domenica 4 novembre 2018

[Recensione] "Iron Gold - Il fuoco dei Conquistatori" di Pierce Brown

So che tra di voi c'è che chi ha letto solo il primo libro oppure i primi due e gli manca il terzo - magari c'è chi non ha ancora iniziato il viaggio in questo universo. 
E proprio perché so che tra di voi c'è chi questo universo non lo conosce ancora bene che mi trovo a scrivere queste righe.

Questo è il quarto volume di una serie e per commentarlo è impossibile non scrivere riferimenti ai tre volumi precedenti - quindi, se decidete di proseguire la lettura del post, è a vostro rischio e pericolo e non dite che non vi avevo avvisati perché non è mia intenzione spoilerare nessuno. 

Detto questo, un ringraziamento speciale a Federica (L'ennesimo Book Blog) e Siannalyn (The road to hell is paved with books) perché hanno condiviso con me la lettura, i commenti, gli scleri, le teorie e le ipotesi future - lo rifacciamo anche con Dark Age, vero?


Titolo: Iron Gold - Il fuoco dei Conquistatori
Titolo originale: Iron Gold
Serie: Red Rising Saga #4
Autore: Pierce Brown
Data di uscita: 23 ottobre 2018
Data di uscita originale: 16 gennaio 2018
Pagine: 624 (copertina rigida)
Editore: Mondadori

Collana: Omnibus
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Trama: L'universo è in guerra. Da dieci anni. La rivolta dei Colori capeggiata da Darrow, il Mietitore Rosso, e Virginia, erede di Casa Augustus, è riuscita a sconfiggere il dominio crudele dei superbi Oro. Ma la giovane Repubblica è fragile e minacciata dalle ultime roccaforti degli antichi tiranni che tramano nell'ombra. Mentre gli artigli del passato sono pronti a colpire dove nessuno si aspetta, quattro cammini stanno per incrociarsi: Darrow scopre dolorosamente che un uomo può mettere in pericolo la pace che lui ha costruito, e persino chi ama con tutto se stesso; Lisandro, erede sopravvissuto dei Sovrani Oro, deve decidere a quale ideale offrire le sue doti eccezionali; Lyria, giovane minatrice di Marte, lotta per difendere la sua famiglia e i suoi sogni da un universo molto più vasto e crudele di quello conosciuto nei suoi anni da schiava; Ephraim, un ex militare che cerca di affogare nelle droghe lo strazio per un amore perduto, viene coinvolto in un furto che minaccia di inghiottire la sua stessa anima. Sono loro i protagonisti e al tempo stesso le pedine di un gioco crudele, dove niente è ciò che sembra, mentre dalle ceneri di una guerra risorgono le fiamme di un nuovo devastante conflitto, e già si vedono danzare le ombre degli antichi conquistatori, gli Oro-Ferro...


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"So," she asks. "How do you like me now?" 
"Same as it ever was," I say. "You look like the woman I love."
She smiles weakly. "You know why love stories have happy endings?" I shake my head. "Because they end too early," she continues. "They always end right at the kiss. You never have to see all the bullshit that comes later. You know, life." 
(Hank Moody - God Hates Us All)


So che la citazione non c'entra niente con il mondo di Pierce Brown, ma è stata la prima cosa che mi è venuta in mente man mano che andavo avanti con la lettura di Iron Gold e pensavo a cosa avrei scritto quando fosse arrivato il momento della recensione - ancora prima di commentare con le mie compagne di lettura e scoprire che quello che abbiamo trovato qua dentro era esattamente quello che volevamo e ci aspettavamo di trovare. 

Come fai a riprendere in mano una storia a cui hai dato un inizio in Red Rising, uno svolgimento in Golden Son e una fine in Morning Star?
Pierce Brown lo fa nel migliore dei modi perché non potevamo ricominciare da una situazione pacifica e felice che viene disturbata da un nuovo cattivo. 

Morning Star è un libro che non finisce con il "vissero tutti felici e contenti" - ha una fine che è solo l'orlo del precipizio verso un nuovo inizio perché è vero che Darrow è riuscito nella sua missione e la Rivolta ha tagliato i rami della Società, ma non è che questo significhi in alcun modo che ogni problema sia risolto. 
Perché l'albero della Società è ancora vivo nei Margini e nella figura del Signore delle Ceneri su Mercurio e su Venere e anche sui pianeti che la Rivolta si è ripresa - perché non tutti abbracciano il cambiamento con lo stesso entusiasmo. 
Perché non puoi prendere il potere e/o distribuirlo e aspettarti che tutto fili liscio come l'olio e senza intoppi - perché non puoi costruire un nuovo universo quando le ceneri di quello vecchio non ancora smesso di fumare. 
Semplicemente non è qualcosa che puoi fare in un giorno. 

E non è neanche una cosa che puoi fare in dieci anni - perché è proprio dieci anni dopo la fine di Morning Star che la storia di Iron Gold comincia.
E ricomincia proprio con Darrow, che voleva stare con la sua famiglia e vivere finalmente quella pace tanto agognata che però non è mai arrivata perché la guerra non è mai davvero finita. 

Il mondo di Pierce Brown, nonostante la distopia e la fantascienza, è sempre stato fortemente politico ma mai come in questo quarto libro. 
Un libro che vede una Repubblica instabile, un Senato diviso perché ancora gli stessi Colori che lo compongono sono divisi e le differenze di classe marcate da pregiudizi e disprezzo, un mondo che ora non ha bisogno di un Mietitore ed è stanco della guerra - un mondo che accusa Darrow di essere diventato esattamente come la tiranna che ha deposto, ubriaco del suo stesso mito. 

Questo è l'universo del post-vittoria - quello in cui il malcontento per le promesse non mantenute serpeggia tra i pianeti, quello in cui un nuovo tipo di criminalità prende il potere, quello in cui c'è chi rimpiange il mondo di prima e maledice il Mietitore per il caos e la morte che ha portato con sé. 
Quello in cui costruire un mondo stabile richiederebbe tempo e pazienza che nessuno ha. 

Quello in cui non c'è più un unico cattivo da combattere, ma in cui tutti costituiscono una sorta di nemico per qualcun altro e per se stessi - quello in cui scelte e giustificazioni e punti di vista vengono giudicati senza pietà. 
E di nuovo siamo sull'orlo di un precipizio che forse non abbiamo mai lasciato, ma questa è solo l'introduzione ad una guerra molto più grande e violenta e senza nessuna etica che porterà l'universo in tempi davvero bui. 


Darrow è cambiato, è cresciuto ma non per questo ha acquisito una certa saggezza - anzi, molte delle sue azioni sono avventate, guidate da quello che ritiene di dover fare, sbagliate e basate su informazioni quasi inesistenti. 
A provare a mettergli un po' di sale in zucca il sempre amato e fidato Sevro, il nostro Goblin sboccato e ghignante - che poi nelle vesti di padre è un "aww" continuo.

Quello di Darrow non è più l'unico punto di vista, ma è accompagnato da altri tre. 

Abbiamo Lisandro, nipote della precedente Sovrana Ottavia e ora cresciuto, diviso tra la riconoscenza che prova verso Cassio per averlo salvato e la difficoltà di accettare il suo modo di vedere le cose perché ancora influenzato da quello che gli ha insegnato sua nonna e il mondo in cui viveva. 

Abbiamo Ephraim, un Grigio che era già stato nominato in Morning Star - un uomo disilluso e deluso dal mondo che lui stesso ha contribuito in parte a creare quando era nei Figli di Ares, un uomo ora dedito alla criminalità che si stordisce di droga per non essere oppresso dal dolore che prova per la perdita del suo amato dieci anni prima. 

Abbiamo Lyria, una Rossa di Marte tirata fuori dalla miniere a cui era stata promessa una nuova vita e che invece si ritrova nel fango e cacciata dagli stessi Rossi perché Gamma - quindi accusata di far parte di quel clan che era tanto leccapiedi con la Società. 

Tocca al lettore scoprire come le storie di questi quattro personaggi - all'inizio così lontani e diversi gli uni dagli altri - finiranno per incrociarsi e in quali circostanze.


I capitoli sono tanti perché le pagine sono tante e in queste 620 pagine accadono molte cose - scene d'azione ed emozioni che riescono a coinvolgere il lettore anche quando i protagonisti (ognuno con una sua voce ben chiara) non sempre sono simpatici e commettono gesti deprecabili. 

Pierce Brown ci porta ancora in un mondo fatto di violenza, intrighi, inganni, sotterfugi e tradimenti. Un mondo in cui i legami e le alleanze cambiano, in cui ti devi affidare al tuo peggior nemico per riuscire a vincere e in cui i tuoi amici dubitano di te - soprattutto se sei tu il primo a dubitare di te stesso. 

Quello iniziato con Red Rising è un universo che continua ad espandersi e che Pierce Brown descrive con dovizia di particolari - particolari così vividi e precisi che vedi Mercurio, Marte, Venere, le lune di Giove e la Luna prendere vita davanti ai tuoi occhi. 


Iron Gold non prende il punteggio pieno perché ha un solo, piccolo difetto. 
Ci sono dieci anni di "buco" in mezzo, tra Morning Star e questo libro, e in alcune conversazioni che hanno i personaggi troviamo riferimenti a persone e battaglie a cui non abbiamo personalmente assistito - e la cosa crea un po' di confusione. 

Questa ovviamente non è la storia di quei dieci anni e di ciò che è successo in quel lasso temporale, ma dopo la mappa del nuovo universo e prima del prologo sarebbe stato carino avere uno specchietto riassuntivo intitolato magari "Personaggi e battaglie memorabili" che andasse a riassumere i dettagli salienti di quei dieci anni che poi vengono nominati nel corso del libro. 
Ah, e magari anche un riassunto delle casate di appartenza ai vari pianeti dal momento che io e le altre ci siamo interrogate per un bel po' se un certo personaggio venisse da Marte oppure da Venere perché non lo ricordavamo. 

Detto questo però, pur essendo lui crudele e consigliandovi io di non affezionarvi a nessuno perché qui il vero Mietitore sadico è Pierce Brown e non sai mai chi ti potrebbe far fuori senza pietà la pagina dopo, questo è un grande ritorno e ora non vedo l'ora di leggere Dark Age perché ogni punto di vista è rimasto in sospeso in situazioni non proprio idilliache e ci sono ancora tantissimi interrogativi rimasti senza risposta. 


e ½

6 commenti:

  1. Che dire? Praticamente abbiamo sofferto e gioito, no ok -solo sofferto- insieme per questo libro. Come già sai concordo su tutto e spero vivamente che Dark age arrivi presto da noi, diciamo quando arriva in america dai. Altrimenti andiamo a cercare Pierce e chiediamo dettagli!

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    1. Magari intanto che siamo da lui ci fermiamo in pianta stabile e ci leggiamo poi il sesto libro - se non ce l'ha già pronto - man mano che lo scrive? xD

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    2. Effettivamente con questo libro abbiamo solo sofferto!!! Almeno in Morning Star gioivi anche ma qua... no, nope, niente, proprio mai una gioia. E come se non bastasse dovremo aspettare che esca Dark Age, e il titolo non mi sembra confortante... proprio per niente!

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    3. Guarda, già il titolo del prossimo dà perfettamente l'idea dell'impending doom che ci attende. >.<
      Ma noi faremo fronte unito insieme!

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  2. Ciao!
Un libro che forse poteva essere un po’ migliore, a mio parere (qui la mia recensione). Non ho granché apprezzato Lyra, anche se Ehpraim e Lisandro mi sono entrambi piaciuti parecchio!
Riguardo al nostro eroe Darrow, be’, si sente che è vecchio e stanco, ma ho trovato anche lui un po’ mancante di quell’astuzia e determinazione che me l’avevano fatto tanto amare nella trilogia originale…
    Comunque un libro gradevole, ma speriamo nei seguiti!
    Un abbraccio, Rainy

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    1. Mi sa che prima di leggere Dark Age mi dovrò fare un bel ripasso perché per me sono passati mesi e a parte l'essenziale impossibile da dimenticare, il resto è sfumato. xD

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