giovedì 6 dicembre 2018

[Recensione] "Leggere è una faccenda da gatti" di Alex Howard

Sono già qui, il giorno dopo il WWW Wednesday, con un nuovo post - con una nuova recensione perché questa è stata una lettura breve, in qualche modo veloce ma purtroppo anche... meh.


Titolo: Leggere è una faccenda da gatti
Titolo originale: Library Cat: The Observations of a Thinking Cat
Autore: Alex Howard
Data di uscita: 11 maggio 2017
Data di uscita originale: 28 aprile 2016
Pagine: 200 (copertina rigida)
Editore: Garzanti
Link Amazon: https://amzn.to/2KGzIQw

Trama: Con una zampa bianca e una nera e baffi eleganti, il Gatto della Biblioteca non è un gatto come gli altri. Alla calda casa di un essere umano preferisce la biblioteca dell'università di Edimburgo. I libri sono la sua vera passione, oltre al bacon e ai grattini dietro l'orecchio sinistro. È nei libri che trova le risposte ai rompicapo più stravaganti e scopre universali verità filosofiche. Sono le pagine di Nietzsche, Joyce, Orwell e Heaney a farlo riflettere sulle cose del mondo. Ma soprattutto i libri gli insegnano l'arte di leggere le profondità dell'animo umano e coglierne i segreti più nascosti. Gli umani, infatti, sono esseri complicati, a volte fragili e ingenui. Eppure sono anche piuttosto prevedibili e, in fondo, desiderano tutti le stesse cose: trovare l'amore, scoprire passioni nascoste, vivere emozioni forti. Da lettore esperto, il Gatto della Biblioteca sa bene che per ognuno di questi desideri c'è il libro giusto: 1984 ci offre una nuova prospettiva sul mondo, Shakespeare ha sempre una risposta per tutto, Harper Lee ci aiuta a prendere le decisioni giuste e ad ascoltare il cuore, mentre Trainspotting è la lettura perfetta per sentirsi su di giri. A volte basta la pagina di un libro a farci capire che la felicità sta nelle piccole cose. Perché i libri sono compagni fidati e ci indicano la via. E se sapremo seguire i consigli di lettura del Gatto della Biblioteca, troveremo quello che stiamo cercando. Ispirato alla storia del gatto Jordan, assiduo frequentatore nonché vero residente dell'Università di Edimburgo, questo romanzo tenero e irriverente è subito diventato un caso editoriale in Inghilterra, appassionando migliaia di lettori. È nata persino una pagina Facebook, che conta migliaia di fan e su cui tutti sono invitati a condividere i propri pensieri. Un libro sul potere e il fascino della letteratura. Un libro che ci insegna a conoscere noi stessi e a vedere il mondo con occhi diversi. Crediamo di saperla lunga, ma ci sbagliamo di grosso...



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Mi ero lasciata affascinare dal gatto - ovviamente. 
Mi ero lasciata affascinare dal fatto che fosse ispirata a qualcosa di reale - ad un gatto che davvero è un assiduo frequentatore della Biblioteca di Edimburgo. 
Mi aspettavo una rielaborazione delle sue giornate, di cosa rende tanto speciale questo gatto da essere famoso e amato - anche perché, sinceramente, io Alaska non ce la vedrei in biblioteca. Anzi, la libreria bassa in camera mia le serve solo come appoggio per il suo regale deretano quando vuole guardare fuori dalla mia finestra.

Invece questo Gatto della Biblioteca - altrimenti chiamato G.B. - che si definisce "pensante" e di una razza superiore rispetto ai gatti "normali" è un narcisista pomposo che si ritiene più intelligente di tutti, tanto da trattare con sufficienza i suoi cugini francesi e londinesi - non parliamo poi di tutti gli altri. 
E lo definisco narcisista perché si innamora del suo riflesso in una pozzanghera credendo di vederci invece una bella gattina e non capisce perché non la vede quando alza lo sguardo - mah, chissà perché. 
Per carità, sono la prima che chiama Alaska "Sua Altezza Reale" quando fa la sdegnosa ed è sicuramente più furba di tutti noi messi insieme, ma qui ho trovato tutto esagerato.

G.B. passa le giornate a dormire, mangiare, rubare libri alla biblioteca e nasconderli nelle sue stanze per leggerli - certo, perché è credibile, cioè, va bene che è fantasia ed è pura creazione riportare i "pensieri" di un gatto, ma un po' di realismo e che diamine - e ad osservare l'umanità, lasciandosi poi andare a monologhi e riflessioni "profonde" e panegirici pieni di clichés che hanno di già visto e già sentito e che risultano pesanti man mano che si fanno più filosofici. E sappiamo tutti che io ho un pessimo rapporto con la filosofia.

Di base questo libro non ha una trama, non succede nulla, ogni osservazione e riflessione di G.B. sugli umani e sulle loro reazioni dura il tempo di 4/5 pagine per poi passare ad un altro argomento. Il problema è che, pur essendo narrato in terza persona, a volte è narrato dal punto di vista felino e altre volte sembra essere raccontato dal narratore onnisciente che parla di cose e oggetti che un felino ovviamente non può conoscere - e qui si sente la voce dell'autore e non quella del gatto, cosa che mi ha infastidita. 
Perché passi un felino umanizzato come in altri libri, ma non uno che si comporta e parla e pensa come un essere umano.  
Ha di positivo che alla fine di ogni giornata c'è un libro consigliato che in qualche modo è inerente a qualcosa vissuto da G.B. e ci sono riflessioni sulla natura umana che molto spesso sono azzeccate.

Si becca due stelle solo perché, per quanto antipatico, si tratta di un gatto e perché tra i libri consigliati ci sono anche How To Be Good di Nick Hornby e 1984 di George Orwell.
Se fosse stato completamente umano, con un protagonista così e la pochezza del libro la valutazione di una stella sarebbe stata l'unica scelta possibile. 

4 commenti:

  1. Il protagonista antipatico per risultare interessante va saputo gestire... altrimenti risulta solo antipatico :(
    Ormai ho imparato a diffidare degli adorabili animaletti "reali" in copertina: spesso sono libri che, pur con tutte le buone intenzioni del caso, non sono scritti da scrittori e nella maggior parte dei casi si sente.

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    1. Già - e qui secondo me non è stato gestito bene. :(
      Finora l'unica eccezione che ho trovato è stato James Bowen, che ha raccontato la sua storia con il suo gatto Bob.

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  2. Mi spiace che si sia rivelato cosí... Meh! Non sono una fan dei libri che hanno animali per protagonisti, ma questo sembrava interessante, però quello che hai scritto sul protagonista mi ha fatto cambiare idea!

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