lunedì 15 febbraio 2021

[Recensione] "Burn Our Bodies Down" di Rory Power

Nei miei piani, l'idea era di farvi trovare questa recensione stamattina. 
La verità è che ieri, nonostante i buoni propositi, mi sono impigrita ogni volta che stavo per mettere mano alla bozza. 

Quindi niente, siccome ero comunque categorica nella mia convinzione di farla uscire oggi, dopo pranzo mi sono messa al lavoro ed eccola qui.
 
 
Titolo: Burn Our Bodies Down
Autrice: Rory Power
Data di uscita: 7 luglio 2020
Durata: 10H 9Min (Storytel Edition)
Editore: Delacorte Press
Link Amazon: https://amzn.to/3plYs43

Trama [tradotta da me]: Dall'autrice
del New York Times bestseller Wilder Girls arriva un nuovo thriller pieno di colpi di scena su una ragazza il cui passato è sempre stato un mistero–fino a quando non decide di tornare nella città natale di sua madre . . . dove la storia ha la tendenza a ripetersi.

Sin da quando Margot è nata, sono state sempre solo lei e sua madre. Nessuna risposta alle domande di Margot su quello che c'era stato prima. Nessuna storia a cui aggrapparsi. Nessun parente di cui parlare. Solo loro due, bloccate nel loro appartamento malmesso facendo fatica ad andare d'accordo.

Ma non è abbastanza per Margot - lei vuole una famiglia, vuole un passato. E ha trovato la chiave che le serve per ottenerlo: una fotografia, che la indirizza verso una città chiamata Phalene. Che la indirizza verso casa. Solo che, una volta giunta lì, non è proprio ciò che Margot si aspettava.

La madre di Margot se ne andò per una ragione. Ma era per nascondere il suo passato? O era per proteggere Margot da ciò che è ancora là?

L'unica cosa che Margot sa con sicurezza è che scorre del veleno nel suo albero genealogico e le sue radici scavano così a fondo dentro Phalene che, ora che è lì, potrebbe non scappare mai più.

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Quello che ho trovato all'interno di questo libro... non è stato per niente quello che mi sarei aspettata. 

Avvertenze per violenza, morte e altre cose grafiche e alquanto disgustose che a dirle sarebbe spoiler. 


Definire tossico il rapporto di Margot con sua madre sarebbe un eufemismo. 
Nonostante siano due gocce d'acqua nell'aspetto e da ciò forse ci si potrebbe anche aspettare un'affinità speciale tra madre e figlia, le cose non potrebbero essere più diverse. Margot si è praticamente cresciuta da sola, quasi sempre ignorata da una madre anaffettiva che molto spesso compra da mangiare solo per sé e lascia la figlia a provvedere da sola. 

Sono sempre state Josephine e Margot - nobody but you and me
Solo lei e Josephine: Josephine, che le ha insegnato ad avere sempre un accendino con sé e a tenere sempre un fiamma accesa vicino a sé con il detto che questo le avrebbe salvato la vita; Josephine, che non ha mai voluto parlare del posto in cui è nata e cresciuta - se esiste un padre, se esistono dei nonni, zii, cugini o altri parenti all'infuori di loro due. 

Le liti tra loro sono all'ordine del giorno - a volte esplosive, a volte una guerra fredda. 
Margot vorrebbe soltanto conoscere sua madre, vorrebbe che Jo la lasciasse entrare nella sua vita ed è stanca di camminare sempre sulle uova. 

Desiderosa di scoprire qualcosa di più, Margot si reca nel negozio di pegni dove la madre spesso consegna la sua roba quando i soldi scarseggiano per poi ricomprarla quando può e, con un po' di soldi da parte, Margot spera di portarle a casa qualcosa che le faccia piacere. Ma rovistando nella roba della madre, trova anche cose che non aveva mai visto: quella che era la sua copertina da neonata e una Bibbia. E dentro questa Bibbia una dedica, una foto e un numero di telefono. 

Finalmente Margot ha un vero indizio sulla sua famiglia, qualcosa che la possa condurre a casa - in un posto in cui può sentire di appartenere, da qualcuno che può chiamare come "suo" ed essere a sua volta chiamata "loro". 
Ma Jo si accorge della telefonata e le proibisce di contattare ancora Vera, la matriarca della famiglia Nielsen, e in seguito a questo ennesimo rifiuto di Jo di farla entrare, Margot ne ha abbastanza e il giorno dopo scappa a Phaelene. 

Phaelene non è come se la aspettava e di certo non si aspettava di essere riconosciuta immediatamente con una del clan Nielsen appena messo piede in paese - a quanto pare la somiglianza non ce l'ha solo con sua madre, ma anche con la nonna Vera e le donne Nielsen non sono più ben viste a Phaelene da decenni. 
Margot viene subito avvicinata da Tess, da quella che sembra essere una delle ragazze più in vista di Phaelene - anche lei proveniente da una delle famiglie storiche della cittadina. Ed è con lei e il suo amico Eli quando vengono a sapere di un incendio alla fattoria di Fairhaven, proprietà dei Nielsen da generazioni e Margot sente che deve andare per forza a vedere con i suoi occhi. 

Il fuoco è devastante, stermina i campi di granoturco a velocità impressionante ma Margot non esita a lanciarsi nelle fiamme quando intravede una persona tra le piante che cerca di sfuggire all'incendio. Margot riesce a raggiungerla, ma la ragazza non risponde ed è solo con l'aiuto di Eli che riesce ad uscirne. 
Ma per la ragazza è troppo tardi e più grande dello shock di trovarsi di fronte ad un cadavere, c'è solo lo shock di trovarsi di fronte un cadavere che ha la sua stessa faccia. 

Confusa, intontita, ferita e sotto shock, Margot non capisce perché la polizia le faccia tutte quelle domande e sembri considerarla colpevole - e soprattutto non capisce perché sua nonna, arrivata finalmente a salvarla dall'interrogatorio, menta non solo alla polizia ma anche a lei dicendo di non conoscere la ragazza. 
Ma Margot conosce quel viso: è il suo viso, è quello di sua madre, è quello di sua nonna. Quella ragazza era chiaramente una Nielsen e allora perché sua nonna vive da sola e non esiste nessun altro membro della famiglia? 

Come si suol dire... attenta a quello che desideri, potrebbe avverarsi


Potete fare tutte le ipotesi che volete: non arriverete mai ad indovinare la complessità incredibile - e da fuori di testa, nel senso che i vostri appigli alla logica pian piano mollano gli ormeggi e si dirigono al largo - che sta alla base e alla fine di questa storia. 

Ammetto che dalle premesse mi aspettavo che fosse Phaelene stessa ad essere malvagia, ad impedire la fuga una volta messo piede al suo interno. E invece è una cittadina normale, ma ciò non vuol dire che qualcosa di "marcio" non ci sia comunque. Forse è anche per questo che non gli ho dato un punteggio pieno - perché mi aspettavo un "classico" mystery thriller e questo in un certo senso lo è, ma è anche molto di più. 

Margot è stata un personaggio a cui mi è stato impossibile non affezionarmi - forse perché, sebbene non alla stessa maniera, anche nel mio caso ci sono questioni di famiglia che so non vanno toccate o non vengono mai aperte. 
Ma io almeno una famiglia ce l'ho e potevo capire la frustrazione di Margot nel volere sapere di più, nel volere conoscere il luogo da cui aveva avuto origine - e soprattutto era palpabile la voglia di conoscere sua madre e avere un vero rapporto con lei. 

Rapporto che crede di poter instaurare con Vera, di poter essere chiamata "la sua ragazza Nielsen" - di essere riconosciuta come tale da tutti quanti in paese. 
Ma ben presto Margot si rende conto che Vera è la donna che ha cresciuto sua madre, che l'ha fatta diventare com'è e che anche lei racconta solo bugie. 

Burn Our Bodies Down è un potete romanzo - a tinte horror - che si fonda sulla famiglia, sul limite al quale ti spingeresti pur di proteggerla e metterla al primo posto a discapito di tutto. Spesso sfociando nell'amore tossico, quello che uccide invece di far fiorire e Margot è stanca di quel tipo di amore. 
E per Margot - soprattutto in seguito a quello che scopre - è ancora più importante di prima affermare la propria personalità, la propria volontà di vivere perché a Fairhaven essere un'altra ragazza Nielsen equivale ad una condanna a morte. 

Non c'è molto altro che io possa dirvi perché rischierei di fare spoiler, rischierei di togliere tutto l'orrore psicologico e visivo che Margot deve affrontare se vuole non solo sopravvivere, ma soprattutto vivere

Burn Our Bodies Down è una storia di famiglia, forza, scoperta di se stessi ed è anche una storia dell'orrore - perché diciamocelo, i campi di granoturco sono da sempre un setting perfetto per l'horror.

Venite tutti a Fairhaven... ma non dimenticatevi l'accendino. 

2 commenti:

  1. Ciao Alice! Caspita, questa storia dev'essere davvero sconvolgente! Da come le descrivi, certe scene sembrano seriamente inquietanti, help :-) Non so se è il mio genere, ma proverò a tenerlo in considerazione!

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    1. Ciao Silvia! :)
      Ehi sì, ci sono delle cose alquanto disturbanti, ma mi è piaciuto molto! Ora sono ancora più curiosa di leggere il primo romanzo dell'autrice, che dovrebbe uscire a breve per Mondadori.

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