venerdì 6 aprile 2018

[Recensione] "L’ultimo alito dell’estate" di Luca Rebecchi

Il weekend è arrivato e questa è la prima recensione di aprile. 
Il libro protagonista di oggi è uscito il mese scorso e ringrazio ancora tanto l'autore per la copia cartacea.


Titolo: L’ultimo alito dell’estate
Autore:
Luca Rebecchi
Data di uscita: 8 marzo 2018
Pagine: 296 (copertina flessibile)
Editore:
Bookabook
Link Amazon: https://amzn.to/2pJNg4d

Trama:
Filippo è un giovane psicologo, attraente e sicuro di sé, ma basta un solo episodio in un mite pomeriggio di ottobre per mandare la sua vita in frantumi. Di colpo si rende conto di aver perso tutto: la donna che ama, la casa in cui vive, la professione che intendeva praticare... Dopo un tentativo di suicidio fallito, la madre - con la quale non aveva più rapporti da anni - gli fa promettere di vivere almeno fino al trentottesimo anno, l'esatta metà dell'aspettativa di vita di un uomo. Richiesta bizzarra che il figlio, nonostante l'avversione nei suoi riguardi, non sa rifiutarle. 
Così, le giornate di Filippo trascorrono solitarie una dopo l'altra, in una casa abbarbicata nelle Dolomiti bellunesi. Finché, a un passo dalla fatidica data del suo trentottesimo compleanno, incrocia sul suo sentiero Chiara, una graziosa ragazza dall'animo innocente e alle prese con un doloroso passato dal quale sta fuggendo. A dispetto della loro relazione forzata contraddistinta da reciproca insofferenza, scopriranno che qualcosa di sconvolgente li accomuna. E che da soli è impossibile combattere i propri fantasmi.

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La storia si apre nel 2006, con Sandra che va a trovare il figlio Filippo ricoverato in Psichiatria dopo un tentativo fallito di suicidio. I rapporti tra loro sono tesi da anni, principalmente per un giudizio che Sandra si è lasciata scappare di bocca tempo prima e che ha ferito suo figlio. 
Sandra sa che il tempo è un fattore fondamentale in entrambe le loro vite in quel momento e sebbene Filippo non dia segni o parole di consenso, sua madre vuole la promessa solenne che il figlio vivrà almeno fino al suo trentottesimo compleanno - nella speranza che la vita possa sorprenderlo in positivo e fargli rinunciare al suo proposito. 

Siamo a metà febbraio 2016, in cui Chiara non riesce a credere di essere sopravvissuta a camminate sotto il sole infernale del deserto e a scalate delle montagne più alte e più fredde del continente asiatico per poi perdersi in mezzo a una tempesta di neve sulle sue Dolomiti bellunesi. 
E proprio quando pensa di essere spacciata vede una casa, ma ad aprirle la porta è un uomo con barba e capelli lunghi e un atteggiamento che ricorda vagamente quello di un serial killer. Piuttosto che essere la cena di quell'uomo preferisce morire congelata, ma una caduta le fa improvvisamente perdere i sensi. 

Ed è così che Chiara si risveglia in casa di Filippo, un uomo scontroso e taciturno, chiaramente ostile nei suoi confronti e che non maschera il desiderio di vederla sparire il più in fretta possibile. Ma la neve e la febbre di Chiara li costringono ad una sorta di convivenza forzata, in cui Chiara non si fida del tutto di Filippo ma allo stesso tempo è incuriosita dalla storia di quest'uomo - una storia che l'uomo vuole tenere tutta per sé e che da dieci anni lo porta a vivere una vita più spartana possibile. 


Chiara e Filippo sono opposti, ma anche simili. 
I loro incontri sono fatti di silenzi nei quali non si capiscono, ma in cui riconoscono qualcosa. Le loro conversazioni sono scontri basati su filosofia, psicologia, musica e concetto dell'amore - che ad uno non pratico del settore o che non se ne intende come i due protagonisti risultano a tratti un po' ostiche. 

Chiara e Filippo, in quell'ottobre 2005 che ancora portava con sé un po' il sapore e l'odore dell'estate, hanno subito entrambi un trauma e uno shock. Ma hanno reagito in modi totalmente differenti. 
Filippo ha rifiutato l'umanità - quella degli altri e la sua, vivendo in completo isolamento nell'attesa del giorno in cui finalmente non dovrà più tenere fede alla promessa fatta a sua madre. Un rifiuto così totale che nella sua mente non c'è spazio neanche per i suoi pensieri, ma solo per le parole degli psicologi e dei filosofi che ha studiato e imparato nel corso dei suoi studi. 
Chiara invece, pur tenendo ad una certa distanza le persone, affronta ogni giorno la paura che a volte la coglie - rifiutandosi di cedere ad essa ed esplorando il mondo in tutti i suoi angoli, senza negarsi neppure le avventure più estreme. 

Sono due stili di vita che si incontrano e si scontrano, capaci nel giro di qualche settimana di mettere in discussione tutto il loro mondo. 

Non mi aspettavo il punto di vista di Chiara, dalla trama proprio non avevo intuito che ci sarebbe stato. Ed è scritto davvero bene, tanto che spesso dimenticavo che a scrivere i pensieri e le reazioni di Chiara è stato un uomo.
Questo è un romanzo che "scava", non solo perché Filippo è uno psicologo ma anche perché mostra come gli esseri umani reagiscano quando perdono una battaglia. 

Ho preferito Chiara a Filippo: io sono la prima che non ha esattamente delle reazioni "normali" di fronte a certe situazioni, ma quello che accade a lei è molto più grave. 
Ho trovato la reazione di Filippo un po' troppo esagerata, attribuendo poi i suoi gesti meno allo shock e più allo smacco di essersi visto le sue convinzioni crollare una dopo l'altra dopo tutta quella sicurezza in se stesso che mostrava e che rasentava quasi una sorta di arrogante indifferenza. 
Ma è poi vero che ognuno reagisce a modo suo, anche nella maniera in cui non ci si sarebbe mai aspettati e lo stesso Filippo sperimenterà sulla sua pelle che non basta osservare un essere umano per credere di conoscere tutto di lui.

È un romanzo che a parte i flashback di entrambi e l'epilogo ambientato un mese dopo, per il resto si svolge nel giro di davvero pochissimo - motivo per il quale, nonostante un evento in particolare che sblocca la stasi, ho trovato un po' troppo repentino il cambio di atteggiamento dei due nei confronti l'uno dell'altro. 
Pensandoci nel mio solito modo fin troppo razionale e cinico, il fastidio l'ho provato.
Bisogna quindi fare un po' di lavoro di immedesimazione, di immersione in due vite che in qualche modo sono state vissute a metà per dieci anni e che improvvisamente trovano in quella di fronte a sé un'opportunità di completamento che forse non arriverà più. 
Il punto è che Chiara ha avuto un coraggio e una fiducia che a me sarebbero mancati. 
O forse no, non si può mai prevedere come reagirà una persona.

Mi ha fatto tanta tenerezza Arturo, il colonnello degli alpini ora in pensione che prende Chiara sotto la sua ala protettrice e che, nonostante il caratteraccio di Filippo, lo stesso prova ad essergli amico. 

E Sandra mi ha fatta commuovere perché ho trovato in lei frasi che anche mia madre una volta mi ha scritto in un biglietto. 
Tutti subiamo delle sconfitte dalla vita, tutti perdiamo qualcosa. Ma la vita va avanti e anche noi dobbiamo avere - o trovare - la forza di farlo. 

È un romanzo che fa male - specialmente per quanto riguarda il passato di Chiara e le paure che ancora cerca di superare. Qui non c'è l'amore che guarisce - perlomeno non lo fa all'istante, ma solo dopo molto tempo. 
È una storia di isolamento, di coraggio, di speranza - è una storia che insegna a non sprecare il tempo a propria disposizione, una storia che vuole essere un inno alla vita. 

e ½

2 commenti:

  1. Sembra un libro con una trama importante... ma non so forse per me non va bene. Troppo serio ;)

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    1. Non è leggero, specialmente per quanto riguarda Chiara.
      Ci vuole la giusta predisposizione d'animo.

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