martedì 29 dicembre 2020

[Recensione] "Mind the Gap, Dash & Lily" di Rachel Cohn & David Levithan

Altra recensione nel giro di poco perché mi è bastato un giorno e mezzo per leggere questo libro. E poi ho fatto anche dei calcoli e, in base a suddetti calcoli, non credo che riuscirò a postare il recap del mese e il Tirando le somme del... precisamente il 31 dicembre come ho fatto negli ultimi due anni. 
Il che un po' mi urta, se devo dire la verità, ma in fondo i recap normali li ho sempre postati il primo del mese nuovo - perché stavolta dovrebbe essere diverso solo perché finisce un anno e ne comincia un altro?
Non dovrebbe, eppure mi prende male - eh, essere ossessivo-compulsivi non è bello.
 
 
Titolo: Mind the Gap, Dash & Lily
Serie: Dash & Lily #3
Autori: Rachel Cohn & David Levithan
Data di uscita: 3 novembre 2020
Pagine: 256 (Kindle Edition)
Editore: Alfred A. Knopf Books for Young Readers
Link Amazon: https://amzn.to/2IGrWcz

Trama [tradotta da me]: Dash e Lily si stavano sentendo più vicini che mai...peccato che ora ci sia un oceano a dividerli. Dopo l'ammissione di Dash alla Oxford University e la permanenza di Lily a New York per proseguire la sua attività di portare a spasso i cani, la coppia sta facendo fatica a far funzionare la relazione a lunga distanza. E quando Dash fa scoppiare la bomba con la notizia che non tornerà a casa per Natale, Lily prende una decisione: se Dash non può andare da lei, allora lei lo raggiungerà a Londra. È il perfetto gesto romantico...che sfugge del tutto al controllo di Lily. Presto Dash e Lily cominciano a sentire più di un po' di distanza tra loro, anche se si trovano nella stessa città. Riuscirà Londra a farli riavvicinare--oppure sarà la loro fine?
 
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Dopo Come si scrive di ti amo (recentemente ripubblicato in Italia dalla HarperCollins con il titolo Dash & Lily in occasione dell'uscita dell'omonima serie televisiva) e il suo sequel ancora inedito The Twelve Days of Dash & Lily, siamo ora al terzo volume della serie.
 
Non so se questo libro sia stato scritto effettivamente per cavalcare l'onda della serie televisiva perché, per quanto io apprezzi sempre i libri scritti in coppia da questi due autori, forse non era davvero necessario. 
Anzi, mi sono persino ritrovata a rivalutare il secondo volume - sebbene siano passati tre anni da quando l'ho letto e quindi non me lo ricordi benissimo - tanto che sono andata ad alzargli il punteggio di mezzo voto. 

E alla fine è anche un bene che la mia lettura di Mind the Gap, Dash & Lily non sia coincisa precisamente con il Natale perché questo - dei tre - è il volume in cui si sente meno l'atmosfera natalizia. 
 

La trama la fa anche più tragica di quello che è: è vero che Dash e Lily vivono una relazione a distanza e sentono l'uno la mancanza dell'altra, ma la vivono piuttosto bene - sono quelli attorno a loro che fanno le tragedie. 

Sotto un certo punto di vista, questo è il più maturo dei tre - quello in cui i ragazzi sono prossimi all'età adulta e al dover prendere decisioni da adulti.
 
Lily si è presa un anno sabbatico - ammessa al Barnard College, sente la cosa più come un obbligo in quanto tutte le donne di famiglia sono andate lì a studiare che come qualcosa che vuole davvero. Adora la sua attività con i cani, si è fatta un nome ed è anche diventata abbastanza famosa su Instagram - e, se è sincera con se stessa, vorrebbe riuscire a ricavarne un lavoro vero e proprio, dal momento che già in tanti comprano le sue creazioni di design e abbigliamento sia per umani che per cani. 
 
Dash aveva sempre sognato Oxford sin da bambino, sin da quando una nonna - Gem - che è sempre stata quasi una sconosciuta gli ha mandato una felpa dell'università. Ma la fantasia si è scontrata con la dura realtà, la differenza tra una scuola americana e una europea e qualcosa che sognava che non gli dà gli stimoli che aveva sperato. 

Entrambi si sentono un po' persi nelle loro vite, sebbene Lily sia quella con le idee forse un po' più chiare - ma la loro relazione non è mai in dubbio, è sempre il loro punto fermo.
Cosa che la grande e numerosa famiglia di Lily continua a malapena a tollerare - tollerando quindi a malapena Dash nonostante siano due anni che stanno insieme. E le cose non fanno che peggiorare quando Lily decide di non passare il Natale in famiglia ma di andare a Londra da Dash, che all'inizio sembra quasi non volerla lì. 

Le incomprensioni ovviamente non mancano, ma manca poco al Natale e Londra è piena di posti per ritrovare la serenità e l'armonia perduta. 


Questo è sicuramente il libro più maturo dei tre: Dash e Lily non hanno la benché minima idea di cosa fare delle loro vite e il loro futuro sembra soltanto un buco nero - tanto che pure Dash, di solito così solido e imperturbabile, qui viene colto da diversi attacchi di panico di cui è restio a parlare. Gente, io sono ancora messa così a 31 anni. 
Il Natale qui si fa da parte per lasciare spazio alle riflessioni, ai dubbi, alle incertezze, alle domande, alle quasi risposte - il Natale diventa un contorno che ci lasciamo alla fine quando invece è sempre stato quasi l'argomento principale di questa serie. E con questo non voglio dire che sia un punto a suo sfavore perché ho apprezzato la maturità di Dash e (quasi sempre) di Lily, ma di sicuro di discosta molto dai precedenti. 

Ho trovato anche che si concentrasse un po' troppo su Lily e non fosse distribuito equamente in termini di pensieri, emozioni e sensazioni - Dash rimane un po' in ombra, un po' troppo silenzioso. 
 
La famiglia di Lily l'ho trovata irritante oltre ogni misura: se prima il loro essere iperprotettivi verso la piccolina di casa che comincia ad avere a che fare con il mondo e con la sua prima relazione poteva essere divertente, arrivati a due anni di storia con Dash inizia veramente a dare sui nervi. 
La famiglia resta in famiglia - e si offendono a morte e decidono di cancellare il Natale a New York solo perché Lily decide di andare a Londra da Dash e questo è, ommioddio, sacrilegio! perché Lily preferisce vedere il suo ragazzo che non vede da mesi alla sua famiglia che vede tutti i giorni! Che vabbè, non è solo quello perché poi Lily combina un'altra cosa per rovinare l'umore a tutti, ma la motivazione alla base era quella. 
Al di là del fatto che quest'anno abbiamo il Covid-19 in giro, mi sembra normale che arrivati ad un certa età - e se si ha una relazione - il Natale si trascorra anche con altre persone e famiglie. Che tu ti divida in due - pranzo e cena - lo stesso giorno o che tu faccia Natale con uno e Santo Stefano con l'altro, a casa mia questa è sempre stata la normalità. Allora Lily anche a cinquant'anni deve passare il Natale solo con il suo clan e non è ammesso nessun altro?
 
Ho detestato tutti gli attacchi a Dash e sono stata contenta quando Lily ha cominciato a dirgliene quattro - anche perché dopo due anni anche basta, eh. Mettetevi l'anima in pace che Dash è qui per restare. 
L'unico di cui ho sentito la mancanza è stato Langston, il fratello di Lily, perché i suoi siparietti con Dash sono sempre stati divertenti - sempre sberleffi, certo, ma comunque più leggeri degli insulti pesanti del cugino Mark. 

Ma in generale la famiglia di Lily mi ha dato sui nervi perché vogliono programmarle loro il futuro in ogni minimo dettaglio, senza dare retta alle sue aspirazioni - e se sono d'accordo che le grandi decisioni vanno discusse in famiglia, non sono però d'accordo che debbano essere "approvate" dall'intero clan perché Lily possa andare avanti con la sua vita visto che ha anche un'età in cui queste decisioni (ed eventuali sbagli) sono sue da prendere. 

A cozzare con il resto poi c'è il fatto che stavolta Dash e Lily vengono fuori proprio come due ragazzi bianchi privilegiati, perdendo quel tocco di umanità e realtà - non che vengano fuori antipatici e con la spocchia, ma improvvisamente conosciamo la nonna di Dash che mai si era sentita nominare finora e questa è piena di conoscenze e agganci che danno una spinta a Dash nel realizzarsi nella vita futura. E credo sia stato qui che poi ho perso io l'aggancio con i discorsi fatti in precedenza di maturità e crescita - non è più un trovare la propria strada da soli, ma avere anche qualcuno che te la spiani e non credo che qui (inteso tra di noi) abbiamo tutti qualcuno con quel potere. Io no di sicuro. 

Non mi è dispiaciuto come romanzo perché i libri scritti da questi due autori in coppia li trovo sempre gradevoli anche quando non sono al massimo della perfezione - lo dimostra il fatto che io abbia sottolineato tantissime frasi, specialmente di Dash, e che stia per leggerne un altro - e la loro scrittura è sempre armoniosa e scorrevole, sebbene però stavolta Dash ci vada giù pesante con paroloni altisonanti e discorsi filosofici. Manca però quell'atmosfera natalizia che mi aspettavo di trovare come negli altri e per quanto abbia apprezzato la realtà della difficoltà nel trovare la propria strada, questa viene un po' vanificata alla fine quando grazie a Gem tutto va sempre ad incastrarsi alla perfezione - coincidenze di voli, Natale festeggiato sia a Londra che a New York, agganci e conoscenze famose che permettono a Dash di entrare in un mondo in cui neanche se strisci in ginocchio a volte ce la fai. Un po' troppa serendipità, forse.

Piacevole alla fine, ma sicuramente quello meno riuscito dei tre. 

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