venerdì 26 febbraio 2021

[Recensione] "The Good Girls" di Claire Eliza Bartlett

Chi ha le analisi del sangue questa mattina per vedere se ha ancora il ferro sotto i tacchi alzi la mano. Solo io? Ah, solo io.  

Gente, io credo di non aver spoilerato niente - mi sembra di non aver detto niente, eppure la recensione mi appare chilometrica. Che me lo dite se mi dilungo troppo ed è ora che io impari a trovare il modo di accorciare le recensioni?
 
 
Titolo: The Good Girls
Autrice: Claire Eliza Bartlett
Data di uscita: 1 dicembre 2020
Durata: 9H 55Min (Storytel Edition)
Editore: HarperTeen
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Trama [tradotta da me]: La piantagrane. L'ambiziosa. Il capitano delle cheerleaders. La ragazza morta.

Come ogni scuola in America, Jefferson-Lorne High contiene tutte le ragazze di cui sopra.

Dopo lo scioccante omicidio di una ragazza dell'ultimo anno, Emma Baines, tre delle sue compagne di scuola sono in cima alla lista dei sospettati: Claude, la famigerata ragazza delle feste; Avery, la capo cheerleader; e Gwen, la futura valedictorian.

Tutte hanno un'etichetta, che piaccia loro o meno--e Emma era sempre stata conosciuta come la brava ragazza. Ma le apparenze non sono mai quello che sembrano e la verità che sta dietro a ciò che è davvero capitato ad Emma potrebbe essere semplicemente nascosta in bella vista. Mentre segreti sepolti da tempo vengono alla luce, l'orologio per trovare l'assassino di Emma ticchetta--prima che un'altra brava ragazza venga uccisa.

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Questo libro viene consigliato a chi ha amato Uno di noi sta mentendo di Karen M. McManus e Sadie di Courtney Summers. Ora, voi sapete che essendo la Summers la mia autrice preferita, questo non è un paragone che prendo alla leggera - in passato è sempre andata male con tutti i libri a cui veniva associato. 
 
Stavolta invece è andata bene: The Good Girls prende il mystery thriller adolescenziale della McManus e lo combina con il femminismo e le ragazze unlikeable della Summers - però senza la sua cruda brutalità e, per questo motivo, spesso il paragone lo trovo inaccettabile. Quindi sì, manca la scrittura tagliente e brutale della Summers, l'orrore infinito suggerito anche con poche parole, ma trovo che la Bartlett abbia fatto comunque un lavoro eccellente nel comunicare i punti fondamentali della sua storia e la sua scrittura li porta al lettore in maniera lo stesso chiara, diretta, coinvolgente ed efficace. 

Dirvi i contenuti trigger di questo libro sarebbe spoilerare una parte fondamentale della storia che sta alla base di tutto, quindi non lo farò - sappiate però che ci sono dei trigger. 


Il libro si apre con il punto di vista di una ragazza, inseguita nella notte e consapevole di essere sul punto di morire - uccisa per mano di qualcuno, spinta giù da un ponte tra le acque gelide di dicembre del fiume che scorre appena fuori Lorne, Colorado. 

Il giorno dopo si scopre che la ragazza è Emma Baines: un video che mostra cos'è accaduto ad Emma la notte precedente viene postato sulla sua pagina Facebook, diventa presto virale e la denuncia di persona scomparsa si trasforma in un'indagine per omicidio. 
 
Il ponte sul fiume da cui è stata spinta è tristemente noto a tutti: una leggenda narra che una strega di nome Anna fu giustiziata vicino al fiume e ogni tanto Anna's Run - così il nome del fiume in quale particolare punto - reclama per sé un sacrificio e tutti sanno che la corrente del fiume in quel punto è troppo forte, rendendo impossibile la sopravvivenza una volta finiti in acqua.

Anna's Run è anche il punto dove si ritrova la gente poco raccomandabile - un po' come Claude Vanderly, la ragazza che incarna tutto ciò che la benpensante Lorne detesta: va a letto con chi le pare senza problemi, è una vandala e una delinquente già portata in centrale diverse volte. Ciò la porta ad essere la prima sospettata: nonostante il suo essere femminista professando sex-positivity e indignazione per una notizia di cronaca che vede tutti simpatizzare con un senatore accusato di molestie durate anni nei confronti di una donna e iniziate quando era ancora adolescente, lei resta comunque la puttana di Lorne - non può non essere coinvolta, no?

La seconda sospettata è Avery Cross, capitano di un gruppo di cheerleader che viene chiamato da tutti "wolf pack" - e lei è la capobranco. Che Avery sia bisessuale è di dominio pubblico, così come lo è il fatto che Emma fosse negata per il cheerleading e che lo facesse solo perché le servivano i crediti extrascolastici per riuscire ad ottenere una borsa di studio - i pettegolezzi e le domande sulla vera natura del loro rapporto circolano da anni per tutta la scuola e per tutta Lorne. 

Infine c'è Gwen Sayer, considerata da tutti una stronza del tutto priva di emozioni ed empatia. La sua rivalità con Emma è di vecchia data: non solo entrambe concorrevano per la stessa borsa di studio che avrebbe permesso loro di lasciare finalmente Lorne, ma la sorella più grande di Gwen - Lizzy, morta suicida due anni prima - era la mentore di Emma, causando perciò una serie di gelosie a fronte del loro legame.

La polizia le interroga più volte in cerca di alibi, connessioni, omissioni, buchi nelle loro storie e cose che non collimano e tutte e tre hanno qualcosa da nascondere. 
Tra la puttana piantagrane a cui piace fare festa, la cheerleader ricca e con la testa vuota e l'ambiziosa arrivista, chi è responsabile per la morte della brava ragazza Emma Baines? 


Ho solo rielaborato la trama e allungato un po' il brodo perché ci sono tante cose da scoprire in questo libro - tanto che per tutta la prima metà non avevo proprio idea di che pesci pigliare e solo dopo aver passato la metà ho cominciato a sparare tutte le ipotesi che mi venivano in mente. Solo al 65%, a tre ore dalla fine, ho cominciato a mettere insieme i primi pezzi e poi da lì ogni cosa ha cominciato ad incastrarsi e ad andare al suo posto - c'è comunque una cosa che ho trovato poco chiara, una dinamica in particolare la cui risoluzione è rimasta senza una risposta chiara e definitiva. Non so se sia stato fatto apposta come per il finale di Sadie, ma non credo - ci sono indizi che sembrano portare in una direzione precisa, ma senza alcune certezza.

Ho trovato le ragazze tutte interessanti, i titoli dei capitoli erano tutti una "etichetta" che era stata affibbiata loro per definirle e chiuderle in "gabbia" - scopriamo poi che quell'etichetta non le definisce e che c'è molto altro della loro persona, ma le tre ragazze sono anche capaci di sfruttare quell'etichetta a loro vantaggio quando serve. 
 
I capitoli dal punto di vista delle ragazze poi vengono alternati da estratti del diario di Emma che partono da lontano e ci avvicinano alla data della sua morte, referti della scientifica, trascrizioni di chiamate al 911 e interrogatori, documenti della polizia, post di un blog il cui autore sembra sapere molte più cose della polizia e soprattutto fare meglio il loro lavoro. E come spesso accade nei mystery thriller young adult la polizia è totalmente inutile, ma qui serve anche per evidenziare quanto anch'essa sia influenzata dai pregiudizi e dai preconcetti - quanto tutti facciano distinzione tra bianco o nero, tra brava ragazza o puttana. Sono la dimostrazione di ciò che noi vogliamo vedere, incasellandolo in qualcosa che conosciamo e ci mette a nostro agio a dispetto di ciò di cui si tratta realmente e che non vogliamo vedere - e ci sono tante cose in questo libro che gli adulti non hanno voluto vedere e in cui hanno miseramente fallito.

The Good Girls mi ha saputa coinvolgere, mi ha fatta inorridire, mi ha fatta arrabbiare, mi ha fatto avere paura e mi ha fatta indignare. Ma The Good Girls è anche un libro in cui le ragazze prendono in mano la loro vita - per cambiarla, per non farsi più dire e imporre dagli altri chi essere e come essere, per avere un futuro scelto da loro, per dare giustizia a chi non l'ha avuta quando in alcuni casi è troppo tardi o quando c'è ancora speranza, per rendere il mondo un posto più sicuro. 

The Good Girls è un libro dove le ragazze non sono quello che sembrano, non sono definite da una sola caratteristica - da una sola qualità o da un solo difetto. Come noi. 
Un libro in cui le parole e i gesti contano, in cui devi rischiare per fare la cosa giusta, in cui una ragazza che ha smarrito se stessa non vale meno di un'altra - The Good Girls va contro chi vuole fare un esempio di queste ragazze per mettere in guardia le altre sulla fine che fanno le brave ragazze che si perdono, va contro chi vuole scrivere un manuale su come deve essere e comportarsi una Brava Ragazza, va contro chi vuole tenere loro la bocca chiusa - magari per sempre. 

Lo consiglio? Ovviamente sì.
 

2 commenti:

  1. Bellissima recensione, mi ispira parecchio, anche se non è il mio genere.

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    1. Sono comunque contenta che ti abbia incuriosita... e grazie! :)

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