lunedì 11 ottobre 2021

[Recensione] "As If on Cue" di Marisa Kanter

Chi è relativamente nuovo di queste parti, forse non sa che io - quando ero ancora alla fine delle elementari e quindi troppo piccola di fatto per gli argomenti che venivano trattati - divoravo i romanzi della collana Le Ragazzine di Mondadori come se non ci fosse stato un domani. E la Mondadori era già avanti all'epoca, visto che quei volumi avevano le pagine colorate di rosa. Ah, che ricordi!

Comunque mia madre non vedeva di buon occhio che li leggessi, anche se era già diverso tempo che la bibliotecaria del paese dove andavo a scuola mi dava libri per gente più grande in quanto quelli dedicati alla mia età li avevo già letti tutti - ma Le Ragazzine avevano argomenti come le prime storie d'amore, le prime uscite in discoteca, i primi baci, le prime esperienze sessuali... e vi ricordo che io ero ancora in quinta elementare. 

Ho un ricordo fantastico dei primi 40, forse 50 volumi - storie che ricordo ancora adesso. Il numero 39 è quello che mi ha regalato Georgia Nicolson e tutte le sue disavventure, il numero 12 è quello che parlava di amicizia, il numero 13 è quello che parlava di sicurezza quando si usciva di casa e affrontava già temi come le molestie, le tentate violenze e come cercare di proteggersi. 

La recensione del libro di oggi mi ha fatto pensare al numero 15, E se poi lui... E se poi lei... di Marina Gask - ogni libro che ho incontrato da allora che parli di rappresentazioni teatrali a scuola mi ha sempre fatto pensare a lui. Perché è con il libro della Gask, con Karen e Phil che si innamoravano dietro le quinte della messa in scena di King Lear, che mi sono a mia volta innamorata di questo trope - e dell'ambiente del teatro al liceo in generale. E sappiate che in terza media, quando abbiamo affrontato la sezione di teatro nelle lezioni di italiano, io sono stata una PERFETTA bisbetica domata.
 
 
Titolo: As If on Cue
Autrice: Marisa Kanter
Data di uscita: 21 settembre 2021
Durata: 10H 8Min (Storytel Edition)
Editore: Simon & Schuster
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Trama [tradotta da me]: Una coppia di acerrimi nemici è costretta a lavorare insieme per salvare le discipline artistiche nella loro scuola in questo romantico romanzo YA enemies-to-lovers che le fans di Jenny Han e Morgan Matson sicuramente adoreranno.

Natalie e Reid, rivali da una vita, non sono mai stati dalla stessa parte o nella stessa squadra. Così quando la loro scuola deve affrontare dei tagli al budget inerente l'arte, ovviamente Natalie si trova contro la sua nemesi ancora una volta. Sta lottando per dirigere il primo spettacolo della scuola scritto dagli studenti, ma perché la sua piccola produzione ottenga dei fondi la banda scolastica vincitrice di tanti premi deve perdere i suoi. La banda di Reid. E lui non ha nessuna intenzione di permettere che lo spettacolo continui.

Ma quando la loro rivalità si trasforma in una guerra di scherzi e sabotaggi che va un po' troppo oltre, Natalie e Reid devono affrontarne le conseguenze - il che si può riassumere nel peggiore dei compromessi: scrivere e dirigere un musical. Insieme. Almeno, se riusciranno a creare uno show sold-out, il consiglio scolastico riconsidererà i fondi dell'anno prossimo per la banda e per il teatro. Così vincono tutti.

Tranne Natalie e Reid.

Perché dopo aver passato le loro intere vite ad essere uno in competizione con l'altra, non hanno nessuna idea di come essere co-qualcosa. E certamente non sanno come affrontare i sentimenti che inspiegabilmente e stranamente stanno senza dubbio crescendo tra loro…

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Mi sentite fangirlare da dovunque siate? 
Questo libro contiene tutti i tropes e tutte le cose che ho amato degli ultimi YA a cui ho dato il punteggio massimo: ci sono gli scherzi e i sabotaggi che mi hanno ricordato Sydney e Asher di Meet Me at Midnight di Jessica Pennington, c'è il fatto di essere nemesi come Rowan e Neil in Today Tonight Tomorrow di Rachel Lynn Solomon, c'è l'essere praticamente cresciuti insieme come Liz e Wes in Better than the Movies di Lynn Painter. 
E poi c'è il teatro. 


Natalie sa che la posta in gioco è alta: alla fine dell'anno precedente la direzione scolastica ha annunciato dei tagli al budget, così lei e il suo migliore amico Henry si sono messi di buona lena a scrivere una sceneggiatura originale in modo da non avere l'obbligo di pagare una licenza per un'opera famosa. 
Il teatro - scrivere e dirigere - è sempre stato qualcosa che ha preso con leggerezza e divertimento. Natalie sa bene che fare della propria passione un lavoro non porta sempre alla felicità: come nel caso di suo padre, grande musicista che però non è mai riuscito ad entrare in un'orchestra e ora suona con la sua band agli eventi della città e insegna nella sua scuola oppure come nel caso di sua madre, grande scrittrice che però non sforna romanzi da anni a causa del burnout e non trova più l'ispirazione. 

La proposta di Natalie, Henry e Ava "Fitz" Fitzgerald - l'altra parte del loro terzetto - viene bocciata ancora prima di poter vedere la luce: i soldi sono pochi e andranno tutti alla banda, oggettivamente più famosa tra tutti i club della Lincoln High School e vincitrice di premi. Come se l'arte si misurasse in premi vinti! 
E la spocchia con cui Reid le risponde all'assemblea non fa altro che accendere ancora di più in Natalie la voglia di riunire insieme tutti i club che sono stati cancellati e organizzare una petizione. E non importa quanto o cosa ci vorrà: Melted, la sua creazione, andrà in scena - soprattutto se questo significa battere Reid.

La guerra con Reid va avanti da sempre, essendo anche Reid il figlio del migliore amico di suo padre. Natalie se lo trova sempre in casa e non bastava che le avesse soffiato le attenzioni di suo padre - ora anche questo. Natalie si era sforzata di amare il clarinetto per riuscire a passare del tempo con suo padre, ma poi Reid si è intromesso con un talento e una naturalezza con lo strumento che Natalie non aveva e per i quali doveva passare dei mesi ad esercitarsi, piangendo per le vesciche, pur di riuscire ad eguagliarlo o essere la migliore - e neanche allora era sufficiente. 

Si sono sempre sabotati a vicenda: prima per le lezioni con suo padre, poi come primo clarinetto nell'orchestra scolastica e nella vita in generale. Con Melted le cose non vanno diversamente: sabotaggi, scherzi e bravate vanno così oltre che si ritrovano costretti a lavorare insieme e la rappresentazione teatrale deve diventare un musical da sold-out se tutti quanti vogliono avere i fondi l'anno prossimo. 

Il problema è che non riescono a stare nella stessa stanza se volersi strozzare, figuriamoci lavorare insieme per creare un musical di successo in tre mesi. 


Aww, quanto è stato caruccio questo libro! 

È così facile immedesimarsi in Natalie, sia per i problemi famigliari - e per questo ringrazio sempre di essere figlia unica perché sarei stata una sorella terribile - che per tutto il resto. È incredibilmente attaccata a Melted - Henry poi è al suo ultimo anno e questa rappresenta l'ultima occasione che hanno di scrivere e dirigere insieme - e ciò che ha sempre trattato con leggerezza (cosa per cui tutti l'hanno sempre accusata di mancare di serietà) diventa il suo unico pensiero fisso, qualcosa che deve portare a termine in maniera perfetta. Peccato che la sua visione si scontri con quella di Reid e ancora con quella degli altri membri del cast - e anche con Henry si crea della maretta perché, da hobby divertente, tutto si è trasformato in ulteriore stress. 

Inizialmente è divertente leggere come Natalie e Reid si danno sui nervi a vicenda - i flashback, gli scherzi, i sabotaggi, le battute caustiche - ed è poi bello vedere come entrambi devono scendere a compromessi per portare in scena qualcosa che ha smesso di essere esclusivamente di Natalie nel momento in cui ha coinvolto anche altre persone. Natalie ci mette un po' a realizzare che in fondo la responsabilità è sua - ci mette un po' con la responsabilità in generale - e che anche le idee degli altri sono valide e funzionano. 

Reid inizialmente è spocchioso da morire, tanto che l'avrei voluto prendere a schiaffoni più di una volta - il padre di Natalie idem, per le stesse ragioni e altre diverse, e alla fine lui è ancora è un work in progress nel rapporto con la figlia. Dopo però emergono lati di Reid verso cui Natalie rimane cieca per un bel po' - ma il lettore no, il lettore invece riesce a leggere tra le righe. E anche Reid, dopo un po', riesce a scendere a compromessi e a riconoscere che non è solo la banda a contare come club a scuola. 

Di Marisa Kanter avevo già letto/ascoltato What I Like About You che sì, era stato carino, ma non mi aveva fatta impazzire. Non avevo amato il tirarla troppo per le lunghe di una certa situazione e non avevo amato la mancanza di comunicazione tra i due protagonisti. 
Qua si ripresenta qualcosa di simile - ovvero Natalie compie un gesto davvero orribile, in parte giustificato dalla totale sfiducia cresciuta in dieci anni di rivalità, che però porta a conseguenze potenzialmente disastrose e tutto per la mancanza di comunicazione. Non viene tirata troppo per le lunghe per fortuna, ma forse è proprio ciò che mi fa dare mezzo voto in meno a quelle che altrimenti sarebbero state cinque stelle piene. 

In compenso l'ho amato - l'ho amato molto più del libro di debutto della Kanter: ho amato tutte le scene tra Natalie e Reid, ho amato le loro sorelle, ho amato come la religione ebraica fosse parte integrante della vita dei personaggi senza essere invadente o spingere i lettori in una certa direzione, ho amato Henry e Fitz, ho amato l'ambientazione e lo slow burn tra loro due, ho amato la fiducia di Reid in se stesso e nelle proprie capacità di realizzare i suoi sogni, ho amato l'incertezza di Natalie nel credere in se stessa e nell'inseguire una passione dal futuro estremamente incerto. 
As If on Cue ha una scrittura che coinvolge, una storia che cattura e dei personaggi che mi hanno sempre fatta sorridere, sobbalzare il cuore e stringere lo stomaco. 

E come non amare anche qui i riferimenti a Lin-Manuel Miranda e Hamilton?
 

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