Lo so, questa recensione ve l'avevo promessa per giovedì o sabato della settimana scorsa. Ma poi mi sono resa conto che avrei pubblicato due post uno di seguito all'altro - visto che venerdì è andato online il Singing the Book - e che io sarei rimasta comunque indietro con la lettura attuale e non avrei avuto aggiornamenti degni di nota, dal momento che adesso devo anche andare a fare fisioterapia due volte a settimana e oltre alla reading slump anche questo adesso mi mangia del tempo.
Quindi eccoci qua, con la recensione di un libro che quando l'ho ricevuto era in anteprima perché doveva ancora uscire - grazie a NetGalley e alla Arctis per la copia digitale.
Titolo: The End
Titolo originale: Slutet
Autore: Mats Strandberg
Data di uscita: 6 ottobre 2020
Data di uscita originale: 5 ottobre 2018
Pagine: 384 (Kindle Edition)
Editore: Arctis
Link Amazon: https://amzn.to/3hzPeMT
Trama [tradotta da me]: Mentre un meteorite sfreccia verso la Terra, due adolescenti cercano la verità che sta dietro l'omicidio di una loro amica - anche se consci di star vivendo i loro ultimi giorni. Dry incontra Sadie.
Quando finirà il mondo? Con Foxworth, un enorme meteorite che sta sfrecciando verso la Terra, l'umanità ora conosce la data esatta.
Il diciassettenne Simon vuole trascorrere le sue ultime settimane con le persone a cui tiene di più e specialmente con Tilda, l'ambiziosa nuotatrice nonché sua ex-ragazza, che l'ha mollato non appena si è sparsa la notizia. Da quando a Lucinda è stato diagnosticato il cancro, lei si è rinchiusa in se stessa preparandosi all'inevitabile - il fronteggiare improvvisamente una morte che la rende uguale a tutti gli altri però risveglia in lei il desiderio di creare un legame con qualcuno, ma non ha idea di dove cominciare e provare a riallacciare i rapporti con la sua ex-migliore amica Tilda sembra un buon primo passo. Ma poi Tilda viene trovata morta e le voci che cominciano a circolare a riguardo indicano Simon come l'assassino. Mentre il conto alla rovescia si fa più pressante, Simon e Lucinda vogliono solo conoscere la verità ma più scoprono degli ultimi giorni della ragazza a cui entrambi tenevano profondamente, più diventano chiare le cose che contano davvero.
Sondando il terreno con la domanda Come trascorreresti i tuoi ultimi giorni se sapessi esattamente quando stanno per finire?, The End è un thriller pre-apocalittico che instilla nel lettore inquietudine e affascina, sostenuto da un'arguta critica sociale che mescola l'urgenza letta in Dry di Neal e Jarrod Shusterman con la cupa tensione di Sadie di Courtney Summers.
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Immaginate di conoscere il giorno esatto in cui morirete - non perché è una indovina a dirvelo, ma perché è la scienza a dirvelo con tanto di prove. Immaginate di conoscere il giorno esatto in cui morirete - non soltanto voi, ma tutti quelli che amate e che conoscete, tutte le persone che non avete mai visto e incontrato in vita vostra. In cui tutta l'umanità - e il mondo stesso - cesserà di esistere.
Questa è la notizia che coglie Simon di sorpresa un giorno di maggio, quasi alla fine dell'anno scolastico e con l'aria che già profuma di estate: un meteorite - ribattezzato Foxworth come la scienziata che l'ha scoperto - sta per schiantarsi sulla Terra e tutta l'umanità morirà il 16 settembre. Non c'è film come Armageddon che offra soluzioni realistiche, non c'è niente che la scienza e la tecnologia possano fare perché ormai è troppo tardi per fare qualsiasi cosa e ci si può solo rassegnare all'idea della morte, godendosi come è possibile il tempo che resta.
Salto in avanti ad un mese dalla fine e l'estate è agli sgoccioli: le sue due madri, Judette e Stina, hanno dimenticato il divorzio e sono tornate a vivere insieme per tenere unita la famiglia, ma Simon ha passato gli ultimi mesi ad un party dopo l'altro bevendo alcolici scadenti e tentando di riconquistare Tilda, che l'ha mollato dopo la notizia di Foxworth e che ora è una persona totalmente irriconoscibile tra droga e sesso occasionale.
È in questo modo che Simon tenta di soffocare il panico che minaccia di afferrarlo quando pensa alla morte imminente che li aspetta, mentre la Svezia - e il resto del mondo insieme a lei - vanno in pezzi: i soldi non valgono più niente, la scuola non è più in vigore anche se settembre è cominciato, la gente quasi non va più al lavoro e la fine del campionato di calcio sembra l'opera più importante da portare a termine prima della fine di tutto - e la piazza e le strade diventano alcuni dei luoghi più violenti in cui la gente si lascia andare a tutta la rabbia, la depressione e i sentimenti negativi con cui non sa scendere a patti, trasformandoli in violenza fisica verso chiunque capiti loro a tiro.
Simon vorrebbe solo una cosa: riavere Tilda al suo fianco.
Ma poi un giorno Tilda viene trovata morta e i sospetti ricadono tutti su di lui: perché era lui quello ossessionato da lei, era lui che era stato mollato, era lui che la rivoleva indietro, era lui che era geloso degli altri ragazzi con cui Tilda andava a letto.
L'unica altra persona che conosceva bene Tilda quanto lui è Lucinda, la sua ex-migliore amica. Ed è una cosa brutta da dire, ma Lucinda è quasi sollevata che il mondo stia finendo perché così, dopo essersi persa quasi un anno di vita a causa del cancro, ora non sarà più la sola a non avere un futuro davanti a sé - è anche quasi un sollievo che non sarà il cancro ad ucciderla lentamente, ma che finirà per tutti nello stesso modo e nello stesso momento.
La notizia della morte di Tilda è uno shock e il rimorso per averla allontanata e non averle più parlato - per non averla potuta salutare almeno un'ultima volta - è ciò che la spinge a combattere contro la stanchezza e il dolore per trovare chi l'ha uccisa. Simon giura di non essere stato e Lucinda sarebbe anche propensa a credergli per ciò che le aveva raccontato Tilda prima che si allontanassero e dai ricordi che ha di lui dei primi anni di scuola, ma ha bisogno di prove per esserne certa.
E questo - e tutto il resto della sua vita - lo racconta su un'app di nome TellUs, che quasi tutto il mondo sta usando per mandare su un satellite storie e tracce che l'umanità ad un certo punto è esistita perché non sai mai chi altro potrebbe esistere nell'universo e chi potrebbe trovare un giorno queste storie.
Ma se anche trovassero l'assassino, quali sarebbero le conseguenze in un mondo in cui non esistono più processi e che sta per finire?
È un libro che inizialmente mi ha ricordato molto la serie televisiva Salvation. È anche un libro che mi ha messo un'ansia incredibile all'idea di qualcosa totalmente al di fuori del nostro controllo che potrebbe ucciderci tutti in una volta sola - è vero che la morte in generale è al di fuori del nostro controllo, ma secondo me sapere che c'è una data di scadenza è ancora più angosciante.
La ricerca dell'assassino di Tilda ha posto in questo libro, ma meno di quanto uno potrebbe pensare perché per il resto è un libro molto introspettivo che fa pensare.
Attraverso gli occhi di Simon e Lucinda, attraverso le cose fanno e che vedono, vediamo come l'umanità reagisce alla notizia mentre il conto alla rovescia incalza: c'è chi continua a svolgere la sua routine come al solito, chi si rinchiude in casa con la sua famiglia, chi si stordisce di feste e alcol e droga e videogiochi per non guardare fuori dalla finestra, chi diventa un fanatico religioso e chi nega fino all'ultimo che Foxworth esista. E mette ansia nel lettore non solo a causa del meteorite tra le pagine, ma perché le situazioni descritte - la violenza, l'angoscia, la depressione, il panico, il negazionismo, l'altruismo fin quasi all'annullamento - assomigliano fin troppo a situazioni e atteggiamenti che, seppure in maniera minore, viviamo anche noi in questo tempo di pandemia globale.
Anche per questo ci ho messo tanto tempo a leggerlo, perché spesso non avevo lo stomaco per continuare.
Mi è piaciuto tanto come il fatto che Simon abbia due madri - di cui una proveniente dalla Dominica - e che lui sia di razza mista non fosse un problema, come fosse accettato in tutta tranquillità nel posto in cui vivono e dovrebbe essere sempre così, non ci si dovrebbe stupire di meraviglia quando in un libro è totalmente assente l'omofobia - anche se non manca nel passato famigliare dei personaggi. Simon però, sempre stato abbastanza timido e insicuro, si trova alla deriva in seguito alla fine della sua relazione con Tilda e alla successiva morte di lei - i suoi amici non sono più tali e gli viene il sospetto che fosse stata la popolarità di Tilda ad attirarli e alcuni commenti sui social media additano pure il colore della sua pelle quando insinuano che l'abbia uccisa.
Lucinda è sempre stata un po' all'ombra di Tilda, ma non avrebbe mai voluto avere i riflettori puntati addosso per via del cancro. Fa fatica a relazionarsi con le persone e ad uscire nel mondo esterno, ma fa uno sforzo per scoprire chi ha ucciso Tilda. Di Lucinda vediamo l'aspetto più umano, ma sentiamo anche la voce sarcastica che si nasconde sotto l'apparenza - sentiamo la sua onestà nell'ammettere il sollievo della fine collettiva, nel non dover dare un dolore a suo padre perché in questo modo non la seppellirà come aveva fatto con la moglie morta dello stesso cancro, vediamo quanto è rassicurante nei confronti della sorellina Miranda spaventata e in cerca di risposte su cosa ci sia dopo la morte.
The End mi è piaciuto molto - è forse solo l'accenno di instalove
che mi fa storcere il naso, ma alla fine lo comprendo anche vista la
mancanza di tempo per vivere i sentimenti e svilupparli un po' alla
volta, volendo vivere al massimo ciò che resta.
È un romanzo molto umano - così come era Tilda: fragile, ma forte e le cui aspirazioni di perfezione per soddisfare le aspettative di tutti l'hanno poi portata ad un crollo durante il quale si è permessa di essere finalmente se stessa - che mi ha anche commossa in più punti, specialmente con la sorella di Simon: Emma è incinta, ma non vedrà mai nascere suo figlio - eppure tutti la assecondano mentre lei continua a pianificare un futuro che non ci sarà mai, anche se la sua parte razionale lo sa.
È un romanzo che mostra tutti i modi in cui la gente scende a patti con notizie che spesso sono al di fuori della nostra portata di comprensione e accettazione - e spezza il cuore quando si legge di persone che devono scegliere tra due famiglie, quella di origine e quella formata da adulti, perché non possono essere in due posti contemporaneamente alla fine del mondo.
È un romanzo che sì mette ansia, ma che infonde anche speranza e ci fa capire che non siamo mai soli - che anche di fronte a tragedie di grande portata, troveremo sempre una mano da stringere. Ovunque siamo, in qualunque cosa crediamo, in qualunque modo decidiamo di affrontare la cosa - alla fine di tutto non siamo soli e abbiamo lasciato un segno tangibile della nostra vita.