Non ricordo come ho scoperto questo libro, ma è stato un paio di anni fa.
Non sono neanche il tipo che legge più molti romance ormai, ma c'è stato qualcosa nella trama di questo che mi ha colpita immediatamente.
E proprio perché non sono più il tipo che legge assiduamente romance, non ho proprio idea di come recensirlo. Ma farò del mio meglio.
Non sono neanche il tipo che legge più molti romance ormai, ma c'è stato qualcosa nella trama di questo che mi ha colpita immediatamente.
E proprio perché non sono più il tipo che legge assiduamente romance, non ho proprio idea di come recensirlo. Ma farò del mio meglio.
Titolo: I'll Meet You There
Autrice: Heather Demetrios
Data di uscita: 28 giugno 2016
Data di uscita originale: 3 febbraio 2015
Pagine: 416 (copertina flessibile)
Editore: Square Fish
Link Amazon: http://amzn.to/2IHFb8g
Trama [tradotta da me]: Se Skylar Evans fosse una tipica ragazza di Creek View, nel suo futuro ci sarebbero una grande roulotte, un bambino e il turno di notte da Taco Bell. Ma dopo il diploma, l'unica cosa a separare la sobria Skylar dalla scuola d'arte sono tre mesi d'estate… fino a quando la madre di Skylar perde il lavoro e Skylar capisce che i suoi sogni potrebbero cominciare ad essere fuori dalla sua portata.
Josh ha avuto una diversa via di fuga: i Marines. Ma dopo aver perso una gamba in Afghanistan è tornato a casa, il guscio del ragazzo sicuro di sé che era prima.
Ciò che unisce Skylar e Josh è il lavoro al Paradise - un bizzarro motel giù dalla California's Highway 99. Nonostante le loro differenze, il loro comune isolamento si trasforma in un'amicizia e presto in qualcosa di più profondo.
Questo è il poema che apre il romanzo e la cui frase dà il titolo al libro.
Un poema che parla dell'abilità di vedere oltre le barriere, oltre le cose giuste e le cose sbagliate, oltre le "armature" che indossiamo e che ci permette di vedere la verità di ognuno di noi - di capire e di comprendere.
Un poema che parla di connessione.
Se ormai un po' mi conoscete, sapete che il romance fine a se stesso non mi piace. Deve esserci qualcosa oltre a quello, qualcosa di più - deve esserci un'anima.
E questo romanzo un'anima ce l'ha.
Questo romanzo parla di qualcosa di diverso rispetto ad altri che ho letto.
Non siamo in nessuna grande città e i ragazzi protagonisti non fanno parte della classe medio-alta della società.
Siamo in una piccola cittadina appena giù dall'autostrada - di quelle così piccole che basta un battito di ciglia e sono già sparite, di quelle così povere che ognuno si arrangia come può con lavori alla stazione di servizio oppure nei fast foods, di quelle così piccole che la "civiltà" è almeno ad un'ora di macchina sull'autostrada 99 che attraversa campi coltivati e frutteti e vigne, di quelle così piccole che chi non può permettersi una casa di mattoni vive nei camper abitabili parcheggiati in luoghi appositi.
Skylar Evans è una di queste ragazze, una trailer park girl.
Skylar vive con sua madre in un camper e si è appena diplomata: solo i mesi estivi la separano dalla scuola d'arte a San Francisco, il suo biglietto d'uscita da quel buco che è Creek View.
Josh Mitchell è tornato a casa dopo due anni, dopo l'addestramento a Camp Pendleton e una missione in Afghanistan.
Il libro si apre con la festa di bentornato a casa di Josh, in cui una Skylar estremamente riluttante si trova insieme al suo amico Chris solo per salutare Josh - perché, per il resto, quello non è proprio il suo ambiente.
Skylar ricorda Josh come il ragazzo popolare, quello che a volte beveva troppo e combinava delle bravate, quello che aveva sempre successo con le ragazze, quello con cui ha lavorato insieme al Motel Paradise di Marge fin da quando aveva quattordici anni.
Ma due anni hanno cambiato Josh. La guerra ha cambiato Josh ed è grande lo shock di Skylar quando se lo trova davanti con gli occhi tormentati, un sorriso finto sul viso per i presenti e una protesi al posto della sua gamba sinistra.
Quelli che Skylar credeva sarebbero stati tre mesi che sarebbero volati in fretta, improvvisamente si complicano quando la madre perde il lavoro da Taco Bell e sprofonda di nuovo nella depressione che non l'ha mai davvero abbandonata da quando il padre di Skylar è morto anni prima.
Skylar si ritrova a dover tenere su sua madre, a cercarsi un secondo lavoro per mantenere entrambe e con sua madre che ora beve e frequenta un uomo poco raccomandabile, Skylar sta seriamente pensando di rinunciare a San Francisco.
Non aiuta il fatto che la sua migliore amica Dylan sia presa da suo figlio Sean di neanche un anno e non aiuta il fatto che l'altro suo migliore amico Chris non smetta di fare il conto alla rovescia di quanto manca alla sua partenza per Boston.
Skylar si sente divisa tra l'egoismo di vivere finalmente la sua vita a San Francisco lasciando Creek View e tutte le sue persone a cui non ha mai sentito di appartenere e il senso di colpa all'idea di lasciare sua madre in quelle condizioni e con il terrore di finire come la sua amica Dylan, come se una volta che Creek View ti stringe nelle sue grinfie allora andarsene diventa impossibile.
In tutto questo entra Josh, un Josh che un po' è lo stesso ragazzo prima che partisse per la guerra ma che è anche profondamente diverso.
Un ragazzo che non sopporta che gli altri pretendano che sia quello di prima, che non sopporta la pietà, che non sopporta chi fa finta di niente riguardo alla sua gamba.
Chi invece non fa finta è Skylar, la ragazza con cui riprende a lavorare al Paradise e che non si trattiene nel trattarlo come vuole essere trattato - la ragazza che gli dice la verità anche quando fa male, la ragazza che ascolta quando lui si decide a condividere qualcosa e che prova a comprendere quando lui resta in silenzio perso negli orrori della sua mente.
Skylar e Josh si conosceranno in un modo nuovo rispetto a prima, diventeranno l'uno la spalla dell'altro, diventeranno il confidente e il protettore, diventeranno la persona dalla quale non è possibile nascondersi. Diventeranno quello di cui l'altro ha bisogno.
Ma che succederà alla fine dell'estate? Che succederà se le incertezze e le paure prenderanno il sopravvento?
Questo libro mi ha profondamente emozionata e anche commossa in alcuni punti - mi hanno fatto commuovere anche i ringraziamenti dell'autrice.
Skylar e Josh sono entrambi spezzati a modo loro.
Skylar deve convivere con la povertà, il cibo che manca perché non ci sono abbastanza soldi e con la paura di lasciare sua madre da sola perché al momento incapace di riprendersi, con il peso sulle spalle di essere l'adulta da quando aveva dodici anni e ha perso suo padre morto in un incidente perché ubriaco al volante e per questo detesta quando sua madre beve troppo e lei stessa ha giurato di non bere mai un goccio d'alcol. Deve convivere con la paura di restare bloccata a Creek View, con la paura di dover rimandare o rinunciare alla scuola d'arte a San Francisco e con la paura di quello che accadrebbe alla sua vita se invece se ne andasse lontana da sua madre e dai suoi amici.
Josh deve convivere con gli incubi, con le aspettative di chi l'ha visto tornare a casa e vorrebbe il Josh Mitchell che era prima, con il senso di colpa del sopravvissuto, con il dolore fisico dovuto alla perdita della sua gamba e con il dolore emotivo di aver perso il suo migliore amico e altri suoi compagni d'unità. Deve convivere con la difficoltà di essere tornato nel mondo civile quando invece vorrebbe di nuovo essere in missione perché a Creek View sente di essere solo uno spreco di spazio mentre gli altri stanno combattendo. Deve convivere con lo sconforto di aver perso la vita che voleva.
Skylar e Josh sono due personaggi estremamente reali, con due voci che è impossibile non ascoltare e che sembra di avere davanti in carne e ossa.
La maggior parte dei capitoli è narrata dal punto di vista di Skylar, ma ogni tanto sono inframmezzati da quelli con la voce di Josh: sono capitoli brevi, secchi, a volte senza punteggiatura in un flusso di coscienza che esprime tutto il dolore, la paura, la rabbia, l'apatia, la confusione di Josh nel ricordare l'Afghanistan e nell'affrontare la vita al rientro dalla guerra - Heather Demetrios ci porta così a fondo nella mente di questo Marine, appena diciannovenne ma che ha visto tante cose, che vengono i brividi.
Attraverso le parole di Skylar, Creek View trasmette quasi un senso di claustrofobia ma che poi si allarga fino a comprendere anche la bellezza dei suoi luoghi, le persone che in realtà sono felici di viverci così come sono e i colori del suo cielo al tramonto.
E sempre attraverso Skylar, Heather Demetrios affronta e critica il razzismo, l'omofobia e lo slut-shaming di cui molti dei personaggi ad un certo punto peccano.
È un libro sulla perdita, sulla sopravvivenza, sulla guarigione, sull'amore, sul sostegno e sulla comprensione, sulla capacità di adattamento, sulla connessione con un altro essere umano che ci vede per quello che siamo qui e ora, sul senso di "casa" perché anche quando detesti un posto a cui senti di non appartenere basta guardarlo con occhi un po' diversi per capire che comunque farà parte di te ovunque andrai.
Questo libro è molto più di un romance - per quanto Skylar e Josh siano bellissimi insieme, non mancano e non mancheranno comunque le difficoltà perché comunicare non è sempre semplice. E ammetto che mi sono pure innamorata un po' di Josh, per quel suo essere fragile ma anche forte allo stesso tempo e per quel suo essere così protettivo e tenero nei confronti di Skylar in molteplici occasioni.
Scritto benissimo e in maniera scorrevole, ho adorato anche i personaggi secondari: Marge, la proprietaria del Paradise che fa da seconda madre sia a Skylar che a Josh; Dylan, che sa essere feroce con chi ferisce Skylar come solo le migliori amiche sanno essere; Chris, la spalla su cui Skylar può sempre contare; Blake, il fratello di Josh, che è un po' piacione ma che tiene ad entrambi. Denise, la madre di Skylar, ha forse diverse colpe, ma anche lei sta cercando di trovare la sua strada.
I'll Meet You There è più del romance contenuto nella trama perché possiede una profondità e una sensibilità che ha dell'incredibile e che consiglio veramente a tutti.
Autrice: Heather Demetrios
Data di uscita: 28 giugno 2016
Data di uscita originale: 3 febbraio 2015
Pagine: 416 (copertina flessibile)
Editore: Square Fish
Link Amazon: http://amzn.to/2IHFb8g
Trama [tradotta da me]: Se Skylar Evans fosse una tipica ragazza di Creek View, nel suo futuro ci sarebbero una grande roulotte, un bambino e il turno di notte da Taco Bell. Ma dopo il diploma, l'unica cosa a separare la sobria Skylar dalla scuola d'arte sono tre mesi d'estate… fino a quando la madre di Skylar perde il lavoro e Skylar capisce che i suoi sogni potrebbero cominciare ad essere fuori dalla sua portata.
Josh ha avuto una diversa via di fuga: i Marines. Ma dopo aver perso una gamba in Afghanistan è tornato a casa, il guscio del ragazzo sicuro di sé che era prima.
Ciò che unisce Skylar e Josh è il lavoro al Paradise - un bizzarro motel giù dalla California's Highway 99. Nonostante le loro differenze, il loro comune isolamento si trasforma in un'amicizia e presto in qualcosa di più profondo.
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Out beyond ideas of wrongdoing and rightdoing,there is a field. I'll meet you there.When the soul lies down in that grass,the world is too full to talk about.Ideas, language, even the phrase each otherdoesn't make any sense.—Rumi
Questo è il poema che apre il romanzo e la cui frase dà il titolo al libro.
Un poema che parla dell'abilità di vedere oltre le barriere, oltre le cose giuste e le cose sbagliate, oltre le "armature" che indossiamo e che ci permette di vedere la verità di ognuno di noi - di capire e di comprendere.
Un poema che parla di connessione.
Se ormai un po' mi conoscete, sapete che il romance fine a se stesso non mi piace. Deve esserci qualcosa oltre a quello, qualcosa di più - deve esserci un'anima.
E questo romanzo un'anima ce l'ha.
Questo romanzo parla di qualcosa di diverso rispetto ad altri che ho letto.
Non siamo in nessuna grande città e i ragazzi protagonisti non fanno parte della classe medio-alta della società.
Siamo in una piccola cittadina appena giù dall'autostrada - di quelle così piccole che basta un battito di ciglia e sono già sparite, di quelle così povere che ognuno si arrangia come può con lavori alla stazione di servizio oppure nei fast foods, di quelle così piccole che la "civiltà" è almeno ad un'ora di macchina sull'autostrada 99 che attraversa campi coltivati e frutteti e vigne, di quelle così piccole che chi non può permettersi una casa di mattoni vive nei camper abitabili parcheggiati in luoghi appositi.
Skylar Evans è una di queste ragazze, una trailer park girl.
Skylar vive con sua madre in un camper e si è appena diplomata: solo i mesi estivi la separano dalla scuola d'arte a San Francisco, il suo biglietto d'uscita da quel buco che è Creek View.
Josh Mitchell è tornato a casa dopo due anni, dopo l'addestramento a Camp Pendleton e una missione in Afghanistan.
Il libro si apre con la festa di bentornato a casa di Josh, in cui una Skylar estremamente riluttante si trova insieme al suo amico Chris solo per salutare Josh - perché, per il resto, quello non è proprio il suo ambiente.
Skylar ricorda Josh come il ragazzo popolare, quello che a volte beveva troppo e combinava delle bravate, quello che aveva sempre successo con le ragazze, quello con cui ha lavorato insieme al Motel Paradise di Marge fin da quando aveva quattordici anni.
Ma due anni hanno cambiato Josh. La guerra ha cambiato Josh ed è grande lo shock di Skylar quando se lo trova davanti con gli occhi tormentati, un sorriso finto sul viso per i presenti e una protesi al posto della sua gamba sinistra.
Quelli che Skylar credeva sarebbero stati tre mesi che sarebbero volati in fretta, improvvisamente si complicano quando la madre perde il lavoro da Taco Bell e sprofonda di nuovo nella depressione che non l'ha mai davvero abbandonata da quando il padre di Skylar è morto anni prima.
Skylar si ritrova a dover tenere su sua madre, a cercarsi un secondo lavoro per mantenere entrambe e con sua madre che ora beve e frequenta un uomo poco raccomandabile, Skylar sta seriamente pensando di rinunciare a San Francisco.
Non aiuta il fatto che la sua migliore amica Dylan sia presa da suo figlio Sean di neanche un anno e non aiuta il fatto che l'altro suo migliore amico Chris non smetta di fare il conto alla rovescia di quanto manca alla sua partenza per Boston.
Skylar si sente divisa tra l'egoismo di vivere finalmente la sua vita a San Francisco lasciando Creek View e tutte le sue persone a cui non ha mai sentito di appartenere e il senso di colpa all'idea di lasciare sua madre in quelle condizioni e con il terrore di finire come la sua amica Dylan, come se una volta che Creek View ti stringe nelle sue grinfie allora andarsene diventa impossibile.
In tutto questo entra Josh, un Josh che un po' è lo stesso ragazzo prima che partisse per la guerra ma che è anche profondamente diverso.
Un ragazzo che non sopporta che gli altri pretendano che sia quello di prima, che non sopporta la pietà, che non sopporta chi fa finta di niente riguardo alla sua gamba.
Chi invece non fa finta è Skylar, la ragazza con cui riprende a lavorare al Paradise e che non si trattiene nel trattarlo come vuole essere trattato - la ragazza che gli dice la verità anche quando fa male, la ragazza che ascolta quando lui si decide a condividere qualcosa e che prova a comprendere quando lui resta in silenzio perso negli orrori della sua mente.
Skylar e Josh si conosceranno in un modo nuovo rispetto a prima, diventeranno l'uno la spalla dell'altro, diventeranno il confidente e il protettore, diventeranno la persona dalla quale non è possibile nascondersi. Diventeranno quello di cui l'altro ha bisogno.
Ma che succederà alla fine dell'estate? Che succederà se le incertezze e le paure prenderanno il sopravvento?
Questo libro mi ha profondamente emozionata e anche commossa in alcuni punti - mi hanno fatto commuovere anche i ringraziamenti dell'autrice.
Skylar e Josh sono entrambi spezzati a modo loro.
Skylar deve convivere con la povertà, il cibo che manca perché non ci sono abbastanza soldi e con la paura di lasciare sua madre da sola perché al momento incapace di riprendersi, con il peso sulle spalle di essere l'adulta da quando aveva dodici anni e ha perso suo padre morto in un incidente perché ubriaco al volante e per questo detesta quando sua madre beve troppo e lei stessa ha giurato di non bere mai un goccio d'alcol. Deve convivere con la paura di restare bloccata a Creek View, con la paura di dover rimandare o rinunciare alla scuola d'arte a San Francisco e con la paura di quello che accadrebbe alla sua vita se invece se ne andasse lontana da sua madre e dai suoi amici.
Josh deve convivere con gli incubi, con le aspettative di chi l'ha visto tornare a casa e vorrebbe il Josh Mitchell che era prima, con il senso di colpa del sopravvissuto, con il dolore fisico dovuto alla perdita della sua gamba e con il dolore emotivo di aver perso il suo migliore amico e altri suoi compagni d'unità. Deve convivere con la difficoltà di essere tornato nel mondo civile quando invece vorrebbe di nuovo essere in missione perché a Creek View sente di essere solo uno spreco di spazio mentre gli altri stanno combattendo. Deve convivere con lo sconforto di aver perso la vita che voleva.
Skylar e Josh sono due personaggi estremamente reali, con due voci che è impossibile non ascoltare e che sembra di avere davanti in carne e ossa.
La maggior parte dei capitoli è narrata dal punto di vista di Skylar, ma ogni tanto sono inframmezzati da quelli con la voce di Josh: sono capitoli brevi, secchi, a volte senza punteggiatura in un flusso di coscienza che esprime tutto il dolore, la paura, la rabbia, l'apatia, la confusione di Josh nel ricordare l'Afghanistan e nell'affrontare la vita al rientro dalla guerra - Heather Demetrios ci porta così a fondo nella mente di questo Marine, appena diciannovenne ma che ha visto tante cose, che vengono i brividi.
Attraverso le parole di Skylar, Creek View trasmette quasi un senso di claustrofobia ma che poi si allarga fino a comprendere anche la bellezza dei suoi luoghi, le persone che in realtà sono felici di viverci così come sono e i colori del suo cielo al tramonto.
E sempre attraverso Skylar, Heather Demetrios affronta e critica il razzismo, l'omofobia e lo slut-shaming di cui molti dei personaggi ad un certo punto peccano.
È un libro sulla perdita, sulla sopravvivenza, sulla guarigione, sull'amore, sul sostegno e sulla comprensione, sulla capacità di adattamento, sulla connessione con un altro essere umano che ci vede per quello che siamo qui e ora, sul senso di "casa" perché anche quando detesti un posto a cui senti di non appartenere basta guardarlo con occhi un po' diversi per capire che comunque farà parte di te ovunque andrai.
Questo libro è molto più di un romance - per quanto Skylar e Josh siano bellissimi insieme, non mancano e non mancheranno comunque le difficoltà perché comunicare non è sempre semplice. E ammetto che mi sono pure innamorata un po' di Josh, per quel suo essere fragile ma anche forte allo stesso tempo e per quel suo essere così protettivo e tenero nei confronti di Skylar in molteplici occasioni.
Scritto benissimo e in maniera scorrevole, ho adorato anche i personaggi secondari: Marge, la proprietaria del Paradise che fa da seconda madre sia a Skylar che a Josh; Dylan, che sa essere feroce con chi ferisce Skylar come solo le migliori amiche sanno essere; Chris, la spalla su cui Skylar può sempre contare; Blake, il fratello di Josh, che è un po' piacione ma che tiene ad entrambi. Denise, la madre di Skylar, ha forse diverse colpe, ma anche lei sta cercando di trovare la sua strada.
I'll Meet You There è più del romance contenuto nella trama perché possiede una profondità e una sensibilità che ha dell'incredibile e che consiglio veramente a tutti.