giovedì 31 ottobre 2019

[Recensione] "The Female of the Species" di Mindy McGinnis

Oggi è Halloween, il giorno più spaventoso dell'anno. 
Non avevo letture a tema - come avevo nel 2018 - ma devo dire che anche questo libro è abbastanza terrificante sotto altri aspetti. Ma non prendetela in senso negativo, non leggeteci una critica alla scrittura o alla storia - sono proprio i contenuti della storia e i suoi personaggi a creare un nodo allo stomaco.

So di questo libro da tre anni - la blogger inglese che seguo su Goodreads l'aveva recensito subito all'epoca, ma in qualche modo mi aveva "spaventata". 
Poi ho ascoltato Heroine, lo stile di questa autrice mi è piaciuto e allora mi sono decisa a recuperare anche questo. E ne ha anche uno in uscita l'anno prossimo che mi ispira.


Titolo: The Female of the Species
Autrice: Mindy McGinnis
Data di uscita: 20 settembre 2016
Durata: 7H 7Min (Storytel Edition)
Editore: Katherine Tegen Books
Link Amazon: https://amzn.to/2p78RXb

Trama [tradotta da me]: Alex Craft sa come uccidere qualcuno. E non prova nessun rimorso nel farlo.

Tre anni fa, quando sua sorella maggiore, Anna, fu uccisa e il suo assassino la fece franca, Alex iniziò a parlare la lingua che conosce meglio—il linguaggio della violenza. Mentre i suoi stessi crimini restano impuniti, Alex sa che non ci si può fidare di lei in mezzo ad altre persone. Non con Jack, la star del baseball che vuole davvero conoscerla ma che ancora si sente in colpa per il ruolo che ha giocato la notte in cui il corpo di Anna è stato scoperto. E non con Peekay, la figlia del pastore con una vena ribelle che vuole diventare sua amica mentre entrambe fanno volontariato al rifugio per animali. Con nessuno.

Mentre l'ultimo anno di scuola scorre, l'oscura natura di Alex esce allo scoperto, mettendo questi tre adolescenti su una rotta di collisione che cambierà le loro vite per sempre.


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CONTENT WARNING: violenza, uso di alcol, slut-shaming, crudeltà sugli animali, mutilazione di cadavere (nominata), tortura (accennata), omicidi. 

TRIGGER WARNING: violenza sessuale (passata), tentativi di stupro.  

Sì, mi rendo conto che c'è molta carne al fuoco. 


Questo libro ha una cover così carina, vero? 
Beh, sotto tutto quel giallo e quegli animaletti carini, questo libro morde. 

Alex Craft ha sempre avuto una natura violenta - ereditata dal padre che se ne è andato anni prima proprio per evitare di arrivare al punto di far male alla sua stessa famiglia - ma era tenuta a bada dalla sorella maggiore Anna. 
Ma poi una sera, quando Alex era al primo anno di scuola superiore, Anna è uscita e non è più tornata. Violentata e poi fatta a pezzi, quello che restava del suo corpo è stato ritrovato nel bosco mentre tutto il paese ancora la cercava e sperava di trovarla viva. 

Alex era presente quando una mano di Anna che spuntava dal terreno è stata trovata. Jack era presente in quella radura, ma oggi si vergogna profondamente del modo in cui si è comportato quella notte, però Alex non sembra ricordarlo - non sembra ricordare neanche di averlo visto, inginocchiata com'era accanto ai resti della sorella. 

Alex non ha più nessuno che la tiene al guinzaglio e quando il colpevole viene rilasciato per insufficienza di prove dato lo stato del cadavere, la violenza di Alex esplode in tutta la sua ferocia. 

Lo vedi in tutti gli animali - la femmina è molto più letale del maschio.

Alex osserva l'assassino di sua sorella, lo spia, memorizza le sue abitudini, si crea una routine che le possa dare un alibi e poi... e poi colpisce. E non si sente affatto in colpa per questo, torturare e uccidere un uomo non le toglie il sonno. 

E arriviamo all'ultimo anno di scuola. 

Alex ha ottimi voti e finirà per fare il discorso di fine anno, ma non ha intenzione di andare al college - sa che fuori nel mondo sarebbe molto pericolosa. Alex passa quasi inosservata perché non ha amici e tutti vedono in lei la sorella Anna oppure non la vedono affatto. Alex preferisce la compagnia degli animali al rifugio in cui fa volontariato piuttosto che quella degli esseri umani. 

Chi voleva fare il discorso di fine anno è Jack, il giocatore di baseball che spera di ottenere una borsa di studio che copra tutte le spese e che lo porti fuori dal paese per sempre. Rivedere Alex nello studio del consulente scolastico lo colpisce in più di un modo: il paese è piccolo e tutti si conoscono, ma Jack ancora si vergogna per il suo atteggiamento di tre anni prima e gli occhi verdi di Alex gli tolgono il fiato. 

Alex non ha grandi capacità relazionali, ma quella prima conversazione con Jack per il posto di valedictorian è solo la prima di tante e li avvicina e presto anche Alex scopre di poter provare dei sentimenti - perché Jack e Peekay stanno a poco a poco grattando la superficie, ma quello che c'è sotto potenzialmente li espone tutti al dolore. 

Peekay è la figlia del pastore del paese. Peekay non è il suo vero nome, è un soprannome che le è stato dato in quanto "Preacher's Kid" e che è rimasto - solo Alex pretende il sapere il suo nome di battesimo ed è l'unica a chiamarla con esso. Crede in Dio e non rinnega quello che i suoi genitori le hanno sempre insegnato, ma allo stesso tempo vuole liberarsi di quell'etichetta. Stentato all'inizio, ben presto il loro rapporto diventa di amicizia e protezione. 

Però non tutto è rose e fiori e la natura di Alex si fa ben presto sempre più evidente. 


Se vi aspettate che Alex ammazzi qualcuno un capitolo sì e l'altro no, fareste bene a ridimensionare le vostre aspettative - anche io l'ho fatto. 
Questo è un libro che gioca più che altro sulle sfumature - perché è vero che Alex è violenta con certe persone e ne uccide anche più di una, ma più che altro è tutto nel modo calcolatore con cui guarda coloro che la circondano, sempre in tensione e sempre pronta a cogliere e affrontare una minaccia. 

Alex distorce il concetto di eroina - sappiamo che quello che fa è sbagliato, prende la vendetta e si fa giustizia da sola, ma allo stesso tempo arriviamo persino a capirla. Arriviamo a volerle bene, soprattutto quando la linea sottile tra ciò che dovremmo provare e quello che invece proviamo, scompare. Non ritiene di essere psicopatica - sebbene sappia che c'è qualcosa di sbagliato in lei - perché lei sente fin troppo quando si ritrova ad agire. Lei è un lupo fuori dalla gabbia, ma non corre dietro alle pecore perché lei vuole proteggere il gregge - vuole proteggere tutte quelle ragazze che non possono difendersi da sole o che non hanno nessun altro che le difenda. Lei è un lupo che attacca altri lupi per tenere il gregge al sicuro. 

Nessuno di questi personaggi è un cliché e sono tutti ben caratterizzati. 

Alex è impossibile da incasellare in una categoria: a volte è come disconnessa dalla realtà, a volte ti fissa in un modo che ti inchioda sul posto e tutta la sua attenzione è su di te, parla senza tanti giri di parole quando si decide a parlare. 
Peekay crede in Dio, ma non per questo è la classica santerellina e non fa nemmeno la ribelle in maniera così evidente da dover per forza risultare trasgressiva. Beve di nascosto come tutti gli adolescenti, le scappano le parolacce di bocca, non ha ancora fatto sesso ma non è del tutto priva di esperienza - è una ragazza come tante. 
Jack è un atleta popolare, ma la sua famiglia ha grossi problemi di soldi e per questo studia sodo in modo da ottenere una borsa di studio e non pesare troppo sui genitori. 
Branley può sembrare la tipica mean girl, ma anche lei ha le sue fragilità e le sue paure. 

Questi personaggi entrano dritti nel cuore del lettore e in particolar modo ho adorato l'amicizia che si crea tra Alex e Peekay - ho proprio adorato loro, anche. 

I temi - e i messaggi che questo libro vuole trasmettere - sono davvero importantissimi. 
È un romanzo che esplora le ripercussioni della rape culture - che ancora una volta aggredisce il classico modo di dire "boys will be boys", il quale giustifica tutte le cose orribili di cui sono capaci di fare mentre sono invece le donne ad avere sempre il dito puntato contro e non possono permettersi di fare lo stesso. 
È un libro femminista che critica ferocemente tutti i modi in cui una donna viene chiamata, tutti gli appellativi dispregiativi che possiamo anche leggere in copertina. 
È un libro che ci ricorda che non importa cosa indossiamo perché se qualcuno ci vuole aggredire lo farà indipendentemente da quanta pelle abbiamo esposta perché è una questione di potere.
È un romanzo che vuole abbattere lo slut-shaming - molto bello il momento in cui Alex dice a Peekay che non è Branley quella con cui dovrebbe avercela, ma con Adam per averla tradita perché non è colpa di Branley se le piacciono i ragazzi e può avere chi vuole, se vuole fare sesso e trova con chi farlo. 
È un romanzo che vuole incoraggiare a denunciare le molestie e lo stupro prima che sia troppo tardi - per sé o per qualcun altro. 

Il modo in cui finisce questo libro credo che fosse l'unico possibile - forse neanche tanto l'unico, quanto quello più adatto per questa storia. Ciò non toglie che sia capace di cavarti il cuore dal petto da quanto colpisce forte e Mindy McGinnis non si trattiene - forse proprio per questo non vorrei un finale diverso, ma accidenti. 

6 commenti:

  1. Ciao Alice! Che dire... una lettura piuttosto forte. Non so se riuscirei ad ultimarla. I temi trattati, comunque, sono molto importanti!

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    1. Eh, capisco - questo è un libro abbastanza brutale e ormai ho cominciato a capire che la McGinnis non è per tutti.
      Per esempio, ho letto la trama di un altro suo libro e quello mi fa veramente paura - poi letto qualche citazione e un paio di recensioni e mi sa che quello non avrei lo stomaco per leggerlo.

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  2. Come Silvia anche a me viene da dire che è un libro forte. Però la tua recensione l'ha reso davvero molto interessante.
    "Lei è un lupo fuori dalla gabbia, ma non corre dietro alle pecore perché lei vuole proteggere il gregge" è un'espressione che mi ha colpito e che mi fa già propendere verso la protagonista!

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    1. Quello è esattamente il modo in cui Alex si definisce, mi sono limitata dargli una traduzione sommaria e l'ho messa nella recensione per caratterizzarla meglio - mi ha colpita davvero tanto come frase.

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  3. Sembra una lettura davvero forte e molto interessante :)

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