lunedì 14 dicembre 2020

[Recensione] "Stained" di Cheryl Rainfield

Sapevo che la reading slump non se n'era totalmente andata, che era ancora in agguato - e me l'ha dimostrato con questo libro che, lo ammetto, speravo mi catturasse di più.
Soprattutto perché ho scelto di leggerlo prima di un altro della stessa autrice già in mio possesso cartaceo, ma che continuo a rimandare perché rappresenta un mio grandissimo trigger già a partire dal titolo. 

Comunque oggi non siamo qui per parlare di quell'altro e dei miei trigger, ma per parlare di Stained - e di cosa, nonostante un bel messaggio, non abbia funzionato.
 
 
Titolo: Stained
Autrice: Cheryl Rainfield
Data di uscita: 1 ottobre 2013
Durata: 7H 43Min (Storytel Edition)
Editore: HMH
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Trama [tradotta da me]: Un'intensa e potente storia di una ragazzina, presa di mira da bulli per la sua voglia di vino sul viso, che deve racimolare tutta la sua forza per sopravvivere al rapimento e all'orrendo abuso per mano di un folle assassino.

La sedicenne Sarah Meadows brama essere "normale". Nata con una voglia di vino che le copre metà del viso, per tutta la sua vita è stata afflitta da sguardi, risatine, bullismo e disgusto. Ma quando viene rapita sulla strada di casa di ritorno da scuola, Sarah è costretta a scoprire il coraggio che non ha mai saputo di avere, diventare un'eroina invece di una vittima e imparare a guardare oltre il suo viso per trovare la bellezza e la forza che ha dentro. Questo o soccombere all'assassino.
 
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TRIGGER WARNING: stupro, rapimento, prigionia, manipolazione emotiva e psicologica, sindrome da stress post-traumatico, bullismo. 


Mi rendo conto - in realtà me ne sono resa conto già da un po' - che non importa quanto il messaggio sia importante: se la resa poi non è all'altezza bisogna comunque essere sinceri con il voto finale. Era già stato così il caso con What Unbreakable Looks Like
 

Sarah Meadows è una ragazza vittima da sempre di sguardi, prese in giro e bullismo per via di una voglia che le copre quasi interamente una guancia. Da anni ritaglia foto di volti di modelle e li appende in camera, desiderosa di svegliarsi e avere un viso come il loro. Ha un rapporto conflittuale con sua madre, la quale non fa che ripeterle quanto sia comunque bellissima e che alla fine l'importante è essere belli dentro, che se gli altri non lo capiscono è un problema loro - ma è Sarah quella che ogni giorno deve affrontare gli sguardi e le battute. E se gli altri la giudicano, lei non può fare a meno di giudicarli a loro volta - classificando la loro bellezza in base ad una scala che va da uno a dieci. 

Sarah ha solo Charlene come amica e forse anche Nick, un ragazzo che condivide con lei la passione per i fumetti ma che tende comunque a mantenere a distanza perché, per l'appunto, non è abbastanza in alto nella scala della bellezza e non vuole che gli altri abbiano un ulteriore motivo per prenderla in giro se li vedono insieme.

La sua vita cambia il giorno in cui finalmente avrebbe dovuto sottoporsi ad un doloroso trattamento che l'avrebbe resa più "normale": la compagnia di suo padre ha perso molti soldi e rischiano la bancarotta, quindi il trattamento è fuori discussione forse per sempre; un nuovo ragazzo a scuola l'ha presa particolarmente di mira pur non conoscendola e Charlene, anche lei alla disperata ricerca di qualcuno che la ami nonostante il suo peso, per un momento si unisce ai bulli quando il ragazzo nuovo sembra darle attenzioni. 
Quando però pensa di essere al sicuro dopo essere stata salvata dal branco sulla via di casa, Sarah viene rapita - e senza testimoni ad assistere, si rende conto che se vuole sopravvivere e tornare alla sua vita dovrà salvarsi da sola. 


C'è una cosa che mi è sempre rimasta impressa sin dalla prima volta che l'ho letta: è vero che a volte c'è davvero il mostro sconosciuto che ti aspetta nel vicolo buio, ma altrettanto spesso è qualcuno che conosci a farti del male. 

È ciò che succede in questo libro: per quanto l'istinto di Sarah sia allenato e sempre pronto a cogliere le minacce dei bulli, questo non ha potuto nulla quando è proprio una persona a lei vicina - e di cui pensava di fidarsi - a farle del male. 
A rapirla e poi a stuprarla, a tenerla segregata per mesi e mettendola alla fame con la chiara intenzione poi di ucciderla alla fine.
Io personalmente ho avuto subito delle brutte sensazioni fin dalla prima volta che il personaggio è entrato in scena e quindi non mi sono neanche stupita quando le cose hanno preso una brutta piega. 

La parte iniziale e quella finale sono quelle più coinvolgenti, ma quella centrale manca del tutto di tensione psicologica - aspetto su cui il romanzo dovrebbe fondarsi. Vediamo ripetute sempre le stesse scene, sentiamo ripetuti sempre gli stessi discorsi - e la morale della storia che il lettore dovrebbe trovare da sé alla fine del libro, ci viene sempre sbattuta in faccia ogni volta che Sarah si dice che deve salvarsi da sola ed essere la sua stessa eroina. E viene ripetuto così tante volte che sembra quasi che se non riesci letteralmente a liberarti da sola e a scappare, allora non sei forte abbastanza oppure non ci hai provato abbastanza. 

Ho trovato sconcertante come Nick, sebbene abbia una cotta per lei, ogni giorno fosse a casa dei genitori di Sarah per stare insieme a loro - e capisco aiutare nelle ricerche, distribuire volantini, ma piazzarsi così in casa altrui e anche presentarsi ogni giorno alla centrale di polizia, chiedendo malamente ai detective cosa stanno facendo per trovare Sarah, l'ho trovato eccessivo. 

In generale non ho sviluppato empatia con i personaggi - sì, un po' con Sarah, ma non nella parte in cui sarebbe davvero contato. Sono tutti un po' monodimensionali ed è vero che essendoci solo il punto di vista di Sarah e Nick si perdono un po' le voci degli altri personaggi, ma dopo l'inizio non si sa più niente di Charlene e manca anche un vero epilogo che mostri le reazioni di quelli che conoscono Sarah. 

Sembra passare anche lo stereotipo (inverso rispetto a quello delle fiabe) secondo il quale le persone di bell'aspetto sono cattive e quelle invece di aspetto "normale" o "brutto" sono buone - addirittura, ad un certo punto, un personaggio si chiede perché questo non sia accaduto alla mean girl della situazione, come se certe cose alcune persone se le meritassero più di altre. Passa quindi un messaggio che ha insito un pregiudizio, che mette un gruppo di persone contro un altro per partito preso - in questo caso, la bellezza.

Il rapitore di Sarah fa delle cose orribili, è cattivo e crudele, ma nonostante ciò resta un personaggio di carta e basta - ha tutte le caratteristiche per appartenere ad un episodio di Criminal Minds, eppure la resa sembra quasi quella di un personaggio dei cartoni animati. Proprio perché la parte centrale è piatta e priva di tensione psicologica, non ci sono mai stati momenti in cui ho avuto seriamente paura - proprio perché le stesse scene e le stesse dinamiche tendevano a ripetersi, ogni volta che andava a trovare Sarah non c'era mai un brivido di terrore che mi facesse temere il peggio. 

Questo libro ha un messaggio davvero positivo, ma mi dispiace che la resa non sia all'altezza - e mi dispiace ancora di più perché la stessa autrice ha scritto nelle note che è ispirato a cose vere che ha subito lei: rapimento, segregazione, abusi, fame. Così come altre cose che ha scritto nel libro che non ho ancora letto perché rappresenta un trigger. 
 
Ci sono state parti che ho sottolineato perché mi sono ritrovata in Sarah all'inizio, quando deve affrontare i bulli: quando è sempre all'erta, quando è in tensione, quando capisce che sta per essere presa di mira - sia verbalmente che fisicamente. 
Sono cose in cui mi sono ritrovata perché le ho affrontate anche io, ho avuto anche io persone che mi hanno attaccata per il mio aspetto anche senza conoscermi - che mi hanno chiesto con che coraggio uscissi di casa e mostrassi la mia faccia al mondo. Potevo capire, sentire il suo disagio - e non con la stessa gravità, ma io ho sempre avuto una guancia più rossa dell'altra che ha sempre stonato con la mia carnagione pallida e che ogni volta, prima di uscire, copro con fondotinta e strati su strati di correttore. 

La storia è terribile - terribile nel senso che è vera e realistica, ispirata a cose orribili che purtroppo continuano ad accadere a ragazze che non sempre vengono salvate da altri o riescono a salvarsi da sole. Quindi è davvero un peccato che il modo di presentarla non sia stato all'altezza del messaggio che voleva trasmettere. 
Per questo ho di gran lunga preferito Jane Anonymous, letto all'inizio di quest'anno.
 

2 commenti:

  1. Non il mio genere di libro, però mi spiace che non ti abbia convinta e che non sia riuscito a presentare dei personaggi all'altezza dei temi.

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