sabato 12 gennaio 2019

[Recensione] "We Told Six Lies" di Victoria Scott

Buon weekend a tutti voi, miei cari lettori! 

Oggi vi porto la recensione di un libro che ho finito ieri sera - o sarebbe meglio dire questa mattina? - alle due di notte.


Titolo: We Told Six Lies
Autrice: Victoria Scott
Data di uscita: 5 febbraio 2019
Pagine: 352 (Kindle Edition)
Editore: Entangled Teen
Link Amazon: https://amzn.to/2StI00Y

Trama [tradotta da me]: Ti ricordi quante bugie abbiamo raccontato, Molly? Sono abbastanza da farmi girare la testa. Eri incontenibile quando ti ho incontrato e io ero pazzo di te. Ma poi è successo qualcosa. E ora te ne sei andata.

Ma non preoccuparti. Io ti troverò. Ho solo bisogno di passare al setaccio la nostra storia per capire dove potresti essere. Ho dei luoghi in cui cercare e una lista di nomi.

Anche la polizia ha una lista di nomi. Lo vedi ora? C'è un'altra bugia. C'è solo una persona che stanno davvero indagando, Molly.

E sono proprio io.


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La storia inizia con Cobain Kelly, diciotto anni e genitori che lo amano ma che si tengono in qualche modo a distanza per qualcosa accaduto durante l'infanzia di Cobain. 
Cobain è anche un appassionato di palestra, appena ha del tempo libero si mette a sollevare pesi e mira a diventare sempre più grosso in modo da potersi difendere - già, perché se anche la sua stazza incute timore è comunque preso di mira a scuola dal momento che veste di nero, gli piace l'arte un po' macabra, ha un corvo tatuato sull'avambraccio e viene considerato "strano". 

Cobain è un tipo silenzioso che, anche nelle migliori delle circostanze, non parla perché non riesce mai a capire con precisione se la persona che ha di fronte lo stia prendendo o meno in giro. 

E poi arriva Molly Bates a scuola, la prima persona che sembra vederlo davvero per com'è e non si ritrae davanti a lui. E lui fa lo stesso con lei: Cobain vede attraverso le bugie che Molly racconta, va oltre i giochetti che quest'ultima fa - perché Molly è bravissima a manipolare le persone per ottenere quello che vuole, ma Cobain vede anche come questo "dono" la faccia sentire dopo in colpa. 

I due iniziano a frequentarsi, sotto gli occhi scettici di chi si chiede cosa ci trovi Molly in Cobain e sotto gli occhi di quelli che invece vedono come Cobain sia più felice. 
E hanno dei progetti, questi due: progettano di fuggire insieme. 

Ma poi Molly scompare. 
Tutti pensano che sia fuggita, che si sia voluta allontanare da Cobain. 
Cobain invece è convinto che sia stata rapita, presa da qualcuno perché il piano era quello di fuggire insieme - possibile che Molly abbia mentito anche a lui? 
E nonostante lui sia convinto di non aver mai fatto del male a Molly e che mai gliene farebbe, i dubbi iniziano ad insinuarsi nella sua mente e non aiuta certo il fatto che lui sia l'unico sospettato e continuamente interrogato dalla polizia.  
Oltretutto pure i suoi genitori e suo fratello Holt non sono del tutto sicuri della sua innocenza e non si fidano del suo umore instabile.

Chi sta ancora mentendo?


Non ne ho letti molti di mystery YA nella mia vita - anzi, forse One of Us Is Lying è stato il primo l'anno scorso. E poi è seguito Sadie, ma con Courtney Summers ci sono sempre tante altre cose e fattori in gioco.

Questo parte abbastanza lentamente e ci mette un po' a carburare - perché va bene che ci sono stati molti giorni in questa settimana in cui ho avuto da fare e non sono proprio neanche riuscita ad accendere il tablet, ma con la prima parte non smaniavo per avere delle risposte.

Devo ammettere che non mi sono particolarmente affezionata ai personaggi - non a Molly, le cui verità sono sempre bugie. Con Cobain invece ho trovato molti più aspetti in comune specialmente quando si trattava del suo astio per i compagni di scuola e per il bullismo e per il modo in cui vedeva se stesso. 
I personaggi secondari invece sono poco caratterizzati, ma hanno quel tanto che basta per avere un'idea perché le interazioni mostrate tra loro e Cobain e Molly sono ridotte all'osso, visto come il libro si concentra sull'evoluzione della loro storia e le conseguenze su Cobain in seguito alla scomparsa di Molly.

C'è anche da dire che non ti puoi permettere di affezionarti particolarmente a nessuno perché non c'è nessuno di affidabile, perché ci sono bugie e tante versioni della storia diverse date a e da persone diverse.
La storia è raccontata da Cobain tra passato e presente e si avverte chiaramente il disagio, il "qualcosa che non va" - specialmente quando gli viene detto cosa Molly diceva in giro su di lui e sulla loro storia. Possibile che fosse frutto della sua immaginazione, che abbia frainteso tutto troppo accecato da un amore che la stessa Molly gli diceva fosse troppo prematuro?

La scrittrice cambia diverse volte lo stile di narrazione: il presente è raccontato da Cobain in prima persona; il passato è sempre Cobain a raccontarlo, ma lo fa in seconda persona rivolgendosi direttamente a Molly - e, implicitamente, rivolgendosi a noi come volesse farci ricordare quel particolare momento come se l'avessimo vissuto. 
E poi c'è una terza prospettiva, che arriva nella seconda parte e che si intervalla continuamente tra il passato e il presente fino alla fine - e questa è narrata in terza persona e pian piano riempe i buchi che la prospettiva di Cobain lascia vuoti. 

Avevo sospettato una cosa, credevo di averci preso e invece poi sono stata smentita. 
È una storia inquietante, che gioca molto sulla sensazione di ossessione e possessività malata che serpeggia tra le pagine.
È un gioco mentale, una rete di bugie e il twist finale mi ha sorpresa proprio a causa di quell'idea che mi ero fatta - e che per un po' sembrava anche supportata dai fatti, ma mi ha anche lasciata con una domandina irrisolta - nulla che comunque vada a compromettere il risultato finale. 

Il punto è che tutti tacciono cose per svariati motivi e come diceva il caro e vecchio Dr. House, tutti mentono.

Sotto la valutazione è di 4 stelline, ma forse soi aggira più intorno al 3,75 - è l'inizio che ci mette un po' a carburare, poi sono rimasta invischiata anche io nella rete. 


6 commenti:

  1. Come sai ogni accenno a "One of us is lying" è per me un'attrattiva non indifferente, e quindi niente, questi generi mi piacciono. Non mi convince il fatto che ci metta un po' a prendere all'inizio, ma se mai arrivasse tradotto ci farei un pensierino comunque.

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    1. Forse ero anche io che non avevo la testa per concentrami a fondo in quel momento, ma sì - ha un ritmo più lento rispetto a One of Us Is Lying, è forse più introspettivo mentre in quello della McManus si vedevano più interrogatori da parte della polizia e l'assedio dei media.
      In ogni caso non è affatto male come mystery.

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  2. Non ho mai letto un mystery YA, ma con tutti questi titoli mi sta proprio venendo la curiosità!

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  3. E ora curiosità a non finire! Mi piace la storia e l'atmosfera che racconti. Sì. Se esce in italiano (io pigra...) lo leggo sicuramente.

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