BRT: Breve Riassunto della Trama è una rubrica inventata da me a cadenza assolutamente casuale nella quale, a gruppi di cinque - o quasi, vi offro la mia opinione su quei libri a cui non ho dedicato un post di recensione sul blog.
Bene, bene, bene. Perché special edition?
La risposta è presto data.
I protagonisti di questo post si prestano ad una variante di questa rubrica - io e il mio blog alla fine siamo un po' come le scale a Hogwarts, ci piace cambiare.
Ecco quindi la special edition, un qualcosa che va a collocarsi in mezzo tra la sinteticità di BRT: Breve Riassunto della Trama e la (quasi perenne) prolissità delle mie recensioni.
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Giuro che ci ho provato - ho provato a condensare il tutto nello spazio ristretto di un normale BRT, ma non ci sono riuscita.
Non volevo fare una recensione "classica" perché di base PG è una short story e quindi non ha una trama "ufficiale" - io stessa l'ho letta alla cieca senza sapere a cosa sarei andata incontro. Allo stesso tempo non riesco ad essere sintetica quando parlo della Summers e quindi siamo qui.
Come ormai saprete tutto, ho una vera adorazione per Courtney Summers. Finito il tour promozionale di Sadie (recensione)
è andata in "silenzio stampa" perché sta lavorando ad un nuovo romanzo, ma
poi il primo marzo mi è arrivata la newsletter che annunciava la
pubblicazione di una short story - mi sembra inutile dire che mi ci sono fiondata
sopra mollando su due piedi (momentaneamente) quello che stavo leggendo.
La short story potete leggerla gratuitamente su Foreshadow.
Non so se resterà così o se verrà sviluppata in qualcosa di più, ma in neanche 6000 parole la Summers è stata capace di annodarmi lo stomaco.
Sono d'accordo con chi ha scritto che ha qualche "vibes" di Cracked Up to Be - c'è poi una scena che come nel suo primo romanzo mi ha fatta stare male, ma Norah ha la reazione opposta di quella avuta da Parker - però ha anche la mascolinità tossica di All the Rage.
E la Summers è così: riconosci magari sfumature incontrate nei suoi precedenti romanzi, ma è sempre capace di creare qualcosa di nuovo e unico.
Ma di cosa parla PG?
Se non lo sapete, PG è la sigla che sta per Parental Guidance Recommended e che viene usata per classificare se il contenuto di certo materiale è adatto ai minori e fino a quale età è consigliata la presenza di un adulto - avete presente quando guardate il trailer di un film in inglese e compaiono quelle scritte bianche su sfondo verde? Ecco, quelle.
Norah è finora la protagonista più piccola mai scritta dalla Summers - ha solo 14 anni ed è al primo anno di superiori.
Si trova in quell'età in cui ancora sua madre la vede come una bambina, ma lei inizia già a vedersi come donna. Quell'età in cui esci di casa per andare a scuola con la divisa in ordine, ma poi ti sbottoni un po' la camicetta e ti arrotoli in vita la gonna facendo quindi alzare l'orlo ben al di sopra del consentito - gonna sotto la quale hai indossato la tua prima lingerie sexy comprata di nascosto - e speri di passarla liscia con i professori, ma anche di essere notata dai tuoi compagni.
La Summers parla di potere: il potere che noi donne abbiamo sul nostro corpo e sul modo in cui vogliamo mostrarlo o meno, sul potere che ci vuole essere sottratto quando decidiamo di mostrarci in un certo modo, sul potere che ci viene sottratto comunque perché alla fine non è quello che indossiamo a provocare molestie o un'aggressione.
Con questi temi la Summers ha ripreso parte di quello che Grace ha affrontato e affermato in Some Boys di Patty Blount e gli ha dato una sfumatura che ho trovato addirittura forse più inquietante.
Norah assiste a qualcosa e non sa come interpretarlo, si interroga sulla cosa e ne parla anche con il ragazzo che le piace - ed è un calcio sui denti, è un pugno nello stomaco vedere come questi ragazzi non proteggano una ragazza anche sapendola in pericolo, come giustifichino certi atteggiamenti, come lascino correre, come li ritengano leciti e poi a domande dirette sull'abbigliamento femminile e sulle presunte provocazioni che un po' di pelle in più o meno dovrebbe "scatenare", poi non sappiano come e cosa rispondere.
In neanche 6000 parole la Summers ci sbatte in faccia che non dipende da quanto siamo vestite o meno - è tutta una questione di potere, scelta e controllo sul nostro corpo che ci viene tolta da chi si crede in diritto di poterlo fare.
Si può valutare una short story che non è nemmeno presente su Goodreads e che forse non si svilupperà mai in un romanzo vero e proprio?
Beh, si tratta della Summers quindi io lo faccio comunque.
La short story potete leggerla gratuitamente su Foreshadow.
Non so se resterà così o se verrà sviluppata in qualcosa di più, ma in neanche 6000 parole la Summers è stata capace di annodarmi lo stomaco.
Sono d'accordo con chi ha scritto che ha qualche "vibes" di Cracked Up to Be - c'è poi una scena che come nel suo primo romanzo mi ha fatta stare male, ma Norah ha la reazione opposta di quella avuta da Parker - però ha anche la mascolinità tossica di All the Rage.
E la Summers è così: riconosci magari sfumature incontrate nei suoi precedenti romanzi, ma è sempre capace di creare qualcosa di nuovo e unico.
Ma di cosa parla PG?
Se non lo sapete, PG è la sigla che sta per Parental Guidance Recommended e che viene usata per classificare se il contenuto di certo materiale è adatto ai minori e fino a quale età è consigliata la presenza di un adulto - avete presente quando guardate il trailer di un film in inglese e compaiono quelle scritte bianche su sfondo verde? Ecco, quelle.
Norah è finora la protagonista più piccola mai scritta dalla Summers - ha solo 14 anni ed è al primo anno di superiori.
Si trova in quell'età in cui ancora sua madre la vede come una bambina, ma lei inizia già a vedersi come donna. Quell'età in cui esci di casa per andare a scuola con la divisa in ordine, ma poi ti sbottoni un po' la camicetta e ti arrotoli in vita la gonna facendo quindi alzare l'orlo ben al di sopra del consentito - gonna sotto la quale hai indossato la tua prima lingerie sexy comprata di nascosto - e speri di passarla liscia con i professori, ma anche di essere notata dai tuoi compagni.
La Summers parla di potere: il potere che noi donne abbiamo sul nostro corpo e sul modo in cui vogliamo mostrarlo o meno, sul potere che ci vuole essere sottratto quando decidiamo di mostrarci in un certo modo, sul potere che ci viene sottratto comunque perché alla fine non è quello che indossiamo a provocare molestie o un'aggressione.
Con questi temi la Summers ha ripreso parte di quello che Grace ha affrontato e affermato in Some Boys di Patty Blount e gli ha dato una sfumatura che ho trovato addirittura forse più inquietante.
Norah assiste a qualcosa e non sa come interpretarlo, si interroga sulla cosa e ne parla anche con il ragazzo che le piace - ed è un calcio sui denti, è un pugno nello stomaco vedere come questi ragazzi non proteggano una ragazza anche sapendola in pericolo, come giustifichino certi atteggiamenti, come lascino correre, come li ritengano leciti e poi a domande dirette sull'abbigliamento femminile e sulle presunte provocazioni che un po' di pelle in più o meno dovrebbe "scatenare", poi non sappiano come e cosa rispondere.
In neanche 6000 parole la Summers ci sbatte in faccia che non dipende da quanto siamo vestite o meno - è tutta una questione di potere, scelta e controllo sul nostro corpo che ci viene tolta da chi si crede in diritto di poterlo fare.
Si può valutare una short story che non è nemmeno presente su Goodreads e che forse non si svilupperà mai in un romanzo vero e proprio?
Beh, si tratta della Summers quindi io lo faccio comunque.
So che questa autrice non rientra nelle mie corde, di solito l'equazione che funziona per me è: più angst c'è, meno mi piace. Eppure ogni volta che leggo una tua recensione divento curiosa e so che, prima o poi, proverò a leggere qualcosa di questa autrice. Al momento sto cercando di smaltire un po' di letture, ma magari approfitterò del racconto, visto che dovrebbe essere meno impegnativo di un romanzo completo, se non per tematiche, almeno per durata :)
RispondiEliminaDai dai, fatti contagiare dalla Summers! xD
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