lunedì 13 gennaio 2020

[Recensione] "Jane Anonymous" di Laurie Faria Stolarz

Buon inizio settimana, lettori! 

Oggi dovrebbe finalmente arrivare la copia sostitutiva di A Prom to Remember di Sandy Hall - perché, se avete letto il post in cui vi mostravo i miei regali ricevuti per l'Epifania, sapete che il libro mi era arrivato in condizioni pietose. 


Venendo al libro di oggi, vi avevo chiesto nell'ultimo WWW Wednesday se volevate la trama più esplicita o meno - nessuno di voi si era espresso, quindi ho scelto la trama meno rivelatoria.

Grazie alla St. Martin's Press per la copia digitale in anteprima - anche se io arrivo solo adesso. Courtney Summers ha caldamente consigliato questo libro e grazie a Beatrice della CE che mi ha contattata proprio lei per prima, proponendomelo perché ho amato Sadie - ormai la mia devozione per la Summers è nota anche oltreoceano.


Titolo: Jane Anonymous
Autrice: Laurie Faria Stolarz
Data di uscita: 7 gennaio 2020
Pagine: 320 (Kindle Edition)
Editore: Wednesday Books
Link Amazon: https://amzn.to/2FxBKQQ

Trama [tradotta da me]: Prima “Jane” era la tipica diciassettenne in una tipica periferia del New England che si preparava per il suo ultimo anno di superiori. Aveva una lavoro part-time che le piaceva, una fantastica migliore amica, genitori un po' troppo autoritari ma amorevoli e una cotta per un ragazzo che l'avrebbe portata al concerto della sua band preferita. Non avrebbe mai immaginato che, nella sua cittadina dove non accade mai nulla, una serie di piccole coincidenze avrebbe portato ad uno svolgersi di eventi che avrebbe per sempre cambiato la sua vita.

Ora sono passati tre mesi da quando “Jane” è scappata dalla prigionia ed è tornata a casa. Tre mesi in cui è stata la ragazza che è stata rapita, la ragazza tenuta segregata da un “mostro”. Tre mesi in cui ha scritto tutto quello che ricordava di quei sette mesi rinchiusa in quella stanza completamente bianca. 


Ma se tutto quello che pensavi di sapere―tutto quello che pensavi di aver sperimentato―si rivelasse essere una bugia?

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TRIGGER WARNING: rapimento, prigionia, sindrome da stress post-traumatico, manipolazione emotiva e psicologica, morte di un animale (passata).


Jane Anonymous - questo il nome che la protagonista si è scelta per non farsi riconoscere da chi leggerà la sua storia che sta mettendo per iscritto - è una ragazza che nell'estate prima del suo ultimo anno di superiori viene rapita e tenuta in ostaggio per sette mesi, prima di essere in grado di scappare.

Jane è a casa da tre mesi, ma lei non sa più cosa voglia dire avere una vita normale - ed è quello che tutti, dai suoi genitori alla sua migliore amica a chi semplicemente sa chi è, si aspettano. Jane è in mille pezzi dopo un'esperienza del genere, ci sono abitudini che ha assunto durante la prigionia che non riesce ad evitare nemmeno ora che è a casa. Si isola e sceglie di rinchiudersi nella sua camera - tra le lacrime di frustrazione di sua madre e il silenzio comprensivo di suo padre, tra la paziente attesa della sua migliore amica Shelley e l'empatia non opprimente di quello che stava per diventare qualcosa di più di un amico Jack - perché certi odori, certi rumori e persino certi colori possono far scattare un attacco di panico anche nei momenti più inaspettati.

Così Jane scrive e ci narra la sua storia, ci racconta di quella serie di circostanze o fatali coincidenze che hanno portato al suo rapimento, di come forse sarebbe stato evitabile se solo... e procede poi, tra il terrore e la confusione e la rabbia e lo sgomento, a descriverci il suo periodo di prigionia: un rapitore che poi non ha più visto, pareti e mobilio di un bianco accecante, regole di buon comportamento da seguire per guadagnare stelle e per ricevere al raggiungimento dell'obiettivo un "premio", l'inquietudine provocata da ciò che trova nei cassetti del suo alloggio e che dimostra che lei non è una vittima casuale, le urla di altre ragazze fuori dalla porta, la presenza consolante di Mason - un altro prigioniero che è riuscito a trovare una via nei condotti di aerazione e che attraverso il muro le permette di non perdere la sanità mentale.

Quando però ha l'occasione di fuggire, Jane è costretta a lasciarlo - ma nessuno dopo crede alla sua esistenza, nemmeno quando lei ha quasi un collasso nervoso perché nessuno si decide ad andare a salvarlo. Mason esiste davvero? Oppure è stato frutto della sua immaginazione per non impazzire?


Jane Anonymous è stato un romanzo che mi ha tenuta incollata alle pagine. 

Si alterna tra passato e presente ed è estremamente claustrofobico - prima perché aspetti con il fiato sospeso il momento in cui Jane sarà rapita, poi durante tutto il periodo di prigionia non sai cosa aspettarti e anche una volta che Jane è libera sei lì, come lei, che ti guardi alle spalle e sobbalzi ad ogni rumore.

Essendo narrato dal punto di vista di Jane è più intimo, più personale ma anche più inaffidabile perché le percezioni sono facilmente manipolabili dalle circostanze e/o da fattori esterni. La stessa mente di Jane diventa un campo minato di ricordi che forse non sono esatti, di ricordi e scene di vita che non sa come mettere insieme perché in fondo non è pronta a farlo, di incubi che di notte le fanno dubitare di tutto - frasi che le sussurrano cose che potrebbero essere accadute e di cui ha paura, scene di conforto che assumono aspetti inquietanti.

Il trauma di Jane è grande, ma così grande che certe abitudini della prigionia se le è portate dietro - perché non sa più cosa significhi essere intera, perché una parte di lei è ancora là e sente la mancanza del conforto di Mason, l'unico che spezzava il silenzio.

E proprio perché il romanzo si concentra più sul trauma che su altri aspetti - e sebbene per più di metà romanzo io abbia evitato di fare teorie - alla fine ho capito come erano andate le cose, ma ciò non le ha rese meno inquietanti.

Jane Anonymous è un romanzo psicologico che affronta il trauma dell'essere rapiti e tenuti in ostaggio per motivazioni che vanno ben oltre il riscatto - che affronta il trauma del doversi riguadagnare quella libertà che diamo sempre per scontata ma che, anche una volta riguadagnata, è macchiata da quello che abbiamo subito. Affronta il trauma di dover tornare ad una normalità che non sentiamo più nostra, una normalità che gli altri si aspettano e la loro frustrazione e il loro disappunto quando non l'abbracciamo come si aspetterebbero. Affronta l'importanza della terapia, ma soprattutto l'importanza di trovare il terapista giusto che sappia ascoltare quando siamo pronti a parlare e che non ci forzi la mano quando non lo siamo.

Jane Anonymous è un romanzo che, una volta iniziato, non riuscirete più a posare fino a quando non sarete arrivati alla fine. 


2 commenti:

  1. Sembra davvero molto interessante, e di questo tipo di storia mi affascinano proprio i risvolti psicologici *^*

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    1. Come lettura mi ha davvero coinvolta e tenuta incollata alle pagine!

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