venerdì 5 febbraio 2021

[Recensione] "Master of One" di Jaida Jones & Dani Bennett

Una volta mi ero "lamentata" di non saper recensire i romance e i classici perché, di norma, sono fuori dalla mia comfort zone. Ma ancora più fuori dalla mia comfort zone sono i fantasy - genere che leggevo molto di più quando piccola e che ho relegato a sola visione cinematografica in età adolescenziale e adulta.

C'è stato qualcosa però in questo libro che mi ha attirata, una volta che ho cominciato a sentirne parlare davvero bene - così, appena approdato su Storytel, mi ci sono fiondata.
 
 
Titolo: Master of One
Autrici: Jaida Jones & Dani Bennett
Data di uscita: 10 novembre 2020
Durata: 15H 40Min (Storytel Edition)
Editore: HarperTeen
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Trama [tradotta da me]: Rags è un ladro—uno di quelli proprio bravi. Ha rubato dai forzieri dei nobili, derubato le tasche dei soldati e persino sfilato qualche anello dalle dita di qualche passante. Avanti così fino a quando non è stato catturato dalla guardia reale e costretto a trovare un'antica reliquia fatata per il sadico stregone di corte.

Ma Rags non avrebbe mai potuto immaginare che questa "reliquia" sarebbe stata in realtà un fae in carne e ossa—un
antico principe fae così bello da far girare la testa e perfetto in maniera irritante chiamato Shining Talon. Per fortuna che Rags è bravo a reagire prontamente a tutto perché le cose da lì si fanno ancora più strane...

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TRIGGER WARNING: violenza, tortura, morte, sangue, scene cruente, perdita del libero arbitrio.


Il libro si apre con Tomman Ever-Loyal, figlio maggiore di una delle famiglie più nobili presenti alla corte della regina Catriona Ever-Bright, che assiste impotente al quasi totale sterminio della sua famiglia - sfruttando l'accusa di tradimento nei suoi confronti per evitare future vendette e rivalse. Accusa che è fondata, perché quello che ha scoperto potrebbe veramente cambiare tutto e preferisce uccidersi piuttosto che dire - o essere costretto a dire - allo stregone di corte più potente della regina, Morien The Last, ciò che ha trovato nelle profondità più oscure del castello. 

Un anno dopo, convinto di fare il colpo del secolo e pertanto impossessarsi dei gioielli della corona, Rags - un ladro di sedici anni che vive da sempre in strada - viene beccato e portato al cospetto di Morien The Last e Lord Faolan Ever-Learning. Qui scopre che non esisteva nessun colpo del secolo, che era stata una trappola altamente congegnata per scovare il ladro migliore e obbligarlo a trovare il vero tesoro per conto della regina. E Rags non può rifiutarsi, letteralmente non può - la magia di Morien sfrutta gli specchi e il loro potere e una scheggia di esso gli viene piantata nel cuore senza che Rags riesca ad impedirlo: con quella scheggia nel cuore, Morien può vedere e ascoltare tutto ciò che vede e ascolta Rags, può comandargli di fare qualsiasi cosa lui voglia e può ucciderlo al minimo fastidio o al minimo inconveniente che Rags possa provocare - compresa la fuga. 

Rags viene portato nelle Lost-Lands, terre abitate una volta dal popolo fae sterminato centinaia di anni fa dagli uomini della regina - ma non prima che il loro re, Oberon Black-Boned, maledisse la famiglia Ever-Bright condannando le sue regine a non avere eredi. Ma Catriona Ever-Bright - ultima del suo nome quando è ascesa al trono - non solo è riuscita in qualche modo a spezzare la maledizione e ad avere figli, ma gode anche di una vita innaturalmente lunga e di un aspetto innaturalmente giovane. Questo però non è abbastanza: ci sono altri tesori sepolti sotto le rovine della corte caduta dei fae e Rags è incaricato di superare tutte le trappole potenzialmente mortali e trovare il tesoro. 

Il tesoro che immaginava però - e di cui sperava di intascarsi una piccola parte - non esiste: nell'ultima camera, dopo tutta una serie infinita di prove quasi letali, Rags trova un fae addormentato in una bara di vetro. Incapace di resistere, come attirato da qualcosa di più grande di lui, al suo tocco il vetro esplode in mille pezzi e il fae - che si presenta come Shining Talon - gli giura fedeltà e devozione. 
Alla comparsa di Morien però, per evitare che questi uccida Rags, Shining Talon è costretto a rivelare quale sia il vero tesoro: un'arma o uno strumento dal nome The Great Paragon, creato centinaia di anni fa dai fae come simbolo di unità tra il loro popolo e quello degli umani e composto da sei parti, divise per evitare che cadesse in mani sbagliate - cinque parti destinate a cinque umani degni di entrarne in possesso e una destinata ad un fae. Shining Talon è il Master of Six e Rags, in quanto colui che l'ha svegliato, è il Master of Five - quindi, per quanto Morien vorrebbe tanto torcergli il collo, non può assolutamente uccidere Rags altrimenti passerebbero altre centinaia di anni prima che nasca un altro Master of Five degno. Ciò non significa però che non possa torturarlo almeno un po' alla prima traccia di insolenza.

Inizia così un'avventura più grande di quella che Rags avrebbe potuto immaginare: con Shining Talon che evoca dal fiume One, un'enorme lucertola d'argento che li condurrà al suo padrone e da lì il Master of One li porterà al Master of Two e così via, Rags deve trovare il modo di liberarsi dal controllo di Morien perché è chiaro che le sue intenzioni e quelle della regina sono di usare l'arma per trarne ancora più vantaggio. 

Attraverso terre perdute, terre incantate, nemici e alleati e creature fatte di argento e creature che non dovrebbero neppure esistere, Rags sente come non mai la mancanza della sua semplice esistenza da ladro e mai come in questo momento sente di non essere affatto la persona giusta per compiere il furto del secolo. 


Sembra che io vi abbia raccontato un'infinità di cose, ma questo è solo il primo 15% del libro - perché al suo interno c'è molto, ma molto di più. 

Rags è un ragazzino cinico, sarcastico, incapace di tenere la bocca chiusa anche se questo lo porta ad accendere l'ira di Morien - ma è anche scaltro, capace di vedere ciò che gli altri non vedono e approfittarne, trovando sempre una scappatoia. È sempre stato solo, ha sempre lavorato solo - a Cheapside era l'unica cosa da fare perché la fiducia verso qualcun altro lo avrebbe portato ad essere derubato nel migliore dei casi oppure ucciso nella peggiore delle ipotesi. Ora si trova a dover lavorare in gruppo e soprattutto si trova sempre osservato e tallonato da Shining Talon, che lo vede come l'eroe che lui sa di non essere - trova inconcepibile che sia lui il Master of Five, il padrone di una delle sei creature d'argento che andranno a comporre il Great Paragon. 
 
Rags e Shining Talon li considero un po' i protagonisti perché è con loro che comincia tutto - e Rags è quello che, anche se i conti non li ho davvero fatti, sembra avere la maggior parte dei capitoli dal suo punto di vista. Ma non ci sono solo loro: ci sono una lady caduta in disgrazia ed esiliata, un principe disabile, un disertore della Guardia Reale, un'attrice transgender e ci sono soprattutto le creature d'argento, che creano un legame indissolubile con i loro padroni e provano per loro una devozione senza pari. E ci sono anche le storie del popolo fatato, storie che si rivelano più reali di quanto le leggende facessero credere e che soprattutto fanno ricredere tutti quanti sulle bugie che per anni sono state raccontate sui fae - e quanto ho sofferto ad un certo punto. 
 
Mi sono piaciuti tutti: Rags e il suo cinismo, Shining Talon e la sua devozione, Cabhan e il suo desiderio di fare ammenda, Inis e la sua rabbia e la sua voglia di vendetta, Somhairle e la sua gentilezza. 
Ho odiato Morien con tutte le mie forze e anche Catriona Ever-Bright non è da meno - lei però compare poco e ci lascia un quadro più ampio ancora da esplorare.
 
Il worldbuilding all'inizio mi ha lasciata confusa - anche perché non sono molto avvezza ai fantasy, ma poi ho cominciato a capire questo mondo dalle fattezze e usanze medievali. Ho cominciato a capire le distinzioni tra i nomi e le terre del popolo fae e quelle degli umani e man mano che la storia va avanti, poi tutto prende sempre più forma - sia il passato che il presente e si arriva ad avere un quadro chiaro della situazione. 
 
La prima parte è sicuramente quella più movimentata, quella che assomiglia ad un'avventura di Indiana Jones sulle montagne russe dell'adrenalina e della tensione. Rallenta poi nella parte centrale e accelera di nuovo nel finale, ma non mi sono mai annoiata perché c'era sempre qualcosa di nuovo da scoprire. 

Ho adorato - ADORATO - lo slow burn tra Rags e Shining Talon: è stato lo slow burn degli slow burn. Questo perché Rags sa di non potersi permettere sentimenti o sensazioni di qualsiasi genere, che è pericoloso avvicinarsi o lasciare avvicinare qualcuno - e per quanto inizialmente gli dia fastidio che Tal gli giri sempre attorno, dopo un po' non può farne a meno, ma non può fare anche a meno di domandarsi se Tal lo voglia davvero o se sia "obbligato" dalla devozione fae che gli deve per averlo svegliato in quanto Master of Five. 
No, davvero - Rags e Tal sono bellissimi e non ne avevo mai abbastanza delle loro scene insieme e dei loro momenti comici, specialmente perché Tal a volte prende tutto troppo alla lettera e non capisce l'umorismo o i modi di dire e fare umani. 

Oltretutto ero convinta che questo libro fosse autoconclusivo e sebbene per me il finale possa in qualche modo mettere un punto a questa parte di avventura, allo stesso tempo spalanca le porte per molto, ma molto altro - perché la loro missione non è ancora finita e ci sono ancora molti torti a cui porre rimedio, perciò io spero davvero che esca un sequel prima o poi. 

Insomma, questo libro per me è approvatissimo: è avventuroso, pieno di amicizia in divenire, solidarietà e capacità di fiducia nel collaborare con gli altri per un bene più grande - e finirò sicuramente per comprarlo cartaceo. 

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