Oggi finisce febbraio e io sono qui con la recensione dell'ultimo libro letto - anche questo in compagnia di Federica di L'ennesimo Book Blog - e... sono spiacente di dire che il mese non si è concluso affatto su una nota positiva.
Federica non ha tutti i torti quando dice che gli screenshots della nostra chat basterebbero a fare la recensione - e la sua, online domani, sarà una recensione spoiler.
Quindi magari io ne parlerò in generale e per i dettagli senza peli sulla lingua l'appuntamento è domani sul suo blog.
Federica non ha tutti i torti quando dice che gli screenshots della nostra chat basterebbero a fare la recensione - e la sua, online domani, sarà una recensione spoiler.
Quindi magari io ne parlerò in generale e per i dettagli senza peli sulla lingua l'appuntamento è domani sul suo blog.
Titolo: L'amore non ha ragione
Autrice: Angela Iezzi
Data di uscita: 21 gennaio 2019
Pagine: 255 (Kindle Edition)
Editore: Butterfly Edizioni
Link Amazon: https://amzn.to/2TNajrN
Trama: Faith ha diciotto anni e una caratteristica particolare: un quoziente intellettivo di 187. Nonostante il suo genio, è pessima nelle relazioni interpersonali, piuttosto rigida, cinica ed estremamente razionale. Vive di certezze e vuole avere il controllo su ogni cosa, emozioni comprese. Killian è il ragazzo più popolare di Yale e il suo giro di amicizie e frequentazioni è talmente ampio da renderlo una celebrità al campus. Affascinante, determinato, trasandato, sicuro di sé e attento osservatore, non è abituato a sentirsi contraddire. Per lui è facile catturare l'attenzione di qualsiasi ragazza, tranne lei, la secchiona che se ne sta sempre sulle sue, indecifrabile e inavvicinabile. Le loro strade, agli antipodi, sono destinate a incrociarsi nell'aula dell’unico corso che seguono insieme. Il loro primo incontro? Un disastro, i due non si sopportano. Così diversi da odiarsi al primo sguardo, non fanno altro che punzecchiarsi a ogni occasione. Ma, per quanto si possano calcolare le distanze ed evitare i sentimenti, l'amore, illogico e inspiegabile, è sempre in grado di sorprendere.
Sulla carta questo libro aveva il potenziale per piacermi - e non solo perché il nome del protagonista, Killian, ha svegliato il mio lato fangirl dal momento che nella vita ci vorrebbero più uomini come Killian Jones aka Capitan Uncino (e con l'aspetto di Colin O'Donoghue) di Once Upon a Time.
Aveva tutto il potenziale per piacermi perché ci sono state cose nella mia vita che mi hanno portata ad essere come Faith in molti aspetti - beh, ovviamente il quoziente intellettivo non rientra tra questi.
Ma il fatto di essere pessima nei rapporti interpersonali, di essere cinica, spesso rigida e portata a voler razionalizzare anche l'irrazionabile... quegli aspetti c'erano.
A differenza di Faith però, il mio atteggiamento cambia a seconda delle persone con cui sto interagendo - con le mie amiche sono più aperta, con gli estranei e con chi non conosco bene sono un pezzo di ghiaccio inavvicinabile.
E con il passare degli anni ho imparato ad essere più elastica, a non andare fuori di testa ad ogni minimo cambiamento della mia routine - ma questo perché ho avuto due anni, dal 2006 al 2008, in cui sentivo che ogni mio equilibrio fisico e soprattutto mentale sarebbe andato in pezzi se non avessi avuto il controllo su tutto.
E questa è la differenza tra me e Faith fondamentalmente: lei è tutta cervello, mentre io - per quanto abbia cercato di soffocare tutto e sia diventata molto più razionale di quanto non fossi prima di quegli anni - ho sempre avuto la mia parte emotiva attiva e a volte fin troppo sveglia.
Inizialmente Faith mi ha ricordato un po' Tessa di After per quella sorta di "saccenza" mostrata in campo scolastico, ma in realtà è più simile a Sheldon Cooper di The Big Bang Theory e a Walter O'Brien di Scorpion.
Faith ha aspetti che mi sono piaciuti, ma allo stesso tempo mi è risultata incredibilmente indisponente. Il genio poi in realtà si è dimostrata Federica quando se ne è uscita - mentre eravamo in chat a discutere della cosa - con la teoria che Sheldon Cooper non ci indispone così tanto perché ha anche altre cose dalla sua, come il fatto di essere fondamentalmente un nerd e di avere anche altri interessi e comunque un circolo di amici e relazioni interpersonali stabili.
Il che, di conseguenza, ha portato me a paragonare Faith più a Walter O'Brien - altissimo quoziente intellettivo, ma quasi inesistente quoziente emotivo. Ed è la stessa cosa che mi rende Walter particolarmente indisponente in alcuni episodi.
Non sono mai arrivata al punto di capire Faith, nonostante gli aspetti caratteriali in comune che a volte mi portano a comportarmi nello stesso modo. Ma non ho mai visto una crescita, un'evoluzione nella sua persona - alcune sue decisioni sono state per me incomprensibili, esagerate, troppo esasperate.
L'altro grande no è stato l'instalove.
Killian ci viene inzialmente descritto come carismatico, socievole e così social da conoscere praticamente tutti e non avere mai un attimo libero solo per se stesso.
Lui e Faith si scontrano alla prima lezione di sociologia, ognuno dei due contestando e ribattendo al punto di vista dell'altro e lui rimane incuriosito da lei. E la curiosità ci sta, assolutamente - per carità, ci mancherebbe altro.
Ma non mi puoi venire a dire, dopo solo tre volte in cui l'hai vista, che ti piace. Semplicemente non è credibile proprio perché, visto quello che ho in comune con Faith, è impossibile che qualcuno trovi qualcosa in me che gli piace dopo solo tre volte in cui mi ha vista e in cui si è parlato di tutto tranne che di cose personali.
Sulla carta, lo dico ancora una volta, aveva il potenziale per piacermi.
Ma la resa dei personaggi - una che porta tutto all'esasperazione, uno che si innamora dopo tre incontri - unito al brevissimo lasso di tempo in cui questi due sono amici e l'epilogo ambientato anni dopo, rendono tutto una favola che non ha nulla di credibile.
Manca di realismo, manca di fatti concreti - quelli che ama tanto Faith - su cui basare una relazione e già io non sono propriamente un'amante del romance, ma se ne leggo uno mi piacerebbe che fosse il più realistico possibile.
Poi questione di gusti, eh - non ho nulla contro chi cerca invece la favola.
Però per me è stata una delusione su quasi tutti i fronti.
Autrice: Angela Iezzi
Data di uscita: 21 gennaio 2019
Pagine: 255 (Kindle Edition)
Editore: Butterfly Edizioni
Link Amazon: https://amzn.to/2TNajrN
Trama: Faith ha diciotto anni e una caratteristica particolare: un quoziente intellettivo di 187. Nonostante il suo genio, è pessima nelle relazioni interpersonali, piuttosto rigida, cinica ed estremamente razionale. Vive di certezze e vuole avere il controllo su ogni cosa, emozioni comprese. Killian è il ragazzo più popolare di Yale e il suo giro di amicizie e frequentazioni è talmente ampio da renderlo una celebrità al campus. Affascinante, determinato, trasandato, sicuro di sé e attento osservatore, non è abituato a sentirsi contraddire. Per lui è facile catturare l'attenzione di qualsiasi ragazza, tranne lei, la secchiona che se ne sta sempre sulle sue, indecifrabile e inavvicinabile. Le loro strade, agli antipodi, sono destinate a incrociarsi nell'aula dell’unico corso che seguono insieme. Il loro primo incontro? Un disastro, i due non si sopportano. Così diversi da odiarsi al primo sguardo, non fanno altro che punzecchiarsi a ogni occasione. Ma, per quanto si possano calcolare le distanze ed evitare i sentimenti, l'amore, illogico e inspiegabile, è sempre in grado di sorprendere.
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Sulla carta questo libro aveva il potenziale per piacermi - e non solo perché il nome del protagonista, Killian, ha svegliato il mio lato fangirl dal momento che nella vita ci vorrebbero più uomini come Killian Jones aka Capitan Uncino (e con l'aspetto di Colin O'Donoghue) di Once Upon a Time.
Aveva tutto il potenziale per piacermi perché ci sono state cose nella mia vita che mi hanno portata ad essere come Faith in molti aspetti - beh, ovviamente il quoziente intellettivo non rientra tra questi.
Ma il fatto di essere pessima nei rapporti interpersonali, di essere cinica, spesso rigida e portata a voler razionalizzare anche l'irrazionabile... quegli aspetti c'erano.
A differenza di Faith però, il mio atteggiamento cambia a seconda delle persone con cui sto interagendo - con le mie amiche sono più aperta, con gli estranei e con chi non conosco bene sono un pezzo di ghiaccio inavvicinabile.
E con il passare degli anni ho imparato ad essere più elastica, a non andare fuori di testa ad ogni minimo cambiamento della mia routine - ma questo perché ho avuto due anni, dal 2006 al 2008, in cui sentivo che ogni mio equilibrio fisico e soprattutto mentale sarebbe andato in pezzi se non avessi avuto il controllo su tutto.
E questa è la differenza tra me e Faith fondamentalmente: lei è tutta cervello, mentre io - per quanto abbia cercato di soffocare tutto e sia diventata molto più razionale di quanto non fossi prima di quegli anni - ho sempre avuto la mia parte emotiva attiva e a volte fin troppo sveglia.
Inizialmente Faith mi ha ricordato un po' Tessa di After per quella sorta di "saccenza" mostrata in campo scolastico, ma in realtà è più simile a Sheldon Cooper di The Big Bang Theory e a Walter O'Brien di Scorpion.
Faith ha aspetti che mi sono piaciuti, ma allo stesso tempo mi è risultata incredibilmente indisponente. Il genio poi in realtà si è dimostrata Federica quando se ne è uscita - mentre eravamo in chat a discutere della cosa - con la teoria che Sheldon Cooper non ci indispone così tanto perché ha anche altre cose dalla sua, come il fatto di essere fondamentalmente un nerd e di avere anche altri interessi e comunque un circolo di amici e relazioni interpersonali stabili.
Il che, di conseguenza, ha portato me a paragonare Faith più a Walter O'Brien - altissimo quoziente intellettivo, ma quasi inesistente quoziente emotivo. Ed è la stessa cosa che mi rende Walter particolarmente indisponente in alcuni episodi.
Non sono mai arrivata al punto di capire Faith, nonostante gli aspetti caratteriali in comune che a volte mi portano a comportarmi nello stesso modo. Ma non ho mai visto una crescita, un'evoluzione nella sua persona - alcune sue decisioni sono state per me incomprensibili, esagerate, troppo esasperate.
L'altro grande no è stato l'instalove.
Killian ci viene inzialmente descritto come carismatico, socievole e così social da conoscere praticamente tutti e non avere mai un attimo libero solo per se stesso.
Lui e Faith si scontrano alla prima lezione di sociologia, ognuno dei due contestando e ribattendo al punto di vista dell'altro e lui rimane incuriosito da lei. E la curiosità ci sta, assolutamente - per carità, ci mancherebbe altro.
Ma non mi puoi venire a dire, dopo solo tre volte in cui l'hai vista, che ti piace. Semplicemente non è credibile proprio perché, visto quello che ho in comune con Faith, è impossibile che qualcuno trovi qualcosa in me che gli piace dopo solo tre volte in cui mi ha vista e in cui si è parlato di tutto tranne che di cose personali.
Sulla carta, lo dico ancora una volta, aveva il potenziale per piacermi.
Ma la resa dei personaggi - una che porta tutto all'esasperazione, uno che si innamora dopo tre incontri - unito al brevissimo lasso di tempo in cui questi due sono amici e l'epilogo ambientato anni dopo, rendono tutto una favola che non ha nulla di credibile.
Manca di realismo, manca di fatti concreti - quelli che ama tanto Faith - su cui basare una relazione e già io non sono propriamente un'amante del romance, ma se ne leggo uno mi piacerebbe che fosse il più realistico possibile.
Poi questione di gusti, eh - non ho nulla contro chi cerca invece la favola.
Però per me è stata una delusione su quasi tutti i fronti.