venerdì 22 gennaio 2021

[Recensione] "Teen Killers Club" di Lily Sparks

Giuro che non volevo farla così lunga - è stato più forte di me. 
Perdonatemi se potete.

Ma ehi, sono comunque riuscita a non fare spoiler!


Titolo: Teen Killers Club
Autrice: Lily Sparks
Data di uscita: 10 novembre 2020
Durata: 10H 40Min (Storytel Edition)
Editore: Crooked Lane Books
Link Amazon: https://amzn.to/3sEC1Jo

Trama [tradotta da me]: La diciassettenne Signal Deere ha fatto inarcare diverse sopracciglia in quanto Goth disadattata e infelice proveniente dalle case mobili. Quando viene condannata per il brutale omicidio della sua migliore amica Rose, viene catalogata come Classe A--il più pericoloso e manipolatore profilo criminale. Per evitare la prigione, Signal firma per un programma segreto per ragazzi di Classe A minorenni e viene trasferita in un campo scuola estivo abbandonato, dove lei e altri sette compagni di camerata si alleneranno come assassini. Eppure, persino nel Teen Killers Club, Signal stona con tutto. Il sangue le fa impressione, è gentile ed empatica e la sua predisposizione ottimista sta minacciando di trasformare un gruppo sgangherato di maniaci in una squadra di intimi amici. Forse è a causa del fatto che Signal non è davvero un'assassina. È stata incastrata per l'omicidio di Rose e ha accettato di unirsi al programma solo per scappare, rintracciare il vero assassino di Rose e ripulire il suo nome. Ma Signal non aveva messo in conto le sinistre tecnologie usate per tenere rinchiusi i "campeggiatori". Non aveva messo in conto l'uomo misterioso nei boschi determinato ad eliminarli uno ad uno. E di certo non aveva messo in conto di innamorarsi. La strategia di Signal sta cadendo a pezzi un po' alla volta mentre il vero assassino si prepara a colpire ancora nel Teen Killers Club.

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CONTENT WARNING: sangue, violenza, omicidi, manipolazione psicologica, abuso di sostante stupefacenti e altre cose macabre e raccapriccianti in generale.
 
 
La trama è un po' fuorviante - alquanto fuorviante.
Dalla trama sembra quasi un Dieci Piccoli Indiani oppure un mystery thriller young adult come tanti che ho letto in cui devi aspettare che il cattivone della situazione faccia fuori i ragazzi uno ad uno mentre sono in trappola come conigli indifesi. 

Le cose non stanno proprio così - soprattutto perché questi adolescenti sanno bene come difendersi. E sanno ancora meglio come attaccare.


Signal, dopo un anno passato in isolamento e la successiva condanna per il brutale omicidio della sua migliore amica, si ritrova di fronte una scelta: la prigione a vita oppure smettere di "esistere" per lo Stato e unirsi ad un nuovo programma che mira ad addestrare i profili criminali di Classe A come lei e diventare un'assassina ancora più brava, indirizzando poi il suo "talento" verso chi lo necessita. 

Peccato che Signal non sia neanche un'assassina in erba perché non è stata lei ad uccidere la sua migliore amica Rose - qualcuno l'ha incastrata. Ed è stato pure facile fare ricadere la colpa su di lei: dopo un'infanzia come amiche per la pelle e vicine di casa mobile, in seguito al matrimonio della madre di Rose con un uomo ricco e al conseguente trasferimento a casa di lui, Rose aveva cambiato abitudini e persone da frequentare - andava in chiesa, aveva un fidanzato con cui si era scambiata gli anelli della promessa di verginità fino al matrimonio e con Signal aveva proprio smesso di parlare. 

Questo fino all'ultimo periodo della sua vita. 
Questo fino a quando non ha avuto bisogno di un paio di favori dalla sua migliore amica goth - che tanto non avrebbe avuto nessuno a cui andarli a raccontare. 

Signal accetta di unirsi al programma con la speranza che, fuori di prigione, avrà la possibilità di scoprire chi è stato davvero ad uccidere Rose e a ripulire il suo nome - ma non sarà facile come pensava. Già essere sull'autobus diretta al campo comporta una sfida: seduta accanto a lei c'è un'altra Classe A, le braccia coperte di cicatrici da ustione e un passamontagna in viso che si fa chiamare Nobody. E Nobody non ha nessuna intenzione di restare tranquilla mentre la portano via. 

Al campo, tutta la sicurezza di Signal svanisce: oltre a lei e Nobody ci sono altri sei ragazzi: Erik, Javier, Jada, Troy, Kurt e Dennis. 
Tutti lì per lo stesso motivo, tutti lì perché hanno ucciso almeno una persona oppure hanno pensato di farlo. Ma lei? Lei non è come loro e rivelare la propria innocenza potrebbe essere proprio ciò che la potrebbe condannare a morte. 
 
Ma se si trovano in un vecchio campeggio estivo che non ha recinti o reti metalliche sormontate da filo spinato e sono solamente in due a sorvegliare otto ragazzi (nella maggior parte dei casi) pluriomicidi, com'è che nessuno fugge e sono tutti tranquilli? Perché non tentano neanche di ammazzarsi tra loro? 
Perché, come scopriranno Signal e Nobody quella sera stessa, un dispositivo impedisce loro di provare anche solo ad infrangere le regole.

Così Signal deve adattarsi alla sua nuova vita e imparare come fuggire o darsi alla macchia da una scena del crimine, deve imparare come disfarsi di un corpo, deve imparare come non lasciare tracce. Ma è chiaro fin da subito che lei è incapace, che è la più debole tra tutti loro - che è l'unica a non avere lo spirito o la mente di un assassino. 

Signal si rifiuta di diventare come i sorveglianti vogliono che diventi, si rifiuta di credere che un branco di ragazzini possa già essere una perfetta macchina per uccidere. 
Nobody diventa la prima su cui poter contare, quella che la difende dalle battute velenose e dalle minacce di Jada, la quale sente minacciato il suo territorio, e dal primo approccio predatorio di Erik che, con la sua mente brillante, è l'unico ad aver capito che Signal è innocente - ma innocente per davvero. Javier è un altro che la aiuta durante le prove più difficili a cui Dave e Kate continuano a sottoporla. 

Che lo vogliano o no, e anche sotto lo spunto di Signal che non vuole parlare di omicidi o fare confronti con i numeri e le valutazioni di chi ha ucciso chi e come, nei momenti in cui sono soli hanno l'occasione di essere ragazzi normali - adolescenti comuni che per un momento si sentono davvero come se fossero in campeggio, salvo poi essere riportati bruscamente alla realtà quando scoprono un uomo mascherato che si aggira nei boschi e che tenta ripetutamente di ucciderli, ma quello è solo il primo passo verso una lunga catena di domande, eventi, conseguenze e scoperte. 


Sembra che io vi abbia raccontato tanto, ma non è così - è solo la punta dell'iceberg.

Signal non ricorda nulla della notte in cui Rose è morta - non ricorda nulla delle ore precedenti passate nel capanno prima di risvegliarsi con il suo corpo in grembo. E sa di non potersi fidare di Erik, di uno che afferma di avere già ucciso dieci persone e che dicono tutti ti entri in testa per manipolarti - però sembra conoscere a fondo il caso di Signal e Rose e, un po' per noia e un po' per la voglia e il gioco di risolvere un rompicapo, vuole aiutare Signal a trovare il vero colpevole. 

Così come sa di non potersi fidare di tutti gli altri, sebbene presto si renda conto che non sono quei criminali di Classe A del tutto privi di umanità che Dave, Kate e il resto del mondo vogliono far credere loro. Nobody è leale e capisce spesso cosa sta provando chi la circonda, è chiaro che Jada è rimasta traumatizzata da qualcosa che ha subito, Javier nasconde un dolore profondo dietro la sua gentilezza nei confronti di Signal, Dennis si è offerto volontario per il test prima che i suoi pensieri si trasformassero in realtà - Troy e Kurt sono quelli meno esplorati ed Erik è un mistero avvolto da un enigma, che non si sbottona mai se non in qualche occasione sotto la pressione delle domande di Signal. 

E Signal non può accettare che degli adolescenti spezzati come loro - seppure assassini, tranne che nel suo caso - imparino a sopprimere quella parte ancora umana per passare poi, ad addestramento completato, da un obiettivo all'altro come se niente fosse. Non può accettarlo, perché finché resta dell'umanità in loro c'è ancora speranza.
Ma cosa può fare per impedirlo? Cosa può fare quando, nonostante gli spazi aperti, sono comunque in gabbia e a rischio di essere uccisi appena qualcosa va storto? 

Signal è quella che in qualche modo li rende una squadra - sgangherata, certo, ma anche se è solamente Erik a conoscenza della verità, almeno altri due di loro si mettono sempre in mezzo per proteggerla e aiutarla, quasi inconsciamente sapessero della sua natura diversa dalla loro. 
Che poi nessuno di loro ha la stessa natura degli altri: alcuni sono più empatici di altri, altri proprio provi di empatia o qualcosa di simile e mai ho pensato che l'avrei detto, ma mi sono presa una cotta enorme per uno di quegli psicopatici - Erik, hai il mio cuore. 

In generale rappresentano un po' i cliché del liceo messi nelle vesti di assassini teenager in addestramento: Signal la bella (che non sa di esserlo) eroina emarginata, Jada la mean girl, Javier il bravo ragazzo, Dennis il nerd dei computer, Troy e Kurt i clown del gruppo, Nobody l'amica che non ti aspetti ed Erik il bad boy della situazione - ma ragazzi quanto mi sono piaciuti e quanto mi è piaciuto il libro.  

E come ogni cliché da high school che si rispetti, c'è stato anche il triangolo amoroso - grr, che odio il triangolo. Ad un certo punto - come scrivevo mercoledì - pensavo si fosse finalmente concluso e invece no! Ma sapete che c'è? Che stavolta neanche mi ha dato fastidio (più di tanto) perché sebbene la chimica di Signal con Tizio A fosse alle stelle, anche Tizio B aveva i suoi perché. O forse dovrei fare a meno di scrivere Tizio A e Tizio B perché tanto abbiamo capito tutti di chi stiamo parlando? 
Insomma, questo triangolo mi ha fatta sudare fino alla fine - in realtà ho sudato fino alla fine perché uno dei miei personaggi preferiti fino all'ultimo minuto di audiolibro non sapevo se fosse vivo o morto e insomma, stavo sulle spine. 
 
Quello che vi ho raccontato finora è solo una piccolissima parte: ci sono flashback della vita di Signal e momenti della sua amicizia con Rose, ci sono ricordi confusi di quella notte, ci sono teorie e ipotesi su chi sia il colpevole e ad un certo punto io e Signal stavamo andando nella stessa direzione (anche se a me il pensiero era venuto prima che a lei), ma un plot-twist dentro un altro plot-twist mi ha lasciata a bocca aperta e niente - non ci ho azzeccato per nulla. E quei plot-twist proprio non li ho visti arrivare - Lily Sparks sa come scrivere un libro e come intrattenere il lettore perché ogni volta che mi dicevo basta, la fine del capitolo mi portava a dover iniziare immediatamente quello successivo.  

A dispetto delle premesse, questo è un romanzo di amicizia - prima quella di Signal con Rose e poi quella con il resto dei ragazzi al campo. 
Signal è quel tipo di personaggio che spesso - anzi, quasi sempre - non apprezzo: bella e non sa di esserlo, contesa tra due ragazzi, incapace di fare la qualunque e bisognosa di essere salvata perché lei è il fiore innocente del gruppo - un po' alla Bella Swan, insomma. Ma che vi devo dire? Sentirlo raccontare da lei, da questo coniglietto in una tana di leoni che deve cercare di uniformarsi ad un branco di assassini e al contempo sperare di far fiorire un briciolo di normalità in una situazione che di normale non ha nulla, ammetto che io avrei fatto uguale se non "peggio". E parti sentendoti in ansia per lei e per quello che le potrebbero fare e alla fine finisci per amare tutti - tranne quelle bestie di Dave e Kate.

E certo, non è realistico che qualcuno venga messo in prigione solo perché ad un test viene fuori una personalità criminale e manipolatrice di Classe A se ancora non ha fatto niente e magari non farà mai niente, ma sapete che c'è? Questo libro e il mondo al suo interno vanno bene così come sono. 

Il finale resta un po' aperto, nel senso che comunque si scopre chi è il colpevole, ma c'è spazio in abbondanza per un sequel - e oh come spero che ci sia un sequel prima o poi! 

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