lunedì 8 marzo 2021

[Recensione] "The Library of Lost Things" di Laura Taylor Namey

In questa settimana che vede la mia provincia come l'unica arancione normale mentre il resto della regione è passato in arancione scuro, iniziamo una serie di sette nuovi giorni con una recensione. 

E no, non mi sono ancora ripresa dal finale di WandaVision.
 
 
Titolo: The Library of Lost Things
Autrice: Laura Taylor Namey
Data di uscita: 8 ottobre 2019
Durata: 9H 46Min (Storytel Edition)
Editore: Inkyard Press
Link Amazon: https://amzn.to/2Pujcth

Trama [tradotta da me]: Dal primo momento in cui ha imparato a leggere, il genio letterario Darcy Wells ha trascorso la maggior parte del suo tempo vivendo nei mondi dei suoi libri. Lì può evitare la schiacciante realtà di una madre accumulatrice compulsiva e fingere che la sua sia una vita ordinaria. Ma quando un nuovo gestore della proprietà diventa più attivo nella manutenzione del loro complesso di appartamenti, l'unica casa che Darcy abbia mai conosciuto al di fuori dei suoi libri si trova improvvisamente in bilico.

Mentre Darcy cerca di sopravvivere sotto il peso dello shopping compulsivo di sua madre, Asher Fleet, un ex-pilota adolescente con un futuro inaspettatamente distrutto, entra nella libreria in cui lei lavora…e anche dritto nel suo cuore. Per la prima volta nella sua vita, Darcy sembra non trovare le parole giuste. Le fiabe sono una cosa, ma l'amore reale le fa venire voglia di nascondersi all'interno del suo rifugio accuratamente costruito con carta e inchiostro.

Eppure, dopo aver trascorso tutta la sua vita tenendo le persone fuori, qualcosa in Asher suscita in Darcy la voglia di aprirsi. Ma assicurarsi il suo "vissero felici e contenti" significherà smettere di nascondersi e cominciare a vivere la verità—anche se è incasinata.

--- ---
 
Darcy ha passato tutta la vita cercando di essere invisibile, nascondendosi tra le parole e le pagine dei libri - una madre accumulatrice e malata di shopping compulsivo che riempie ogni spazio possibile della casa non è qualcosa che vuole sbandierare in giro o che le possa permettere di invitare amici a casa.
I libri e le storie al loro interno sono ciò in cui Darcy si rifugia, sono le vite che può vivere e ciò che insegnano cosa dire e come comportarsi nelle varie situazioni - cosa che sua madre Andrea non è stata in grado di insegnarle, troppo presa dal catalogare e contare che tutto sia ancora al suo posto.

Darcy non vede l'ora di compiere diciotto anni così i servizi sociali non potranno separarla da sua madre, ma ora c'è anche il problema del nuovo manager del suo complesso residenziale - un uomo deciso a rinnovare l'esterno tanto quanto l'interno, con orrore di Darcy che teme lo sfratto se qualcuno anche solo intravede l'ingresso del corridoio.

A sostenerla ci sono i libri, vite immaginarie in cui nascondersi e in cui nascondere le cose per affrontarle in un secondo momento, e Marisol, la sua migliore amica e metà della sua anima - una delle poche persone a conoscenza delle difficoltà di Darcy.

Asher Fleet, dopo un incidente stradale che ha distrutto i suoi sogni di carriera militare, passa la sua pausa nella libreria in cui Darcy lavora dopo scuola. 
La velocità di lettura di Asher e la straordinaria capacità di Darcy di "fotografare" le storie e di narrarle senza bisogno del libro sotto gli occhi sono il punto di partenza di qualcosa che Darcy sa non essere reale - Asher è un ragazzo impossibile per tanti motivi e Darcy deve sempre ricordarsi della sua vita invisibile, soprattutto quando qualcosa in Asher sembra voler trasformare la finzione di una vita non davvero vissuta in una realtà che Darcy non ha mai sperimentato.


Ammetto che, sebbene affrontato in diversi momenti, mi aspettavo di vedere molti più momenti in cui Darcy è a casa e a che fare con il problema di sua madre - insomma, mi aspettavo più qualcosa in stile "Sepolti in casa" (lo fanno ancora su Real Time?) e sì, il senso di claustrofobia è arrivato, ma non tanto forte quanto mi sarei aspettata.

La storia si concentra più su Darcy e i suoi momenti con Marisol e Asher.
Ho adorato la sua amicizia con Marisol, sono davvero due metà di un intero che si completano e compensano a vicenda. Marisol è il tipo di amica che tutti vorrebbero - perlomeno io.
I momenti con Asher sono stati ben costruiti, un rapporto graduale che cresce pian piano - non privo di inciampi o pause, ma per fortuna senza tutto quell'inutile drama che spesso viene inserito negli YA quasi fosse un requisito fondamentale.

Così come è graduale, non privo di inciampi e pause il percorso di Darcy per smettere di essere una ragazza di carta e inchiostro e diventare una vera, alle prese con la vera realtà e veri sentimenti - per prendere coscienza che non è solo sua madre ad avere dei problemi e a mentire, ma che anche lei vive di bugie e mezza verità.

Mi sono piaciuti gli inizi dei capitoli, tutti con un titolo e una citazione tratta da un libro o un'opera teatrale inerenti a quello che avremmo letto.
In particolare Peter Pan gioca un ruolo fondamentale, non solo perché Darcy mette le mani su una copia usata e annotata che le insegnerà parecchie cose sia su stessa che della persona misteriosa che ha scritto tra quelle pagine, ma anche perché sarà il punto di riferimento per molti momenti di svolta tra lei e Asher - anche lui un ragazzo che per un po' non potrà volare e che per questo si sente perso come se avesse perduto la sua ombra come Peter Pan.

Il libro in generale mi ha commossa in più punti, anche se non sempre mi sono sentita pienamente coinvolta da Darcy - ho sentito mio l'amore per i libri e le parole, il bisogno di rifugiarcisi e nascondercisi dentro quando le cose si fanno difficili e la realtà è qualcosa che non voglio affrontare, ma non sono mai neanche stata il tipo che ha sempre tre libri in borsa e se li porta dietro per leggerseli anche quando esce con le amiche. O che giudica (male) gli altri perché leggono velocemente invece di "assaporare" il libro o perché possiedono un ereader - ehi, newsflash: invidio a mia madre la capacità di leggere più velocemente di me e l'anno scorso solo 10 dei titoli letti da me medesima erano cartacei. E poi, pensate un po' voi, ascolto anche gli audiolibri! *gasp*

The Library of Lost Things è un libro che intrattiene, mi è piaciuto, mi ha coinvolta e ha affrontato temi e trasmesso messaggi importanti: la realtà è sempre lì che ci aspetta, non importa quanto a lungo ci nascondiamo. 

Nessun commento:

Posta un commento