venerdì 3 gennaio 2020

[Recensione] "Silenzi" di Luca Brunoni

Ci siamo: cominciamo il nuovo anno con una recensione - la prima del 2020, che però riguarda l'ultimo libro letto nel 2019. 

Il suo autore non mi è però sconosciuto perché di suo ho già letto Il cielo di domani e ringrazio l'editore per la copia digitale omaggio in cambio di una mia onesta recensione.


Titolo: Silenzi
Autore: Luca Brunoni
Data di uscita: 17 ottobre 2019
Pagine: 200
Editore: Gabriele Capelli Editore
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Trama: Inizi Anni Cinquanta. Ida, orfana tredicenne, viene mandata a lavorare in un piccolo villaggio di montagna. È tormentata da un segreto e l'impatto con la vita da contadina - complice la severità dei genitori affidatari - non aiuta a lenire la ferita. Intanto, nel villaggio l'atmosfera si è fatta cupa: misteri e bugie gravano sempre più sugli abitanti come le nuvole avvinghiate alle cime delle montagne. Ida intravede uno spiraglio di felicità grazie all'amicizia clandestina con Noah, un adolescente irrequieto che sogna una vita lontana da lì. Una mattina, però, la ragazza si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato e quello che accade cambierà tutto. Lei e Noah decidono di fuggire insieme, ma una serie di eventi improvvisi e insospettabili complica i loro piani, costringendo Ida a fare i conti non soltanto con il suo segreto ma anche con quelli dell'intero villaggio.


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La mia prima esperienza di lettura con Luca Brunoni è stata nell'aprile 2017 e ricordo ancora quanto il suo modo di scrivere mi avesse catturata e quanto non vedessi l'ora di arrivare in fondo alla storia per conoscerne la conclusione.

Ed è stato così anche in questo caso.

Silenzi racconta di Ida, tredicenne in anni difficili come quelli agli inizi del 1950.
Ida si ritrova ad essere trasferita dalla città alle montagne svizzere perché il patrigno non la vuole più con sé e Ida non fa storie, accompagnata da rimpianti  e sensi di colpa che vuole trovare il modo di espiare per sperare un giorno di essere perdonata.

Viene affidata ad Arthur e Greta Hauser, due coniugi che possiedono una fattoria. Il tutore dice ad Ida che sono brava gente e che se non si comporterà bene è pronto a tornare a prenderla per portarla in un istituto - e quello non le piacerebbe.
Ida viene messa subito al lavoro nella fattoria in cambio di cibo e di un letto in una stanza della casa che dovrà guadagnarsi e intanto sopporta le punizioni inflitte dalla signora Greta - anche quando non meritate - e le occhiate del signor Arthur come un modo per espiare la propria colpa.

È difficile farsi amici perché gli Hauser la tengono sempre a guinzaglio corto - è facile per una ragazzina che sembra già una donna mettersi nei guai se i ragazzi iniziano a ronzarle attorno e il paese ha già il suo esempio sempre sotto gli occhi da quattro anni.

Eppure in qualche modo Ida stringe amicizia con Noah - Noah che ha quattordici anni e che è il figlio del sindaco e già da anni sogna il giorno in cui lascerà il villaggio. Vorrebbe portare Ida con sé, ma la fuga è davvero possibile?


Il romanzo è diviso in due parti: la prima è ambientata alla fattoria e vediamo la vita attraverso gli occhi di Ida mentre la seconda è ambientata al villaggio, parallela alla prima, ma con il punto di vista di diversi personaggi.

La fattoria non è un posto in cui Ida viene trattata bene, ma l'accetta come parte della punizione che sente di meritare e il cui passato in città noi scopriremo piano piano - così come scopriremo i silenzi che hanno caratterizzato da sempre la sua vita famigliare e i silenzi che continua tuttora a tenere per quieto vivere fino a quando non confiderà la sua storia a Noah.

Il villaggio è un'altra "bestia" a sé: anche se il sindaco ha una visione moderna e vorrebbe tutti quanti al passo con i tempi, i suoi abitanti restano ancorati alle tradizioni di una volta e alle proprie visioni ristrette su come dovrebbe andare la vita.
Ecco quindi che sparlano degli Hauser a causa della vita passata della madre di Arthur e della loro povertà rispetto ad altri contadini. Ecco che sparlano di Anne, la figlia del carbonaio che una volta era detta "la bimba dei miracoli" ma che poi ha avuto una figlia fuori dal matrimonio con Emil Reus, il figlio del falegname - quest'ultimo sparito ora da tre mesi lasciando moglie e figlia al villaggio. E i pettegolezzi si sprecano: c'è chi dice che abbia avuto un "incidente" - intenzionale o meno - e c'è chi dice che sia fuggito. Vengono riportate alla luce storie di quando era adolescente e di quello che aveva fatto in compagnia dei suoi amici Sepp e Reto - quest'ultimo il figlio maggiore del sindaco - e che non è mai stato dimenticato e perdonato.

Il villaggio - così come la fattoria degli Hauser - è un luogo claustrofobico ma, a differenza della fattoria degli Hauser, questo vive e respira una vita tutta sua perché popolato da molte più persone che ritengono di avere la verità in mano e che però battono in ritirata facendo gli indifferenti o badando ai proprio interessi quando gli conviene.


Come era successo due anni fa, lo stile scorrevole di Luca Brunoni mi ha catturata e mi ha fatto divorare il romanzo in pochissimo tempo. Si avverte per tutto il libro il sentore di qualcosa non va, di qualcosa che sta per accadere - si aspetta con il cuore in gola ciò che accadrà nella pagina successiva esattamente come si aspetta il sussulto sulla poltrona quando guardi un film che ti tiene sulle spine.
Sai che sta per accadere, lo aspetti eppure non puoi fare niente per impedirlo.

Silenzi è un romanzo che vi prenderà allo stomaco, che vi trascinerà nelle vite dei suoi personaggi e che saprà anche spezzarvi il cuore - sinceramente non riesco ad immaginare un altro finale diverso da quello che l'autore ha scritto perché il suo rappresenta la vita in tutte le sfumature più dolorose, specialmente se pensiamo agli anni in cui è ambientato. 

È un romanzo dove le emozioni fanno da padrone, senza essere timorose di mostrare anche la cattiveria e l'egoismo che da sempre ci contraddistingue. 

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