giovedì 9 gennaio 2020

[Recensione] "Love, Heather" di Laurie Petrou

La cosa che mi aveva spinta a richiedere questo romanzo in anteprima su NetGalley - anche se nel frattempo, causa caos lavorativo e di vita, sono passati mesi - è stata che qualcuno l'aveva consigliato a chi avesse amato i romanzi di Courtney Summers. 

E poi insomma, sapete che se mi offrite su un piatto d'argento un libro che parla di bullismo e amicizie finite, io non posso rifiutare. 

E avevano anche ragione: mi è venuta una voglia incredibile di rileggere Some Girls Are.


Titolo: Love, Heather
Autrice: Laurie Petrou
Data di uscita: 8 ottobre 2019
Pagine: 280 (Kindle Edition)
Editore: Crooked Lane Books
Link Amazon: https://amzn.to/2tj9oXQ

Trama [tradotta da me]: Quello che vedi non è sempre quello che percepisci.

Stevie non avrebbe mai voluto che le cose arrivassero fino a questo punto. Quando lei e Dee - la ribelle, sfrontata, indistruttibile Dee - cominciarono tutto questo, c'era uno scopo dietro i loro atti di vendetta: rimettere i bulli della Woepine High School al loro posto. E tre mesi fa Stevie credeva che se lo meritassero, quando la sua migliore amica le si è rivoltata contro e il resto della scuola l'ha seguita - e Stevie si è ritrovata da sola e senza protezione con un bersaglio disegnato sulla schiena. Online la situazione era anche peggiore.

Fu di Dee l'idea di ripagarli con la stessa moneta tramite qualche scherzo ben studiato, firmando ognuno di essi con Love, Heather - un omaggio al suo film preferito degli anni '80 sulla vendetta. Suo malgrado, Stevie non può evitare di venire coinvolta nella rivalsa, godendosi ogni minuto di sofferenza e per un po' funziona: sembra che la scuola sia in mano agli studenti tranquilli e che non hanno mai cercato lo scontro.

Ma quando studenti anonimi cominciano a partecipare, punendo offese anche solo percepite con una violenza feroce che cresce in maniera esponenziale, la linea che separa il malvagio dal vigilante comincia a sfumare. Mentre gli amici si rivoltano l'uno contro l'altro e l'amministrazione arranca cercando di riprendere il controllo, diventa tutto chiaro: qualunque cosa Dee e Stevie hanno cominciato ha sviluppato una mente - e dei denti - tutti suoi. E quando finalmente li inghiotte tutti quanti, uno solo di loro riemergerà totalmente cambiato e con un piano per un ultimo, terrificante atto di vendetta.


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TRIGGER WARNING: bullismo faccia a faccia e online, slut-shaming, molestie, amicizie femminili tossiche, linguaggio transfobico.


Credo che questa recensione sarà alquanto breve perché tentare di sviscerare la trama anche solo un po' sarebbe già fin troppo rivelatorio.
La trama stessa è fuorviante - pensavo di aver travisato io qualcosa nella traduzione della stessa e invece è scritta proprio per far credere al lettore una cosa e per poi sorprenderlo fin dall'inizio con premesse che non emergevano affatto da quelle poche righe.

Quella di Stevie è una vita solitaria sotto molti aspetti: il padre si è rifatto una vita altrove con una ragazza più giovane, la madre pensa solo ai suoi appuntamenti nel tentativo di rifarsi anche lei una vita e non ha più tempo per le maratone di film che era solita farsi con la figlia e da un po' di tempo la scuola e il web sono diventati un campo minato di atti di bullismo, con studenti e persone sconosciute che la insultano e prendono in giro mentre quelli che le erano amici stanno a guardare oppure partecipano.

L'idea di ripagarli con la stessa moneta è di Dee, anche lei appassionata di film come Stevie - in particolare di quelli con ragazze adolescenti protagoniste che si vendicano dei torti subiti. Heathers diventa il film di riferimento, l'ispirazione, la firma dietro ogni atto di rivalsa. E per un po' va tutto bene, va tutto come dovrebbe andare.
Per un po' i bulli stanno calmi, per un po' non alzano la testa - anzi, hanno il coraggio e la faccia tosta di lamentarsi che non si sentono sicuri a scuola.

Ma Stevie e Dee, con Heather, hanno innescato una scintilla che presto diventa un fuoco che divampa senza controllo: non solo solo i deboli, gli emarginati e i presi di mira che si vendicano di coloro che li hanno sempre tormentati, ma ora ogni occhiata data di traverso è motivo di rivalsa - il tutto sotto gli occhi indifferenti di insegnanti e amministrazione scolastica che guarda con gli occhi mezzi chiusi senza indagare a fondo e limitandosi a dire di smetterla perché in vigore a scuola c'è una tolleranza zero verso il bullismo. Sì, certo, come no - si è visto infatti come sono corsi in aiuto di Stevie quando ne aveva bisogno.

Stevie spesso si chiede se la cosa non stia andando troppo oltre, se lei e Dee non abbiano perso il controllo su quella che era nata come giustizia sociale contro chi fa il bullo, contro chi promuove la rape culture, contro chi assume atteggiamenti razzisti e transfobici nei confronti di chi li circonda.
Dee però è come un fuoco che arde, la fiamma della vendetta e della rivalsa che anima coloro che sono attratti dalla sua personalità e che anche quando Stevie vorrebbe fare un passo indietro, la spinge sempre in avanti ricordandole perché lo stanno facendo.

Stevie e Dee diventano le promotrici di un movimento di vigilanti - un movimento che ben presto assume una vita e un cervello tutti suoi.

Ma è davvero possibile riparare ad un torto con un altro torto? Possono due torti fare una ragione? Esiste davvero un punto in cui ci si può definire pari e voltare pagina? 

È davvero questo il modo migliore - il modo giusto - per insegnare ai bulli che esistono conseguenze per le loro azioni?


È un libro che ho divorato, in cui mi sono sentita coinvolta fin dall'inizio e quello che mi ha colpita di più è che mi aspettavo di trovarmi una storia ambientata all'ultimo anno di superiori quando invece Stevie ha solo quattordici anni.
Per me è stato inevitabile entrare in connessione con lei: parte di quella solitudine, di quella disperazione, di quella depressione, di quell'angoscia appena sveglia all'idea di andare a scuola le ho provate anche io - in parte alle medie per quanto riguarda lo stare in classe, mentre per quanto riguarda le superiori quello è stato un altro paio di maniche perché lì riguardava i corridoi nei quali incontravo quelli degli altri indirizzi scolastici e l'autobus per tornare a casa.

La differenza tra me e Stevie è stata che alle superiori avevo comunque qualcuno dalla mia parte, qualcuno pronto a difendermi - Stevie no, ecco quindi che tutta la sua rabbia si è sedimentata ed è cresciuta incontrollata e l'incontro con Dee è stato l'incontro con qualcuno che l'avrebbe aiutata a sfogarsi.

Non nego che pure io sono stata un'adolescente depressa e rabbiosa - lo sono ancora sotto molti aspetti. Non nego che spesso ho bruciato di rabbia in molte occasioni, che ho pensato tante volte a come avrei voluto vendicarmi e che ancora oggi, vedendo uno di quelli che mi ha fatto venire un attacco di panico a quattordici anni sull'autobus, digrigno i denti e penso sempre se andasse a fuoco e io avessi un bicchiere d'acqua, me lo berrei lentamente e con gusto mentre resto a guardare.
Ma io non avevo i mezzi e forse non avrei neanche adesso il carattere per vendicarmi.

Quella di Stevie è una storia di vendetta - ma alla fine la vendetta ci aiuta davvero a stare meglio? Fa davvero sparire il dolore, lenisce davvero le ferite? Insegna davvero qualcosa a quelli con cui ce la prendiamo? E che dire di noi? Cosa resta di noi dopo?

Attraverso Stevie, l'autrice ci fa racconta una storia che fa male e che fa riflettere - che fa riflettere sul peso delle parole che pronunciamo e sul peso delle azioni che commettiamo.
Mette in luce quanto siamo dipendenti dai social media, quanto della nostra vita mettiamo o viene messa in mostra - a libera disposizione di chiunque voglia mordere e strapparci un pezzo di essa.
Ci mostra come avere qualcuno nel nostro angolo ci dia la forza di andare avanti, quanto essere soli ad affrontare il bullismo scavi una fossa da cui è difficile uscirne indenni o uguali a prima.
Ci dice quanto gli insegnanti credano di sapere sempre tutto quello che succede nelle loro classi e tra i loro studenti, ma sono sempre distratti da altro oppure indifferenti.
Ci porta a riflettere su dove sia l'asticella che stabilisce quando tutto è troppo - quando gli adulti chiedono sorpresi ai figli quando ne vengono a conoscenza se davvero è brutto come lo raccontano. Chi stabilisce quando è davvero brutto e quando invece è solo una "ragazzata"? Chi ha il potere di giudicare oggettivamente cose totalmente soggettive come percezioni e sentimenti?

L'autrice tratta tanti temi importanti: razzismo, transfobia, parità di genere, consenso, mascolinità tossica e femminismo, salute mentale. Ci sarebbe anche un altro argomento che non ho menzionato né qui sopra e neanche nei trigger warning ad inizio post perché sarebbe uno spoiler - è però facilmente intuibile, secondo me, dall'ultima frase della trama e dal genere di libri che normalmente leggo.


Ci sono plot-twist che non mi aspettavo, frasi che - arrivata alla fine - ho riconosciuto come indicative di quello che stava davvero accadendo ma che non potevo sapere e che, rileggendole alla luce di quanto scoperto, assumono tutto un altro significato. 

Stevie è un'eroina ed è lei stessa una bulla. Stevie ha provato a migliorare le cose, Stevie le ha peggiorate oppure non ha cambiato nulla. Steve era depressa e aveva bisogno di aiuto, Stevie era solo una montata che si credeva migliore di tutti e che cercava solo di attirare l'attenzione. 
Tutti hanno la loro opinione su Stevie - tutti hanno ragione, tutti hanno torto.

Love, Heather è un libro importante - è un libro che fa male, ma è anche un libro così perfettamente inserito nella realtà di oggi che dà una bella scossa. 

Non ha il punteggio pieno perché il finale è un po' frettoloso e avrei voluto più pagine sulle conseguenze dopo il climax della storia non solo per Stevie, ma anche per tutti i personaggi coinvolti - detto questo, resta comunque un gran libro.


Mi dicono che, dalle premesse, questa recensione doveva essere breve. 
Ceeeeeeeeeerto

4 commenti:

  1. Ma perché la mia Wish list continua a crescere, quando devo smettere di comprare libri finché non leggo quelli che ho? Perché?

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    1. Perché mi piace fare il diavoletto che sussurra tentatore all'orecchio?

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  2. No io preferisco le recensioni che stroncano perché voglio i tuoi audio!!!

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    1. Ahahahaha, quindi vuoi sentirmi mentre sono ad un passo dallo strapparmi i capelli? xD

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