E dopo il recap di giugno di ieri, luglio prosegue ancora gli strascichi del mese appena concluso data la recensione del libro oggetto del post.
Titolo: When the Light Went Out
Autrice: Bridget Morrissey
Data di uscita: 4 giugno 2019
Pagine: 320 (Kindle Edition)
Editore: Sourcebooks Fire
Link Amazon: https://amzn.to/2EF8sQx
Trama [tradotta da me]: Cinque anni dopo la morte di Marley Bricket a causa di uno sparo accidentale, i suoi amici, che erano presenti il giorno in cui morì, si riuniscono quando una scatola di lettere da parte di Marley viene ritrovata in quella che era casa sua. La scoperta li conduce ad una caccia al tesoro che riporta a ricordi, ferite e tradimenti e li porta anche ad interrogarsi su ciò che pensavano di sapere a proposito della morte di Marley.
Dalla trama sembra un mystery - pure io mi ci sono avventurata credendolo tale.
Invece si tratta più che altro di un contemporary.
Immaginate quando eravate piccoli, quando vivevate per l'estate e le avventure promesse, immaginate un gruppo di amici sempre in giro in bicicletta.
Questi sono i ragazzi di Albany Lane, un gruppo eterogeneo di età diverse.
La più grande, Marley, di quindici anni e la leader del gruppo - quella capace di buttarti giù o risollevarti con una sola parola.
Aidy, quattordici anni, la migliore amica di Marley e seconda in comando.
Harrison, anche lui quattordici anni e un'intesa particolare con Aidy.
Bigs e Teeny, gemelli di tredici anni che guardano ai primi tre come punti di riferimento.
Ruby, dodici anni, quella che è un po' nel "mezzo" tra i grandi e i piccoli.
Nick e Olivia, undici anni e i più piccoli - con la seconda considerata come l'irritante sorella minore di Aidy che li segue sempre e si mette sempre nei guai.
E poi l'undici luglio Marley muore per un colpo accidentale di pistola e gli unici presenti nella stanza con lei sono Nick e Olivia.
Nick, che ha sparato e a cui era stato assicurato dalla stessa Marley che la pistola era scarica e Olivia che ha assistito alla morte di quella che era il suo idolo.
When the Light Went Out è un libro sul dolore e sull'elaborazione del lutto.
La città di Cadence fa diventare Marley un simbolo per cui passare alla storia, ricordando una Marley che in realtà non conosceva affatto.
I genitori dei ragazzi - che li lasciavano sempre scorazzare in giro - requisiscono le bici e diventano intrasingenti, ma impedendo comunque ai ragazzi di avere una vita al di fuori del lutto vissuto.
I ragazzi stessi si perdono di vista perché Bigs e Teeny vengono mandati in un'altra scuola e Nick viene mandato in una scuola "speciale" per problemi comportamentali.
E Olivia, che era presente al momento della morte di Marley, decide di portarsi addosso Marley sulle spalle per farle vedere il mondo e farle vivere una vita che avrebbe potuto avere se non fosse morta a quindici anni.
A Olivia viene detto che deve stare bene e quindi pensa a come Marley si comporterebbe, smettendo quindi i panni della "piccola Ollie" e infilandosi in quelli che restano di Marley - dimenticando se stessa nel corso degli anni.
E arriviamo quindi al quinto anniversario della morte di Marley, il quinto anno in cui Olivia - con addosso i vestiti smessi di Marley - deve tenere un discorso di commemorazione.
Ma a sorpresa si presenta anche Nick, che non vede da cinque anni e il discorso non va come previsto.
E Olivia capisce che questo è un segno, che la Marley che la guida ogni giorno le sta dicendo che il momento giusto è arrivato - che questo è finalmente l'anno in cui concluderanno la Grande Avventura che ogni estate Marley ideava, la Grande Avventura che è ancora in pausa da quell'undici luglio.
E con il ritrovamento di una scatola di lettere, i ragazzi di Albany Lane sono di nuovo riuniti in sella alle loro bici in giro per Cadence ma il contenuto di quella scatola porterà a domande sulla morte di Marley per cui forse non esistono risposte.
La lettura di questo libro non è sempre andata liscia perché l'autrice ha un modo particolare di scrivere che ogni tanto mi lasciava bloccata sul senso di una frase e dovevo tornare a rileggerla un paio di volte.
La stessa Olivia non sempre mi è piaciuta: il suo dolore era palese perché il trauma ovviamente non è indifferente, ma la sua ossessione per Marley mi ha spesso portata a chiedermi se non ci fosse un disturbo mentale di mezzo - e questo è anche un libro che, oltre a parlare di dolore ed elaborazione del lutto, parla anche di malattia mentale e suicidio.
Olivia si porta letteralmente addosso Marley e quando incontra Nick di nuovo dopo cinque anni, non solo ritrova con lui quella sintonia che hanno sempre avuto da bambini nonostante il risentimento ancora latente nei suoi confronti per aver premuto il grilletto, ma capisce che anche lui si porta Marley addosso tutti i giorni.
E il fatto di portarsi Marley addosso tutti i giorni diventa ad un certo punto troppo pesante per Olivia per farlo da sola - ed ecco perché nasce il bisogno viscerale in lei di riunire i ragazzi di Albany Lane: per ricordare Marley come loro la conoscevano.
Ma nel gruppo, nonostante ora sembri lei la leader perché è quella a conoscenza dell'ultima Grande Avventura di Marley, è ancora la più piccola e questo continua a fare a pugni con il corso degli eventi come lei lo aveva immaginato e che ora invece sta prendendo un'altra piega su cui non ha il controllo.
Olivia a volte ha dei grandissimi sbalzi di umore e di personalità - forse proprio perché, ora che è costretta a "condividere" Marley con gli altri, la sua personalità (sia quella della Olivia sedicenne che della piccola Ollie) sta finalmente tornando a galla.
Olivia a volte proprio non l'ho capita, ma dall'altra parte mi è piaciuto vedere il suo rapporto con la sorella cambiare e maturare e anche il rapporto con gli altri ragazzi evolversi in qualcosa che assomiglia al rispetto.
Le atmosfere di questo romanzo mi sono piaciute molto e mi hanno fatta tornare bambina in qualche modo - io non avevo un gruppo di amici nella via così numeroso, ma ho ricordato benissimo l'attesa spasmodica dell'estate e come ogni cosa potesse diventare magica e trasformarsi in un'avventura, come l'esplorazione di casa potesse trasformarsi in una caccia al tesoro, come girare in bicicletta potesse essere il massimo dell'indipendenza.
Se non fosse stato per la presenza degli smartphone, una parte del romanzo aveva quasi delle "vibes" anni '80 proprio per tutti questi episodi raccontati in sella alla bici. E alla fine non c'è niente di mystery o horror, ma non nego che un po' ho pensato a IT di Stephen King quando ad un certo punto si avventurano nelle fogne.
Non è sempre stato facile da leggere, è un po' troppo raccontato e poco mostrato, ma ho apprezzato il messaggio dell'autrice sul dolore e sulla condivisione.
Tutti vengono a patti con il dolore e la perdita in modo diverso.
Tutti sono tormentati da qualcosa in un modo o nell'altro.
Il modo in cui riviviamo i ricordi non è lo stesso per tutti - diamo un significato e una sfumatura ai nostri ricordi che può cambiare e alterare il modo in cui percepiamo la vita.
Non credete sempre a qualcuno che dice di stare bene - potrebbe essere una bugia.
A volte è solo qualcuno a portare il lutto più degli altri e per loro è un affronto vedere come il resto del mondo vada avanti con la propria vita. A volte c'è bisogno di ricordare a voce alta chi non c'è più ed è questo che Olivia costringe gli altri a fare e ognuno finisce per ricordare la sua Marley: Marley era una bulla, Marley sapeva essere un'amica, Marley era una forza inarrestabile, Marley era insicura, Marley desiderava e desiderava smettere di desiderare.
Perché, per guarire, è necessario prima affrontare il dolore e tutto quello che seppellisci prima o poi torna in superficie.
E forse non completamente, ma tutti comunque ci portiamo addosso chi abbiamo perso.
Ma se ce li portiamo comunque addosso, li abbiamo veramente persi?
Autrice: Bridget Morrissey
Data di uscita: 4 giugno 2019
Pagine: 320 (Kindle Edition)
Editore: Sourcebooks Fire
Link Amazon: https://amzn.to/2EF8sQx
Trama [tradotta da me]: Cinque anni dopo la morte di Marley Bricket a causa di uno sparo accidentale, i suoi amici, che erano presenti il giorno in cui morì, si riuniscono quando una scatola di lettere da parte di Marley viene ritrovata in quella che era casa sua. La scoperta li conduce ad una caccia al tesoro che riporta a ricordi, ferite e tradimenti e li porta anche ad interrogarsi su ciò che pensavano di sapere a proposito della morte di Marley.
--- ---
Dalla trama sembra un mystery - pure io mi ci sono avventurata credendolo tale.
Invece si tratta più che altro di un contemporary.
Immaginate quando eravate piccoli, quando vivevate per l'estate e le avventure promesse, immaginate un gruppo di amici sempre in giro in bicicletta.
Questi sono i ragazzi di Albany Lane, un gruppo eterogeneo di età diverse.
La più grande, Marley, di quindici anni e la leader del gruppo - quella capace di buttarti giù o risollevarti con una sola parola.
Aidy, quattordici anni, la migliore amica di Marley e seconda in comando.
Harrison, anche lui quattordici anni e un'intesa particolare con Aidy.
Bigs e Teeny, gemelli di tredici anni che guardano ai primi tre come punti di riferimento.
Ruby, dodici anni, quella che è un po' nel "mezzo" tra i grandi e i piccoli.
Nick e Olivia, undici anni e i più piccoli - con la seconda considerata come l'irritante sorella minore di Aidy che li segue sempre e si mette sempre nei guai.
E poi l'undici luglio Marley muore per un colpo accidentale di pistola e gli unici presenti nella stanza con lei sono Nick e Olivia.
Nick, che ha sparato e a cui era stato assicurato dalla stessa Marley che la pistola era scarica e Olivia che ha assistito alla morte di quella che era il suo idolo.
When the Light Went Out è un libro sul dolore e sull'elaborazione del lutto.
La città di Cadence fa diventare Marley un simbolo per cui passare alla storia, ricordando una Marley che in realtà non conosceva affatto.
I genitori dei ragazzi - che li lasciavano sempre scorazzare in giro - requisiscono le bici e diventano intrasingenti, ma impedendo comunque ai ragazzi di avere una vita al di fuori del lutto vissuto.
I ragazzi stessi si perdono di vista perché Bigs e Teeny vengono mandati in un'altra scuola e Nick viene mandato in una scuola "speciale" per problemi comportamentali.
E Olivia, che era presente al momento della morte di Marley, decide di portarsi addosso Marley sulle spalle per farle vedere il mondo e farle vivere una vita che avrebbe potuto avere se non fosse morta a quindici anni.
A Olivia viene detto che deve stare bene e quindi pensa a come Marley si comporterebbe, smettendo quindi i panni della "piccola Ollie" e infilandosi in quelli che restano di Marley - dimenticando se stessa nel corso degli anni.
E arriviamo quindi al quinto anniversario della morte di Marley, il quinto anno in cui Olivia - con addosso i vestiti smessi di Marley - deve tenere un discorso di commemorazione.
Ma a sorpresa si presenta anche Nick, che non vede da cinque anni e il discorso non va come previsto.
E Olivia capisce che questo è un segno, che la Marley che la guida ogni giorno le sta dicendo che il momento giusto è arrivato - che questo è finalmente l'anno in cui concluderanno la Grande Avventura che ogni estate Marley ideava, la Grande Avventura che è ancora in pausa da quell'undici luglio.
E con il ritrovamento di una scatola di lettere, i ragazzi di Albany Lane sono di nuovo riuniti in sella alle loro bici in giro per Cadence ma il contenuto di quella scatola porterà a domande sulla morte di Marley per cui forse non esistono risposte.
La lettura di questo libro non è sempre andata liscia perché l'autrice ha un modo particolare di scrivere che ogni tanto mi lasciava bloccata sul senso di una frase e dovevo tornare a rileggerla un paio di volte.
La stessa Olivia non sempre mi è piaciuta: il suo dolore era palese perché il trauma ovviamente non è indifferente, ma la sua ossessione per Marley mi ha spesso portata a chiedermi se non ci fosse un disturbo mentale di mezzo - e questo è anche un libro che, oltre a parlare di dolore ed elaborazione del lutto, parla anche di malattia mentale e suicidio.
Olivia si porta letteralmente addosso Marley e quando incontra Nick di nuovo dopo cinque anni, non solo ritrova con lui quella sintonia che hanno sempre avuto da bambini nonostante il risentimento ancora latente nei suoi confronti per aver premuto il grilletto, ma capisce che anche lui si porta Marley addosso tutti i giorni.
E il fatto di portarsi Marley addosso tutti i giorni diventa ad un certo punto troppo pesante per Olivia per farlo da sola - ed ecco perché nasce il bisogno viscerale in lei di riunire i ragazzi di Albany Lane: per ricordare Marley come loro la conoscevano.
Ma nel gruppo, nonostante ora sembri lei la leader perché è quella a conoscenza dell'ultima Grande Avventura di Marley, è ancora la più piccola e questo continua a fare a pugni con il corso degli eventi come lei lo aveva immaginato e che ora invece sta prendendo un'altra piega su cui non ha il controllo.
Olivia a volte ha dei grandissimi sbalzi di umore e di personalità - forse proprio perché, ora che è costretta a "condividere" Marley con gli altri, la sua personalità (sia quella della Olivia sedicenne che della piccola Ollie) sta finalmente tornando a galla.
Olivia a volte proprio non l'ho capita, ma dall'altra parte mi è piaciuto vedere il suo rapporto con la sorella cambiare e maturare e anche il rapporto con gli altri ragazzi evolversi in qualcosa che assomiglia al rispetto.
Le atmosfere di questo romanzo mi sono piaciute molto e mi hanno fatta tornare bambina in qualche modo - io non avevo un gruppo di amici nella via così numeroso, ma ho ricordato benissimo l'attesa spasmodica dell'estate e come ogni cosa potesse diventare magica e trasformarsi in un'avventura, come l'esplorazione di casa potesse trasformarsi in una caccia al tesoro, come girare in bicicletta potesse essere il massimo dell'indipendenza.
Se non fosse stato per la presenza degli smartphone, una parte del romanzo aveva quasi delle "vibes" anni '80 proprio per tutti questi episodi raccontati in sella alla bici. E alla fine non c'è niente di mystery o horror, ma non nego che un po' ho pensato a IT di Stephen King quando ad un certo punto si avventurano nelle fogne.
Non è sempre stato facile da leggere, è un po' troppo raccontato e poco mostrato, ma ho apprezzato il messaggio dell'autrice sul dolore e sulla condivisione.
Tutti vengono a patti con il dolore e la perdita in modo diverso.
Tutti sono tormentati da qualcosa in un modo o nell'altro.
Il modo in cui riviviamo i ricordi non è lo stesso per tutti - diamo un significato e una sfumatura ai nostri ricordi che può cambiare e alterare il modo in cui percepiamo la vita.
Non credete sempre a qualcuno che dice di stare bene - potrebbe essere una bugia.
A volte è solo qualcuno a portare il lutto più degli altri e per loro è un affronto vedere come il resto del mondo vada avanti con la propria vita. A volte c'è bisogno di ricordare a voce alta chi non c'è più ed è questo che Olivia costringe gli altri a fare e ognuno finisce per ricordare la sua Marley: Marley era una bulla, Marley sapeva essere un'amica, Marley era una forza inarrestabile, Marley era insicura, Marley desiderava e desiderava smettere di desiderare.
Perché, per guarire, è necessario prima affrontare il dolore e tutto quello che seppellisci prima o poi torna in superficie.
E forse non completamente, ma tutti comunque ci portiamo addosso chi abbiamo perso.
Ma se ce li portiamo comunque addosso, li abbiamo veramente persi?
L'estate da bambini durava tantissimo...quei 3 mesi di vacanze erano infiniti... bei ricordi con gli amici, si stava sempre fuori con le bici in giro per le ville... bei ricordi si... e tanta malinconia per la spensieratezza di quegli anni.
RispondiEliminaDevo ammettere che quegli anni mi mancano. >.<
EliminaGli anni Ottanta mi sono venuti a noia, ma amo le storie che parlano di estati spensierate e giovinezze rimpiante.... Imperfetto e tutto, spero lo traducano.
RispondiEliminaChissà, magari un giorno - se è finalmente arrivata la Summers, chissà che poi non arrivino anche questi libri che sto leggendo adesso!
Elimina