Eccoci qui con la recensione di un libro che ho letto a luglio ma che, per accordi di blogtour con la St. Martin's Press, vedete solo oggi.
Since I'm Italian and this is an Italian bookblog, the following review will be written in my mother tongue so my Italian readers can understand what the book is all about.
I've already submitted my English review on NetGalley and Goodreads but, on a second note, I decided to post it here as well under the Italian one since I signed for the blogtour and all.
Since I'm Italian and this is an Italian bookblog, the following review will be written in my mother tongue so my Italian readers can understand what the book is all about.
I've already submitted my English review on NetGalley and Goodreads but, on a second note, I decided to post it here as well under the Italian one since I signed for the blogtour and all.
Titolo: I Do Not Trust You
Titolo originale: The Lost Map of Chaos
Autrici: Laura J. Burns & Melinda Metz
Data di uscita: 11 settembre 2018
Pagine: 320 (copertina rigida)
Editore: Wednesday Books
Link Amazon: https://amzn.to/2mnHD9M
Trama [tradotta da me]: Memphis "M" Engle è testarda fino all'eccesso, dotata di una quasi assurda conoscenza di lingue e civiltà perdute da tempo e una formidabile avversaria durante una lotta. In breve: lei è fenomenale.
Ashwin Sood è un po' troppo snob per i suoi gusti, un membro di un antico culto (cosa che lei è abbastanza sicura conti ben più di un punto a sfavore nei suoi confronti) e ha appena informato Memphis che il padre che lei credeva fosse morto non lo è e che ha bisogno del suo aiuto.
Dalle catacombe di Parigi ai templi perduti nelle foreste sacre, insieme attraversano il globo cercando i pezzi dell'unico oggetto che potrebbe salvare suo padre. Ma più si avvicinano al salvarlo—e più si innamorano l'uno dell'altra—più rischiano di distruggere il mondo.
Tutto quello che riguarda l'Egitto mi ha sempre affascinata e avevo già letto un libro con un tema simile: si chiamava The Year of the Great Seventh di Teresa Orts ed era stato la mia prima vincita di un giveaway su Goodreads. Ma quello riguardava una maledizione se i due amati (che credo fossero le reincarnazioni di Cleopatra e Mark Antony, non ricordo bene, sono passati diversi anni) avessero deciso di mettersi insieme - questo invece ha un argomento un po' diverso.
Memphis, detta M, è all'ultimo anno di superiori e vive con due tutori da quando suo padre è morto - e lei non può credere che due persone così diverse dai suoi genitori siano state scelte per badare a lei.
Figlia di un brillante medico e di un archeologo, Memphis ha visitato tutto il mondo sin da quando era solo una bambina - venendo quindi a conoscenza di culture, miti e lingue che la maggior parte della gente neanche conosce.
All'insaputa di tutti, Memphis continua a lavorare alla traduzione di una mappa che lei e suo padre stavano studiando insieme - una mappa scritta in una lingua perduta da tempo, quella dei sacerdoti di Horus nell'antico Egitto.
Ma una sera viene avvicinata da un ragazzo poco più grande di lei, il quale la informa che il padre non è morto ma è tenuto prigioniero da una setta che adora Set, il dio del caos ed eterno avversario di Horus - il Dr. Engel deve tradurre per loro la mappa, la quale porta ai pezzi di un artefatto che, rimessi insieme, porterà alla resurrezione di Set.
Ash, che fa parte di una setta devota ad Horus il cui scopo è, da millenni, impedire che Set venga riportato in vita, vuole la mappa per consegnarla al suo mentore e nascondere in un nuovo luogo i pezzi prima che cadano nelle mani sbagliate.
Memphis non ci pensa proprio a consegnare la mappa ad Ash e stringe quindi un accordo: nessuno dell'Occhio di Horus conosce più la lingua degli antichi sacerdoti, quindi lei la tradurrà per loro e troverà i pezzi dell'artefatto, ma li consegnerà solo se in cambio l'Occhio salverà suo padre dai devoti di Set.
Inizia quindi un viaggio che porterà Memphis e Ash attraverso l'Europa, l'Asia e l'America, entrambi malfidenti nei confronti l'uno dell'altra ma costretti a collaborare per superare gli ostacoli che si troveranno di fronte.
Riuscirà Memphis a salvare suo padre e ad impedire contemporaneamente la distruzione del mondo e di tutti i suoi abitanti?
Questo libro aveva tantissimo potenziale - e trovo che il suo titolo originale fosse più che adatto - ma si è perso lungo la strada e la sua resa non è stata eccezionale.
Ci sono i miti dell'antico Egitto, la contrapposizione tra mitologia e religione e i diversi punti di vista che hanno Memphis e Ash sull'argomento, c'è la magia che sfida la logica e la scienza... eppure è mancato qualcosa.
Lo stile di scrittura è pulito e funzionale alla trama - tanto che mi sono dimenticata che è scritto a quattro mani - e ha un ritmo veloce e i primi capitoli li ho divorati in pochissimo tempo, ma poi è diventato monotono in un certo senso.
Memphis e Ash visitano tanti posti, ma alla fine risultano solo nomi sulla mappa: non ci sono descrizioni e dettagli che suscitino nel lettore l'immagine delle meraviglie che stanno vedendo. Diventa tutto un "vai al punto A che ti porta al posto B e poi parti per il punto C" - così, per ogni pezzo di mappa che Memphis decifra.
Manca il senso dell'azione e dell'avventura perché, se magari i cattivi si fossero fatti vedere più spesso, allora ci sarebbe stato più quel senso da "sono seduta sul bordo della sedia per l'ansia".
I personaggi sono comunque interessanti: i buoni non sono poi così buoni, ognuno di loro ha un secondo e un terzo fine e sia Memphis che Ash hanno due background notevolmente diversi che li porta a non vedere le cose nello stesso modo proprio per questa ragione.
Entrambi di razza mista, lei è cresciuta tra scavi archeologici e diverse culture e amata dai suoi genitori mentre lui invece è cresciuto in una famiglia abusiva e per questo spesso non riesce a comprendere la determinazione e lo sconforto che prendono Memphis quando pensa a suo padre.
I Do Not Trust You è stata comunque una lettura carina, ma manca in qualche modo di profondità descrittiva e di avventura - che invece dovrebbe essere il suo punto forte visto come si vende.
First of all, thanks to St. Martin's Press and NetGalley for offering me an eARC in exchange for a honest review.
You have to know English isn’t my first language, so feel free to correct me if I make some mistakes while writing this review.
A year after her father's death, Memphis is approached by a guy named Ashwin - a guy who tells Memphis her father is still alive and is held captive by a cult worshipping an ancient Egyptian god, since Dr. Engel is the only one who can decipher an ancient map leading to the pieces of a Set animal's artifact.
The only way to save him is to decipher the map before them all and find the artifact first in exchange for her father's life.
Both Memphis and Ash have to work together, but they don't trust one another. Both of them have their own agenda, especially Ash - who is himself member of a cult, this one devoted to Horus and determined to stop anyone from resurrecting Set.
So it begins a journey through different cultures and continents in a race against time - a journey where, like it or not, Memphis and Ash have only each to rely on.
This book had so much potential, but I felt like it lacked something in its performance.
Both character are mixed-race and interesting, with very different backgrounds - Memphis is also a female Indiana Jones with her knowledge of history, mithology and languages.
I'm all for Egypt and archaelogy, adventure and mystery with a little bit of magic involved but it felt like something was amiss. It lacked depth, maybe.
It starts really well, the first chapters went by really fast but when it came to the actual adventurous part... it slowed down and it became monotonous - if it wasn't for the different names, every place Memphis and Ash went seemed the same. No descryption, no charming details, nothing.
It wasn't only that, maybe if the villains made their presence known every now and then it would have been more thrilling.
I liked though the contraposition between mythology and religion, Memphis and Ash's different point of views on the same subject and their different beliefs - that aspect plays a fundamental role in the story.
I also liked how the Good Guys aren't always so good and inclined to do the right thing - I could understand Memphis's frustration so well.
It seems like a negative review, but I enjoyed the book nonetheless - the writing style is functional to the story and never once I got the impression it was written by two different authors, so well done here. And even if it stalls a little, it's still a quick read.
I just wish there was more: more action, more description of all those beautiful places Memphis and Ash visited.
Titolo originale: The Lost Map of Chaos
Autrici: Laura J. Burns & Melinda Metz
Data di uscita: 11 settembre 2018
Pagine: 320 (copertina rigida)
Editore: Wednesday Books
Link Amazon: https://amzn.to/2mnHD9M
Trama [tradotta da me]: Memphis "M" Engle è testarda fino all'eccesso, dotata di una quasi assurda conoscenza di lingue e civiltà perdute da tempo e una formidabile avversaria durante una lotta. In breve: lei è fenomenale.
Ashwin Sood è un po' troppo snob per i suoi gusti, un membro di un antico culto (cosa che lei è abbastanza sicura conti ben più di un punto a sfavore nei suoi confronti) e ha appena informato Memphis che il padre che lei credeva fosse morto non lo è e che ha bisogno del suo aiuto.
Dalle catacombe di Parigi ai templi perduti nelle foreste sacre, insieme attraversano il globo cercando i pezzi dell'unico oggetto che potrebbe salvare suo padre. Ma più si avvicinano al salvarlo—e più si innamorano l'uno dell'altra—più rischiano di distruggere il mondo.
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Tutto quello che riguarda l'Egitto mi ha sempre affascinata e avevo già letto un libro con un tema simile: si chiamava The Year of the Great Seventh di Teresa Orts ed era stato la mia prima vincita di un giveaway su Goodreads. Ma quello riguardava una maledizione se i due amati (che credo fossero le reincarnazioni di Cleopatra e Mark Antony, non ricordo bene, sono passati diversi anni) avessero deciso di mettersi insieme - questo invece ha un argomento un po' diverso.
Memphis, detta M, è all'ultimo anno di superiori e vive con due tutori da quando suo padre è morto - e lei non può credere che due persone così diverse dai suoi genitori siano state scelte per badare a lei.
Figlia di un brillante medico e di un archeologo, Memphis ha visitato tutto il mondo sin da quando era solo una bambina - venendo quindi a conoscenza di culture, miti e lingue che la maggior parte della gente neanche conosce.
All'insaputa di tutti, Memphis continua a lavorare alla traduzione di una mappa che lei e suo padre stavano studiando insieme - una mappa scritta in una lingua perduta da tempo, quella dei sacerdoti di Horus nell'antico Egitto.
Ma una sera viene avvicinata da un ragazzo poco più grande di lei, il quale la informa che il padre non è morto ma è tenuto prigioniero da una setta che adora Set, il dio del caos ed eterno avversario di Horus - il Dr. Engel deve tradurre per loro la mappa, la quale porta ai pezzi di un artefatto che, rimessi insieme, porterà alla resurrezione di Set.
Ash, che fa parte di una setta devota ad Horus il cui scopo è, da millenni, impedire che Set venga riportato in vita, vuole la mappa per consegnarla al suo mentore e nascondere in un nuovo luogo i pezzi prima che cadano nelle mani sbagliate.
Memphis non ci pensa proprio a consegnare la mappa ad Ash e stringe quindi un accordo: nessuno dell'Occhio di Horus conosce più la lingua degli antichi sacerdoti, quindi lei la tradurrà per loro e troverà i pezzi dell'artefatto, ma li consegnerà solo se in cambio l'Occhio salverà suo padre dai devoti di Set.
Inizia quindi un viaggio che porterà Memphis e Ash attraverso l'Europa, l'Asia e l'America, entrambi malfidenti nei confronti l'uno dell'altra ma costretti a collaborare per superare gli ostacoli che si troveranno di fronte.
Riuscirà Memphis a salvare suo padre e ad impedire contemporaneamente la distruzione del mondo e di tutti i suoi abitanti?
Questo libro aveva tantissimo potenziale - e trovo che il suo titolo originale fosse più che adatto - ma si è perso lungo la strada e la sua resa non è stata eccezionale.
Ci sono i miti dell'antico Egitto, la contrapposizione tra mitologia e religione e i diversi punti di vista che hanno Memphis e Ash sull'argomento, c'è la magia che sfida la logica e la scienza... eppure è mancato qualcosa.
Lo stile di scrittura è pulito e funzionale alla trama - tanto che mi sono dimenticata che è scritto a quattro mani - e ha un ritmo veloce e i primi capitoli li ho divorati in pochissimo tempo, ma poi è diventato monotono in un certo senso.
Memphis e Ash visitano tanti posti, ma alla fine risultano solo nomi sulla mappa: non ci sono descrizioni e dettagli che suscitino nel lettore l'immagine delle meraviglie che stanno vedendo. Diventa tutto un "vai al punto A che ti porta al posto B e poi parti per il punto C" - così, per ogni pezzo di mappa che Memphis decifra.
Manca il senso dell'azione e dell'avventura perché, se magari i cattivi si fossero fatti vedere più spesso, allora ci sarebbe stato più quel senso da "sono seduta sul bordo della sedia per l'ansia".
I personaggi sono comunque interessanti: i buoni non sono poi così buoni, ognuno di loro ha un secondo e un terzo fine e sia Memphis che Ash hanno due background notevolmente diversi che li porta a non vedere le cose nello stesso modo proprio per questa ragione.
Entrambi di razza mista, lei è cresciuta tra scavi archeologici e diverse culture e amata dai suoi genitori mentre lui invece è cresciuto in una famiglia abusiva e per questo spesso non riesce a comprendere la determinazione e lo sconforto che prendono Memphis quando pensa a suo padre.
I Do Not Trust You è stata comunque una lettura carina, ma manca in qualche modo di profondità descrittiva e di avventura - che invece dovrebbe essere il suo punto forte visto come si vende.
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First of all, thanks to St. Martin's Press and NetGalley for offering me an eARC in exchange for a honest review.
You have to know English isn’t my first language, so feel free to correct me if I make some mistakes while writing this review.
A year after her father's death, Memphis is approached by a guy named Ashwin - a guy who tells Memphis her father is still alive and is held captive by a cult worshipping an ancient Egyptian god, since Dr. Engel is the only one who can decipher an ancient map leading to the pieces of a Set animal's artifact.
The only way to save him is to decipher the map before them all and find the artifact first in exchange for her father's life.
Both Memphis and Ash have to work together, but they don't trust one another. Both of them have their own agenda, especially Ash - who is himself member of a cult, this one devoted to Horus and determined to stop anyone from resurrecting Set.
So it begins a journey through different cultures and continents in a race against time - a journey where, like it or not, Memphis and Ash have only each to rely on.
This book had so much potential, but I felt like it lacked something in its performance.
Both character are mixed-race and interesting, with very different backgrounds - Memphis is also a female Indiana Jones with her knowledge of history, mithology and languages.
I'm all for Egypt and archaelogy, adventure and mystery with a little bit of magic involved but it felt like something was amiss. It lacked depth, maybe.
It starts really well, the first chapters went by really fast but when it came to the actual adventurous part... it slowed down and it became monotonous - if it wasn't for the different names, every place Memphis and Ash went seemed the same. No descryption, no charming details, nothing.
It wasn't only that, maybe if the villains made their presence known every now and then it would have been more thrilling.
I liked though the contraposition between mythology and religion, Memphis and Ash's different point of views on the same subject and their different beliefs - that aspect plays a fundamental role in the story.
I also liked how the Good Guys aren't always so good and inclined to do the right thing - I could understand Memphis's frustration so well.
It seems like a negative review, but I enjoyed the book nonetheless - the writing style is functional to the story and never once I got the impression it was written by two different authors, so well done here. And even if it stalls a little, it's still a quick read.
I just wish there was more: more action, more description of all those beautiful places Memphis and Ash visited.
Mi ricorda un po’ un ibrido tra Lara Croft e Indiana Jones :D comunque se ti interessano libri con l’Egitto, strani artefatti e un’archeologa giovane e cazzuta ti consiglio Sangue del mio sangue di Giuseppe Menconi :)
RispondiEliminaAhahaha, più o meno! xD
EliminaGrazie del suggerimento, me lo segno! :)