giovedì 8 novembre 2018

[Recensione] "This is Not a Test" di Courtney Summers

Ci sono occasioni in cui centellino i libri dei miei autori preferiti - per esempio, di Nick Hornby e Matthew Quick e Ron Rash non li ho ancora letti tutti. 
Con la Summers è stato lo stesso. 

Prima dell'uscita di Sadie a settembre - prima ancora del suo annuncio - questo era l'ultimo che mi restava da leggere. E insomma, un po' non volevo leggerlo perché dopo non avrei più avuto libri della Summers a disposizione. 
Poi è stata ufficializzata la data d'uscita di Sadie e allora mi sono detta che l'avrei letto nell'attesa, ma poi ho avuto la fortuna di ricevere un'eARC e ho rimandato la lettura di This is Not a Test.

E visto che parla di zombies, cosa c'era di più perfetto di questo periodo dell'anno?


Titolo: This is Not a Test
Serie: This is Not a Test #1
Autrice: Courtney Summers
Data di uscita: 19 giugno 2012
Pagine: 326 (copertina flessibile)
Editore: St. Martin's Griffin
Link Amazon: https://amzn.to/2EGMj6T

Trama [tradotta da me]: È la fine del mondo. Sei studenti hanno trovato riparo dentro la Cortege High, ma il rifugio è una piccola consolazione quando i morti là fuori non smettono di picchiare sulle porte. Un morso è tutto quello che ci vuole per uccidere una persona e per farla tornare come una versione mostruosa di ciò che era. Per Sloane Price la fine non è mai stata qualcosa di cui avere paura. Sei mesi fa il suo mondo è crollato e da allora non è mai riuscita a trovare una ragione per andare avanti. Ora sembra il momento perfetto per arrendersi. Mentre Sloane aspetta con ansia che le barricate cadano è però costretta ad osservare l'apocalisse attraverso gli occhi di cinque persone che in realtà vogliono vivere. Ma mentre i giorni si trascinano lentamente, le ragioni per la sopravvivenza cambiano in maniera allarmante e presto il destino del gruppo è determinato sempre meno da quello che sta succedendo fuori e sempre di più dall'
imprevedibile e violenta competizione per la vita—e la morte—all'interno delle mura. Quando tutto è sparito, tu a che cosa ti aggrappi?

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Sono così indietro con The Walking Dead in una maniera che l'imbarazzante non è che lo sfiora - lo sorpassa proprio. 
Con Fear The Walking Dead e Z Nation invece sono già più brava - l'ultimo poi lo adoro, è quel mix di trash e horror che mi sorprende e mi fa scompisciare dalle risate. 

In sintesi comunque gli zombies mi piacciono - sullo schermo, intendo. 
Parliamoci chiaro, in caso di apocalisse zombie non resisterei dieci minuti.

Ma questo libro in fondo non è neanche tanto sugli zombies, quanto più sulle persone.
Cosa vuol dire sopravvivvere? Cosa vuol dire trovare qualcosa a cui aggrapparsi e per cui vivere quando tutto intorno a te odora di morte?

Sloane Price è una ragazza che non vuole vivere perché proprio la mattina in cui il mondo finisce, lei stava pensando all'occasione sfumata di uccidersi - quell'occasione che cerca da sei mesi, da quando l'amata sorella Lily l'ha abbandonata in balia del padre violento nonostante tutte le promesse e i piani di fuggire insieme. 

E poi scoppia l'inferno fuori dalla porta d'ingresso, all'improvviso, e in un attimo è il caos. 
E sette giorni dopo troviamo Sloane barricata dentro il suo liceo insieme ad altri cinque ragazzi che in fondo non conosce nemmeno benissimo - con la differenza che mentre loro si affannano a sigillare tutto, lei invece vorrebbe aprire le porte e accogliere l'ondata di morti viventi pronti a divorarli. 

In un mondo in cui ogni istante è decisivo, si può trovare un motivo per cui vivere anche quando ti sembra di aver perso tutto e di non avere un motivo per farlo?


Amo la Summers, ormai dovreste saperlo. 

Le sue protagoniste camminano sempre sul filo della moralità, hanno sempre dentro di loro un mondo intero di cose che non sono disposte a condividere e per cui si tormentano. 

Sloane vorrebbe farla finita, ma si rende conto che Rhys, Cary, Grace, Trace e Harrison invece vogliono vivere - e che lei non vuole essere egoista come Lily e condannarli alla sua stessa fine. 
Ho quasi pensato che la devozione di Sloane per la sorella Lily assomigliasse a quella di Sadie per Mattie, ma è esattamente il contrario e in accezioni più diverse di quanto possa apparire a prima vista. 

Essendo un romanzo con gli zombies a piede libero le parti grafiche non mancano, ma vira più sul psicologico perché la Summers punta come sempre sulle persone e sulle loro personalità - e come sempre fa centro. 

Sarà anche una storia in cui la cittadina di Cortege è ora in mano ai morti viventi, ma è dentro le mura della scuola che si consuma la vera trama. 

Perché cosa fai quando forse fai parte degli ultimi sei sopravvissuti? 
Cosa fai quando il tempo si trascina stancamente mentre speri nei soccorsi e sei sempre all'erta nel caso i morti entrino? 
Cosa fai quando dibatti se sia il caso di restare o di andare e cercare altri sopravvissuti? 
Cosa fai quando l'incertezza inizia ad agitare gli animi?
Cosa fai quando inizi a litigare le accuse iniziano a volare? 
Cosa fai quando alcuni si schierano con altri dividendo il gruppo? 
Cosa fai quando inizi a guardare con sospetto chi ti circonda e i corridoi bui sembrano presagire una fine atroce? 
Cosa fai quando è difficile collaborare? 
Cosa fai quando le mura sembrano rimpicciolirsi attorno a te e l'aria diventa stagnante e claustrofobica, ma sai che non puoi andare da nessuna parte perché almeno lì hai un riparo e del cibo e dell'acqua e comunque il gruppo - per quanto composto da persone che si detestano - fa numero? 
Come fai quando non sai se il male minore sia restare dentro con la possibilità di ritrovarsi in trappola oppure provare a sopravvivere là fuori?
Come fai a vivere mentre aspetti - e temi o speri - di morire? 

Cosa vuol dire essere umani quando sei messo di fronte a scelte che hanno dell'impossibile?

È impossibile restare indifferenti leggendo questo libro perché i morti fanno paura, ma fanno paura soprattutto i vivi nella loro imprevedibilità. 
Perché quando non è chiaramente esplicita, il talento della Summers sta nel provocare una scarica di brividi nel lettore usando poche parole per scrivere scene estremamente evocative - soprattutto in quelle scene in cui accenna solamente ciò che i personaggi stanno vivendo al momento, ombre e sussurri che non hai mai la certezza siano reali.

Anche se vediamo tutto dal punto di vista di Sloane, ognuno di quei sei ragazzi ha una voce e un carattere; nessuno di loro è totalmente buono oppure totalmente cattivo e ho provato un astio feroce per Trace, ma anche terrore per quello che avrebbe potuto fare - e con la parte razionale del mio cervello in realtà capivo benissimo perché non riusciva a fare a meno di comportarsi in quel modo, probabilmente l'avrei fatto anche io. 

Questa in fondo non è una storia sui morti viventi, ma è soprattutto una storia sui vivi. 
Perché ci sono i morti da combattere, ma le vere battaglie - quelle più spaventose e terrificanti e umane - qui sono altre.

Courtney Summers è sempre diretta, senza fronzoli, quasi brutale nel modo in cui struttura le frasi e ci fa immergere - ci butta dentro senza salvagente - nella storia e nella mente di Sloane. 
E anche se i suoi finali non sono quasi mai "finali", io questa storia l'ho divorata in due giorni - quindi va da sé che ve la consiglio. 


4 commenti:

  1. Non conosco questa autrice e soprattutto non è edita in Italia, ma mi stai incuriosendo sempre di più...

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  2. Mi avevi già praticamente convinta con l'estratto, ma ora devo assolutamente leggerlo! *_*

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