lunedì 29 novembre 2021

[Recensione] "You'd Be Home Now" di Kathleen Glasgow

Ultima recensione di novembre, gente! 
Che dite, il primo dicembre volete solo il recap di questo mese che sta per finire oppure, essendo un mercoledì, volete il doppio post e quindi anche il WWW Wednesday?
 
Grazie a NetGalley e alla Rock the Boat per copia digitale che, una volta, era in anteprima.
 
 
Titolo: You'd Be Home Now
Autrice: Kathleen Glasgow
Data di uscita: 14 ottobre 2021
Pagine: 416 pagine (Kindle Edition)
Editore: Rock the Boat
Link Amazon: https://amzn.to/3FGEiu1

Trama [tradotta da me]: Dall'autrice bestseller del New York Times di E poi ci sono io arriva una storia mozzafiato su una cittadina, le sue tragedie e la tranquilla bellezza della vita di tutti i giorni.

Per tutta la sua vita Emory si è sentita dire chi fosse. In città è quella ricca--la bis-bisnipote del fondatore della fabbrica che ha letteralmente dato origine alla città. A scuola è la sorella minore della bellissima Maddie Ward. E a casa è quella brava, la babysitter del suo fratello maggiore drogato Joey. Tutto cambia quando le e Joey sono coinvolti in un incidente d'auto che uccide Candy MontClaire e quell'incidente rivela quanto sia grave la tossicodipendenza di Joey.

Quattro mesi più tardi il penultimo anno di liceo di Emmy sta per cominciare, Joey è tornato a casa dal centro di recupero e l'intera città di Mill Haven si sta ancora riprendendo dall'incidente. Tutti dicono a Emmy chi lei sia, ma così tanto è cambiato e come può quindi essere la stessa persona? Oppure quella persona invece non lo è mai stata?

Mill Haven vuole che tutti quanti vivano un'unica storia, ma Emmy comincia a vedere che persone sono molto di più di quello che appaiono. Suo fratello, che potrebbe non guarire mai del tutto, il ragazzo popolare che vive nella casa a fianco e, più di tutti, tutti quei tossicodipendenti invisibili che vivono ai margini della città. Le persone trascorrono così tanto tempo dicendole chi sia Emmy--può essere giunto il momento di deciderlo da sola.

Ispirato al classico americano Piccola città, You'd Be Home Now di Kathleen Glosgow è la gloriosa storia moderna di una città e delle vite segrete delle persone che la abitano. E la storia di una ragazza, che cerca di capire la vita in tutto il suo dolore e la sua bellezza e le sue sfide e le sue gioie.
 
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TRIGGER WARNING: uso di droga, incidente stradale, morte, bullismo, slut-shaming.
 
 
Il primo libro dell'autrice, Girl in Pieces, riposa sul mio scaffale da prima ancora che venisse tradotto in italiano con il titolo E poi ci sono io. Ed è ancora su quello scaffale non letto perché, sebbene abbia sempre voluto leggerlo fin dalla prima volta che ci sono inciampata sopra, ha in sé un argomento che per me è un enorme trigger - motivo per il quale ho sempre rimandato in attesa del momento giusto.  
 
Kathleen Glasgow però mi ha sempre incuriosita e quindi sono stata davvero felice che NetGalley mi abbia dato la possibilità di leggere il suo romanzo più recente - e neanche stavolta i trigger warning scherzano, ma sono stati più alla mia portata. 
 
 
Il libro si apre con una scena potentissima: Emory è sul sedile del passeggero dell'auto di suo fratello, di ritorno da una festa. Ma non c'è suo fratello alla guida - no, Joey è seduto dietro privo di sensi e senza neppure la certezza che stia respirando. Alla guida c'è il migliore amico di lui, Luther - ma lui guida troppo veloce, piove ed insiste per fare una fermata invece di portarli a casa. Emory lo prega di rallentare e dietro, seduta di fianco a Joey, c'è Candy - la loro compagna di scuola che voleva solo andare a casa a causa di un mal di testa lancinante. E Candy piange, urla, ha paura, non vuole morire... ed è un attimo, la macchina sbanda e si ribalta e l'ultima cosa che Emmy sente, prima di perdere i sensi, è il respiro di Candy, che sembra stia affogando nel suo stesso sangue. 
 
Emmy si risveglia all'ospedale con un dolore atroce alla gamba a causa del ginocchio frantumato. E qui la notizia che riguarda gli altri: Candy è morta, Luther ha perso un occhio e finirà in riformatorio per aver causato la morte di Candy e perché addosso gli hanno trovato tanta di quella droga che era impossibile fosse per uso personale e dalle analisi di Joey, il suo amato fratello Joey, è emerso che è quasi andato in overdose da eroina. Com'è stato possibile arrivare a questo punto? 
 
 
You'd Be Home Now è un romanzo di formazione fortemente centrato sulla sua protagonista e sulla sua famiglia. Emmy si è sentita invisibile per tutta la vita: non è altrettanto bella come sua sorella maggiore Maddie, ma non ha mai protestato quando sua madre ha cercato di farle seguire le sue orme facendole fare danza e le attenzioni dei suoi genitori - quando sono a casa - sono tutte per il problematico Joey. Joey, che chiaramente ha dei disturbi dell'apprendimento che l'hanno sempre fatto sentire inferiore alle sue sorelle e mai abbastanza agli occhi dei suoi genitori rispettivamente una avvocato e l'altro medico, ha cominciato presto con le pillole: prima quelle per il comportamento prescritte quando era bambino, poi gli antidolorifici in seguito ad un infortunio, poi l'erba e infine l'eroina. E con Maddie al college, è sempre stata Emmy la sua complice - lei quella che lo aiutava con i compiti, lei quella che trovava scuse per lui e per le sue assenze e per il suo comportamento, lei che lo copriva per i ritardi... ma questo fino a quando credeva che si trattasse solo di erba e basta, non di eroina. 
 
Emmy però continua a restare invisibile in casa perché, anche adesso che Joey è tornato dopo tre mesi di riabilitazione, forse mai come prima gli deve fare da babysitter, essere sempre con lui e assicurarsi che Joey si attenga strettamente alla lista di cose e passi da fare che la loro madre ha stilato per "aggiustare" Joey.
 
E lei? Lei non ha forse diritto ad una vita? Non ha forse diritto ad essere vista, amata, toccata, tenuta stretta e confortata? Emmy in parte può capire la dipendenza di Joey, sebbene la sua non riguardi la droga - Emmy ha diversi segreti, segreti che farà di tutto per proteggere. Emmy è quella brava, quella affidabile, quella che non dà mai problemi - ma per i suoi segreti e per la sua dipendenza, anche Emmy è disposta a mentire e rubare per avere qualcosa che sia solo suo. E anche lei, proprio come suo fratello, arriva a compiere scelte che non sono sempre giuste.
 
Diventa estremamente facile affezionarsi a questi personaggi, specialmente a Emmy e Joey. Il percorso di Joey è difficile, tortuoso, pieno di ostacoli e tentazioni, diviso tra la voglia di stare bene e quella di ricadere nelle vecchie abitudini; Emmy parte come una ragazzina silenziosa che accetta tutto quello che le viene detto e imposto perché è stata "addestrata" da sua madre ad essere così, senza mai un pubblico atto di ribellione, ma poi si fa crescere una spina dorsale e dimostra di essere pronta a tutto pur di salvare il fratello dalla sua tossicodipendenza ed essere se stessa. 
 
I loro genitori sono terribili inizialmente: non sono mai a casa, pensano a fare ancora più soldi, si curano degli altri e delle loro opinioni e apparentemente non abbastanza dei loro figli, li criticano per le loro scelte quando i primi ad usare una pillola per dormire e ad avere il vizio del fumo - specialmente Abigail, la loro madre, è detestabile: nega gli antidolorifici ad Emmy dopo l'incidente per paura che sia come suo fratello e si aspetta che Joey stia bene subito una volta tornato a casa, che il tenerlo impegnato tutto il tempo con una lista di cose da fare e allontanarlo dagli amici lo guarisca dalla sua dipendenza senza che loro debbano fare nulla.  
 
You'd Be Home Now è una mazzata nello stomaco per tanti motivi.  
Il tema della droga, del suo abuso e delle sue conseguenze è affrontato davvero bene in questo romanzo: è visto inizialmente con gli occhi di una ragazzina che forse non può capire del tutto se non è una "spinta" che sente dentro di sé, ma che poi prende coscienza della cosa e le cui problematiche relative a persone che non riescono a smettere e ad un sistema che non fa niente per aiutarle è visto con gli occhi di suo padre, che è un medico. 
Però è anche una storia di amicizie ritrovate, supporto, coraggio e soprattutto di amore tra fratelli - di un rapporto che ha alti e bassi, di cose che vengono rinfacciate e poi perdonate, di errori e sbagli e mancanze, ma di braccia sempre pronte ad accoglierti. 
 
You'd Be Home Now descrive benissimo la vita di una ragazza che ama suo fratello, ma che allo stesso tempo ne è anche infastidita perché si sente invisibile all'interno della sua stessa famiglia mentre il mondo dà loro degli assassini e perché per Joey la droga sembra più importante di qualsiasi cosa - anche di una famiglia che per lui è soltanto rumore. È la storia di una ragazza che vuole essere vista, ascoltata, accettata, ma che ha anche paura di chiedere tutte queste cose - la storia di una ragazza che vuole avere una vita tutta sua e scoprire chi è senza le etichette che qualcun altro le ha affibbiato. 
 
You'd Be Home Now è una storia struggente che commuove, che dopo un inizio potente forse ci mette un po' per ingranare, ma una volta che ci siete dentro è impossibile non restare coinvolti nella vita della famiglia Ward. È una storia di guarigione, di perdita, di piccole vittorie e grandi sconfitte, di sfide e ostacoli, ma anche di gioia - quella gioia che a volte possiamo trovare dove non ci aspettiamo. 
 

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