lunedì 2 settembre 2019

[Recensione] "Alex, Approximately" di Jenn Bennett

Prima giorno della settimana e prima recensione di settembre per l'ultimo libro cominciato - e inaspettatamente concluso - l'ultimo giorno di agosto. 

Quanti di voi sono felici che settembre sia arrivato? Io lo sarei anche di più se finalmente la temperatura si decidesse a calare. 

Ma bando alle ciance e parliamo di un libro che ho in wishlist su Amazon da una vita, che una volta ho quasi eliminato - il perché non lo so neanche io, forse mi sentivo troppo vecchia o troppo poco in fase romance in quel momento - e che grazie ai tre mesi gratuiti su Storytel della Vodafone ho divorato e che ora non vedo l'ora di prendere cartaceo.


Titolo: Alex, Approximately
Autrice: Jenn Bennett
Data di uscita: 6 aprile 2017
Pagine: 451 (Storytel Edition)
Editore: Simon & Schuster Children's UK
Link Amazon: https://amzn.to/2MsIjd6

Trama [tradotta da me]: Bailey “Mink” Rydell ha incontrato il ragazzo dei suoi sogni. Condividono l'amore per i film e parlano tutto il giorno – Alex è perfetto. Beh, se escludiamo il fatto che non si sono mai davvero incontrati... e che nessuno dei due conosce il vero nome dell'altro.

Quando Bailey si trasferisce nella soleggiata California per vivere con suo padre, il quale sembra vivere proprio nella stessa città di Alex, decide di rintracciarlo. Ma trovare qualcuno basandosi solo su alcune conversazioni online si dimostra più difficile di quanto Bailey pensasse e con il suo irritante ma carismatico (e potenzialmente attraente?) collega Porter Roth che la distrae continuamente, sarà mai in grado di incontrare il misterioso Alex? 



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Credo che ormai lo sappiate: ho un problema con i ragazzi con i capelli ricci. 
Non nel senso che se prendessero fuoco e io avessi un bicchiere d'acqua in mano me lo berrei mentre loro bruciano, ma più nel senso ginocchia-molli-tenetemi-per-un-braccio-che-le-gambe-non-mi-reggono.

E Porter Roth - per aspetto fisico e personalità - assomiglia in maniera impressionante al mio unico colpo di fulmine e anche ad un altro ragazzo che "conosco" e niente, quindi ciaone: mi sono presa una cotta stratosferica. Sì, per un personaggio di fantasia che vive su carta - o sullo schermo del tablet in questo caso.

Aggiungiamoci il fatto che, pur non essendo io un tipo super-romantico, C'è posta per te è uno dei miei film preferiti di sempre e che questo libro è un retelling in chiave YA del suddetto film e quindi io sono un po' di parte. 


Non starò a dilungarmi molto sulla trama perché in fondo, se avete già visto il film o letto altri YA sul genere, sapete bene com'è il plot della storia. 

Mi sono ritrovata ad empatizzare tantissimo con Bailey perché è un po' come me: tende ad evitare il confronto, è un po' (tanto) solitaria, ha fatto dell'evitare domande scomode e determinate situazioni un'arte - io stessa mi definivo un'artista della fuga, anche se con gli anni ammetto che ho perso smalto. 
Bailey ha difficoltà ad aprirsi con le persone e quando le cose si fanno difficili tende a fuggire: ecco perché decide di lasciare sua madre che non fa altro che litigare con il secondo marito negli ultimi tempi per andare a vivere con suo padre in California. 

E il caso vuole che suo padre viva proprio nella stessa cittadina turistica in cui vive il suo amico virtuale, appassionato come lei di film. Però non gli vuole dire che il volo l'ha già preso e che ora condividono gli stessi spazi - cerca di prendere tempo, cerca di evitare il confronto per paura di restare delusa o di finire in una situazione spiacevole come quella successa quando aveva quattordici anni. 
Ma la curiosità è lì e con un metodo preciso e organizzato, cerca di scoprire e trovare Alex tramite le poche informazioni personali che lui ha lasciato trapelare. Però non è così facile come sembra inizialmente e mentre la vita va avanti e comincia il suo lavoro estivo, le conversazioni diventano più sporadiche e i suoi pensieri occupati da Porter Roth, ragazzo che fa la guardia nel museo dove lavora e che la provoca e la fa reagire in modi che proprio non sono da lei. 

Così, da "arcinemici", Porter e Bailey capiscono che sono davvero sulla stessa lunghezza d'onda quando si tratta di "litigare" e che l'attrazione fisica ci sta mettendo del suo. Ma Alex in tutto questo? 


Come ho detto, mi sono ritrovata ad annuire come una scema ogni volta che Bailey sottolineava quanto fosse incapace a relazionarsi con le persone, come reprimesse sempre tutto e imbottigliasse tutti i sentimenti e le sensazioni, come sentisse il bisogno di osservare situazioni e persone da lontano senza essere vista per farsi un'idea di come comportarsi e come reagire, come i riflettori addosso non le piacciano, come scansare ed evitare domande e deflettere e cambiare argomento fossero come una seconda natura per lei, come Porter la mettesse in difficoltà ma allo stesso tempo non riuscisse ad evitarlo per quanto ci provasse. 

Porter mi ha presa all'amo e non mi ha più lasciata andare - e ve l'ho detto, in questo caso sono di parte per tutti i motivi di cui sopra. È uno che scherza, è un po' uno sbruffone sicuro di sé, ma ha anche un grande cuore ed è dolce e attento con quelli a cui tiene - è il primo ad aprirsi con Bailey e a volere che lei faccia lo stesso chiedendo la stessa fiducia che lui le ha accordato. 


Tuttavia questo libro non è privo di difetti - e so che c'è chi l'ha odiato profondamente. 

Tanto per cominciare, un personaggio ha problemi di dipendenza dalla droga e viene dipinto come il villain senza che qualcuno faccia qualcosa di serio per aiutarlo - anche coloro che lo conoscono da una vita e che tenevano a lui. 

Bailey in un'occasione non si comporta bene con la sua amica Grace e sebbene anche io non sia un fenomeno nelle relazioni interpersonali e forse come amica in più di un'occasione potrei fare di più, so che non avrei tenuto quel comportamento - è stata l'unica occasione in cui ho smesso di identificarmi con Bailey e mi sono identificata totalmente con Grace. 
Poi vabbè, ogni tanto Bailey ribadisce di non essere come le altre ragazze - lo special snowflake, in altre parole - ma questa gliela passo perché il mio egocentrismo e/o la mia spirale discendente mi fanno pensare la stessa cosa di me stessa a volte. E alla faccia delle volte in cui suo padre le dice che sarebbe una brava detective, gli indizi lei proprio non li vede - ma io non so se lei vedrei invece, quindi su questo punto taccio. 

Ho adorato che ogni capitolo iniziasse con una citazione di film - citazione che poi era inerente a quello che sarebbe successo nel capitolo - ma le conversazioni in chat tra Mink e Alex sono state troppo poche e poco personali: il bello di C'è posta per te è vedere tutte le email che ShopGirl e NY152 si scambiano in parallelo alla loro vita reale e invece i messaggi tra Mink e Alex diminuiscono progressivamente man mano che la storia tra Bailey e Porter si evolve. 
Che ha anche senso perché, se sei presa dalla vita reale, il tempo per quella virtuale diminuisce, ma essendo questo un retelling di C'è posta per te avrei preferito vedere entrambi i rapporti portati avanti con lo stesso ritmo - o quasi. 


In ogni caso ho trovato questa storia davvero adorabile e se in precedenza avete letto e vi sono piaciuti Dimmi tre segreti di Julie Buxbaum e PS: I Like You di Kasie West, nel caso venga tradotto allora non vi potete perdere anche Alex, Approximately

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