venerdì 10 aprile 2020

[Recensione] "Sparrow" di Mary Cecilia Jackson

Questa sarà una recensione difficile sotto molti aspetti - e vorrei dirvi che se avessi un canale YouTube magari parlata verrebbe fuori meglio che scritta, ma se devo basarmi sul vocale che ho mandato ieri a Federica... no.


Titolo: Sparrow
Autrice: Mary Cecilia Jackson
Data di uscita: 17 marzo 2020
Pagine: 320 (Kindle Edition)
Editore: Tor Teen
Link Amazon: https://amzn.to/39hmEvm

Trama [tradotta da me]: Seguendo la tradizione di Speak scritto da Laurie Halse Anderson, un debutto young adult devastante ma con una nota di speranza su una ballerina che trova il coraggio di affrontare gli abusi che tormentano il suo passato e minacciano il suo futuro.

Ci sono due tipi di persone sul pianeta: cacciatori e prede.
Pensavo che sarei stata al sicuro dopo la morte di mia madre. Pensavo che avrei potuto smettere di cercare nuovi posti in cui nascondermi. Ma non puoi scappare da ciò che sei, da ciò che sei sempre stata.
Il mio nome è Savannah Darcy Rose.
E sono ancora una preda.


Sebbene Savannah Rose―Sparrow per gli amici e la famiglia―sia una ballerina di talento, il suo vero talento è mantenere i segreti. Istruita al silenzio da sua madre morta ormai da tempo, Sparrow ha sempre creduto che la sua convinzione di una vita―“Non sono il tipo di ragazza che parla”―la renderà esattamente come tutti gli altri: normale. Felice. Al sicuro. Ma all'indomani di una brutale aggressione da parte di quello che sembrava il suo perfetto ragazzo Tristan, Sparrow deve finalmente trovare il coraggio di affrontare i fantasmi del suo passato altrimenti perderà se stessa per sempre.


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TRIGGER WARNING: violenza domestica, relazione abusiva. 


Sparrow è un libro di cui sarà difficile parlare perché tocca argomenti estremamente delicati che allo stesso tempo mi portano ad essere in conflitto con essi. 

Sparrow è una ballerina di talento che, in ritardo per la lezione di danza, un giorno di fine inverno viene quasi investita da Tristan - il ragazzo bello e perfetto che conosce da una vita, quello che è sempre stato un bulletto e che quando erano piccoli la prendeva in giro insieme al suo migliore amico Lucas a causa della loro passione per la danza. 
Ma ora Tristan - più bello che mai - dice di essere dispiaciuto per quei comportamenti e per averla quasi investita, così quasi la obbliga ad accettare un invito a cena come occasione per potersi scusare. 

E noi vediamo il primo appuntamento, vediamo come il giorno dopo racconta tutto agli amici a scuola durante la pausa pranzo, vediamo come Lucas non la prenda bene e la sua migliore amica Delaney invece sia eccitata per lei. 

E poi facciamo un salto in avanti di qualche mese. Vediamo come Sparrow sia in ansia perché la lezione di danza è andata oltre il solito orario e che Tristan - oltre ad averla vista ballare a stretto contatto con Lucas durante le prove del Lago dei Cigni - ora è impaziente visto che la porta e la va a prendere ad ogni lezione. 
Andiamo ancora avanti di qualche mese e vediamo come Tristan sia arrabbiato perché Sparrow si è dimenticata di indossare la collana che lui le ha regalato - e Sparrow si incolpa mentre Tristan le mette le mani addosso. 

Vani sono i tentativi di Delaney e Lucas di estorcerle la verità sulla sua relazione con Tristan - hanno solo sospetti e non hanno prove e intanto Sparrow afferma che va tutto bene, che la relazione è perfetta, che i lividi sono dovuti al suo essere inciampata, che il suo rapporto con Tristan non è affar loro. 

Sparrow ha imparato anni fa con sua madre a non parlare e a sorridere. 

Ma poi arriviamo alla brutale aggressione di Tristan a fine agosto e da quel momento fingere sarà impossibile. 


Quello delle relazioni abusive è un argomento con cui faccio fatica ad empatizzare - forse perché sono troppo egocentrica e a volte mi arrabbio in maniera esplosiva anche per delle sciocchezze che figuriamoci se riuscirei a sopportare in silenzio qualcuno che mi mette le mani addosso, forse perché (pur trattandosi di rapporti diversi e pur soffrendo le pene dell'inferno dopo) ho sperimentato delle amicizie tossiche e me ne sono andata quando le cose iniziavano a non starmi più bene. 

La verità è che, pur ritenendomi estremamente fortunata nel non aver mai sperimentato una relazione amorosa abusiva, io sono il tipo che se ne va - che si allontana emotivamente e fisicamente alla prima avvisaglia di qualcosa che mi fa star male. Per questo mi sono sempre sentita abbastanza sicura nell'affermare che io non riuscirei mai a restare in una relazione del genere, non riuscirei mai a giustificare qualcuno che mi picchia dicendo che mi ama e che dopo si sente in colpa e cerca di scusarsi, che dice di farlo per il mio bene - e allo stesso tempo io non potrei mai pensare che è colpa mia, che me lo merito perché è stata una mia mancanza. Sono troppo egocentrica per pensare una cosa di questo tipo. 

È stato difficile per me empatizzare anche perché ci sono quei salti temporali a cui accennavo prima - non c'è modo di conoscere Tristan e subirne il fascino per poi scoprire che tipo di persona è davvero, non c'è il crescendo della violenza, ci sono singoli episodi in cui comunque ti sale l'ansia e senti la tensione perché avverti l'escalation di violenza in Tristan man mano che i mesi passano, eppure ho faticato ad empatizzare. 

E poi la storia passa a Lucas e torniamo indietro - ritorniamo alla prima uscita di Sparrow con Tristan e ripercorriamo gli stessi episodi di violenza visti però dagli occhi di Lucas. 
Tutto il libro è così: per un po' siamo con Sparrow e poi torniamo indietro allo stesso periodo con Lucas - ma, come mi ha poi fatto notare Federica in risposta al vocale che le ho mandato, una classica alternanza di capitoli avrebbe forse giovato di più alla continuità temporale anche se così ravvicinata sarebbe risultata un po' ripetitiva. 

Non che le parti dal punto di vista di Lucas siano inutili, anzi - vediamo quella che inizialmente possiamo scambiare come classica gelosia diventare preoccupazione e rabbia perché Sparrow sembra non voler vedere cosa davvero non va nella sua relazione. Vediamo poi i suoi sensi di colpa, vediamo un tipo di rabbia diversa che lo portano a mettersi nei guai - vediamo il dolore, l'impotenza nel voler salvare Sparrow e non riuscirci. Lo vediamo scendere a patti con il fatto che gli uomini vedono un problema e vorrebbero trovare subito una soluzione e risolvere immediatamente quello che non va mentre le donne hanno bisogno di tempo e di elaborare i traumi con i loro tempi. 

Nonostante io sia stata incapace di empatizzare - avevo letto cinque anni fa un libro sullo stesso argomento, ma che partiva da premesse e tratti caratteriali dei personaggi coinvolti completamente diversi - Sparrow è un libro che sfodera e tratta le tematiche nella maniera giusta: ci sono le giustificazioni che la vittima trova al proprio compagno, ci sono i sensi di colpa del sopravvissuto (lo stesso sopravvissuto alla sua stessa aggressione, ma anche quello di chi ama la vittima e non è stata capace di fermare ciò che è accaduto), c'è la terapia necessaria per guarire, c'è il tipo di violenza domestica che crea due tipi di persone - quella che da adulta sarà portata ad essere nuovamente vittima di qualcun altro e quella che da vittima diventerà a sua volta carnefice. 

Perché sebbene non abbia alcuna giustificazione, si intuisce qualcosa della vita famigliare di Tristan con suo padre da una frase che lui stesso dice a Sparrow. 
Perché ciò che Sparrow subì per mano di sua madre è solamente accennato, taciuto all'inizio come le è stato insegnato a fare, ma che poi esplode in tutto il suo orrore quando Sparrow capisce che è ora di parlare se vuole avere qualche chances di guarire. 

È sicuramente un libro con un messaggio davvero potente e mi è dispiaciuto non essere riuscita ad empatizzare con questa ragazza fragile, ma forte allo stesso tempo. Così come sono un peccato quei salti temporali che forse hanno fatto terminare quella parte della storia troppo presto - o forse l'autrice non voleva calcare troppo la mano perché ciò che importa è quello che avviene dopo. Forse avrei fatto a meno di un po' del punto di vista di Lucas - o l'avrei lasciato intatto, ma avrei ampliato quello di Sparrow. 

Il finale però per me è perfetto: veritiero, credibile, dolceamaro - il simbolo di un affetto che va oltre l'amicizia e l'amore romantico, la rappresentazione del modo in cui una persona segna la tua vita anche quando questa magari non ne fa più attivamente parte.

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