lunedì 21 ottobre 2019

[Recensione] "Heroine" di Mindy McGinnis

L'ultima recensione sarà anche stata per un romance, ma sappiamo bene tutti che non è la prassi qui trovare fiori e unicorni. 
La prassi qui è trovare libri da calci nello stomaco e quale modo migliore di iniziare una nuova settimana se non parlando proprio di un libro del genere?


Titolo: Heroine
Autrice: Mindy McGinnis
Data di uscita: 12 marzo 2019
Durata: 8H 33Min (Storytel Edition)
Editore: Katherine Tegen Books
Link Amazon: https://amzn.to/2mWBWTO

Trama [tradotta da me]: Quando un incidente stradale mette in panchina Mickey subito prima della stagione di softball, lei deve trovare un modo per tenersi il posto come ricevitrice della squadra da cui ci si aspetta un campionato che entri nella storia. L'unico posto in cui si sia mai sentita a proprio agio è dietro il piatto e gli antidolorifici che le sono stati prescritti possono aiutarla ad arrivare lì.

Le pillole fanno molto di più che togliere il dolore; la fanno sentire bene.

Con un nuovo cerchio di amici—atleti infortunati come lei, altri con del tempo da ammazzare—Mickey trova un'approvazione senza drammi e persone con le quali è facile parlare, anche se sono le pillole a scioglierle la lingua.

Ma mentre la pressione per essere Mickey Catalan aumenta, il suo bisogno cresce e diventa qualcosa legato meno al dolore e più al desiderio - qualcosa che potrebbe farle perdere il controllo.


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TRIGGER WARNING: uso di droga, dipendenza da sostanze stupefacenti. 
Le descrizioni sono esplicite e dettagliate, pertanto questo libro non è consigliato a chi ha problemi di dipendenza o si trova in fase di riabilitazione. 



Quando mi sveglio, tutti i miei amici sono morti.

Inizia così la storia di Mickey Catalan, con un incipit che toglie il fiato e che ti butta subito a terra - che ti sconvolge e che ti mette i brividi. 


Io non ho guardato i miei amici morire.
Io non ho lasciato i loro corpi a raffreddarsi nel seminterrato.
Io non sono una drogata.

E poi torniamo indietro, torniamo all'inizio della storia - al momento in cui la vita di Mickey è cambiata per sempre. Torniamo all'incidente stradale sul ghiaccio che ha rotto il braccio da lanciatrice della sua migliore amica Carolina e che a lei ha provocato una lesione così grave da farle uscire l'osso dell'anca dalla sua cavità. 

E Mickey, che ha sempre avuto una vita attiva e un amore sfrenato per il softball, è disperata all'idea di non poter più giocare - è disperata all'idea di non essere pronta in primavera per gli allenamenti prima del campionato. 

Con tre viti a tenerle fermo l'osso e una riabilitazione dolorosa davanti a sé, le viene prescritto dell'ossicodone per attenuare il dolore. 
Ma Mickey pretende tanto da se stessa, Mickey non vuole restare indietro, Mickey vuole giocare, Mickey vuole essere pronta. 
Quindi prende una pastiglia in più e poi un'altra ancora - l'oxy fa sparire il dolore, l'oxy la fa dormire bene la notte, l'oxy si prende cura della sua ansia sociale facendola parlare di più di quanto non sia mai stata in grado di fare. 

Però poi le pastiglie finiscono prima che la prescrizione sia scaduta e il dottore non gliela vuole rinnovare. Ma Mickey ne ha bisogno: ha bisogno dell'oxy per giocare, per stare bene, per non sentire il dolore di quelle tre viti che si fondono con le sue ossa, per affrontare gli allenamenti e le partite. Come fare allora? 

E qui inizia la spirale discendente di Mickey, una spirale che la porterà a conoscere persone che incoraggeranno e sosterranno la sua dipendenza e che presto le mostrerà che l'oxy è sufficiente fino ad un certo punto. 

All'inizio ci sono le giustificazioni: Mickey non lo fa per se stessa, ma lo fa per squadra che conta su di lei e sull'accoppiata che forma con Carolina e lo fa per i genitori (che hanno recentemente divorziato) perché la sua riabilitazione non pesi sulle finanze e non si preoccupino più. I sensi di colpa di Mickey quando inizia a mentire e si mette a rubare svaniscono in fretta perché l'unico pensiero diventa quello di procurarsi un'altra dose al più presto. Ma ancora si giustifica. 


Io non sono una strafatta. Io non sono una che striscia per strada. Io non sono una tossicodipendente. Io sono una ragazza che sta inserendo la combinazione del suo armadietto. Io sono una ragazza che ha preso una B al test di matematica. Io sono una ragazza che ha due buchi nella parte interna del suo braccio, ma quelli non raccontano tutta la mia storia.


Questo libro è terrificante sotto molti aspetti, ma è anche un libro che mi è piaciuto immensamente. Mindy McGinnis ha un modo di raccontare che ti cattura, che ti spinge a cadere nella spirale di Mickey credendo di avere il controllo quando il controllo è l'unica cosa che non hai. 
Il modo in cui la McGinnis descrive tutto il processo dell'assunzione di droga, degli stati d'animo e delle sensazioni, degli effetti collaterali e di cosa questi fanno al corpo e alle persone che sono attorno a chi assume sostanze è così realistico che ci si ritrova ad empatizzare con Mickey, pur sapendo che quello sta facendo è sbagliato e soprattutto molto pericoloso. 

Mickey finisce per allontanare anche la sua migliore amica - e prima ancora che iniziasse ad abusare di droga, i rapporti tra le due erano strani a causa dell'incidente. Poi il ragazzo di Carolina ha insinuato che Carolina la incolpasse dell'incidente, Mickey ha scoperto che Carolina aveva una chat con le altre ragazze della squadra in cui lei non era inclusa, una al primo anno sembra voler prendere il suo posto in squadra, suo padre ha appena avuto un figlio dalla sua seconda moglie... e per Mickey la pressione è troppa. 
Lei, che non si è mai sentita a suo agio se non sul diamante del campo da softball, con i suoi nuovi amici conosciuti grazie all'oxy può finalmente rilassarsi - la droga che la fa sentire come se finalmente appartenesse a qualcosa. 

Mickey Catalan è un personaggio estremamente complesso - e con la droga in circolo, quello che era sempre stato naturale come il fatto di essere adottata diventa un problema. Diventa un problema che sua madre non abbia mai potuto concepire un figlio, diventa un problema che i suoi genitori abbiano divorziato - e ora può ancora chiamare "padre" quell'uomo che l'ha adottata, ma che ora ha sposato un'altra? - e che abbia un fratellastro adottivo da una donna che, essendo una tossicodipendente in riabilitazione, vede i segnali in Mickey e fa in modo che i suoi genitori le stiano addosso. 

Heroine è un libro che porta alla luce l'oscurità umana attraverso la sua protagonista. 
È un libro che, tramite il titolo e la cover stupenda, gioca con tutte le rappresentazioni di Mickey e con ciò che la definisce: prima è un'eroina per la sua squadra e la città, poi è l'uso dell'eroina a definirla senza che se ne renda conto o che lo voglia ammettere. E mentre la polvere bianca si mangia titolo del libro e definizioni, quella sostanza si mangia anche Mickey lasciando solo lei, un guscio vuoto in agonia quando in crisi di astinenza. 

Mi sono sempre chiesta, dopo anni e anni di telefilm, come sia possibile diventare dipendenti dai farmaci - come una prescrizione legale possa portare ad una tossicodipendenza. E anche se l'anno scorso mi hanno operata e, appena sveglia ma incapace di restare vigile perché strafatta di morfina, stavo benissimo perché non sentivo nulla - nessun dolore lancinante come quello provato appena ho ripreso conoscenza fuori dalla sala operatoria - non ho mai sentito il desiderio di averne ancora. È vero che il giorno dopo ho chiesto qualcosa per il dolore, ma quello che mi hanno dato era codeina - dieci volte meno potente della morfina - e mi era bastata. 
E a casa ho rispettato la prescrizione di Tachidol, perché il suo bugiardino dice che dopo tre giorni di assunzione può causare dipendenza. 

Forse io sapevo che la mia era solo questione di tempo - sapevo che non sarebbe durata per sempre e non ho mai amato troppo assumere medicinali. 
Forse i tessuti molli sono diversi dalle ossa. 
Forse è anche una questione psicologica.

Mickey Catalan è un personaggio che si attacca al lettore e non lo lascia andare - questo è un libro che non ti lascia andare e se credete di avere lo stomaco per affrontarlo, allora ve lo consiglio davvero. 

6 commenti:

  1. Sull'inizio niente da dire, è spettacolare. E poi dovrei smetterla di leggere le tue recensioni perché spesso e volentieri parli di libri che non sono il mio genere ma che io finisco inevitabilmente per mettere in wishlist (come Sadie, che sono riuscita a leggere quest'estate e la colpa è stata principalmente tua!). E questo non fa eccezione. La trama non mi ispirava particolarmente e, come dicevo, non è il mio genere ma ora lo voglio leggere comunque!

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    1. Sento che fooooorse dovrei sentirmi in colpa... ma no, neanche un po'. xD
      Spero che allora finirai per leggere anche questo perché merita assolutamente.
      P.S.: E Sadie, quindi?! Ti è piaciuto? *-*

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    2. Sí, sí, dovresti sentirti in colpa! ;P
      E Sadie mi è piaciuto! Non me ne sono innamorata ma mi è piaciuto! E poi i podcast li ho ascoltati con l'audiolibro ed è stata una bellissima combinazione! :)

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  2. Wow, questo romanzo deve essere stato davvero intenso. Spero che un giorno o l'altro lo pubblicano anche qui da noi perché sarebbe una giusta lettura per i giovani, così da capire quanto le dipendenze possano piano piano distruggere una persona..

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    1. Speriamo che qualche editore nostrano ne abbia il coraggio! >.<

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