagnia bella, tutto sembra cospirare contro di me, portandomi ad odiare ogni pietanza? Quindi, non sai quanto condivida la tua scelta di strafogarti con quel panettone -che non conoscevo e ora sono curiosa di provare ahah-, una volta arrivata a casa... Insomma, perché tutti divorano cose mentre noi no? Ahahah Non mi pare giusto :P ;) Ahahah
Ah, e io che pensavo di essere stata "originale" visto che questo libro è uscito l'anno scorso! xD
EliminaCapisco cosa intendi: il primo della serie di Alfie scritto da Rachel Wells era abbastanza credibile, ma poi la serie si è un po' persa secondo me perché l'autrice ha finito con l'umanizzare troppo il gattino.
Qui poi la cosa che ho trovato meno credibile non è stato neanche tanto il gatto che pensa e agisce come un umano quanto l'uomo "orco" di turno che improvvisamente diventa mansueto e amorevole.
Ahahahaha, stare seduti a tavola e guardare gli altri mangiare è terribile! E poi io sono di parte perché come cucina mia madre nessuno proprio - quindi trovare qualcosa alla sua altezza a casa d'altri non è possibile. xD
Quel panettone devi assolutamente provarlo perché è qualcosa di incredibile. *-*
bello questo libro mi ispira! Giace sul mio kindle già da tempo ma prima o poi lo leggo!
RispondiEliminaIl panettone di cui parli sembra molto interessante, quasi quasi....
Allora quando lo leggerai fammi sapere! :)
EliminaComunque sì, quel panettone ti consiglio assolutamente di provarlo! *-*