Ultima recensione di novembre, gente!
Che dite, il primo dicembre volete solo il recap di questo mese che sta per finire oppure, essendo un mercoledì, volete il doppio post e quindi anche il WWW Wednesday?
Grazie a NetGalley e alla Rock the Boat per copia digitale che, una volta, era in anteprima.
Titolo: You'd Be Home Now
Autrice: Kathleen Glasgow
Data di uscita: 14 ottobre 2021
Pagine: 416 pagine (Kindle Edition)
Editore: Rock the Boat
Link Amazon: https://amzn.to/3FGEiu1
Trama [tradotta da me]: Dall'autrice bestseller del New York Times di E poi ci sono io arriva una storia mozzafiato su una cittadina, le sue tragedie e la tranquilla bellezza della vita di tutti i giorni.
Per tutta la sua vita Emory si è sentita dire chi fosse. In città è quella ricca--la bis-bisnipote del fondatore della fabbrica che ha letteralmente dato origine alla città. A scuola è la sorella minore della bellissima Maddie Ward. E a casa è quella brava, la babysitter del suo fratello maggiore drogato Joey. Tutto cambia quando le e Joey sono coinvolti in un incidente d'auto che uccide Candy MontClaire e quell'incidente rivela quanto sia grave la tossicodipendenza di Joey.
Quattro mesi più tardi il penultimo anno di liceo di Emmy sta per cominciare, Joey è tornato a casa dal centro di recupero e l'intera città di Mill Haven si sta ancora riprendendo dall'incidente. Tutti dicono a Emmy chi lei sia, ma così tanto è cambiato e come può quindi essere la stessa persona? Oppure quella persona invece non lo è mai stata?
Mill Haven vuole che tutti quanti vivano un'unica storia, ma Emmy comincia a vedere che persone sono molto di più di quello che appaiono. Suo fratello, che potrebbe non guarire mai del tutto, il ragazzo popolare che vive nella casa a fianco e, più di tutti, tutti quei tossicodipendenti invisibili che vivono ai margini della città. Le persone trascorrono così tanto tempo dicendole chi sia Emmy--può essere giunto il momento di deciderlo da sola.
Ispirato al classico americano Piccola città, You'd Be Home Now di Kathleen Glosgow è la gloriosa storia moderna di una città e delle vite segrete delle persone che la abitano. E la storia di una ragazza, che cerca di capire la vita in tutto il suo dolore e la sua bellezza e le sue sfide e le sue gioie.
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TRIGGER WARNING: uso di droga, incidente stradale, morte, bullismo, slut-shaming.
Il primo libro dell'autrice, Girl in Pieces, riposa sul mio scaffale da prima ancora che venisse tradotto in italiano con il titolo E poi ci sono io. Ed è ancora su quello scaffale non letto perché, sebbene abbia sempre voluto leggerlo fin dalla prima volta che ci sono inciampata sopra, ha in sé un argomento che per me è un enorme trigger - motivo per il quale ho sempre rimandato in attesa del momento giusto.
Kathleen Glasgow però mi ha sempre incuriosita e quindi sono stata davvero felice che NetGalley mi abbia dato la possibilità di leggere il suo romanzo più recente - e neanche stavolta i trigger warning scherzano, ma sono stati più alla mia portata.
Il libro si apre con una scena potentissima: Emory è sul sedile del passeggero dell'auto di suo fratello, di ritorno da una festa. Ma non c'è suo fratello alla guida - no, Joey è seduto dietro privo di sensi e senza neppure la certezza che stia respirando. Alla guida c'è il migliore amico di lui, Luther - ma lui guida troppo veloce, piove ed insiste per fare una fermata invece di portarli a casa. Emory lo prega di rallentare e dietro, seduta di fianco a Joey, c'è Candy - la loro compagna di scuola che voleva solo andare a casa a causa di un mal di testa lancinante. E Candy piange, urla, ha paura, non vuole morire... ed è un attimo, la macchina sbanda e si ribalta e l'ultima cosa che Emmy sente, prima di perdere i sensi, è il respiro di Candy, che sembra stia affogando nel suo stesso sangue.
Emmy si risveglia all'ospedale con un dolore atroce alla gamba a causa del ginocchio frantumato. E qui la notizia che riguarda gli altri: Candy è morta, Luther ha perso un occhio e finirà in riformatorio per aver causato la morte di Candy e perché addosso gli hanno trovato tanta di quella droga che era impossibile fosse per uso personale e dalle analisi di Joey, il suo amato fratello Joey, è emerso che è quasi andato in overdose da eroina. Com'è stato possibile arrivare a questo punto?
You'd Be Home Now è un romanzo di formazione fortemente centrato sulla sua protagonista e sulla sua famiglia. Emmy si è sentita invisibile per tutta la vita: non è altrettanto bella come sua sorella maggiore Maddie, ma non ha mai protestato quando sua madre ha cercato di farle seguire le sue orme facendole fare danza e le attenzioni dei suoi genitori - quando sono a casa - sono tutte per il problematico Joey. Joey, che chiaramente ha dei disturbi dell'apprendimento che l'hanno sempre fatto sentire inferiore alle sue sorelle e mai abbastanza agli occhi dei suoi genitori rispettivamente una avvocato e l'altro medico, ha cominciato presto con le pillole: prima quelle per il comportamento prescritte quando era bambino, poi gli antidolorifici in seguito ad un infortunio, poi l'erba e infine l'eroina. E con Maddie al college, è sempre stata Emmy la sua complice - lei quella che lo aiutava con i compiti, lei quella che trovava scuse per lui e per le sue assenze e per il suo comportamento, lei che lo copriva per i ritardi... ma questo fino a quando credeva che si trattasse solo di erba e basta, non di eroina.
Emmy però continua a restare invisibile in casa perché, anche adesso che Joey è tornato dopo tre mesi di riabilitazione, forse mai come prima gli deve fare da babysitter, essere sempre con lui e assicurarsi che Joey si attenga strettamente alla lista di cose e passi da fare che la loro madre ha stilato per "aggiustare" Joey.
E lei? Lei non ha forse diritto ad una vita? Non ha forse diritto ad essere vista, amata, toccata, tenuta stretta e confortata? Emmy in parte può capire la dipendenza di Joey, sebbene la sua non riguardi la droga - Emmy ha diversi segreti, segreti che farà di tutto per proteggere. Emmy è quella brava, quella affidabile, quella che non dà mai problemi - ma per i suoi segreti e per la sua dipendenza, anche Emmy è disposta a mentire e rubare per avere qualcosa che sia solo suo. E anche lei, proprio come suo fratello, arriva a compiere scelte che non sono sempre giuste.
Diventa estremamente facile affezionarsi a questi personaggi, specialmente a Emmy e Joey. Il percorso di Joey è difficile, tortuoso, pieno di ostacoli e tentazioni, diviso tra la voglia di stare bene e quella di ricadere nelle vecchie abitudini; Emmy parte come una ragazzina silenziosa che accetta tutto quello che le viene detto e imposto perché è stata "addestrata" da sua madre ad essere così, senza mai un pubblico atto di ribellione, ma poi si fa crescere una spina dorsale e dimostra di essere pronta a tutto pur di salvare il fratello dalla sua tossicodipendenza ed essere se stessa.
I loro genitori sono terribili inizialmente: non sono mai a casa, pensano a fare ancora più soldi, si curano degli altri e delle loro opinioni e apparentemente non abbastanza dei loro figli, li criticano per le loro scelte quando i primi ad usare una pillola per dormire e ad avere il vizio del fumo - specialmente Abigail, la loro madre, è detestabile: nega gli antidolorifici ad Emmy dopo l'incidente per paura che sia come suo fratello e si aspetta che Joey stia bene subito una volta tornato a casa, che il tenerlo impegnato tutto il tempo con una lista di cose da fare e allontanarlo dagli amici lo guarisca dalla sua dipendenza senza che loro debbano fare nulla.
You'd Be Home Now è una mazzata nello stomaco per tanti motivi.
Il tema della droga, del suo abuso e delle sue conseguenze è affrontato davvero bene in questo romanzo: è visto inizialmente con gli occhi di una ragazzina che forse non può capire del tutto se non è una "spinta" che sente dentro di sé, ma che poi prende coscienza della cosa e le cui problematiche relative a persone che non riescono a smettere e ad un sistema che non fa niente per aiutarle è visto con gli occhi di suo padre, che è un medico.
Però è anche una storia di amicizie ritrovate, supporto, coraggio e soprattutto di amore tra fratelli - di un rapporto che ha alti e bassi, di cose che vengono rinfacciate e poi perdonate, di errori e sbagli e mancanze, ma di braccia sempre pronte ad accoglierti.
You'd Be Home Now descrive benissimo la vita di una ragazza che ama suo fratello, ma che allo stesso tempo ne è anche infastidita perché si sente invisibile all'interno della sua stessa famiglia mentre il mondo dà loro degli assassini e perché per Joey la droga sembra più importante di qualsiasi cosa - anche di una famiglia che per lui è soltanto rumore. È la storia di una ragazza che vuole essere vista, ascoltata, accettata, ma che ha anche paura di chiedere tutte queste cose - la storia di una ragazza che vuole avere una vita tutta sua e scoprire chi è senza le etichette che qualcun altro le ha affibbiato.
You'd Be Home Now è una storia struggente che commuove, che dopo un inizio potente forse ci mette un po' per ingranare, ma una volta che ci siete dentro è impossibile non restare coinvolti nella vita della famiglia Ward. È una storia di guarigione, di perdita, di piccole vittorie e grandi sconfitte, di sfide e ostacoli, ma anche di gioia - quella gioia che a volte possiamo trovare dove non ci aspettiamo.