lunedì 23 dicembre 2019

[Recensione] "What I Didn't Say" di Keary Taylor

Ma ci pensate che dopodomani è Natale?

Io oggi per fortuna sono a casa e quindi andrò al primo spettacolo di Star Wars - L'ascesa di Skywalker e intanto, mentre mi preparo psicologicamente per fare chiusura domani al lavoro, vi lascio la recensione dell'ultimo libro che ho finito.


Titolo: What I Didn't Say
Autrice: Keary Taylor
Data di uscita: 30 aprile 2012
Pagine: 328 (Kindle Edition)
Editore: self-published
Link Amazon: https://amzn.to/2LCMFfN

Trama [tradotta da me]: Ubriacarsi la notte del ballo che segna l'inizio del tuo ultimo anno di scuola non è mai una buona idea, ma Jake Hayes non si sarebbe mai aspettato che finisse con un incidente in macchina e un paletto di staccionata piantato nella sua gola.

Il suo più grande rimpianto in tutta questa storia? Quello che non ha mai detto a Samantha Shay: è innamorato di lei da anni e non ha mai avuto il coraggio di dirglielo. Ora è troppo tardi perché, dopo quella notte, Jake non sarà mai più in grado di parlare.

Quando Jake ritorna su quella piccola isola che lui chiama casa - popolazione 5,000 anime - dovrà imparare a convivere con il fatto di essere muto. Scoprirà anche che la sua famiglia non è solamente limitata ai suoi sei fratelli e sorelle e che qualche volta anche un'intera isola può prendersi cura di te e tenerti d'occhio. E quando avrà l'occasione di trascorrere più tempo con Samantha, lei lo aiuterà a capire che non essere in grado di parlare non è la cosa peggiore che potrebbe succederti. Forse, se lei glielo permetterà, Jake le dirà finalmente quello che non le ha detto prima anche se effettivamente non può pronunciarlo a parole.


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Se poteste sentire mia madre, vi direbbe che a volte sono logorroica e che non smetto mai di parlare - avrebbe ragione in parte, ma questo perché lei è mia madre.
Per il resto sono una persona alquanto silenziosa e che non parla molto - vuoi per timidezza, vuoi per altri motivi che nel corso degli anni mi hanno spinta a non parlare anche quando avrei dovuto.

Ma il punto è questo: anche se spesso decido di restare in silenzio, io posso comunque parlare quando voglio - non riesco ad immaginare di aprire la bocca e non sentire uscire neanche un suono.

Questo però è quello che succede a Jake Hayes all'inizio del suo ultimo anno di scuola: durante la festa per festeggiare la vittoria della prima partita di football beve troppo e, spinto dai suoi amici, decide finalmente di andare a casa di Samantha Shay - di cui è innamorato sin dal primo anno - per dirle quello che prova.
Ma nessuno di loro - né i suoi migliori amici Carter e Rain né lui stesso - è abbastanza sobrio ed ė così che fanno un incidente e che nello scivolare lungo una scarpata, durante l'impatto un paletto di ferro gli trafigge il collo ma è il peso dei suoi amici che gli rovinano addosso che gli recide le corde vocali.

Quando Jake si risveglia nell'ospedale di Seattle, circondato dai suoi genitori e dai suoi sei fratelli, si rende poi conto che la sua vita è cambiata per sempre - ma non sarà fino a quando tornerà a casa, sull'isola di Orcas, che la realtà lo colpirà davvero.

Non potrà parlare mai più.
Non potrà volare mai più e nemmeno unirsi all'Air Force.
Non ha mai detto a Samantha Shay quello che prova per lei e non potrà farlo mai più - e questo è uno dei suoi rimpianti più grandi.

Jake ora ha due scelte: cedere alla commiserazione oppure cercare di tornare a vivere una vita quanto più normale possibile come prima.
Alcune cose inevitabilmente cambiano e il suo incidente ha spinto gli abitanti di Orcas Island ancora più vicini. Lo stesso vale per gli studenti, che decidono di prendere quella che poteva essere una tragedia come monito per far sì che un'esperienza del genere non si ripeta più.

E grazie a queste nuove circostanze, Jake si ritrova a passare più tempo con Samantha - e le parole gli restano sempre incastrate in gola, soprattutto quando lei afferma di non credere nell'amore dopo quello che è successo ai suoi genitori.
Ma con più lezioni in comune rispetto a prima, diventa più facile avere una conversazione condivisa su un bloc-notes riservato unicamente allo scopo e non ci vuole molto prima che Jake noti dei cambiamenti in Samantha rispetto all'anno precedente e perché lei - complice il fatto che Jake è un ottimo ascoltatore - gli confidi il segreto che nasconde a tutti da diverso tempo.


Jake e Samantha si avvicinano quando entrambi si trovano nel punto più basso delle loro vite. Molto spesso è facile per Jake cedere alla rabbia, allo sconforto e alla tristezza quando si ricorda che non potrà mai più parlare oppure quando vorrebbe urlare. Quando tutti fissano le cicatrici sulla sua gola o quando inizialmente i rapporti con i suoi amici si raffreddano un po' perché una parte di lui prova del risentimento nei loro confronti. Quando anche altri gli ricordano che non può parlare.
E lo capivo, pure io scegliendo spesso il silenzio andrei completamente  fuori di testa per la rabbia oppure per la tristezza se perdessi la mia voce.
Ma Samantha è lì per ricordargli tutte le cose per cui dovrebbe essere grato: è vivo, ha una casa e una famiglia che ci sarà sempre per lui. Jake ha i suoi momenti in cui si comporta come faremmo tutti nella sua situazione, quando vorremmo raggomitolarci e autocommiserarci. Però Samantha lo aiuta a capire che ci sono situazioni peggiori della sua, aspetti delle vite degli altri che non conosce e che magari, per quanto sia stato tragico, dal suo incidente può uscirne qualcosa di buono.
E forse, se non fosse stato per quello, ora non avrebbe il tempo che ha con Samantha.

What I Didn't Say è un romanzo che inizialmente parte con il rimpianto per tutto ciò che Jake non ha potuto o non ha avuto il coraggio di dire prima di perdere la voce e che poi porta Jake a trovare altri modi per esprimersi, altri modi per far emergere la sua voce.

È un romanzo dolce e delicato - in parte anche ispirato ad una esperienza simile dell'autrice come lei stessa racconta in una nota alla fine, in quanto lei da adolescente ha perso l'udito nell'orecchio destro - sulla speranza e sulla forza che ci vuole per rimettersi in piedi e che vuole spingerci a trovare il tempo per apprezzare le cose belle che abbiamo nella vita anche quando sembra che ogni aspetto di essa sia brutto.

È la storia di due ragazzi che si trovano e si sostengono a vicenda, che affrontano il brutto delle loro vite al momento con la speranza di superarlo e di uscirne al meglio e con la dimostrazione che la famiglia non sempre è data dal sangue. 


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