sabato 20 gennaio 2018

[Recensione] "The Lonely Life of Biddy Weir" di Lesley Allen

Quando leggo alcuni libri che so già in partenza amerò e che però andranno a "tormentare" cose che di solito cerco di ignorare, ci metto sempre più del solito. 
Non perché siano difficili da leggere, non perché siano magari in un'altra lingua e non perché io voglia particolarmente "godermeli" - è solo che ogni tanto il vaso di Pandora va aperto poco alla volta se non si vuole rischiare di esserne travolti. 

E il rischio, con libri così, di scrivere qualcosa che assomigli più ad una pagina di diario che ad una recensione è sempre molto alto.


Titolo: The Lonely Life of Biddy Weir
Autrice: Lesley Allen
Data di uscita: 3 novembre 2016
Data di uscita originale: 14 aprile 2016
Pagine: 344 (copertina flessibile)
Editore: Twenty7
Link Amazon: http://amzn.to/2zJChtU

Trama [tradotta da me]: Biddy Weir è una ragazza particolare. 

Abbandonata da sua madre quando era piccola e con un padre che non è esattamente equipaggiato per affrontare le sfide di un genitore moderno, Biddy vive nel suo piccolo mondo, felice di passare il tempo dipingendo in riva al mare e guardando gli uccelli volare. Questo fino al momento in cui incontra Alison Flemming. 
Perché, vedete, ci sono un paio di cose riguardo Biddy che non sono normali. E Alison non ha paura di mostrarle al mondo. 
All'improvviso la vita tranquilla di Biddy è gettata nel caos. Se solo ci fosse qualcuno in grado di convincerla che, in realtà, tutti sono un po' strani...

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Se volete un libro con rose e unicorni... questo non fa decisamente per voi.

Il libro si apre con Biddy Weir all'età di trent'anni nell'estate del 2000, mentre con estrema difficoltà telefona ad una trasmissione televisiva che segue tutti i pomeriggi e che quel giorno ha come argomento della puntata il bullismo. Ed è con un coraggio incredibile che Biddy confessa all'operatrice dall'altra parte della cornetta - che sta raccogliendo la sua testimonianza per scoprire se è "adatta" alla diretta televisiva - che a causa della sua aguzzina è quasi morta quando era adolescente. 

Torniamo indietro al 1979, quando Biddy viene etichettata pubblicamente per la prima volta come "strana" e poi come "maledettamente strana". Se mai questo libro venisse tradotto, sarebbe difficile trovare un modo in italiano (senza cambiarle drasticamente nome) di rendere altrettanto efficacemente il soprannome di Biddy Weir - che prima diventa Biddy Weirdo e poi Bloody Biddy Weirdo, per poi risolversi "semplicemente" in Bloody Weirdo.

La vita di Biddy non è mai stata facile fin dall'inizio. 
Abbiamo Gracie Flynn, una ragazza giovane e figlia di girovaghi che, quasi per scommessa, va a letto con un suo collega di cinquant'anni - Howard Weir. 
Abbiamo Howard Weir, sempre stato al guinzaglio della madre che per la prima volta in vita sua si ubriaca e praticamente senza sapere come genera una figlia. 
E Gracie, dopo aver dato alla figlia il nome di una gatta che avevano avuto in famiglia, decide che non è adatta a fare la madre e fugge. 
Howard, un uomo silenzioso e già "vecchio" per fare il padre, farà del suo meglio e la sua vita con Biddy sarà sempre isolata e ridotta all'osso - sia per quanto riguarda il cibo, i vestiti, le conversazioni e tutto il resto. 

Fin dal piccola Biddy viene evitata dagli altri perché vista come "strana" - ha i capelli rossi, è affascinata dagli uccelli e non si veste e non si comporta in modo "normale" come tutti gli altri bambini della sua età. 

Biddy viene ignorata, ma fino a quel momento non se ne cruccia - però tutto cambia quando Alison Flemming entra nella sua scuola e nella sua vita. 

Raccontato in terza persona da un narratore "onnisciente", non seguiamo solo Birdy ma anche Alison - una ragazzina ricca, viziata, prepotente e arrogante con la pretesa di essere amata e venerata da tutti e pronta a fare qualsiasi cosa per essere la più bella e la prima in tutto. Non sarebbe mai diventata sua amica, ma il fatto che il suo primo giorno Biddy la ignori completamente e non rimanga affascinata da lei è per lei un affronto troppo grande - da qui inizierà l'inferno di Biddy Weir. 

Seguiranno anni di prese in giro e umiliazioni, soprattutto psicologiche ma che sfoceranno anche nel fisico in alcune occasioni. Biddy arriverà al punto di sentirsi fisicamente male all'idea di andare a scuola, al terrore di cosa potrebbe architettare Alison seguita da tutto il resto della classe prima e della scuola poi. 
Già silenziosa di natura, Biddy sentirà come non mai la mancanza di una madre che le insegni a vestirsi, a truccarsi, a diventare grande e ad essere "normale" come tutti gli altri e tutti gli insulti quotidiani arriveranno a minare profondamente la sua autostima e a lasciare cicatrici - a volte anche fisiche quando l'unico modo per far tacere il dolore nella sua mente è quello di ferirsi con spille e aghi, mentre anche gli insegnanti sembrano non vedere abbagliati come sono da Alison. 
In fondo, se anche avesse parlato, perché mai avrebbero dovuto credere a Biddy - quella ragazzina strana figlia di quell'altro uomo strano - e non ad Alison, così amata da tutti?

Biddy diventerà un'adulta con molti problemi relazionali e solo dopo un percorso - che probabilmente non finirà mai - troverà il coraggio di parlare di quello che Alison e la sua gang le hanno fatto.


The Lonely Life of Biddy Weir è un libro triste, con un tocco di speranza alla fine ma pur sempre molto, molto realistico perché certe cicatrici restano per sempre - perché quando ti senti ripetere certe cose sin da quando eri solo una bambina e nessuno sta dalla tua parte, nessuno le contraddice... beh, è fin troppo semplice cominciare a crederci e a ripeterle allo specchio.
Sempre ammesso che tu riesca a trovare la forza di ricambiare quello sguardo riflesso - ma le voci nella testa quelle comunque non se ne vanno mai. 

Ho dovuto fare molte pause durante la lettura perché, come ho scritto all'inizio, il vaso di Pandora va aperto un po' alla volta. 
Perché in questo libro ho trovato la mia vita - molta di più di quanta me ne aspettassi. 

Se frequentate il mio blog da un po', sapete che i libri con il bullismo come tema centrale non mancano. E forse è questo il vero masochismo, altro che aver letto tutta la serie di After di Anna Todd. 
Perché sottopormi volontariamente alla tortura se so in partenza che sarà un libro da affrontare poco alla volta? Bella domanda. 

Il punto è che di solito sono libri ambientati alle superiori, con un sistema scolastico abbastanza diverso dal nostro e quelli li so gestire - pur trovando similitudini perché i bulli adolescenti sono tremendi uguali a qualsiasi latitudine, le "difficoltà" sono minori perché in qualche modo riesco a distaccarmi. 

Qui invece mi sono trovata colta totalmente alla sprovvista con una protagonista che viene presa in giro quando è ancora praticamente una bambina e con un sistema scolastico - quello dell'Irlanda del Nord - fin troppo simile al nostro. E non starò a scendere nei dettagli perché non è questo il luogo, ma le somiglianze tra me e Biddy sono state così tante che è stata davvero dura. 

Credo che ci sia davvero una differenza tra un tipo e l'altro. 
È qualcosa da condannare a prescindere, ma il bullismo adolescenziale è diverso da quello che comincia a dieci anni. 
Perché se fino alle superiori hai avuto una vita "normale" con amici e compagni di classe "normali", il bullismo durante l'adolescenza fa un male cane ma con una base solida alle spalle e sotto i piedi puoi riuscire ad uscirne ammaccato, ma comunque indenne. 
Ma se comincia già nell'infanzia e prosegue nell'adolescenza, quello per me è già tutta un'altra storia - un vaso di Pandora a sé stante di dolore e cicatrici.

E se Biddy vi può sembrare esagerata o troppo vittima... no, non lo è.

Ma detto questo, trovo che questo libro sia eccellente. 
Scritto benissimo, dà un ritratto sincero e spietato del bullismo e delle sue conseguenze, è crudele nella descrizione degli atti perpetrati da Alison ai danni di Biddy ma non è troppo esplicito in maniera "fisica" quando si tratta dell'autolesionismo. 
Leggiamo della sofferenza di Biddy, della malvagità di Alison e come questa la giustifica, della repulsione dei compagni di scuola e dell'indifferenza degli insegnanti, delle voci sporadiche di chi invece vede Biddy per quella che è ma non sempre riesce ad aiutarla.

The Lonely Life of Biddy Weir è un libro che lascia il segno, che insegna che l'individualità va invece riconosciuta e che nessuno è davvero "strano" solo perché non è uguale agli altri come modo di vestire oppure di vivere, che è possibile guarire da quegli anni di bullismo - ma solo con tanta pazienza e supporto.
The Lonely Life of Biddy Weir è un libro che insegna a trovare la propria voce, a rialzarsi e  che non dovremmo mai abbassare lo sguardo di fronte a qualcuno che ci ritiene inferiori perché non lo siamo

The Lonely Life of Biddy Weir è un libro che fa male, ma che è anche catartico se avete vissuto anche solo in parte quello che ha vissuto Biddy. 
E forse, in fondo, siamo tutti un po' "maledettamente strani" - o semplicemente siamo tutti normali a modo nostro. 

10 commenti:

  1. Bella recensione Alice.
    Sembra un libro intenso, crudo e ricco di spunti di riflessione

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    1. Grazie mille, Susy!
      Come al solito temevo di non essere riuscita ad esprimere abbastanza il concetto. :)

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  2. Che recensione Alice!!! Complimenti! Senza svelare nulla hai detto e hai fatto capire tanto. Dev'essere un libro bello ma davvero angosciante, soprattutto perchè ha come protagonista prima di tutto una bambina. Ma è necessario leggere libri del genere, anche solo per capire meglio quelle terribili vicende che si sentono tutti i giorni nel mondo. Grazie di averne parlato

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    1. Grazie Nik - questo tuo commento significa tantissimo! :)
      Sono contenta di essere riuscita a trasmettere il senso del libro senza scivolare troppo nel personale - è qualcosa che non sempre mi riesce. >.<

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  3. Dev'essere un libro molto intenso, me lo segno, sia mai che un giorno arrivi il suo momento.

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    1. "Intenso" credo sia una delle parole più adatte per descriverlo.

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  4. Ma che meraviglia la tua recensione, mi ha fatto venir voglia di leggerlo. E' appassionante da come ne parli, si vede che il libro ti è entrato dentro ad occhi chiusi e si è scavato un posto lì. Grazie per le tue parole, non è da tutti descrivere un libro così.

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    1. Grazie davvero, mi sembrava di non esserci affatto riuscita e di essere partita per la tangente con uno dei soliti post fin troppo personali. Sono felice che la mia recensione comunichi così tanto!

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  5. Complimenti per la recensione! *_* Sinceramente non so se leggerò mai questo libro, perché mi conosco e so che non è molto il mio genere, quindi dovrei capitare proprio nel momento adatto e nell'umore giusto... e non è una cosa proprio semplicissima, però il libro sembra davvero una piccola meraviglia e la tua recensione è davvero interessante! :)

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    1. Grazie mille! *-*
      Sì, vedendo il tuo blog posso capire che non è proprio il tuo genere, però semmai capitassi in quella combinazione di momento e umore giusti, questo libro è così sincero e "crudo" che merita davvero. :)

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