martedì 5 febbraio 2019

[Recensione] "Scommessa d'amore" di Katie McGarry

Dopo Oltre i limiti e Un'estate contro con protagonisti Noah ed Echo è stato il turno di Scommessa d'amore con protagonista questa volta Beth, già personaggio secondario visto in entrambi i libri.


Titolo: Scommessa d'amore
Titolo originale: Dare You To
Serie: Pushing the Limits #2
Autrice: Katie McGarry
Data di uscita: 16 settembre 2014
Data di uscita originale: 22 maggio 2013
Pagine: 464 (copertina rigida)
Editore:
De Agostini
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Trama: Beth Risk non è abituata a farsi mettere i piedi in testa da nessuno, ma stavolta non ha scelta: deve tornare a vivere nella sua città natale insieme allo zio Scott, altrimenti lui rivelerà alla polizia il segreto di sua madre. E se la verità saltasse fuori, la donna finirebbe in prigione. Perciò Beth è costretta a cedere al ricatto, anche se questo significa sacrificare la propria felicità e abbandonare i suoi due migliori amici, Noah e Isaiah. Ryan Stone è una promessa del baseball e un brillante scrittore. La sua "perfetta" famiglia, però, nasconde un segreto, qualcosa che non ha mai rivelato a nessuno, nemmeno al gruppo di amici con cui è solito divertirsi giocando a sfidarsi alle imprese più pazze. L'ultima scommessa riguarda la bellissima e scostante studentessa che si aggira come un pesce fuor d'acqua nei corridoi della scuola. A Ryan non piace perdere e ce la mette tutta per riuscire nell'impresa di portarla fuori... ma ciò che nasce per gioco si trasforma ben presto in un'attrazione a cui né lui né Beth sapranno resistere.


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Non nego che avevo delle riserve su questo libro, ma allo stesso tempo mi incuriosiva per il tema delle scommesse e delle sfide - è forse uno dei trope che mi tenta di più. 
Avevo delle riserve perché Beth era stata un personaggio sempre sgradevole con Echo, colpevole ai suoi occhi di aver rovinato l'equilibrio del suo rapporto con Noah ed Isaiah - da lei considerati rispettivamente come un fratello e come il suo migliore amico.

Qui approfondiamo la sua storia di una ragazza che si è rifiugiata a vivere dai suoi zii per sfuggire al compagno spacciatore della madre che vorrebbe ucciderla di botte non appena la vede, ma incapace di lasciare quella madre alcolizzata e drogata al suo destino - e in tutto questo la stessa Beth beve e fuma erba per non sentire il dolore, per non sentire nulla. 

La scelta le viene tolta dalle mani quando, per salvare sua madre, si ritrova davanti il fratello del padre che l'ha abbandonata quando aveva otto anni e che non è mai tornato a riprenderla. Ora Scott Risk ha la pretesa di voler assumere la sua tutela legale, di strapparla da Louisville e dalla sua vita e dai suoi amici e soprattutto da sua madre per portarla a Groveton, dove in realtà lei è nata e cresciuta durante la sua infanzia. 

E chi incontra qui se non il ragazzo che ci aveva provato con lei da Taco Bell, provando a strapparle il numero di telefono per vincere una scommessa? 

Ryan Stone non è abituato a perdere e il fatto che quella ragazza dal sorriso perfido e dall'atteggiamento strafottente stia ora frequentando la sua scuola ha dell'incredibile: non solo ora può tentare di vincere nuovamente la scommessa, ma Beth è anche la nipote del suo mito del baseball e se gioca bene le sue carte, le sue chances di entrare nei professionisti dopo il diploma potrebbero aumentare. 

Entrambi credono di avere inquadrato l'altro e di poter sfruttare la situazione a loro vantaggio, ma avranno davvero calcolato i rischi che queste scommesse comportano?


Beth è una di quelle protagoniste che io chiamo unlikeable: non è scritta per piacere, è scritta per essere se stessa ed è questo che mi ha fatto entrare in empatia con lei - comprese altre caratteristiche che condividiamo e che mi hanno portato a farmela capire e piacere in un modo che non avrei neanche immaginato durante la lettura dei due romanzi precedenti della serie.

Beth è sempre sulla difensiva, ha un linguaggio colorito e ha paura delle proprie emozioni - per questo teme i cambiamenti nei rapporti che intrattiene, parlare di sentimenti la fa scappare dalla parte opposta e non capisce perché Ryan le faccia un certo effetto. 

Ryan invece è alle prese con una famiglia il cui obiettivo è quello di apparire perfetta a tutti i costi. Motivo per il quale nessuno a Groveton sa di suo fratello Mark a parte i suoi migliori amici Chris e Logan - lo stesso motivo per il quale i suoi genitori non fanno altro che litigare e suo padre, oltre a mettergli pressioni addosso per il baseball e a decidere tutto per lui, fa finta che Mark non sia mai esistito. 

Entrambi fingono di essere qualcosa che non sono: Beth ha seppellito nella sua mente quella bambina bionda che adorava i nastri e Ryan nega a se stesso la passione per la scrittura - o forse non lo negano, ma sono comunque convinti che ora questa è la loro vita e che non c'è spazio per quelle cose. 
E le scommesse, le sfide, le provocazioni, il fatto di venire da mondi così diversi li spinge a vedere se stessi e l'altro con occhi diversi. 


Beth mi è piaciuta di più rispetto agli altri libri - forse perché ho trovato in comune con lei quei problemi a livello emotivo che io stessa tendo ad evitare e/o fingere di non avere. 
Ryan mi è piaciuto anche più di Noah - sembra il tipico atleta, ma ha un animo gentile e romantico ed è sempre pronto a difendere le ragazze in difficoltà (anche se ogni tanto la smania di vincere lo porta a peccare di leggerezza) e privo di quegli atteggiamenti da cavernicolo che tanto detesto. Certo, si prepara mentalmente ad un'eventuale rissa, ma prima cerca sempre di appianare le cose con le parole. 

Amo lo slow burn perché mi dà modo di entrare in sintonia con la storia e con i personaggi. Ed è quello che spesso mi manca nei romance. 
Forse è perché ci ho messo tempo a leggerlo e quindi, facendo anche delle pause lunghe tra i momenti in cui avevo occasione di prendere in mano il libro e il fatto che la McGarry molte cose le fa accadere off-screen, molto spesso ho la sensazione di perdermi la "scintilla" che dà il via alla storia vera e propria. 
Ma qui forse è colpa del mio carattere che, nonostante le somiglianze con quello di Beth in alcuni atteggiamenti e paure e timori e paranoie, mi avrebbe portata a reagire in maniera diversa di fronte al Ryan di turno e questo mi rende sempre dubbiosa su cosa abbia spinto i due a volersi conoscere meglio. 

Comunque Beth e Ryan sono davvero carini insieme e con le scommesse si sfidano ad uscire dalla propria comfort-zone, lasciando intravedere all'altro cosa si nasconde sotto la maschera che credono sia il loro vero volto, senza rendersi conto all'inizio che questo li sta portando ad avvicinarsi sempre di più - e quella vita e quelle persone che Beth all'inizio tanto odiava forse sono anche le uniche in grado di farle trovare il coraggio di cambiare e di lasciare il passato dove deve stare. 
Anche i personaggi secondari mi sono piaciuti: sono tornati Noah, Echo e Isaiah (e i conflitti con quest'ultimo che, per quanto dolorosi, sono anche stati necessari) e ho adorato Logan - che sarà protagonista del quinto e ultimo libro della serie. 

Ormai è chiaro che le recensioni ai romance non le so scrivere e, se sotto vedete un valutazione di quattro stelline, in realtà l'ho un po' arrontondata per eccesso perché forse sarei più incline al 3.75 - non so, Ryan mi è piaciuto più Noah, ma allo stesso tempo mi è sembrato che in Oltre i limiti (a cui avevo dato quattro stelle) ci fosse più slow burn.


8 commenti:

  1. Per me Echo e Noah resteranno imbattibili li ho amati tanto, troppo.
    Come te anch'io avevo delle riserve su Beth però in questo libro l'ho capita di più e la storia mi è piaciuta

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    1. Come slow burn sì, indubbiamente - ho preferito la storia di Noah ed Echo.
      Però Ryan mi ha colpita ancora di più e Beth... sì, è stata proprio una sorpresa.

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  2. No no no! Un 4 da te su un libro così no, perchè vuol dire che potrebbre piacermi...

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    1. Non è colpa mia! È colpa di Ryan e delle mie affinità con Beth! u.u

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  3. Devo smetterla di leggere le tue recensioni di romance, soprattutto quando devo entrare nel periodo di risparmio D:

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  4. Mi ritrovo tantissimo nella tua recensione!! Ryan mi è piaciuto esattamente per gli stessi motivi e ho apprezzato lo slow burn, davvero tanto! :)

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    1. Non pensavo proprio che Ryan mi avrebbe colpita in questo modo - e anche più di Noah!

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